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Autore: sesjlia    19/08/2012    6 recensioni
___ONE SHOT ___ Sono una povera diciottenne cieca, con un sogno: quello di riuscire a vedere, ancora una volta, i colori.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Wonderwall.




You're gonna be the one who saves me? 
And after all 
You ‘re my wonderwall.
Oasis.
 
(Sarai colui che mi salverà?
E dopotutto
Tu sei il mio muro delle meraviglie)



Mi odio totalmente. Odio me stessa più che mai. Ogni giorni di più non riesco a decifrarmi, considerarmi, sentirmi, come il resto delle ragazze. Perché forse non lo sono davvero. Sono una stupidissima diciottenne cieca. Sì, sono cieca. Avevo quattro anni quando accolsi la cecità nella mia vita. Proprio in quell’età dove cominci a capire il mondo, a scoprirlo piano piano ed è per questo forse che non me ne ricordo nemmeno una minima parte. Dio, che vita.
E ora sono qui, in un letto dell’ospedale dove non so nemmeno il colore delle lenzuola.
Già, i colori sono l’unica cosa che mi ricordo e se mi sforzo posso ancora vederli spuntare come un puntino in fondo a quella notale nullità che c’è nella mia mente.  E forse è proprio grazie a loro che mi viene voglia di vivere, di rivederli ancora una volta, magari, o forse in una prossima vita non tanto lontana.
Il giallo, ricordo ancora quando giocavo con mio nonno in mezzo a quel campo di grano appena fiorito della sua casa di campagna.
Il verde, quello che a volte mi compare nei sogni. Si dice verde speranza, no? Oltre ad accompagnarmi ora mi accompagnava prima, durante la mia breve infanzia colorata, prendendo forma come il mio colore preferito.
Il blu, gli occhi di mia madre. Quelli che incrociavo alla sera, quelli che mi trasmettevano amore e protettività prima di trasformarsi anche quelli in un totale nero.
Il bianco, quello che indossavo costantemente nei giorni di festa e alla domenica, quello che indossai il giorno del matrimonio dei miei facendo risaltare al mio fianco il vestito color pesca di mia madre e quello scuro di mio padre.
Il rosso, l’ultimo colore che vidi prima di vedere il totale buio nei miei occhi.
Il nero, quel colore che mi sveglia alla mattina e mi addormenta alla sera, quel colore che credo di conoscere più di me stessa, quello che provo di scoprirne una parte positiva tutti i giorni, senza successo.
Mi infilai le cuffiette del mio iPod facendo partire una canzone a caso. Non sapevo nemmeno il nome, siccome non potevo leggere ma potrei intuire il nome di ‘Save You Tonight’ siccome ripete spesso quella parola, e sembra la più sensata come titolo.
Alla fine della canzone sentii picchiettarmi la spalla, apri gli occhi, sperando ancora una volta di vedere un piccolo spiraglio di luce, ma niente, ancora il più totale buio.
-Ciao Sam, sono ancora io, Erik.- ancora lui. Il ragazzo che mi aveva investita più di tre settimane fa lungo le strisce pedonali del paese, così avevano detto. Il ragazzo che costantemente mi viene a trovare tutti i giorni all’ospedale sentendosi in colpa di quello che mi era successo. Il ragazzo più dolce che io avessi mai ascoltato. Il ragazzo di cui non conoscevo l’identità. Quel ragazzo che passava la maggior parte del tempo a parlarmi o a stringermi la mano durante i pianti. Quel ragazzo di cui, forse, ne ero innamorata.
 
***
-Erik, mi rimetti su quel cd per favore?- chiesi come mi era di solito fare.
Dopo l’incidente scoprì che i miei idoli erano i One Direction, così un giorno si presentò con questo cd, il loro cd, e lo mise come sottofondo. Da quel giorno, è come un rito ascoltarlo più di una volta e immergersi per un attimo nella realtà adolescenziale, perché una cosa in comune ce l’avevo con le altre: avevo un idolo, anzi  cinque coglioni come idoli.
Erik, è stato il primo ragazzo che mi fece sentire uguale alle altre ragazze, quel ragazzo che mi trattava come non avevano fatto nemmeno i miei genitori, quel ragazzo che, nonostante la mia fottutissima cecità, mi faceva vivere per alcune ore con il sorriso, descrivendomi attraverso i colori la giornata che c’era al di fuori.
Erik, è quel ragazzo che diede un’altra faccia al colore rosso, cioè l’Amore.
Se una volta acquistata la vista ancora una volta l’avrei incontrato tra tante persone, l’avrei di sicuro ritrovato grazie al suo profumo che ormai si era impossessato di ogni parte di me, e se fosse stato un ragazzo anche brutto esteticamente l’avrei di sicuro amato comunque, per quello che stava facendo a me.
-Allora lo facciamo partire questo cd o no?-
-Scusami, mi ero incantato a guardarti- disse sorridendo, lo potei sentire da una leggera risatina che mi rimbombava nelle orecchie. Sentì le mie guance andare letteralmente a fuoco e sorrisi anche io cercando di mantenere la mia posizione da ragazza forte, il quale non ero assolutamente.
La musica partì e per una volta riuscii ad rilassarmi anche sotto il tocco della mano di Erik sulla mia, che ostinava a stringere di tanto in tanto come per farmi sentire che lui era ancora li e che non se ne sarebbe di sicuro andato, se non glielo avessi chiesto io. Me lo ripeteva spesso.
Cominciai a cantare sotto le note di ‘Gotta Be You’ , mi aveva letto tutti i titoli e i testi descrivendomi anche le facce dei miei idoli considerati da lui dei gran fighi per avere la nostra età, successivamente mi accompagnò anche lui a quelle parole così vere, così forti, così tanto lontane da poterle assaporare anche con gli occhi.
-Signorina Parker. Erik.- salutò il dottore.
-Si?-
-Dobbiamo parlare, abbiamo novità.-
 
***
E così anche il mio giorno è arrivato. Finalmente oggi mi toglierò le bende dell’operazione e forse riuscirò a vedere i colori, di nuovo.
-Siamo arrivati. E’ pronta, Sam?- chiese un’infermiera entrando probabilmente con un carrello, potevo sentire le rotelle di metallo rigare il pavimento pulito poco prima.
-Erik? Non è ancora arrivato?- chiesi pensando che doveva ancora venire a trovarmi dal giorno precedente, quello dell’operazione.
-No, non ancora- disse avvicinando le mani alla benda, potevo sentirne il calore. Spostai di scatto la testa.
-Posso aspettarlo? Vorrei che fossero i suoi occhi ad incontrare i miei per la prima volta.- dissi con un sorriso.
-Okay, ma se fra un’ora non è ancora qui, dovremmo toglierla senza di lui- rispose allontanandosi e afferrando nuovamente il carrello.
-Promesso- 
 
Così anche le ore passarono. Di Erik nessuna traccia. Cominciai forse a pensare che forse era un angelo venuto a proteggermi solo durante questo periodo e che ora Dio l’avesse richiamato.
Ma che cavolo dici Sam?
Forse allora si era solo preso cura di me per pietà, così non chiedevo un riscatto dell’incidente? Sarebbe stato da idioti, ma forse lui lo era: infondo chi poteva conoscerlo?
-Mi dispiace Sam, ma ora è arrivato il momento di agire e tagliare. Ti ho concesso due ore al posto di una e non posso assolutamente andare oltre. Mi dispiace davvero- disse la stessa infermiera di prima entrando nella stanza con il medesimo carrello.
-Va bene, agisci- dissi prima di sentire le forbici stracciare le bende, e poi l’unica cosa che vidi dopo fu una luce accecante, fortissima che mi colpì la mente. E poi di nuovo il nulla.
-Sam. Sam. Svegliati, dai. Ce l’hai fatta- disse una voce lontana.
Aprii lentamente gli occhi sbattendoli velocemente, il nero che avevo sempre e unicamente visto si era forse trasformato in bianco? In una luce ancora molto forte? Lentamente questa luce cominciò ad appannarsi e a schiarirsi man mano che sbattevo le palpebre velocemente per poi dar spazio ad un bianco più sporco che più tardi fu occupato da una figura totalmente appannata.
Mi sentii schiaffeggiare un poco le guance e una mano si posò delicatamente sugli occhi, facendomi incontrare di nuovo quel colore troppo famigliare. Sobbalzai a quella vista e mi tirai su velocemente dal letto facendo togliere le mani a quella persona che aveva avuto la brillante idea di farmi questo scherzo. Ricominciai a battere le palpebre fino a schiarirmi la vista definitivamente e incontrare gli occhi blu pieni di lacrime di mia madre, che finalmente si era fatta viva e aveva deciso di venire a trovare la sua unica figlia all’ospedale.
-Mamma? Pensavo non saresti venuta-dissi guardandola.
-Oh, piccola mia! Ma io sono venuta sempre a trovarti solo che quando entravo c’era sempre un ragazzo qui con te e quindi me ne andavo, non volevo disturbare-
-Perché secondo te mi avresti disturbato, scusa?-
-Scusa piccola mia, scusami tanto.-
-Va bene, mamma- dissi sorridendole, non ne avevo la minima voglia di comincia re a litigare.
-Sam, Erik mi ha detto di darti questo- disse la dottoressa porgendomi un cd. Dovrebbe essere quello dei One Direction siccome si chiama Up All Night e sul retro ci sono la maggior parte di titoli che avevo sentito e immaginato. Guardando la foto mi comparve un sorriso, erano davvero dei grandissimi fighi, Erik aveva ragione. Già, Erik.
-Quando è venuto?- Chiesi non staccando gli occhi da quei cinque nella foto. Analizzando il biondo, il riccio, il moro, il castano e quello con gli occhi color mare, me lo ricordo bene il mare.
Dio, quanto mi manca.
-Mentre cercavamo di rianimarti dopo lo svenimento me l’ha dato e se n’è andato-
-Non ha detto nient’altro?- chiesi delusa. Lei scosse la testa.
-Mamma, potresti mettermelo su?- chiesi allungandole il cd. Lei annuì e fece partire quella melodia che ancora una volta, come la prima, riuscì a togliermi il fiato.
 
***
Finalmente riuscivo ad assaporare ancora una volta l’aria londinese che tanto mi era mancata dentro a quella stanza senza ossigeno dell’ospedale. Mi era mancato così tanto incrociare lo sguardo delle persone e vedermi allo specchio. Dio, quanto ero cresciuta e cambiata, non avrei mai pensato di essere così diversa così…bella. Per la prima volta riuscivo a definirmi bella e simile alle altre, come diceva la canzone.
Chiusi gli occhi incontrando di nuovo quel colore che tanto mi faceva soffrire e mi venne quasi da ridere nel pensare che forse un po’ mi mancava, in fondo era stato una parte di me, come un migliore amico sia durante l’infanzia che l’adolescenza ma che aveva preso una strada diversa dalla mia, che avevo dovuto abbandonare e lasciare a mio volere.
Mi diressi verso il parco della mia infanzia, ripescando quei ricordi che mi avevano sempre fatta stare bene. Mio nonno, la mia migliore amica, il mio cane, mia madre. Tutte persone importanti, ma che mi hanno dovuto abbandonare, alcune di sua spontanea volontà altre invece perché era così che doveva andare, il destino le richiedeva, le rivoleva indietro.
Mi lasciai trasportare dai ricordi incantandomi sui sorrisi dei bambini, facendomi ricordare il mio, quello che non riuscivo mai a togliere sulla faccia. Mio nonno quando mi rimboccava le coperte o alla mattina mi svegliava diceva sempre che alla sera mi addormentavo con lo stesso sorriso che poi mi risvegliava alla mattina e secondo lui era la cosa più bella che Dio avesse potuto donarmi.
Improvvisamente fui risvegliata dai miei pensieri e ricordi da un picchiettio quasi fastidioso sulla spalla destra.
-Aveva bisogno?- chiesi  girandomi verso quella persona e notando che non era più dietro di me. Ritornai con il viso davanti a me quando mi accorsi che una persona si era seduta al mio fianco, nella parte vuota della panchina sulla sinistra.
Quell’odore mi perforò le narici ancora una volta ritornando a mischiarsi con quella piccola scorta che avevo lasciato da parte in quei giorni che lui non era stato con me.
Senza che potessi attaccare un discorso o una serie di insulti lui cominciò a cantare un pezzo di una canzone mantenendo lo sguardo fisso davanti a se. Quando si sarebbe degnato di fare incontrare i suoi occhi con i miei? La sua voce rimbombava nello mie orecchie più bella e potente che mai, somigliava cosi tanto a una delle tante sul cd.
Finì la sua interpretazione e io rimasi li a fissarlo imbambolata, lo vidi sorridere, forse più a se che a me.
-Erik?- chiesi in un sussurrò per paura di sbagliare.
-Zayn, Zayn Malik. Comunque si, sono Erik in un certo senso- disse girandosi finalmente e incontrando i miei occhi. Una scarica di brividi si impossessò velocemente della mia schiena.
-Ti ho aspettato fino all’ultimo, Erik. Cioè Zayn, credo.- dissi titubante a quello che dicevo.
-Scusami. Avevo paura della tua reazione-
-Che reazione? Avevi paura che ti potessi dire che ero follemente contenta di aver riacquistato la vista? Che ero follemente contenta che tu eri li con me, ancora? Avevi forse paura che io potessi dirti che quello che speravo di più di tutto era che i miei occhi avessero deciso di incontrare i tuoi come unica cosa da vedere per prima in questo mondo? Oppure eri solo spaventato di quello che magari avrei potuto dirti, cioè che mi piaci?- sputai alzandomi in piedi, non potevo davvero credere di essere riuscita a mettermi in ridicolo.
Restammo per alcuni minuti in quella posizione. Io in piedi a fissarlo e lui con la testa bassa, immerso o totalmente disperso tra i suoi pensieri. Proprio mentre stavo per girare i tacchi lo vidi alzarsi e porgermi la mano.
-Ricominciamo. Piacere io sono Zayn Malik, un componente dei One Direction. Nonché il tuo più grande idolo- disse lasciandosi stringere la mano.
-Piacere mio Zayn. Io sono Sam Parker. Sua più grande fan e nonché una semplice ragazza innamorata del proprio idolo.- mi presentai prima che la sua mano mi attirasse a se mi strappasse uno dei primi baci di una lunga lista che decorò la nostra vita insieme.



rawrr.

Già, il mare mi ha dato alla scrittura totalmente.
Che tipo ho scritto questa OS in cinque minuti (?) D:
Intanto ne ho scritta un’altra OS che posterò tra poco e ho iniziato a scrivere un’altra Long che comprende tutti i OneDirection,
mentre mi  porto avanti con un’altra ancora che sarà su Liam e ho buttato delle idee per altre Long,
di cui una su Niall che sono indecisa se farci una OS oppure semplicemente una storia da non più di 1O capitoli.
Mah, vedrò. Consigli? #Aiutatemi.
volevo farvi stare sulle spine fino all’ultimo sulla vera identità di Erik, mi piace farvi soffrire uaau.
E ora ditemi, chi pensavate che fosse?
Harry? Niall? Louis? Liam?
Oppure pensavate davvero a Zayn? mh?
Vi aspetto nelle altre mie storie e nelle mie OS, che ho notato mi escono piuttosto velocemente.
E prima di evaporizzarmi volevo ringraziare le persone che hanno recensito la mia prima OS di Zayn
rendendomi felice e scrivendo che sapevano che ne avrei postate altre,
anche se io negavo ùù.
Sarete forse sensitive? *O*
Okay, e dopo tutte queste minchiate della zia carota, come promesso, evaporizzo.
Puuuf.

YoursC.

  
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