Sto aspettando seduta sulle scale di questa maledetta chiesa da un’ora ormai, quell’idiota di mio fratello non si muove ad arrivare e non avendo le chiavi di casa sono costretta ad aspettarlo qui.
Dopo un altro quarto d’ora si degna di comparire, ma gli sarebbe convenuto non farlo!
Io: ti aspetto da mezzora, Harry! Le gambe cose ce le hai a fare se non per muoverti?!
Harry: e tu le mani cosa ce le hai a fare se non per prendere le chiavi dicasa?!
BAM, colpita e affondata, hai vinto… del resto lui vince sempre non riesco a chiuderlo mai…
Senza più dire una parola mi avvio vero la casa trascinandolo con me.
Viviamo in un appartamento all’ultimo piano di un palazzo nel pieno centro di Londra, nostra madre è morta quando avevo cinque anni per via di un tumore e da lì ci ha cresciuti papà, da piccola speravo che tornasse magicamente una notte, ma ovviamente non è mai successo…
Arrivati a casa ed entrati Harry se ne va in camera mentre io vado a preparare cena, papà e via per lavoro e tornerà solo tra due giorni, cosi tocca a me preparare tutto anche se Harry mi aiuta a sistemare la casa.
Mentre cucinavo ripensavo a la giornata passata è stata così strana tutti erano stati così strani e soprattutto David il mio ragazzo, non so sembrava che non volesse essere lì o almeno non lì con me…
Stavo ancora pensando, quando Harry ha sentito il bisogno di darmi fastidio e ha deciso di farlo lanciandomi una fetta di prosciutto cotto addosso. Da lì è stata guerra aperta tra ketchup, salsa barbecue e cereali che volavano da tutte le parti; a volte lo avrei ucciso ma restavano sempre dei momenti in cui ci divertivamo un sacco e ci ricordavamo che ci volevamo bene in fondo..
Dopo quarantasettemila risate e cose lanciate l’un l’altra abbiamo capito che forse era meglio smettere perché avevamo sporcato fin troppo e ci toccava pulire già tutta la cucina.