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Autore: DadaOttantotto    19/08/2012    2 recensioni
[Spin-off di Love is not a joke, incentrato su Timothy McGill]
La vita di Tim non può ruotare solo intorno a sua sorella Marie e al fidanzato di lei da tenere d'occhio. Ha diritto anche a lui ad una storia, un'esistenza che esuli da quello che succede a quei due...
Perchè c'è l'università, gli amici, lo studio... e, chissà, magari un amore anche per lui?
[Dedicato a shasha5, che ha avuto il coraggio di chiedermi questa pazzia e di fidarsi di me...]
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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slipprery cap 3 Sharon

Mi fermai, posando le mani sulle ginocchia e cercando di recuperare un po' di fiato. Alex era veloce, dovevo concederglielo.
- Non finisce qui, Alexander! - urlai.
- Ci conto! - mi rispose il fetente dalla sua camera.
Volente o nolente, avevo un appuntamento quella sera. E non sapevo dire se la cosa mi facesse piacere o meno.
Tim era carino. Forse qualcosina più che carino. Ok, lo trovavo incredibilmente sexy. Come, penso, buona parte della parte femminile degli iscritti alla facoltà di medicina. Avere un appuntamento con lui era una buona cosa... credo. Per qualche istante valutai l'idea di essere la ragazza più invidiata dell'università, poi la scacciai con una risata.
Non eravamo neanche ancora usciti e già mi montavo la testa.
Attraversai il corridoio per ritornare in cucina e recuperare il bicchiere di succo che, per colpa di Alex, non ero riuscita a svuotare completamente.
Avevo un appuntamento. Sembra stupido, ma non riuscivo a smettere di ripeterlo. Un appuntamento con Timothy... un momento. Com'era il suo cognome? Ero quasi sicura che... no, non me lo aveva detto. Non mi aveva detto niente di sé, a parte il nome e la professione del padre; io, invece, gli avevo detto praticamente tutto. Ci mancava solo che gli dessi anche il mio numero di telefono. Che aveva ottenuto lo stesso. Grazie a mio fratello.
Avevo un appuntamento, tornai a pensare. Sarei impazzita presto, andando avanti così.
Subito mi assalirono i dubbi tipici di ogni ragazza: cosa mi sarei messa? Come mi sarei pettinata? Non avevo mai badato troppo all'aspetto fisico, ma, dovevo dirlo, non avevo mai nemmeno avuto un appuntamento come questo. Avevo avuto un ragazzo, prima, ma non si era mai curato troppo dei miei vestiti o del mio trucco. Il suo complimento migliore era stato un 'Questa maglietta ti fa più magra'. Questo prima che, con mia somma soddisfazione, William gli tirasse un pugno in faccia.
Sospirai, bevendo l'ultimo sorso di succo. Poi risciacquai il bicchiere, lo appoggiai nello scolapiatti e mi trascinai in camera mia.

Tim

Avevo un appuntamento. L'importante era non farlo capire a mia sorella.
Da quando aveva capito che non potevo unirmi a lei e ai suoi amici per cena perché dovevo uscire con una ragazza, aveva cominciato a darmi il tormento con le sue continue domande: 'Chi è?', 'La conosco?', 'Come si chiama?', 'Da quanto vi conoscete?'...
Un supplizio.
Questo non cambiava, però, il fatto che avessi un appuntamento.
Era da tempo immemore che non ne rimediavo uno. Ammetto di essere stato parecchio impegnato con la vita sentimentale di Marie per occuparmi della mia. E forse era arrivato il momento di concentrarsi su cose che riguardavano me, non gli altri. Come avevo già detto, mi ero rassegnato al fatto che Jake facesse parte della famiglia.
Tornando al mio appuntamento, potevo felicemente annunciare di avere le idee chiare per la serata: avrei portato Sharon in quel ristorante vicino al parco del quale tanto parlavano in città. Poi una passeggiata nel parco stesso, a quell'ora aperto, frequentato e ben illuminato. Non volevo darle l'impressione di un maniaco, portandola in qualche posto sperduto e lontano. Volevo che si sentisse a suo agio.
Cominciavo ad essere preoccupato. In fondo, di lei sapevo poco e niente. Nonostante al bar avesse sfoggiato un'invidiabile parlantina, non mi aveva detto granché di rilevante.
Aprii Google e digitai Patterson. Oltre al famoso scrittore di nome James, trovai alcuni risultati interessanti su Carl Patterson, professione psicologo. Divorziato, tre figli, vive e lavora a New York... niente di interessante. Non si approfondiva il discorso 'famiglia', neanche sul suo sito ufficiale; più di mezz'ora di ricerca e ne sapevo tanto quanto prima. E non volevo cercare direttamente il suo nome sul motore di ricerca.
Avrei dovuto aspettare quella sera per conoscerla meglio.

Sharon

Quando qualcuno bussò alla porta della mia stanza riportai la mente alla realtà e smisi di fantasticare su Tim.
- Sorellina, sei vestita?
Alex.
- No - risposi.
- Allora entro.
Mi alzai di scatto dal letto, indispettita.
- Ti ho detto che non sono vestita!
- E io so che invece lo sei - replicò mio fratello. - Sei uscita dalla doccia quasi un'ora fa. Di solito entri in camera e ti vesti immediatamente, per non prendere freddo.
Sbuffai. Ero davvero così prevedibile?
- Ok, entra.
Alexander fece il suo ingresso nella stanza e mi mostrò le mani aperte in segno di resa. Come se non l'avessi già perdonato per quello che ha fatto. Ma volevo che soffrisse ancora un po', che si macerasse nel (poco) senso di colpa. Sadica Sorella.
- Mi dispiace - esordì.
- Per cosa? - ribattei io, con un atteggiamento naturale.
Mio fratello sospirò, sedendosi in fondo al mio letto e accavallando le gambe.
- Oh, lo sai.
- No, non lo so, Xander. Per cosa?
Sadica.
- Uffa! Mi dispiace di aver dato il tuo numero a quel Timothy. Contenta?
Un sorriso semi crudele mi si aprì sulle labbra mentre mi accomodavo di fianco a lui e gli circondavo le spalle con un braccio.
- Ti rendi conto che Timothy potrebbe essere un maniaco, un serial killer o qualsiasi altra cosa di questo genere?
- Impossibile. Mi sono informato prima di dargli il numero.
- Cosa?? - chiesi incredula.
Alex tirò fuori dalla tasca un piccolo block notes, lo aprì e iniziò a leggere.
Santo cielo, aveva davvero preso appunti sulla vita di Tim!
- Timothy McGill, anni ventidue, single, iscritto al quarto anno di medicina, figlio del miglior pediatra della città, ottimi voti...
- Ok, ok - lo interruppi. - Hai fatto i compiti, questa volta.
- Tutto per la mia sorellina! - Si alzò e fece per andarsene. Poi, raggiunta la porta aperta, si fermò e tornò a guardarmi. - Shay?
- Mmm?
- E' vero che gli sei caduta addosso? Due volte?
Afferrai la prima cosa che mi capitò tra le mani e gliela lancia contro, senza nemmeno controllare cosa fosse. Ma lui era già scappato.
Quel ragazzo era un po' troppo veloce per i miei gusti.

Sì, la storia è ancora viva. Non sembra, ma lo è. E io chiedo scusa per l'enormità di tempo che ho impiegato ad aggiornare. Cercherò di fare il possibile per aggiornare prima, la prossima volta. Prometto!
Ringrazio shasha5, robbycullen ed e r a t o per le recensioni allo scorso capitolo; le sei persone che hanno inserito la storia tra le seguite e le quattro che l'hanno inserita tra le preferite!!
Alla prossima! ;)
Baci8
   
 
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