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Autore: Cohava    18/08/2012    1 recensioni
(dal testo)"...La sua Regina, la sua guida, la ragione dei suoi atti, la custode del suo cuore."
Una piccola Lucy/Tumnus, perchè li amo.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucy Pevensie, Mr. Tumnus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mio solo onore, mia sola fede
                                                                                                   Mio solo onore, mia sola fede

L'esercito si dispone ordinatamente lungo la strada principale che da Cair Paravel conduce al lontano Nord. Tutti gli abitanti di Narnia, dai fieri Centauri al più piccolo topo parlante , sono radunati per salutare degnamente i loro soldati, i campioni del regno, rappresentanti di tutte le razze dritti e fieri nelle armature lucenti che i nani hanno realizzato su misura per ognuno di loro. E, ovviamente, gli applausi più entusiastici sono destinati ai tre sovrani che guideranno l'armata sino ai confini del regno dei temuti Giganti, per venire in soccorso al Re Supremo.
Ma ecco, qualche sguardo sfrontato si perde nel marasma di lance e spade levate al cielo, e finisce per inciampare su una figuretta che sembra davvero fuori luogo tra tutti quei guerrieri: un piccolo fauno, che tenta di destreggiarsi con una spada ereditata dal padre e si fa rosso in viso per i risolini che accompagnano i suoi gesti goffi e l'elmo troppo grande che gli cala sugli occhi di continuo.
Rapidamente le risate si propagano, accompagnate  da commenti sussurrati a mezza bocca e occhiatine derisorie; ormai tutti hanno riconosciuto nell' impacciato soldatino il fauno Tumnus, consigliere favorito delle Altezze Reali, e lo sfortunato cortigiano si trova ora al centro dell'attenzione e dei lazzi della folla. D'un tratto, però, il rumore cessa e i più rumorosi, quelli che per primi avevano incitato al dileggio generale, sono gelati sul posto da un gesto imperioso della regina Lucy, Lucy la Gaia. Costei avanza fiera, nel silenzio più totale, e supera una sfilza di soldati che prontamente le rivolgono il saluto militare; lei non ne guarda nessuno.
Adesso è ferma davanti al fauno. Non è smontata da cavallo, e questo dà alla scena un' involontaria asimmetria, perchè il cortigiano è costretto a guardare dal basso in alto la sua sovrana, proprio come si conviene a un suddito e proprio come, a lui, non è mai stato richiesto. Ma basta un istante a cancellare questa sensazione di diseuguaglianza tra i due, perchè la mano della regina adesso è in quella dell' amico più caro e la sua voce squillante invita tutti i Narniani di ogni razza e di ogni carica a rendere onore al coraggioso che parte per difendere la sua Patria,pur non avendone l'attitudine e i mezzi; il discorso è incisivo e commovente, e rapidamente tutte le teste si piegano, in parte per piaggieria verso Lucy, in parte per sincera ammirazione.
E la dignità del consigliere è intatta e più grande di prima. Ma prima che la regina olti il cavallo per rimettersi alla testa dell'esercito le trattene la mano, timidamente, e le fa segno di chinarsi un poco per ascoltarlo.
E' appena un sussurro.
- Mia Signora, grazie per le tue parole... Ma, sia detto fra noi, non sono del tutto precise. Io non sono mio padre: non ideali nobili e di certo non parto per la Patria, che si è difesa benissimo senza di me, in passato; io, come puoi vedere, non sono un combattente, io sono il fauno delle fughe, dei piani furbi. Io vado in guerra per te, perchè tu sei sempre stata il mio unico motivo per combattere, da quando scelsi di disobbedire alla Strega Biance, per te. E scelsi bene.
Non c'è risposta, soltanto una lacrima asciugata in fretta prima di tornare a voltarsi verso i sudditi mostrando loro il consueto volto sereno.
Poco prima di mezzogiorno i militi si mettono in marcia, cantando tutti in coro un vecchio canto di guerra Narniano; tra loro, un piccolo fauno felice canta a gola spiegata ma i suoi occhi non fissano, come gli altri, il glorioso e battagliero futuro che li attende, no. Sono semplicemente posati sulla schiena dritta della sua Regina, la sua guida, la ragione dei suoi atti, la custode del suo cuore.
Un fragore ritmico di piedi, zoccoli e zampe di varia misura accompagna l'esercito lontano dalle mura di Cair Paravel; sulle loro armature scintillano i raggi del sole.

Angolo Autrice: eccomi di ritorno con un'altra Lucy/Tumnus, sono incorreggibile! Due rapide annotazioni: la storia si svolge temporalmente poco dopo gli eventi de "Il cavallo e il ragazzo" : infatti, nel libro si dice che Peter è assente perchè sta combattendo i Giganti ed io ho immaginato che, successivamente, ifratelli lo avessero raggiunto; inoltre ho messo un riferimento al libro nel discorso di Tumnus, che si descrive come "fauno delle fughe" perchè ne "il cavallo e il ragazzo" è lui a ideare il piano che permette alla corte di scappare da Calormen... Sono o non sono precisa ? ;-)
                                                                                                                          Au revoir, gente
                                                                                                                                             Coh


  
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