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Autore: sesjlia    19/08/2012    4 recensioni
___ ONE SHOT ___
Perché tutto doveva essere così complicato?
Perché un semplice sogno può devastarti l’intera giornata?
Perché i sogni devono avere solo ed esclusivamente quella forma?
Incontrare i propri idoli è per caso un reato? Perché loro, anche solo per un momento, non possono guardarti e sapere che esisti anche tu in un mondo così talmente affollato?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina, come sempre, presi il treno per dirigermi a scuola. Non era mai stato troppo affollato, forse perché lo prendevo molto presto per riuscire ad arrivare in orario e magari fermarmi anche in un bar a fare colazione. Mi infilai le cuffiette del mio iPod lasciando che le voci dei miei idoli attraversassero il cervello e anche il sangue, rilassandomi. Fortunatamente trovai un posto libero, di fianco al finestrino accanto ad un altro sedile libero. Cominciai a cantare silenziosamente qualche parola della canzone ‘You Are So Beautiful’ cantata dai miei idoli durante il programma di XFactor.
Chiusi gli occhi e lasciai che la pelle d’oca invadesse interamente il mio corpo, provocandomi brividi incessantemente. Ecco il loro effetto, era sempre così, dalla prima volta che le miei orecchie incontrarono le loro splendide voci. Aprii lentamente le palpebre lasciando che una lacrima rigasse la mia guancia.
Presi fuori il mio iPhone entrando su Twitter per controllare alcune cose, era ormai da giorni che non ci entravo e proprio mentre stavo leggendo le nuove novità sui miei idoli qualcuno mi picchiettò la spalla.
Girai lentamente il capo incontrando per un attimo gli occhi verdi dell’altro entrando completamente in tilt con il resto del mondo e perdendo completamente il mio corpo e la mia mente. Non poteva essere qui davvero, non poteva essere davvero lui. I miei occhi si riempirono di lacrime lasciando che sul mio viso spuntasse un semplice sorriso, che fu subito ricambiato con un altro più sincero.


-Ciao!- iniziò in italiano –Posso?- concluse in inglese.

-Certo, vieni pure- dissi spostando lo zaino che avevo appoggiato sul sedile accanto.

-Come ti chiami?- chiese d’un tratto.

-Rebecca. Più precisamente sono una directioner italiana- mi presentai togliendomi le cuffiette ascoltando intensamente la sua voce così sexy e roca.

-Mi fa piacere, Rebecca. Io sono Harry, Harry Styles-

-Oh, lo so bene chi sei- dissi senza smettere di sorridere. Non ci potevo credere che lui era li, con me, di fianco a me. Potevo sentire il suo odore invadermi le narici che mi supplicavano di non farne entrare di più, sarebbero potute scoppiare da un momento all’altro. Era un odore meraviglioso e l’avrei assaporato fino all’ultimo, facendone anche una scorta per la mia prossima esistenza.

-Certo, hai ragione- allargò ancora di più il sorriso. Quanto avrei voluto affondare il mio dito in quelle fossette così intriganti. Sorrisi tra me e me a quel pensiero.

Ci furono attimi di silenzio intensi. Sembrava che il suo strusciare di capelli tra loro, il suo profumo e il ticchettio delle sue dita sulle ginocchia a tempo di musica del treno facessero la melodia di quel dolce silenzio.
Mancava solo una fermata e poi ci sarebbe stata la mia. Non riuscivo a parlargli, lui era il mio sogno, era colui che mi faceva spuntare il sorriso con una semplice strofa di canzone cantata accompagnato dalle altre quattro voci in sottofondo. Perché dovevo essere così tanto imbecille?

Mi feci coraggio e mi girai verso di lui, che spostò lo sguardo su di me in attesa di qualsiasi mia parola –Scusa se ti disturbo, Harry, ma non so se un’occasione così mi ricapiterà nella vita. Quindi ti dispiacerebbe fare una foto con me? O magari anche solo un autografo- chiesi stupendomi del mio inglese così dettagliato. Avevo a pelo la sufficienza a scuola e poi me ne uscivo con queste frasi, mah.

-Certo, non ci sono problemi- disse avvicinandosi più a me e aspettando che estrassi il mio cellulare per posare la sua soffice guancia contro la mia. Il contrasto della sua pelle fresca contro la mia che stava letteralmente andando a fuoco mi provocò brividi indescrivibili sulla schiena e sulle braccia.

Scattai una foto prima che lui si girasse verso me e mi scrocchiò un bacio sulla guancia aspettando che io ne scattassi un’altra. E così feci.


Presi il mio cellulare in mano osservando le due foto appena scattate lasciando che un’ennesima lacrima si posasse sullo schermo coprendo la mia faccia. Harry la notò e appoggiò una sua mano sulla mia spalla lasciandosi guardare intensamente. Mi sorrise comprensivo e io ricambiai velocemente.

-Siamo venuti bene- disse spostando lo sguardo sullo schermo e asciugando la lacrima che precedentemente era caduta.
-Per una volta anche io- sorrisi a quel in aspettabile suo gesto.

-Hai un foglietto? La biro ce l’ho io…- chiese lui. Io lo guardai interrogativa. –Per l’autografo…- concluse.

Stupida. Stupida. Stupida. –Ah, certo. Si, ce l’ho io- risposi tremante e imbarazzata.

Gli allungai il retro di uno scontrino guardandolo mentre rideva all’unica soluzione che avevo trovato. Era imbarazzante, ma era davvero l’unica cosa che avevo libera perché, come al solito, i quaderni non ne portavo, usavamo solo ed esclusivamente libri a scuola.
Firmò il ‘foglietto’ velocemente e me lo allungò sempre con quel sorriso che avrei staccato a morsi da un momento all’altro.

-Grazie- risposi felice.

-Di niente, Rebecca.- disse. Dio come lo pronunciava bene il mio nome. L’avevo sempre odiato e pregato vivamente che i miei genitori scherzassero ogni volta che mi chiamavano in quel modo, oppure che fossero ubriachi quando andarono all’anagrafe per registrarmi. Ma quel giorno, con quella voce, con quel tono, con lui, il mio nome sembrava stupendo, unico.
Spostai lo sguardo verso il finestrino e mi accorsi che il treno era fermo ormai da qualche minuto alla mia fermata e la tristezza accompagnata dal panico cominciarono ad arrivare.
Mi alzai di scatto dal seggiolino, sotto lo sguardo divertito e interrogativo di Harry, afferrando il mio zaino accasciato atterra.


Inchiodai i piedi al suolo una volta arrivata alla porta del treno girandomi verso la figura del ragazzo che si era alzato ulteriormente.
Sorrisi dispiaciuta avvicinandomi di nuovo e lasciandogli un bacio sulla guancia.

-Scusa Harry.- dissi imbarazzata da quel gesto improvviso, lui mi sorrise – io devo andare ora, mi ha fatto piacere stare con te oggi, avevo sempre aspettato questo momento. Da troppo, ma devo andare, la scuola mi aspetta. Grazie ancora Hazza.- conclusi strizzando l’occhio e infilandogli nella mano un bigliettino che stranamente mi ritrovai in mano.


Credo ci fosse scritto il mio account Twitter e il mio numero di telefono. L’avevo letto di sfuggita un momento prima. Corsi fuori con di nuovo le lacrime agli occhi.

-Grazie anche a te, Rebecca-  sentì dire da una voce troppo lontana da me, ormai.

 
5 minuti dopo.
Harry_Styles ha cominciato a seguirti.
Almeno il bigliettino l’aveva letto.

 
 
**
 
D’un tratto sbarrai gli occhi, consapevole che quello era solo un altro dei fottutissimi sogni che mi accompagnavano alla notte. Affondai la testa nel cuscino bianco nascondendo le lacrime che piano piano iniziavano a scendere.
Perché tutto doveva essere così complicato? Perché un semplice sogno  può devastarti l’intera giornata? Perché i sogni devono avere solo ed esclusivamente quella forma? Incontrare i propri idoli è per caso un reato? Perché loro, anche solo per un momento, non possono guardarti e sapere che esisti anche tu in un mondo così talmente affollato?

Una risposta forse ce l’ho:
semplicemente perché non tutti possono essere felici.




rawrr.

Okay, questo è davvero il mio sogno. Ho cambiato il mio nome perchè mi faceva troppo cagare eee quindi ho messo questo, che a parer mio è un nome bellissimo. quiiindi quello che pensa rebecca del suo nome non sono affatto miei pensieri.

Ora vi aspetto nelle altre mie OneShot, passaaate.
YoursC.

  
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