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Autore: Annetta98    18/08/2012    1 recensioni
Sono una quattordicenne come tante altre e come tante altre ho un sogno: avere un futuro nel mio paese. Ci riuscirò?
Speranze e riflessioni di un'adolescente che guarda sé stessa e ciò che la circonda.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lettera aperta di una ragazza come tante.
                                                                                          


                                                                                                                                                                               Poggibonsi, 21 maggio 2012
A tutti quelli che avranno voglia di capire cosa pensa la nuova generazione di sé stessa,
voglio scrivere perché secondo me qualcuno dovrebbe sapere cosa pensano i giovani di sé stessi e di ciò che li circonda. Non pretendo con le mie parole di rispecchiare il pensiero di un’intera generazione o di tutti i miei coetanei. La mia è solo una voce tra le tante, di certo molti differiranno in uno o più punti da ciò che penso e qualcuno se ne fregherà altamente perché al momento non gli importa del proprio futuro, troppo perso nei drammi adolescenziali. Non credete che io sia speciale, anch’io mi faccio problemi di cose inesistenti o mi dispero perché il ragazzo che mi piace non mi ricambia, però cerco anche di pensare ad altro. Penso al mio futuro e con poca modestia vedo una giovane donna che si affaccia al mondo piena di aspettative e potenzialità, pronta a buttarsi a capofitto nel mondo della ricerca scientifica. Poi mi guardo intorno, vedo l’Italia in questo momento e le mie aspettative svaniscono sostituite da timore: avrò un futuro nel mio paese? Io spero di sì e a quattordici anni sono ancora troppo giovane e troppo ottimista per credere che le mie speranze non si realizzeranno. Mia madre invece dice che se voglio fare la ricercatrice probabilmente mi toccherà andare all’estero; non lo fa per deprimermi o per non incentivarmi a seguire questa carriera, è che semplicemente ha qualche anno in più di me e quindi le mancano quell’entusiasmo e quell’ottimismo giovanile di cui io sono piena. Lei guarda con occhi schietti e sinceri la realtà e parla di conseguenza, senza aggiungere pessimismo o peggiorare la situazione più di quanto non sia già. Ma io non voglio essere costretta a dover seguire i miei sogni all’estero, perché amo il mio paese, lo reputo bellissimo nonostante i suoi difetti che vanno sempre aumentando (mafia, crisi, classe politica corrotta, imprenditori sul lastrico). Io non voglio andare via perché ci sarebbe un danno doppio: danno per me che sono costretta a lasciare il mio paese e le persone che amo (ma di questo può anche non importarvi, dopotutto non pretendo che alla gente interessi la mia situazione anche se è la stessa di tanti futuri uomini e donne), ma anche danno per l’Italia perché si vedrà portare via una mente che ha un potenziale (la cosiddetta “fuga dei cervelli” non giova a nessuno, perché se anche il futuro Einstein non sarò io, ci sarà di certo qualcuno che andando via avrà successo in un altro paese e quindi sarà una perdita per il nostro). In fondo non mi sembra di chiedere tanto, voglio soltanto un futuro, qualcosa che secondo me non ci dovrebbe essere neanche bisogno di chiedere, perché penso che il futuro dovrebbe essere diritto di ogni giovane, in fondo se ci levate il futuro ci levate i nostri sogni e i sogni sono tutto ciò che abbiamo, senza quelli siamo solo un ammasso di quasi uomini vestiti uguali che ascolta musica moderna.
La mia speranza è che i grandi sacrifici che sono richiesti ai nostri genitori oggi, servano per garantirci un domani, per fare dell’Italia un paese migliore in cui vivere e dove a ognuno è data la possibilità di contribuire attivamente alla società e quindi al bene comune facendo ciò che gli piace, mettendo in atto il proprio sogno. Perché se non è questo lo scopo per il quale i nostri genitori si stanno spremendo fino all’ultima goccia, beh allora scusatemi, ma io non riesco proprio a capire quale sia.
Nella speranza che qualcuno comprenda che il futuro è da preservare, vi saluto cordialmente.
                                                                                                                                                        Una ragazza come tante

  
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