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Autore: Soly_D    18/08/2012    6 recensioni
2^ classificata al contest "Numeri da coppie" indetto da La Lolly Dolly
«Piacere, Naruto Uzumaki. Pronta a passare tutta la vita con me?».
«Piacere mio, sono Sakura Haruno. Credo che una vita sia troppo poco. Propongo il per sempre».

[AU NaruSaku]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Naruto/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Nickname: Soly Dea
Titolo: Questione di sguardi
Fandom: Naruto
Personaggi/pairing: Naruto/Sakura, un po’ tutti
Rating: verde
Generi: sentimentale, romantico
Avvertimenti: one-shot, AU
Introduzione: «Piacere, Naruto Uzumaki. Pronta a passare tutta la vita con me?».
«Piacere mio, sono Sakura Haruno. Credo che una vita sia troppo poco. Propongo il per sempre».
Note dell’autrice: è l’ennesima AU scolastica (anche se di scuola si parla pochissimo), ma ha un qualcosa di diverso rispetto ad altre storie ambientate nel medesimo contesto. Spero di aver fatto un lavoro quantomeno apprezzabile, fatemi sapere XD




Questione di sguardi


Nell’esatto momento in cui la campanella di inizio intervallo squarciò il silenzio dell’ora di latino, Naruto Uzumaki non si degnò nemmeno di appuntare i compiti per la settimana successiva o di mettere a posto i libri dell’odiosa e difficile – a parer suo – madrelingua, né di preparare gli inutili e ingombranti – sempre a parer suo – attrezzi di educazione tecnica necessari per l’ora successiva.
Veloce come un fulmine, sgattaiolò via dalla classe e arrivò nel cortile della scuola dove presto l’avrebbero raggiunto anche Sasuke Uchiha e Shikamaru Nara per parlare di ragazze, sport, tv, musica e ancora ragazze. Erano i suoi due migliori amici fin dalle elementari: il primo era il classico bello e impossibile dell’intera scuola, mentre il secondo disponeva di una mente geniale che sfruttava solo in rari momenti a causa della sua totale pigrizia.
E Naruto? Lui era il buffone del gruppo. Non era particolarmente bello o intelligente, ma era sempre pronto a dare una mano e a far sorridere anche nei momenti più tristi.
Si appostò all’ombra di un albero, le braccia conserte e lo sguardo che vagava da persona a persona per perdere tempo in attesa dell’arrivo dei suoi amici.
Era quasi soddisfatto della sua vita: viveva in una bella casa, aveva una bella famiglia e due amici fantastici, si sentiva anche abbastanza carino e simpatico da poter attirare le ragazze.
Una volta, alle elementari, si era fidanzato per gioco con la timida e impacciata Hinata Hyuuga, invece alle medie era stato con la bella e provocante Ino Yamanaka per una scommessa fatta con Shikamaru.
Ormai erano tre anni che frequentava il liceo, ma Naruto non si era mai innamorato davvero.
Forse non aveva ancora trovato la ragazza giusta o, semplicemente, non l’aveva ancora notata.


«Carina».
Naruto si riscosse dai suoi pensieri e fissò Shikamaru con sguardo perplesso.
Non era mai stato bravo nel decifrare il suo linguaggio in codice e le sue occhiate imperturbabili.
«Eh?».
«La ragazza che stai fissando», rispose l’amico un po’ seccato, indicando un gruppo di studentesse poco distanti.
«Ma chi? Io?».
Shikamaru sbuffò, dandosi una manata in faccia. Naruto non era cambiato di una virgola dai tempi delle elementari: la solita adorabile testa quadra, come l’aveva etichettato Sasuke.
«Prima che io arrivassi, tu stavi fissando quella ragazza con i capelli rosa».
Naruto rivolse lo sguardo verso il gruppo indicato da Shikamaru.
Vide Hinata, Ino, Tenten, Temari e una ragazza che non aveva mai visto.
La squadrò per intero. Aveva i capelli di un insolito rosa confetto, lunghi fino alle spalle, e gli occhi grandi e verdi. Il suo viso era dolce, ma i suoi lineamenti decisi. Non era formosa come Hinata, non si vestiva in modo provocante come Ino, non emanava dolcezza e tranquillità come Tenten e non sembrava nemmeno una ragazza seria e autorevole come Temari.
Ma quella ragazza aveva un qualcosa di speciale, un qualcosa di unico che Naruto non aveva mai trovato in nessun’altra.
«Carina?», ripetè atono. «Stai scherzando, vero?! E’ bellissima!».
A Shikamaru parve di vedere Naruto circondato da farfalle e cuoricini.
«Non la stavo fissando, ma grazie per avermela fatta notare», continuò il biondo poggiando una mano sulla spalla dell’amico. «Sai anche come si chiama?».
Shikamaru scosse la testa.
«Vorrà dire che lo scoprirò da solo», concluse Naruto accennando un sorriso.


Quando il suono della campanella decretò l’inizio dell’intervallo, Sakura Haruno era intenta ad appuntare per filo e per segno i compiti di matematica per la settimana successiva. Solo dopo aver rimesso nello zaino i libri della sua materia preferita ed aver messo fuori quelli di inglese, pensò che non le avrebbe fatto male uscire un po’ in cortile per una boccata d’aria e lì incontrò le sue amiche Ino e Hinata, in compagnia di altre due ragazze che non conosceva.
La bionda spiegò a Sakura che si trattava di Temari e Tenten, due vecchie amiche delle medie, poi le quattro ragazze cominciarono a chiacchierare tutte insieme del più e del meno: ragazzi, vestiti, tv, musica e ancora ragazzi.
Sakura non era interessata a nessuno di quegli argomenti. Riteneva che la scuola si dovesse mettere al primo posto, inoltre non era mai stata molto attenta al suo abbigliamento e nemmeno si era mai chiesta quando avrebbe trovato il principe azzurro che sognavano tutte le ragazze della sua età.
Era semplicemente sicura che tutto sarebbe arrivato da sé, con il passare del tempo.
Fu allora che, guardandosi intorno con aria annoiata, il suo sguardo si posò su un ragazzo biondo dagli occhi azzurri, la pelle abbronzata e il fisico atletico.
«Carino, no?».
Sakura corrugò la fronte e fece una smorfia.
«A me non sembra niente di speciale», rispose ravvivandosi i capelli con un veloce gesto della mano.
«Credo di esserci stata fidanzata una volta...», continuò Ino incrociando le braccia al petto. «Ma non ricordo come si chiama».
Sakura fece spallucce, cercando di riallacciarsi alla discussione delle sue amiche.
In fondo, cosa le importava di un biondino palestrato dall’aria poco intelligente?


Il giorno dopo, alla stessa ora, Naruto era ancora lì con i suoi amici.
Anche Sakura si trovava di nuovo nel cortile della scuola con le sue amiche.
Lui continuava a sorridere spensierato e a saltare con lo sguardo di persona in persona, lei a guardarsi intorno con aria seccata.
Fu allora che i loro sguardi si incontrarono.
Naruto ricordò immediatamente che si trattava della ragazza notata due giorni prima. Contento che anche lei lo avesse notato, piegò la testa da un lato e le sorrise.
Anche Sakura si ricordò di lui, etichettandolo come uno degli ex di Ino.
Inaspettatamente, lo vide sorriderle. Incerta se quel sorriso fosse rivolto a lei, si guardò intorno con aria perplessa e poi tornò a fissare Naruto.
Le stava ancora sorridendo. Il suo sguardo era dolce e forse un po’ infantile.
Certa che il ragazzo stesse fissando proprio lei, inarcò le sopracciglia e gli rivolse un’occhiata interrogativa. Naruto rispose con un altro sorriso ebete e questo indispettì non poco la ragazza, la quale fece una smorfia e si voltò di scatto, riprendendo a parlare con le sue amiche.
Naruto spalancò gli occhi e la bocca per la delusione, abbandonando le braccia lungo i fianchi.
Beh, d’altronde cosa pretendeva? Aveva sorriso ad una ragazza che non conosceva affatto!


Il giorno successivo, Naruto e Sakura erano sempre lì, durante l’intervallo, a passare il tempo in compagnia dei loro amici.
E anche quel giorno, i loro sguardi si incrociarono per un istante.
Naruto aveva deciso di non sorriderle questa volta, reduce dall’esperienza del giorno prima. Si limitò a inarcare le sopracciglia, quasi per attirare la sua attenzione, e a rivolgerle occhiate furtive di tanto in tanto.
Sakura ne incrociò solo una, una mezza occhiata imbarazzata.
Quando Naruto si accorse che lei lo aveva scoperto, spostò immediatamente lo sguardo per paura di essere rifiutato come il giorno precedente.
Sakura accennò un sorriso, divertita dal fatto che – con un semplice sguardo – avesse messo agitazione nel ragazzo. Naruto non comprese il vero significato di quel sorriso e il suo volto si illuminò di colpo.
Fu allora che la ragazza si rese conto di ciò che aveva combinato e così si affrettò a mandargli un’occhiataccia simile a un rimprovero. Ma il biondo non la notò nemmeno, ancora troppo preso dall’assurda convinzione che lei gli avesse sorriso solo per il gusto di farlo.


Quella storia andò avanti per un mese.
Naruto sorrideva, Sakura gli rivolgeva occhiate di rimprovero e lui nemmeno le notava.
Ma quel giorno, la ragazza indossava un maglia piuttosto aderente e una gonna che le arrivava a metà cosce. Si sentiva a disagio con quei vestiti che mettevano in mostra le sue forme poco accentuate, ma – come le aveva detto Ino la sera prima – una promessa è una promessa.
Naruto notò subito il cambiamento di look della ragazza e ne rimase ancora più affascinato, più di quanto lo fosse già. Inevitabilmente, il suo sguardo cadde sui fianchi delicati e sulle gambe lunghe e snelle che la ragazza cercava disperatamente di coprire.
Un sorriso malizioso si affacciò sul suo volto.
Quando lei si accorse che il biondo la stava letteralmente mangiando con gli occhi, arrossì lievemente e poi gli rivolse un’occhiata assassina, come per dire «Fissami ancora in quel modo e ti faccio secco», che Naruto afferrò al volo.
Ciononostante, Sakura si sentì lusingata che qualcuno l’avesse notata sotto quell’aspetto e un lieve sorriso soddisfatto si dipinse sul suo volto.


Quella ragazza stava diventando come una droga, per lui.
Non riusciva a fare a meno dei suoi sguardi e dei suoi sorrisi, nemmeno delle sue occhiatacce di rimprovero e delle sue smorfie. Andare a scuola non gli era mai piaciuto ma, da quando aveva notato quella ragazza, trascorrere cinque ore seduto ad ascoltare gli insegnanti non gli era mai sembrato tanto piacevole. Questo perché c’era lei nei suoi pensieri, quella ragazza di cui non conosceva nemmeno il nome ma che gli aveva fatto perdere la testa solo con qualche sguardo.
Avrebbe potuto andare da lei, chiederle come si chiamava, invitarla ad uscire e magari sperare in qualcosa di più di una semplice amicizia. Ma ancora non se la sentiva di mettere fine a quel gioco di sguardi che si faceva ogni giorno più intenso, grazie al quale lui si era innamorato di lei.


Un giorno, quando i loro sguardi si incrociarono nuovamente come per salutarsi, Naruto notò qualcosa di diverso nell’espressione della ragazza. Era vuota, spenta, persa, forse delusa.
I suoi occhi erano prossimi alle lacrime, la sue labbra non riuscivano proprio ad incurvarsi in un sorriso. Quello sguardo sembrava quasi chiedere aiuto al biondo, sembrava chiedergli di fare qualcosa per risolvere la situazione e riportare tutto a com’era nei giorni precedenti.
Naruto si chiese cosa le fosse successo.
Aveva forse litigato con una persona cara? Aveva perso qualcosa di importante?
Le sorrise, un sorriso carico di dolcezza e di consolazione.
E anche Sakura gli sorrise spontaneamente, per ringraziarlo della sua attenzione.
Ma quel sorriso fu presto bagnato dalle lacrime.


Era passato un giorno esatto da quell’episodio.
Al suono della campanella, Naruto schizzò fuori dalla classe veloce come un razzo e raggiunse immediatamente il cortile della scuola dove già lo aspettavano Sasuke e Shikamaru.
Salutò velocemente i due amici e poi spostò lo sguardo verso il punto in cui erano solite stabilirsi lei e le sue amiche. Stavano discutendo animatamente tra di loro, si sentivano anche le urla isteriche di Ino e i rimproveri di Temari.
Era curioso di sapere se lei fosse ancora triste.
Ma, quel giorno, lei non c’era.
Nessuna testa rosa a guardarsi intorno con aria annoiata perché non interessata ai discorsi superficiali delle sue amiche. Dov’erano quegli occhi grandi e verdi che tanto adorava? Niente sorrisi, niente sguardi imbarazzati, niente occhiatacce.
Semplicemente, quel giorno, lei non c’era.
Deluso e amareggiato, Naruto spostò lo sguardo altrove e si auto-convinse che, se non era venuta a scuola, un motivo valido c’era sicuramente.
Forse aveva un impegno importante oppure si era semplicemente ammalata.


Il giorno dopo, Naruto corse in cortile con ancora più impazienza dei giorni precedenti.
Fu un colpo al cuore notare che non era venuta nemmeno quella volta.
E lo stesso accadde il giorno dopo, il giorno dopo ancora e nei giorni successivi.
Però lui continuava ad uscire in cortile, ogni giorno, sperando di scorgere da qualche parte una massa di capelli rosa. Ma era tutto inutile: quella ragazza sembrava sparita nel nulla.
Cominciava a preoccuparsi seriamente, a pensare che forse le era successo qualcosa.
Non riusciva più a ridere e a divertirsi con i suoi amici come faceva prima.
Sentiva come un vuoto dentro di sé.
Il suo cuore stava cadendo lentamente a pezzi.


«Ino».
La bionda si voltò, facendo ondeggiare la lunga chioma dorata.
Sbatté un paio di volte le palpebre, prima di capire chi avesse di fronte.
Si stupì nel vedere quel volto, che lei considerava carino, completamente stravolto dalla tristezza.
«Tu sei...».
«Naruto», rispose atono. «Dov’è la tua amica con i capelli rosa?».
A quelle parole, Ino sgranò gli occhi e abbassò lo sguardo.
«Rispondi».
«Lei... è andata via».
Il cuore di Naruto perse un battito.
«Stai scherzando, vero?! Dove diavolo è andata?!».
«E’ andata a vivere in un’altra città per il lavoro dei genitori».
Il biondo serrò la mascella, stringendo i pugni lungo i fianchi.
«Ma a te che importa? Nemmeno vi conoscete!».
Naruto la fulminò con lo sguardo.
«Tu non sai niente», rispose secco e andò via.
D’altronde, cosa ne poteva sapere Ino del legame che si era instaurato tra lui e quella ragazza?


Due anni dopo...

«E anche quest’altra seccatura è stata risolta», disse Shikamaru alzando il bicchiere al centro del tavolo. Naruto e Sasuke brindarono con lui, in onore della fine del liceo e del diploma.
Dopo aver festeggiato, i tre uscirono dal locale.
«Voi andate pure, io devo fare una cosa importante», annunciò il biondo allontanandosi dai due amici. Raggiunse la scuola a testa bassa, quel luogo che – due anni prima – aveva cominciato ad essere piacevole e poi si era trasformato in un vero e proprio incubo dopo la partenza di lei.
Ormai ci aveva fatto l’abitudine, ma se ci pensava gli veniva quasi da piangere.
Quel vuoto interiore non si era ancora rimarginato e il suo ricordo faceva troppo male per essere cancellato o, quantomeno, ignorato. Tornare a scuola era come tornare indietro nel tempo.
Arrivò davanti al cancello, trovandolo ovviamente chiuso.
Vi era una sola ragazza, girata di spalle e coperta da un grande capello di paglia. Anche lei fissava con insistenza il cancello, quasi volesse scavalcarlo.
«Anche tu, qui, a ricordare i bei vecchi tempi?».
La ragazza si voltò di poco, scorgendo una sagoma arancione da sotto il capello.
«Io... io non mi sono diplomata in questa scuola».
Naruto inarcò le sopracciglia, sorpreso.
«E allora che ci fai qui?».
La ragazza accennò un sorriso.
«In realtà, qui ho fatto solo i primi tre anni. Sono venuta a darci un’occhiata per vedere se è rimasta come la ricordavo».
Naruto sorrise a sua volta.
«E...?».
«E in effetti è rimasta uguale», rispose lei, stringendo una mano intorno ad una sbarra del cancello. «Ma chi ci ha passato gli anni, è sicuramente cambiato e forse... ha anche dimenticato».
Quelle parole colpirono Naruto dritto al cuore.
«Cosa vuoi dire?».
Sakura sospirò, appoggiando la testa al cancello.
«Qui ho conosciuto un ragazzo. Oddio, non proprio conosciuto, diciamo notato. Da come mi guardava, ero sicura che fosse innamorato di me. Ma quando mi sono resa conto che ricambiavo i suoi sentimenti, ormai era troppo tardi... Dovevo trasferirmi».
Naruto sgranò gli occhi, allibito.
Non poteva essere. Coincidenza, forse?
«Tu...», deglutì, «Tu sei ancora innamorata di lui?».
Sakura voltò di poco il viso, sempre oscurato dal cappello.
«Forse... forse se io lo rivedessi...».
Non riuscì a terminare la frase, perché il ragazzo le si era avvicinato e le aveva tolto il capello.
«Ehi, ma che diavolo...?».
I loro sguardi si incontrarono, per l’ennesima volta.
Verde e azzurro, azzurro e verde.
«Sei tu», sussurrò lui seguendo con sguardo ammaliato i lineamenti del volto della ragazza, ancora più bello e soprattutto più maturo di come lo ricordava.
La ragazza deglutì, sfiorando con le dita la guancia calda del biondo.
Non era più il ragazzino di pochi anni prima. Era diventato un uomo.
Si sorrisero, mentre lentamente le loro labbra si incontravano in un delicato, inaspettato ma desiderato contatto di pochi secondi.
«Piacere, Naruto Uzumaki. Pronta a passare tutta la vita con me?».
«Piacere mio, sono Sakura Haruno. Credo che una vita sia troppo poco. Propongo il per sempre».

La loro era stata tutta una questione di sguardi.


  
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