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Autore: Slytheringirl093    19/08/2012    3 recensioni
“ Non crederai di poter abbandonare questa stanza senza darmi una spiegazione …”
“ Le spiegazioni non servono , Malfoy. Sei vivo. Questo è quanto basta”
“ Dimmi perché mi hai salvato Mezzosangue”
Mezzosangue, da quanto non la chiamava più così? Per un attimo, solo per un attimo, tornò indietro nel tempo, a quando litigavano nei corridoi, a quando si scambiavano occhiatacce durante le lezioni, a quando Hogwarts non era ancora un campo di battaglia. E la nostalgia le regalò un attimo di pace.
Spin-off Liquorice
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley, Harry Potter, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Liquorice'
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 Part 1.

 

Non lo aveva programmato.

Risvegliarsi fu anomalo, quasi impossibile da realizzare. Eppure i suoi occhi, le sue palpebre chiuse sentivano la forza della luce premere, quasi imporre il riaprirsi di quelle iridi di ghiaccio, rimaste chiuse per chissà quanto. Draco riusciva a sentire l’aria entrare ed uscire dal suo corpo, regolarmente, e se ne meravigliò . Che la morte fosse così simile alla vita proprio non se l’aspettava. Ma poi gli occhi si aprirono ed ebbe la certezza, allora, che la morte non lo aveva ancora preso. Era vivo, o perlomeno lo era il suo corpo. Non gli ci volle molto perché la sua vista , non più annebbiata adesso, gli permettesse di mettere a fuoco la stanza nella quale si trovava: le pareti grigio chiaro, mobilia in legno chiaro, e altri oggetti che sfuggivano alla conoscenza del biondo furono un chiaro segno del fatto che si trovasse in una casa babbana. Ancora ironia della sorte, a quanto pare. Il letto sul quale era disteso era morbido, si ritrovò a pensare. Con un mano , quella sinistra per la precisione, si trovò a tastare la zona del torace nella quale ricordava di essersi ferito. Garza bianca ricopriva tutto il perimetro del suo torace, anche la ferita. Chi si era preso la briga di fasciarlo? Chi avrebbe potuto , vedendolo così in punto di morte, salvargli la vita. In un attimo un paio di occhi color giallo ocra illuminarono i suoi pensieri. Era stata forse lei? Perché?

“Non dovresti sforzarti troppo”

Eccola. Quella voce . Lei. Draco si voltò osservando per la prima volta la figura della Mezzosangue, appoggiata allo stipite della porta, con le braccia al petto incrociate. Da quanto non la vedeva? Dalla battaglia ad Hogwarts, certamente. Due mesi. Eppure ai suoi occhi sembrava avere qualcosa di diverso. La osservò con più attenzione: i capelli raccolti in una crocchia scomposta , tranne per qualche ciocca sfuggita che le ricadeva sul viso, una maglietta  e un pantaloncino che lasciava le gambe nude, scoperte. Non l’aveva mai vista così . Non l’aveva mai vista , forse. Lei si staccò dalla porta e mosse qualche passo verso di lui, fino ad arrivare accanto al letto, soffermandosi sulla garza bianca che avvolgeva il torace del giovane.

“ Se stai fermo, controllo come va la tua ferita” disse , non spostando lo sguardo dal suo torace, ma in attesa di un consenso. Draco spostò la mano sinistra dal torace, lasciandola scivolare accanto al fianco. Per Hermione fu sufficiente. Posò una mano sul torace del ragazzo nei pressi della ferita e tastò piano, senza premere troppo. Poi sfilò con l’altra mano la bacchetta dalla tasca dei suoi pantaloncini di jeans e la mosse in direzione della ferita. Draco però, non si stava minimamente preoccupando della ferita: era troppo distratto dall’odore della mezzosangue, dal suo viso che sembrava così stanco, che quasi stentava a riconoscerla. Non seppe quanto tempo restò muto, a fissarla, mentre lei trafficava con le sue fasciature. Le domande che affollavano il viso del biondo erano tante, troppe. La Mezzosangue sembrava evitare il suo sguardo.

“ Si è quasi risanata del tutto, sei stato molto fortunato. Chi ti ha colpito evidentemente non aveva una mira molto precisa” disse , rimettendo in ordine ciò che aveva usato per controllare la ferita.

“ Ringrazia Lenticchia da parte mia, allora …” disse il biondo, tenendo lo sguardo fisso su di lei. La vide fermarsi per qualche istante, con lo sguardo perso nel vuoto.

“ Ron? E’ stato lui a …”

“ Non ti ha detto del nostro incontro, a quanto pare …” disse Draco. Hermione scosse il capo, prendendo tra le mani alcuni oggetti e posandoli poco lontani dal letto. Non appena ebbe finito si voltò verso il ragazzo e finalmente alzò gli occhi, puntandoli nei suoi.

“ Io qui ho finito. Devi riposare, ora …”

“ Non crederai di poter abbandonare questa stanza senza darmi una spiegazione …”

“ Le spiegazioni non servono , Malfoy. Sei vivo. Questo è quanto basta”

“ Dimmi perché mi hai salvato Mezzosangue

Mezzosangue, da quanto non la chiamava più così? Per un attimo, solo per un attimo, tornò indietro nel tempo, a quando litigavano nei corridoi, a quando si scambiavano occhiatacce durante le lezioni, a quando Hogwarts non era ancora un campo di battaglia. E la nostalgia le regalò un attimo di pace.

“Dimmi perché Lenticchia ha tentato di uccidermi e tu invece mi hai salvato”

Ron aveva tentato di uccidere Malfoy, stentava ancora a crederci. Non le aveva detto nulla, tra l’altro. Nemmeno di averlo visto. Perché? Credevano forse, lui ed Harry, che tenendola fuori le avrebbero recato meno dispiaceri? Perché non le avevano detto di Malfoy? Nemmeno tu però hai detto loro di averlo salvato, Hermione gli sussurrò una voce dentro di lei. Vero. E ora, si sentiva meno in colpa.

“ Perché non hai lasciato che morissi, Granger?”

La verità? Non lo sapeva nemmeno lei. Lo aveva trovato lì, per terra, dissanguato. Non lo aveva mai visto così. Eppure avrebbe dovuto lasciarlo lì, il biondo aveva ragione.

“Dammi una sola buona ragione per la quale avresti dovuto salvarmi”

Non era stata la pena, ne il credere che fosse in fondo una brava persona. Non era stato il fatto che aveva abbassato la bacchetta prima che Silente morisse, o che aveva fatto finta di non riconoscere Harry a Villa Malfoy. Non era stato per un atto di eroismo, o di pietà che l’aveva salvato. Era stato per i  suoi occhi . Per quegli occhi d’argento, tristi e vuoti, era capitolata . Quegli occhi l’avevano pregata , l’avevano convinta che salvarlo fosse la cosa giusta. Non esisteva altra spiegazione.

“ Allora? Sto aspettando una risposta”

Hermione sospirò , guardandolo. Era bello, notò. Ma d’altra parte aveva avuto modo di osservarlo molto bene , mentre l’aveva curato. Si era reso conto di quanto fosse bello però solo nel momento in cui aveva visto le sue iridi di ghiaccio risplendere alla luce del sole, di nuovo. Non poteva però dirglielo. Si schiarì la gola voltandosi verso la porta.

“Non adesso, Malfoy. Ho delle faccende da sbrigare” disse muovendo lentamente qualche passo verso l’uscita.

“ Sai che non mi arrenderò, vero? Voglio le mie risposte, Granger”

Hermione sorrise. Viziato, come sempre. Almeno lui non era cambiato, perlomeno non del tutto.

“ Le avrai, ma non ora. Non ti muoverti da qui. Tornerò presto”  e detto ciò si chiuse la porta alle spalle. Draco sbuffò, disteso sul letto , dopo aver visto la porta chiudersi. Voleva le sue risposte, e le avrebbe avute. Ne necessitava: in un certo senso , davano un senso alla sua vita, ora.

 

 

“Dove sei stata?”

Hermione ignorò la voce di Ronald, dirigendosi verso le scale di Grimmauld Place, dove sapeva avrebbe trovato Harry. In quel momento desiderava solo parlare con lui. Lo trovò impegnato a fissare una cartina di Londra, puntando con la bacchetta qui e lì e ragionando ad alta voce. Non appena varcò la soglia della porta, il bambino sopravvissuto si voltò verso di lei e la vide chiudere la porta con impeto, prima di rivolgergli uno sguardo iroso.

“ Come hai potuto, Harry!” disse all’indirizzo del moro. Harry sospirò alzandosi e voltandosi verso la sua migliore amica: aveva lo sguardo stanco, forse più di lei. Si aggiustò gli occhiali sul naso, e poi le indicò una sedia. La ragazza non diede neanche segno di averlo visto.

“ Sguinzagliare due intere squadre di Auror! Credevo che la guerra fosse finita!” urlò.

“ La guerra non finirà mai Hermione, finchè non puniremo i responsabili. Ho dovuto farlo. Per tutte quelle persone che hanno perso in battaglia i loro cari, per Fred!” disse con calma il ragazzo.

“ Punirli è un conto, Harry! Ma dare loro l’ordine di ucciderli!” disse Hermione stravolta. Si era trovata coinvolta in quella retata senza neanche rendersene conto. Altri morti, altro sangue si era versato per quella che all’apparenza sembrava una giusta causa, ma che in realtà si era mostrata per quello che era davvero: l’ennesima battaglia senza senso.

“ Non ho dato loro l’ordine di ucciderli,  Hermione! Gli ho solo detto che avrebbero potuto farlo , in caso estremo! Legittima difesa!”

“Legittima difesa un corno, Harry! Me l’avevi promesso, dannazione ..!” urlò ancora la ragazza, lasciando che le lacrime uscissero dai suoi occhi, lacrime serbate troppo a lungo dentro di sé. Harry si passò una mano tra i capelli, sentendosi in colpa per le lacrime della ragazza. Le si avvicinò catturandola in un abbraccio a cui lei non potè fare a meno di rispondere, aggrappandosi al ragazzo.

“Mi dispiace Herm, davvero” disse lui.

“ Basta Harry, ti prego. Smettila di combattere …” sussurrò Hermione tra le lacrime, staccandosi da Harry e guardandolo negli occhi, in quegli occhi verdi che in passato l’avevano sempre tranquillizzata, ma ora non emanavano altro che rassegnazione.

“ Smetterò quando smetteranno loro. Sbatteremo gli ultimi responsabili di questa guerra ad Azskaban e poi , te lo prometto, non ci sarà più uno schiantesimo per le strade”  disse. Hermione annuì. Poi una domanda affiorò alle sue labbra.

“ Chi c’è ancora?” chiese. Harry si discostò da lei e allungò la mano fino a prendere una pergamena poggiata accanto alla cantina. Scorse la lista insieme a lei, notando vari nomi cancellati, altri segnati con una X , ma non ebbe il coraggio di chiedere quale fosse la differenza tra il cancellare con un riga e il mettere una X.

“ McCombe lo abbiamo preso stamattina, mentre Fasier è riuscito a scappare. A parte lui, ne mancano solo altri due” disse lasciando scorrere il dito fino alla fine della pergamena. Due nomi troneggiavano sugli altri, immacolati senza un segno accanto.

Draco Lucius Malfoy  e Blaise Zabini.

 

 

“Oggi fai lo sciopero della fame?”  disse Hermione entrando nella stanza. Draco Malfoy seduto sul letto, ormai quasi guarito se ne stava a braccia incrociate osservandola in silenzio.

“ Ti ostini a tenermi qui, Granger. Perché?” chiese invece ignorando il commento dell’ex-grifondoro. Hermione sospirò sedendosi sulla poltrona poco distante dal letto. Si portò entrambe le gambe sulla poltrona , incrociandole, per poi riservare uno sguardo di rimprovero al biondo.

“Dovresti ringraziarmi, invece di fare sempre la solita predica. Sei ancora vivo e vegeto, che ti importa del resto?” esclamò la ragazza.

“Non mi importa un accidente di essere vivo e vegeto, mi sembra di averti già espresso il concetto”

“Si, più o meno due volte al giorno da un mese a questa parte. Non  ti capisco, sai?” disse lei sbuffando.

“Sono io che non capisco te! Mi spieghi perché mi stai proteggendo?” chiese ancora lui. Era da un mese che andava avanti quella storia: lui la riempiva di domande, lei glissava sottolineando che non era importante rispondergli. Non lo aveva fatto muovere dal letto, sotto incantesimo. Non gli aveva restituito la bacchetta e non era intenzionata a lasciarlo andare via. Finchè non guarirai del tutto  gli aveva detto la settimana scorsa, rispondendo alla domanda del Serpeverde nel quale le chiedeva per quanto ancora lo avrebbe tenuto prigioniero in quella stanza babbana.  

“ Te l’ho detto. Ti lascerò andare quando sarai in condizioni di farlo” replicò cauta la Granger.

“ Non ne hai il diritto. Questo è sequestro di persona!”

“Citami in giudizio, Malfoy!” ironizzò la riccia. Malfoy sbuffò: quella ragazza era più dura della corazza di uno schiopodo sparacoda. 

“Sai , Mezzosangue, se non ti conoscessi oserei pensare che tu sia innamorata di me” disse il biondo osservandola divertito. Lei , inaspettatamente, gli sorrise.

“ Sai, Malfoy, se non ti conoscessi,  la tua osservazione non  sarebbe così assurda” gli disse, tranquillamente. Brutalmente sincera, sfacciata. Non lo era mai stata prima. Draco boccheggiò per qualche istante, lasciando a Hermione il tempo di farsi una sana risata. Poi come se niente fosse, lei si alzò e lasciò la stanza.

“Sarà meglio che tu mangi, Malfoy! Non ti ho tenuto in vita per vederti morire di fame!” la sentì urlare nel corridoio. Doveva essere impazzita, di sicuro, pensò Draco addentando un pancake.

 

 

Draco era allo specchio, che si aggiustava i pantaloni. Quella mattina si era alzato con la consapevolezza di essere guarito, e con quella che avrebbe potuto ora lasciare quella stanza e tornare alla sua vita da fuggiasco. Avrebbe dovuto ringraziare la Granger , di questo anche era consapevole, perché volente o nolente, l’aveva accudito, curato, si era presa cura di lui , quando nessun altro al mondo, tranne forse sua madre l’avrebbe fatto. Era ancora pieno di domande, però. La sera prima la Granger gli aveva però chiesto Domani sarai libero di andartene. Ti interesserà ancora sapere perché ti ho salvato? Lui aveva annuito, convinto fermamente, eppure lei aveva storto la bocca e scosso il capo. Che ti cambia? Sapere perché, intendo. Cosa importava a lui, saperlo? Nulla, era la risposta sicuramente più quotata. Eppure di dire Nulla proprio non se l’era sentita. La tua è pura curiosità, Malfoy. Niente di più .

Toc. Toc

Da quando la Granger, bussava per entrare? Ah, già. Da quando lui era in piedi e avrebbe potuto cambiarsi in qualsiasi momento. La porta si aprì leggermente e la figura della Mezzosangue comparve sulla soglia , Quella mattina indossava un vestitino rosso, estivo. Faceva particolarmente caldo, in effetti, dovette constatare mentre si abbottonava gli ultimi bottoni di una camicia celeste, che la mattina aveva ritrovato sul letto. Notò il riflesso della Mezzosangue allo specchio, per qualche strano motivo, rimandare un immagine triste della ragazza. Possibile?

“ E’ bello rivederti in piedi, Malfoy” disse la ragazza, tranquilla.

“ Sei venuta per darmi le mie risposte , Granger?” chiese invece lui.

“No” rispose cauta lei. Draco soffocò un sorriso.

“ Chissà perché non avevo dubbi” celiò, terminando di trafficare con la camicia a mezze maniche e guardandosi allo specchio. Un babbano, praticamente.

“Ho una sorpresa per te” la sentì dire. Lui si voltò verso di lei , curioso. Lei aprì la porta alle sue spalle. Fu un attimo, e il sorriso capitolò sul volto del giovane Malfoy.

“Blaise”

 

“Quando mi dirai cosa ti ha spinto a salvare il culo a Malfoy?” chiese Ginny , mentre Hermione era intenta a leggere un libro sul divano. La ragazza in questione fece finta di non aver sentito, ma Ginevra Weasley se voleva farsi dar retta,era implacabile. Con un gesto della bacchetta richiamò a sé il libro , lasciando Hermione a maledirla mentalmente.

“Quando mi hai detto che avevi fatto qualcosa di assurdo , ma di cui non ti eri pentita , non immaginavo nemmeno lontanamente qualcosa che comprendesse Draco Malfoy, anzi …” disse Ginny dando un’occhiata al libro che stava leggendo la sua amica , la Divina Commedia . Poggiò il libro sul tavolino, mentre Hermione si rassegnò a rimandare la sua lettura: sapeva che con Ginny non c’erano mezze misure. O le dici tutto, o è meglio che non le dici nulla.

“Non so perché l’ho fatto Ginny, ma come ti ho detto non sono affatto pentita. Tutto l’orrore della guerra, i morti e … io ho salvato un ragazzo che stava per morire dissanguato, ecco cosa ho fatto” concluse Hermione, a mò di spiegazione.

“Non puoi liquidarmi così, lo sai! Lui non è un ragazzo qualunque è Draco Malfoy” disse la rossa.

“ E’ un ragazzo come noi, Ginny! Si è trovato nel bel mezzo di una guerra, e per di più dal lato sbagliato, solo per appartenenza alla sua famiglia. Dovresti sapere meglio di me cosa intendo” disse Hermione. Ginny annuì, portandosi una mano al viso, e tirando una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

“ Sei sicura che sia solo per questo, Hermione?” domandò Ginny.

“ E per cos’altro, allora?”

 “Draco , vieni con me”

Il biondo sollevò le sue iridi di ghiaccio in quelle blu del suo migliore amico, serio.

“La situazione qui è ancora troppo confusionaria. Ci uccideranno prima di rendersi conto che siamo innocenti”

“Che sei innocente. Io non lo sono, Blaise” precisò Draco. Blaise scosse il capo.

“Non fare la vittima del cazzo, Dra! Tu non centri niente! Non hai mai voluto far parte di quella setta di squinternati”

“Ma ne ho fatto parte, Blaise! Ne ho fatto parte! Che importa se per mia volontà o no? Ci sono dentro e ce l’ho marchiato sulla pelle!” esclamò mostrando il braccio sinistro, dove spiccava il Marchio Nero. Blaise sospirò poggiando una mano sulla spalla dell’amico.

“ La vita ci ha punito abbastanza. La guerra è finita. Torneremo, facciamo solo calmare le acque”

“ E con la Weasley? Ci portiamo dietro anche lei?” chiese il biondo guardingo. Blaise rise.

“ Non potrei mai metterla in pericolo, lo sai. Resterà qui. Lei non ha nulla da temere”

“Tranne te” suggerì Draco. Blaise annuì.

“ Capirà”

 

 

“Mi sono presa cura di lui, in questo mese, e per la prima volta mi sono sentita di nuovo me stessa, capisci? Eravamo io e lui, a scuola, ad insultarci, prima della guerra. Mi sono sentita bene, come non mi sentivo da tanto. Harry e Ron continuano ad ispezionare, a combattere, mentre io vorrei solo che tutto questo finisse , una volta per tutte. E Malfoy, è stato in grado di farmi dimenticare tutto il resto. Litigando ogni giorno , sono tornata ad essere me stessa. E ora … non lo so. Lui mi teneva compagnia” concluse la ragazza, arrossendo. Ginny sospirò. Ora era tutto chiaro. 

“ Non vuoi che se ne vada?” si azzardò a domandare la Weasley.

“ Egoisticamente , no! Ma .. d’altra parte, non posso tenerlo ancora qui con la forza, per cui …”

“ Ti sei affezionata al furetto, allora!” disse Ginny sorridendo e indicandola accusatrice. Hermione annuì, fissando il pavimento. Come avrebbe potuto sostenere il contrario?

 

 

“Non mi dà una cazzo di spiegazione, ci credi?”

“ Forse perché non gliel’hai chiesta ?”

“Certo che gliel’ho chiesta! Non faccio altro che chiederglielo, da un mese e mezzo!”

Blaise rise.

“ Perché ci tieni così tanto?” chiese il moro.

“Perché si è presa cura di me, come non aveva mai fatto nessuno, Blaise. E devo sapere perché.”

“ Prova a dirgli così, allora! Le donne amano i sentimentalismi …”

 

 

“Mezzosangue, ti devo parlare”

Hermione sollevò lo sguardo verso il suo interlocutore. Blaise si sedette accanto alla sua ragazza, e le lasciò un delicato bacio tra i capelli. Hermione si alzò, conscia del fatto che fosse arrivata la resa dei conti e seguì il ragazzo nel Salone. Chiuse la porta alle sue spalle, e si preparò mentalmente al massacro di domande. Non si era ancora voltata quando lui l’anticipò.

“ Volevo ringraziarti, Granger ”

Il respiro di Hermione si bloccò per qualche secondo. Non l’aveva riempita di domande, ne minacciata di rispondere, ne altro. L’aveva appena ringraziata .  Hermione avvertì improvvisamente caldo, un forte caldo. Lui la fissava , in attesa, ma lei non sembrava voler ribattere, ne dire qualsiasi cosa. Senza darsi per  vinto , riprese.

“ Io non so perché, non so cosa ti ha spinto a farlo e né per quale motivo ti ostini a non dirmelo, ma mi hai curato, mi hai accudito per oltre un mese a casa tua e io non posso ignorarlo. Non potevo andarmene senza ringraziarti”

Hermione prese un respiro profondo, poi si voltò , trovandosi faccia a faccia con il ragazzo, finalmente. Era bello, Malfoy. Bello come non l’aveva mai visto, o forse era lei a guardarlo con occhi diversi?  Lui si avvicinò, cauto, continuando a fissarla negli occhi.

“ Perché?” chiese. Una parola, semplice, L’ultima preghiera. Hermione continuava a pensare, e a ripensare: cosa avrebbe potuto dirgli? La verità sembrava così .. stupida.

“ Per favore …

Quelle due paroline che mai si era sognata di sentir dire da lui erano appena state pronunciate dalle sue labbra, dalle sue belle labbra, si ritrovò a constatare Hermione. Abbassò lo sguardo, impotente. Non poteva dirglielo. Un sospiro da parte del biondo le fece capire che il ragazzo aveva rinunciato.

“ Addio, Granger”  le sussurrò, prima di sfiorarla e muovere qualche passo verso la porta.

Non poteva dirglielo. Non poteva assolutamente dirglielo.

Un altro passo.

Sarebbe stato imbarazzante, e stupido. Non poteva dirglielo.

Altri due passi.

Non poteva, non poteva.

Lo scatto della serratura.

Non poteva . O forse .. si?

“I tuoi occhi” disse infine, respirando una boccata d’aria. Sembrava che per tutto quel tempo fosse stata in apnea. La mano del biondo sul pomello si bloccò. Richiuse la porta, ancora incredulo e poi si voltò verso di lei , ancora di spalle.

“ I miei occhi?” ripetè incerto. Era sicuro di aver sentito bene, ma voleva spingerla a continuare. Ora che finalmente aveva deciso di parlare , non si sarebbe accontentato di due semplici parole.

“Si, i tuoi occhi, Malfoy” disse Hermione, prima di voltarsi e fronteggiarlo, per la prima volta da quando lo aveva portato in quella casa. Draco continuava ad osservarla, fiera e orgogliosa a sostenere il suo sguardo, come non la vedeva da troppo tempo. Riusciva quasi a sentirsi di nuovo un Serpeverde, come se fossero di nuovo a scuola a litigare per i corridoi. E si sentì bene, Draco. Per un attimo si sentì davvero , bene.

 

“Credevi mai possibile una cosa del genere?” chiese Ginny.

“ Sono sempre stati una bella coppia” replicò Blaise.

“Si, come cane e gatto! Litigavano sempre e dovunque” precisò Ginny, sfogliando distrattamente il libri che poco prima aveva sottratto ad Hermione.

“ Ginny …” cominciò Blaise, ma la ragazza lo interruppe immediatamente.

“ Sei ancora dell’idea di partire, non é vero?” chiese.

“ Si”

“Draco verrà con te?”

“Non credo”

“ E per quale motivo?”

“ Per lei”

 

 

“ I tuoi occhi, Malfoy. Mi avevano come … stregato. Io, avrei potuto lasciarti lì per un infinità di motivi che non staresti nemmeno qui a contestarmi, ma non l’ho fatto e sai perché? Per i tuoi occhi, per i tuoi stupidi bellissimi occhi” concluse Hermione col fiato corto. Draco la guardava impassibile, ma un osservatore attento avrebbe letto nei suoi occhi , nei suoi stupidi e bellissimi occhi , passare un cumulo di emozioni diverse. Sei sentiva strano, dinanzi a questa sua confessione, strano e debole. Doveva dire qualcosa, qualcosa  per togliersi da questa situazione.

“ Sei pentita?” chiese invece, maledicendo la sua linguaccia da serpente. Hermione era impreparata a questa domanda, ma l’impeto di dire tutta la verità prevalse.

“No” disse, sicura.

“ Perché non vuoi che parta?” chiese ancora lui, avido di risposte. La verità, voleva solo la verità.

“ Perché grazie a te, ho ritrovato me stessa. Quando sono con te torno ad essere una Grifondoro e tu torni ad essere quello con cui litigo dovunque e per qualsiasi cosa. Tu sei sempre tu, e io grazie a te sono finalmente riuscita a togliermi l’angoscia della guerra dalle spalle. Sei la mia unica certezza, Malfoy. Sei stato la mia ancora di salvezza e … diamine non voglio che ti succeda niente!” esclamò. Sembrava avesse ingurgitato una filetta di Veritaserum , osservò lei stessa. Non poteva fare a meno di dire la verità, di buttargliela in faccia. L’aveva voluta? Che se la prendesse tutta, allora!

Fu un attimo. Hermione non lo vide nemmeno muoversi, che se lo ritrovò sulle labbra. Draco Lucius Malfoy la stava baciando.

 

“Stai forse insinuando che Malfoy si è innamorato della mia migliore amica, per caso?” chiese Ginny sollevando scettica un sopracciglio. Blaise fece una smorfia , storcendo le labbra, per poi sorridere alla sua ragazza.

“ No, assolutamente. Penso solo che il tempo che hanno trascorso insieme abbia cambiato un po’ le cose tra di loro” disse il moro.

“ E allora perché dovrebbe rinunciare a partire per lei ?”

“ Perché , per Draco, è un insolito e piacevole cambiamento”

“ Continuo a non seguirti, Blaise” disse Ginevra, tornando a posare distrattamente lo sguardo sul tomo.

“ Io non so spiegartelo Ginny, ma conosco Draco come le mie tasche, e so quello che dico” replicò il moro, braccia incrociate al petto, immobile. Ginny non ebbe il tempo di replicare che la porta del salone si aprì , lasciando passare Hermione , rossa in volto e con un cipiglio confuso.

“ Hermione!” disse Ginny sollevandosi dalla poltrona. Hermione scosse la testa e le fece cenno di restare lì , poi si voltò verso Blaise.

“ Si è smaterializzato” furono le ultime parole della mora prima di salire le scale, diretta al piano superiore. Ginny boccheggiò per qualche secondo  alternando lo sguardo fra la sua migliore amica che stava salendo le scale e il suo ragazzo che immobile, se ne stava poggiato al muro.

“ Avrà avuto le risposte che cercava”  si limitò a commentare Blaise, inerte.

 








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