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Autore: Najara    19/08/2012    4 recensioni
Una nuova avventura! Questa volta nel medioevo di Giovanni Senza Terra.
I personaggi di glee, in particolare Santana e Brittany, alle prese con tasse, frecce, agguati e molto altro.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buona lettura!

 

 

Venticinquesimo capitolo: Al patibolo

 

“Allora?”

“E che ne so, lo sai che i letterati sono persone strane!” Si strinse nelle spalle, “Non ci resta che andarci e scoprire perché aveva tutta questa fretta di vederci…”.

Il palazzo in cui entrarono era piuttosto modesto, anche se vi vigeva l’ordine e la pulizia. Li condussero fino alla porta della biblioteca in cui entrarono, incontrandosi con il loro amico.

“Allora Artie? Cos’era tutta questa segretezza e urgenza?”

“Sam, Mike, vi prego di non agitarvi…” Troppo tardi, i due uomini avevano già sgranato gli occhi e spalancato le bocche.

“Chiudi quella bocca Sam, qualcuno potrebbe prenderla per un corridoio!”

“Santana!” Riuscì a dire il ragazzo mentre Mike portava la mano alla spada,

“Oh così mi ferisci…” Disse Santana con una smorfia ma il ragazzo non allontanò la mano,

“Santana, c’è un mandato di cattura a tuo carico” La ragazza si appoggiò annoiata alla scrivania,

“Sì, ne sono al corrente” Alzò i polsi ancora ricoperti da ferite, anche se ormai in via di guarigione, “Me lo ricordano queste nel caso mi sfuggisse di mente…”

“Perché ci hai fatto chiamare?” Chiese invece Sam,

“Ho bisogno di voi” Mike fece una smorfia,

“Santana, non puoi pensare che…”

“Mike, ti ho chiamato perché ho bisogno di te, come di Sam, vi chiederò di aiutarmi a fare una cosa contro la legge che avete giurato di difendere, ma se non potete farlo mi basterà la vostra parola di aspettare fino a domani sera per denunciare la mia presenza in città e io vi lascerò partire senza rancore.” Santana guardò i due uomini che si scambiarono uno sguardo, Artie sulla sua sedia li osservava inquieto,

“Tu sei già dentro a questa cosa?” Gli chiese Mike,

“Sì, Santana mi ha tirato fuori da quell’edificio, le devo la vita” Santana fece una smorfia, non le piaceva che le ricordassero le sue poche buone azioni,

Artie non farà nulla che lo possa compromettere, voi invece sì.”

“Io ci sto.” Disse Sam, “Se Santana Lopez è venuta a chiedere aiuto allora deve essere importante e poi siamo una famiglia no?”

“Ora non ti allargare troppo!” Lo ammonì lei, ma lui sorrise poi prese una sedia e si sedette, ora che aveva deciso aveva un bel sorriso sul volto.

“Mike?” L’uomo rimase in silenzio valutando le persone che gli stavano davanti poi annuì,

“Va bene, in ricordo dei vecchi tempi”. Santana tirò un sospiro di sollievo, senza di loro le sue possibilità di riuscita sarebbero state molto inferiori.

“Bene ora vuoi dirci cosa dobbiamo fare?”

 

Non aveva dormito, aveva ascoltato i detenuti cantare per lei, alcuni avevano voci dolci, altri erano stonati, ma tutti ci avevano messo un po’ di loro in quelle ballate, ed ora era mattina.

La luce filtrava dalle strette fenditure che fungevano da finestre. I detenuti erano silenziosi, mentre la osservavano passare si alzarono guardando con rabbia le guardie. Brittany sentiva il braccio dell’uomo che la tratteneva tremare sotto quegli occhi accusatori.

Strinse i denti, non avrebbe pianto, sarebbe stata forte.

La piazza in cui la portarono non era molto grande, ma al centro si stagliava il patibolo. La folla era silenziosa, in attesa. Sul piccolo palco montato davanti al patibolo c’era il Principe Giovanni, imponente nella sua pelliccia, la corona ben posata sulla fronte, la corona di suo fratello.

La Sylvester era in piedi, in attesa accanto al boia, ogni promessa è debito aveva detto. Una cortina di guardie separava il palco dalla folla e un'altra circondava il patibolo, non volevano che al popolo venisse in mente di intervenire nell’esecuzione.

Il carro che la portava si arrestò e lei vi scese, soddisfatta dal fatto che le sue gambe la reggessero ancora.

“Forza, finirà tutto in fretta…” Quasi sussultò, la Sylvester aveva appena sussurrato, ma le sue parole non erano fraintendibili. Le lanciò un occhiata, ma sul volto della donna non c’erano tracce del sostegno che quelle parole implicavano.

L’araldo prese la parola iniziando ad elencare i suoi crimini. Molti erano falsi, ma quasi tutti i furti elencati erano frutto del suo lavoro.

“La condanna è la morte per impiccagione!” Concluse l’araldo, poi se ne andò. Il boia si fece avanti, aveva un cappuccio nero sul volto e a Brittany faceva paura.

Un sibilo strappò il silenzio.

Britany sgranò gli occhi sorpresa mentre la freccia si conficcava a pochi centimetri dai piedi del boia, che reagì saltando indietro.

Un boato esplose dalla folla coprendo la voce della Sylvester che cercava di sbraitare ordini ai soldati confusi. Confusi perché all’improvviso numerose figure erano comparse dal nulla. Figure che indossavano abiti verdi e marroni e che avevano i cappucci tirati sulla testa.

Brittany sentì il cuore esultare mentre vedeva le figure sparire tra la folla e poi ricomparire dal nulla per abbattere una guardia. Il Principe circondato dai soldati era bianco, gli occhi che cercavano una via d’uscita.

Poi una figura piroettò accanto a lei sul patibolo e Brittany si ritrovò a guardare due splendidi occhi neri.

“Sapevo che saresti venuta!” Disse mentre Santana con un gesto rapido gli liberava i polsi, la ragazza le sorrise, poi le tese la mano,

“Andiamo via!” Una freccia più corta e più forte di quelle normali andò a piantarsi accanto a loro,

“Non usate le balestre pezzi di idiota!” Urlò la Sylvester, e Brittany vide la perplessità di Santana, il generale si voltò verso di loro poi sorrise, fu un istante poi la Sylvester urlò ancora, “Le spade, imbecilli!” Ma i suoi soldati erano incapaci di reagire davanti agli attacchi di Robin Hood, perché l’uomo era ovunque, rapido e sicuro.

La folla si aprì davanti a loro mentre le due ragazze correvano lontano. Santana la guidava sicura tra le via della città, corsero fino a quando la ragazza non la spinse dietro un vicolo,

“Alza il cappuccio…” Le disse, il respiro affannoso, Brittany obbedì,

“Grazie…” Disse e la ragazza che era impegnata ad individuare eventuali inseguitori si voltò a guardarla. Rimasero così a lungo poi Santana si avvicinò a lei, chiuse gli occhi e appoggiò le labbra sulle sue, delicatamente, come se lei potesse sparire ad una pressione maggiore.

Quando si separò aveva gli occhi lucidi, ma sorrideva,

“Dobbiamo andare via…” Si mosse ma Brittany la bloccò,

“Devo liberare i prigionieri” La ragazza la guardò perplessa,

“Come?”

“Sì, i prigionieri, questa notte sono stati molto carini con me… pensavano che fossi lì per salvarli, quando gli ho detto di no, non si sono arrabbiati… hanno cantato per me, sai mi conoscevano, hanno detto che sono un simbolo” Santana scosse la testa, poteva amarla di più? Era possibile?

Brittany, non abbiamo gli uomini e un piano e…” La ragazza si illuminò,

“Oh ma io non ho mai un piano! Ti dispiace se l’arco lo prendo io?” Le chiese e Santana le porse l’arco e la faretra che aveva a tracolla, a lei restava la spada, che, farsa di Robin Hoon o meno, non aveva voluto abbandonare.

Brittany si mosse poi si voltò in imbarazzo,

“Mi sa che devi portarmici tu alla prigione…” Santana annuì poi chiedendosi cosa stesse facendo la guidò per le strade di Londra fino all’imponente edificio che era la prigione. Lo osservarono da un vicolo, l’edificio era in subbuglio, l’agitazione era evidente, soldati e guardie entravano ed uscivano dalla struttura.

“Ok, portami dentro!” Le disse Brittany sorridendo.

 

 

 

Note

 

Finalmente è successo! Il piano di salvataggio è scattato e Brittany è al sicuro tra le braccia di Santana… beh ora vanno solo ad assaltare la prigione di Londra, una scherzetto! ;-)

Avete visto cosa è successo? La Sylvester forse non ha un cuore di pietra… forse le parole di Santana, la sua confessione hanno fatto breccia… non lo sapremo mai! ;-)

Al prossimo capitolo! Ormai siamo agli ultimi!

Ciao ciao e grazie!

  
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