Prologo
 

"Sono passati ben dieci anni dal Giorno. Così lo chiamano i sopravvissuti.
Dal Giorno in cui la terra crollò sotto ai piedi dei soldati della Terza Guerra Mondiale. Avevo sette anni, Jessica cinque e Gabrielle solo uno.
I nostri genitori sono morti sotto le macerie di casa nostra durante una delle, purtroppo solite, scosse mentre noi andavamo a prendere le cose di prima necessità, da allora sono io che cresco le mie sorelline che amo più di qualsiasi altra cosa. E' per loro che non mi sono ancora tolta la vita, se così si può chiamare...
Prima eravamo sette miliardi e passa sulla Terra, ora siamo si e no tre. Ci sono state tantissime morti, troppe...
Chi per la Fine del Mondo (altro soprannome) chi dopo per colpa della follia della gente; molti sono diventati cannibali vista la scarsità di cibo che viene portato solo alla gente ricca nei Centri, che sarebbero le città che sono ancora rimaste in piedi e che ospitano solo la popolazione che se lo può permettere. I Guardiani portano tutte le materie prime e a volte ci lasciano qualcosa ma sempre troppo poco. Noi viviamo a Holmes Chapel ma oramai qui non c'è più quasi nessuno, solo una ventina di persone. Il Centro più vicino è Londra ed è lì che andremo per il Censimento, per far vedere che siamo ancora vive; dovremo presentarci al cospetto del Funzionario (è come un Re o Regina della città) Caroline Flack. I Funzionari sono persone senza pietà che uccidono se non hanno quello che vogliono; loro impongono che ogni famiglia porti un tributo, la cosa più preziosa che hanno. Purtroppo a volte le persone danno i loro figli che finiscono nell'esercito del Governo. Si perchè il Mondo è governato dal Capo (nessuno sa il suo nome e nessuno l'ha mai visto in faccia) che ha instaurato un governo dittatoriale, sotto il cui dominio le persone sono completamente terrorizzate e di conseguenza accondiscendenti...
Sono due giorni di viaggio che però potrebbero costarci la vita perchè oramai oltre che la felicità abbiamo perso anche il controllo.. Ci sono sempre maleintenzionati. Per fortuna uno dei Guardiani, Paul, era un carissimo amico dei nostri genitori e ci ha promesso che ci accompagnerà lui con il suo suv. SPERIAMO BENE!!"
Detto questo, Camilla chiuse il suo caro diario che non l'aveva mai lasciata sola, e lo nascose in una crepa del muro. Ci teneva tanto perchè glielo aveva regalato la madre per il suo settimo compleanno, l'ultimo che aveva trascorso in pace.
Oramai neache sapeva più quando era nata, in questo mondo nuovo nessuno contava i giorni (perlomeno i poveri che spesso erano analfabeti anche se lei era molto intelligente e acculturata, aveva insegnato tutto alle sorelle perchè voleva per loro un futuro migliore).
Una lacrima gli rigò il viso mentre prendeva tutti suoi vestiti (due tre magliette e pantaloni) e li metteva in un borsone tutto rotto per poi passare in altre due stanze e fare la stessa cosa. Dopo pochi minuti uscì di casa per fare il solito giro in quella che un tempo era una bella città.
Camminava per quella grande strada che un tempo era percorsa da deliziose coppiette anziane e non; poi passò davanti a quella che un tempo era la scuola che brulicava di tanti bambini vivaci; tagliò per il parco che un tempo era frequentato da ragazzi che giocavano a calcio; passò davanti a quella che era casa sua ma la superò senza neanche guardarla.
Poi si ritrovò davanti a quella chiesa che anche dop il Giorno, era rimasta sempre aperta e dava sostegno a chi non ce la faceva più.
Si soffermò a guardare la bella torre bianca che un tempo, sulla punta, accoglieva una campana; fissò quella croce nera che spiccava su quel cielo così grigio da sembrare bianco; guardò bene quella finestra così ben decorata da dei vetri coloratissimi ma oramai tutti rotti. Guardò le punte delle sue scarpe che salivano i tre scalini per entrare da quella porta di legno così scuro, quasi nero.
Era al centro della navata e guardandosi intorno vide che tutte le panche erano in disordine, il loro colore scuro stonava con il bianco delle pareti e il rosso sangue del pavimento.
Camilla si chiedeva spessso perchè era ancora tutto intatto; una volta le dissero che Dio aveva voluto così, aveva protetto la sua casa, ma lei non aveva mai creduto a questa figura che considerava "mitologica". Lei non credeva e in effetti ne aveva tutto il diritto.
Si stupiva di chi credeva, non si capacitava... come delle persone potessero trovare del bene in tutto ciò...
Andò dietro l'altare e dopo essersi accertata che non c'era nessuno, aprì una piccola botola nascosta sotto un tappeto e ci entrò.
Scese degli scalini pieni di polvere e ragnatele me non diede poi tanta importanza perchè era abituata a vivere nello sporco.
Intravide della luce uscire da dei bordi di una porta che conosceva molto bene.
La oltrepassò e....