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Autore: Eliessa    18/08/2012    1 recensioni
Elena e Marco Argenti e Davide Castelli. Tre persone, una sola famiglia.
Ma un arrivo improvviso ribalta la felicità, l’amore e la stabilità di quella famiglia.
Elena non è così forte come pensava di essere.
Marco le sta accanto, è una delle poche persone che riesce tutt’ora a starle accanto.
Davide è arrabbiato con sé stesso. Un passato che si rifà vivo dopo 25 anni, un passato che non sapeva di avere. Un passato estraneo a lui ed a chi gli sta accanto.
Una vita da affrontare.
Cosa ne sarà di Elena e Davide? Riusciranno a superare l’ennesimo ostacolo?
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7.
IL GRANDE GIORNO


 

 
Un altro mese dopo.
Il grande giorno era arrivato.
Era il 15 aprile.
Era tutto pronto I vestiti, gli invitati, il Comune, il ristorante. Tutto era perfetto.
Tutto. Quel giorno Elena lo passò tutto a casa di Anna. Le usanze sono le usanze.
Lo sposo non può vedere la sposa con il vestito prima del matrimonio.
Anche se si parla di matrimonio civile.
Elena si preparò a casa di Anna, o meglio era Anna che preparava Elena, truccandola e aiutandola ad indossare il vestito, mentre Davide, beh, lui era emozionato, e di certo non gli occorreva qualcuno che lo truccasse o lo vestisse.
-Ehi papà.- disse Giulia entrando nella sua camera. –Tutto bene?-
-Si tutto bene.-
-Sei bellissimo.- disse lei.
-Anche tu non scherzi.- Davide fece cenno alla ragazza di sedersi sul letto con lui. –Ti ricordi quando sei venuta qui la prima volta due mesi fa?- lei annuì.
-Certo che mi ricordo, perché?-
-Perché voglio sapere, oggi che è il giorno più importante della mia vita, se possiamo considerarci una famiglia. Vorrei sapere se tutti gli ostacoli, chiamiamoli così, tra te, Marco ed Elena sono risolti.-
-Puoi stare tranquillo. Ora siamo una famiglia.- rispose la ragazza abbracciando il padre.
-Bene, non sai quanta gioia mi dai. Volevo sentirmelo dire dalla tua bocca che tutto era superato.-
-Tu già sapevi la risposta?- chiese la ragazza.
-Beh, si. Sai, con Elena e Marco ci parlo spesso, molto più di quanto tu ancora non ti accorga. A proposito, Marco è pronto?-
-Penso di si. È chiuso da due ore in camera sua con Sabrina.-
-Finalmente penso abbia messo la testa apposto. Alla fine è riuscito a fidanzarsi con Sabrina, anche se gli è servita qualche spintarella.-
-Perché è la prima con cui sta?-
-No, ma dopo il suo passato non gli è stato facile relazionarsi con gli altri.-
-Che passato?- chiese curiosa Giulia.
-Diciamo che ha dato retta ad alcuni amici del passato ed ha fatto male.-
-Ha rischiato molto?-
-Si, ha rischiato l’ergastolo. Fortuna che ha una sorella poliziotta all’altezza del suo lavoro, come i suoi colleghi, che hanno trovato le prove che servivano in tribunale per provare la sua innocenza dall’omicidio di un’amica e collega della sorella.-
-Ora capisco il suo comportamento appena arrivata qui.-
-Già.- rispose Davide. –Un ultima cosa, non te la sei presa che non ho chiesto a te di farmi da testimone, vero?-
-No, io sono appena arrivata, ed anche se sono tua figlia non posso essere al centro della tua attenzione. In fondo un paio di mesi fa non ero nessuno per te. Hai fatto bene a chiedere a Luca, lui è un amico che ti è saputo stare accanto in questi anni.- Davide annuì.
–Vado a chiamarlo, altrimenti non si sbriga più.-
-Ok.- rispose la figlia.
-Marco.- disse Davide dopo aver bussato alla porta della sua stanza. –Sei pronto? Dobbiamo andare.-
-Si, eccoci.- rispose Marco aprendo la porta. Possiamo andare.-
-Le fedi le hai prese?-
-Certo, sono in tasca.- rispose facendogliele vedere. –Ho anche le chiavi di casa, possiamo andare.-
-Bene.- E così tutti uscirono da casa per andare al Comune, aspettando la sposa. Una volta arrivati lì c’erano i colleghi di Elena del Decimo, Giuseppe, Vittoria, il figlio Francesco con la moglie e la figlia, Gabriele, Lorenzo con la figlia e Ugo con Sofia; e due colleghi di Davide della Procura.
Tutti aspettavano Elena che arrivasse con Luca ed Anna.
E furono anche in perfetto orario. Alle 19 erano davanti il Comune.
Così quando la macchina di Luca arrivò, tutti iniziarono ad entrare dentro per prendere posto. Tutti tranne Marco, che doveva accompagnarla. Appena Luca si fermò, il fratello le aprì la portiera e l’aiutò a scendere. Luca invece aprì la portiera ad Anna, prese in braccio la figlia, in modo tale da dare alla moglie il tempo di aprire il passeggino per mettere Daniela.
Anna e Luca s’incamminarono per primi verso la sala del comune, mentre Elena ed il fratello aspettarono qualche minuto, per dargli il tempo di accomodarsi.
Davide era in piedi davanti l’Ufficiale di Stato Civile, accanto a lui c’era Luca, il suo testimone e dall’altro lato, sulla sua destra c’era Anna, la testimone di Elena. Gli invitati erano seduti, si alzarono solo quando Elena fece il suo arrivo nella sala. Adagio camminò lungo la piccola navata con il fratello. Arrivati davanti lo sposo, Marco baciò la mano della sorella, per poi passarle la stessa a Davide.
La cerimonia iniziò.
L’ufficiale di Stato Civile diede inizio alla lettura degli articoli:
 
Art. 143 - Diritti e doveri reciproci dei coniugi
Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri.
Dal matrimonio deriva l'obbligo reciproco alla fedeltà, all'assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell'interesse della famiglia e alla coabitazione.
Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia.
Art. 144 - Indirizzo della vita familiare e residenza della famiglia
I coniugi concordano tra loro l'indirizzo della vita familiare e fissano la residenza della famiglia secondo le esigenze di entrambi e quelle preminenti della famiglia stessa.
A ciascuno dei coniugi spetta il potere di attuare l'indirizzo concordato.
Art. 147 - Doveri verso i figli.
Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l'obbligo di mantenere, istruire ed educare la prole tenendo conto delle capacità, dell'inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli.

 
Dopodichè fece la fatidica domanda che Elena e Davide volevano sentirsi dire da anni.
-Signor Davide Castelli, intende prendere in moglie la qui presente Elena Argenti?-
-Si.- rispose Davide.
-Signora Elena Argenti intende prendere in marito il qui presente Davide Caselli.-
-Si.- rispose Elena.
-A seguito della vostra risposta affermativa io, Ufficiale dello Stato Civile del Comune, dichiaro in nome della Legge che siete uniti in matrimonio.- continuò l’ufficiale. Subito dopo Elena e Davide si scambiarono le fedi nuziali. Poi per finire l’ufficiale diede lettura dell’atto di Matrimonio.
 
"... Avanti a me Ufficiale dello Stato Civile, vestito in forma ufficiale, sono personalmente comparsi:
1) Davide Castelli.
2) Elena Argenti.
I quali mi hanno richiesto di unirli in matrimonio a questo effetto mi hanno presentato il documento sottodescritto e dall' esame di questo nonché di quelli già prodotti all' atto della richiesta delle pubblicazioni i quali tutti muniti del mio visto inserisco nel volume degli allegati a questo registro risultandomi nulla ostare alla celebrazione del loro matrimonio.
Ho letto agli sposi gli articoli 143, 144, 147 del Codice Civile e quindi ho domandato allo sposo se intende prendere in moglie la quì presente Elena Argenti e a questa se intende prendere in marito il qui presente Davide Castelli  ed avendomi ciascuno risposto affermativamente a piena intelligenza anche dei testimoni sotto indicati, ho pronunziato in nome della legge che i medesimi sono uniti in matrimonio..."


Ecco, ora Davide ed Elena erano i coniugi Castelli a tutti gli effetti. Nessuno poteva dividerli. Solo la morte, forse, avrebbe spezzato il loro legame. Dopo la cerimonia, gli sposi come da rito, andarono a farsi delle foto, in giro per Roma, dopodichè, alle 20 erano tutti riuniti in un ristorante di campagna, lontano dalla città e dallo smog. Un posto nel verde, tranquillo, e soprattutto tutto per loro.
La serata andò avanti tra cena, balli e canti, come è ovvio che sia.
Una serata per festeggiare l’unione in matrimonio di Elena e Davide.
Una serata per festeggiare un po’ tutti, per stare insieme e nient’altro.
Verso le due di notte, oramai i festeggiamenti erano finiti. Gli ospiti si ritirarono a casa, mentre Elena e Davide, avevano prenotato per una notte una stanza nell’albergo annesso al ristorante. Non sarebbero andati in viaggio di nozze, ma almeno una notte insieme volevano passarla. Solo loro e nessun’altro.
Così, gli sposi dopo aver salutato Marco, Giulia e Sabrina, si ritirarono a casa del ragazzo.
-Sabrì, che dici se ti fermi a dormire da me?- chiese Marco in macchina.
-No, portami a casa, davvero.-
-Che fai complimenti?- chiese Marco accarezzandole la gamba sinistra.-
-Sai che non è nel mio stile.- rispose divertita la ragazza.
-Bene, allora ti riformulo la domanda, vuoi rimare da me questa sera?-
-D’accordo.-
-Meglio, molto meglio.- rispose Marco facendo l’occhialino.
Arrivati a casa, giusto il tempo di rinfrescarsi dopo una serata un po’ pesante, e poi andarono tutti a dormire, o quasi.
Giulia sul divano quella notte fece fatica a prendere sonno. Iniziò a pensare.
Finalmente l’avevano accettata in famiglia, quindi non aveva nessun problema a mettere in atto il suo piano. Orami era una di famiglia e sapeva come e quando mettere in atto il motivo per cui era scesa lì.
 

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Le frasi citate per il matrimonio di Elena e Davide, le ho prese da in sito internet:
http://www.sposamiaverona.it/nqcontent.cfm?a_id=18148
per cui non so se sono effettivamente queste o qualcosa sia solo simile o cambiato del tutto.

   
 
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