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Autore: LizzieCarter    19/08/2012    4 recensioni
"Si china a terra e raccoglie un libro che ha urtato col piede avvicinandosi al bagagliaio aperto.
 -Un ponte per Terabithia?- chiede, con una sfumatura indecifrabile nel tono divertito [...]; sorride, sembra stia per dire qualcosa, ma poi si limita ad avvicinarsi e a riporre con delicatezza il libro nello scatolone che tengo in mano..."

Un'appassionata di libri in fuga dal passato,
un ragazzo che non è solo un attore famoso,
un giardino sempre misteriosamente fradicio,
una coinquilina stalker,
dei chiassosi polletti,
la storia di un'intrepida panettiera,
una nuova Terabithia...
"- E' meglio...- si schiarisce la voce, lasciandomi le mani per infilarsi un paio di guanti di pelle chiara; - E' meglio se ti tieni bene-.
Annuisco contro la sua spalla, sobbalzo lievemente quando lui toglie il cavalletto e fa partire la moto con un rombo, e poi... poi c'è solo il vento sul mio viso.
Cosa estremamente poetica, non fosse che mi sono mangiata metà dei miei capelli!"

[con illustrazioni all'interno :)]
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un nuovo ponte per Terabithia'
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UNPPTultimo Devo prenderne atto, Josh non ha intenzione di adarci piano con me solo perchè sono una donna: tempo qualche minuto e sta decisamente vincendo lui. Siamo entrambi ricoperti di fango a... be', al busto, perchè è fino a lì che ci arriva l'acqua, ma questo basta e avanza per accusarlo: -Dicevi che mi sarei ripulita, qui, e invece guarda che roba: sono ancora più infangata di prima!-. Lui ride, e gli schizzo dell'acqua in faccia per zittirlo, mentre il fruscio delle foglie dà l'impressione che anche gli alberi ridano con noi.
I bagliori di un sole che inizia ad arrossarsi ci raggiungono attraverso qualche spiraglio tra i rami, e Josh e io ci accordiamo per una tregua, in modo da riuscire ad asciugarci prima che cali la sera.
- Aspetta, ti aiuto a salire- dice lui quando raggiungiamo il fianco fangoso della riva.
- Oh, non ti darò scuse per toccarmi il sedere, Joshu-a!- lo rimbecco, ma quando si dispone lui a "fare questo sacrificio", permettendomi di tenere in equilibrio il suo meraviglioso sedere, che ogni fan desidererebbe sostenere, gli pianto una mano sulla faccia per farlo star buono e cerco di tirarmi su aggrappandomi a delle radici lì vicine. Le sue labbra mi fanno il solletico al palmo, mentre ride contro la mia mano, e io la levo velocemente prima che gli venga in mente di fare qualcosa di divertente, tipo sbavarci sopra.
- Dài, ti faccio il gradino- insiste, unendo le mani e chinandosi un po' perchè riesca a posarci il piede sopra. - Se monti qui, poi dovresti riuscire ad arrivare a livello del terreno-.
Mmmh.
Lo guardo, indecisa. Io sono una frana nell'attività sportiva.
In ogni tipo di attività sportiva, voglio dire; soprattutto in quelle mai sperimentate prima tipo l'arrampicata-su-persona, e non ho molta voglia di prestarmi a questo scempio.
- Sù, giuro che non ti faccio cadere-.
Il suo viso è così buono e sincero che non metterei in dubbio quello che dice neanche per un istante... se non dovessi tenere conto di ciò che comporta essere me: capitomboli, ruzzoloni, scarpate in faccia, figuracce.
Tanto se cado è acqua, no?
Mi avvicino, titubante, e sussurro - Tienimi stretta, prometti!-
- Giuro.- incontra il mio sguardo col suo rassicurante, e finalmente mi decido a salire sulle sue mani, tenendomi stretta alle sue spalle e facendo un salto contro l'attrito dell'acqua. Con qualche difficoltà,  mi raddrizzo in piedi, tenendomi fissa alla parete fangosa, e cerco di raggiungere il tappeto d'erba a pochi centimetri dalla punta delle mie dita.
- Ehm, avevi pensato alla possibilità che non riuscissimo più ad uscire di qui, prima di lanciartici dentro anche tu?- domando, vagamente preoccupata, mentre mi tendo al massimo verso l'alto. - Se devo dire la verità... no, avevo troppa fretta di schizzarti addosso! Da piccolo ne uscivo aggrappandomi alla corda, ma era anni che non tornavo qui, e mi son scordato che l'ultima volta ho tagliato l'ultimo pezzo, che si era marcito-.
Posso immaginarlo mentre si morde il labbro, perchè sta in silenzio qualche istante, poi dice - Prova a montarmi sulle spalle, ti tengo io! Niente paura per la maglietta; il fango è lavabile, no?-
-Uhmm...- non ne sono mica molto sicura, e spero solo che la sua non sia una maglia di marca; a dir la verità, non son neanche troppo convinta di riuscire a stargli in equilibrio sulle spalle, nonostante le abbia belle larghe. Non sono mica le spalle, il problema; è qualcosa che si chiama equilibrio e che io non ho mai conosciuto personalmente.
Vacillante, gli poso un piede infangato su una spalla, poi, tenendomi ben stretta alle radici che ho a livello del viso, alzo anche l'altro. Le mie gambe devono tremare parecchio, perchè Josh ora le tiene ben strette. Riesco ad arrivare al livello del tappeto erboso con le spalle, tanto da poterci appoggiare sopra le spalle, ma non abbastanza da riuscire a tirarmici su con le gracili braccine di cui sono dotata. -Ascolta, ce la fai ad alzarmi un poch...- sto giusto iniziando a credere che in qualche modo ne usciremo, quando perdo l'equilibrio e ripiombo in acqua con uno strillo. A onore di Josh, bisogna dire che ha cercato di riacchiapparmi al volo, piuttosto che proteggersi il naso, e che adesso sta facendo del suo meglio per non ridere, mentre rispunto agonizzante dall'acqua e sputo quello che sono sicura sia più terriccio che acqua. Bleah.
- Proviamo un'altra volta, se no vai tu, ok?- gracido, non appena finisce di uscirmi acqua dal naso.

La seconda volta, riesco a star su finchè Josh riunisce le gambe -che aveva allargato per essere più stabile- e riesce ad alzarmi fino alla riva. Mi allungo sulla punta dei piedi e, finalmente, con fatica, mi trascino sullerba, su cui mi rovescio e rimango stesa per qualche momento a sbuffare per riprendere fiato. Ispira. Espira. Inspira. Espira. Uuuuf.
Mi porto una mano agli occhi per ripararli dal sole, poi sobbalzo al suono soffocato della voce di Josh; - Ehi, non vorrei rovinarti l'idillio, ma...-.
Mi sporgo verso di lui e lo redarguisco, fingendomi arrabbiata: - Guastafeste!-
Mi ritiro un momento, mi guardo attorno, poi torno a sporgermi verso di lui - Dove trovo qualcosa per tirarti su?-
- Un braccio basta!-
- Scherzi?! Così poi ritombolo giù anche io!-
- Naaah! Mi basta solo qualcosa a cui appendermi, poi ce la faccio - mi assicura. Il suo viso lentigginoso mi guarda sorridente da circa un metro più in basso e non sembra assolutamente preoccupato.
- Va bene- mi arrendo - però poi mi paghi tu le cure mediche, se mi si stacca il braccio-. Lo guardo fisso negli occhi, come a far vedere che faccio sul serio e lui alza le spalle come se niente fosse; - Va bene-.
Torno a stendermi sull'erbetta con un "umpf" e spenzolo un braccio verso il basso, cercando di allungarmi più che posso senza andare col busto oltre il bordo, se no  è sicuro che mi tira giù, e con l'altro braccio mi tengo ancorata al terreno.
Per fortuna, il letto del fiume non è profondo come sembra, e con un salto Josh riesce ad afferrare la mia mano e ad aggrapparsi con l'altra al tappeto erboso un istante dopo. Cerco con tutta la forza che ho di tirarlo un po' su prendendolo per il polso, perchè le mani di entrambi sono ancora fradicie , e lui riesce ad issarsi con l'altro braccio oltre il bordo; poi si lascia cadere sull'erba col fiatone, e io lo seguo a ruota .
- Ma come diavolo hai fatto?- sbotto, ammirata; se fossi stata io nella sua situazione, sarei morta lì senza dubbio: di fame, di vecchiaia... o magari mi sarebbero cresciute le radici e sarei diventata un'alga.
Lui batte le ciglia un paio di volte, come se stesse cercando di schiarirsi le idee; prende qualche altro respiro profondo, poi si schiarisce la voce e risponde - Sai, bisogna - si interrompe, prende un altro bel respiro; - bisogna allenarsi molto, per recitare nei film d'azione-.
Oh, ora si spiega tutto. Annuisco, anche se lui non mi sta guardando. -Allora,- inizio, interrompendo il silenzio; - mi hai portato qui solo per annegarmi e intrappolarmi in quella pozza d'acqua, o avevi qualcosa da mostrarmi?- lo stuzzico. Sono davvero curiosa di vedere la piccola capanna più da vicino, anche perchè sono praticamente certa che l'abbia costruita lui da piccolo, senza aiuti esterni. Insomma, Connor è troppo istruito, avrebbe fatto in modo che riuscisse meno sbilenca, se fosse stato coinvolto nella sua costruzione...!
- Oh, sì- si rianima Josh, alzandosi in piedi. Rimango a guardare la sua sagoma proiettata contro il sole, strizzando gli occhi, e vedo che mi sta guardando, in attesa.
- Comincia pure a spiegare, ti ascolto- dico, placida, godendomi i raggi del sole che mi riverberano sul viso.
- Ma come, non vieni? Non avevi detto che volevi vederla?-. Scuoto ripetutamente la testa, mangiucchiandomi un labbro, e agito con la mano un ciuffo d'erba; - Tu vai pure avanti e inizia a spiegare, io ti ascolto... E quando farò fatica a a sentirti, ti avvertirò, perchè tu possa parlare più forte-.
Lui mi guarda dall'alto in basso con un'espressione indecifrabile in volto, come se non credesse alle proprie orecchie, e io mi sforzo di rimanere impassibile.
- Ti... cos'è, ti serve una mano ad alzarti in piedi?-
Mi irrigidisco. - Nnno- mi affretto a rispondere, prima che possa pensare che voglia essere presa in braccio o che gli venga in mente di buttarmi su una spalla come un sacco di patate. Essere cresciuta in un orfanotrofio di certo non mi ha abituata ad apprezzare i contatti fisici superflui, e in situazioni del genere non so mai come comportarmi.
- E' solo che ormai l'erba si è affezionata a me, qui, e sai... non posso abbandonarla- spiego.
- Capisco...- Josh si infila le mani in tasca e inclina la testa, studiandomi con lo sguardo. Io faccio finta di niente e chiudo gli occhi, cercando di assumere un'aria rilassata. Sono così impegnata a fingere di credere che non abbia nulla in mente, che lui riesce davvero a prendermi di sorpresa; si accuccia alle mie spalle e solo quando la sua ombra mi copre il volto mi accorgo di lui. Spalanco subito gli occhi, ed è una fortuna che non mi sia alzata di scatto, perchè probabilmente avrei finito per rompergli il setto nasale. - Cos'hai intenzione di fare?- scandisco, minacciosa.
Lui fa un gran sorriso -e a questa distanza, se ne avessi il tempo, potrei contargli le lentiggini una ad una-, poi dice - Semplice, ti alzo-.
Prima che io possa fare qualcosa, mi infila le mani sotto le spalle e, be', mi tira su la schiena fino a mettermi seduta; poi, senza lasciarmi la schiena, probabilmente nel caso abbia intenzione di ributtarmi stesa, mi mette una mano su un avambraccio, toglie quella che mi teneva tra le scapole e la posiziona sull'altro e infine -hop!- in un secondo mi alza in piedi.
- Volià- gongola, poi mi prende per mano e io mi lascio trascinare senza protestare in direzione della capanna sbilenca. Giunti lì, Josh si sfila senza farsi troppi problemi la maglietta bagnata e la stende su un ramo al sole perchè si asciughi. Per fortuna i pantaloni li tiene.
Devo essermi messa a fissarlo con aria infelice, o qualcosa del genere, senza accorgermene, perchè lo scopro a guardarmi di rimando e a dire - Cosa c'è?-.
Mi riscuoto, e mi accorgo di aver portato le mani ai fianchi con aria da matrona. Lui è un po' rosso sulle guance, ma non sembra imbarazzato, perchè mi dice scrollando le spalle - Non devi mica toglierti la maglia anche tu; a me dava fastidio-, così mi convinco che il rossore sia dovuto solo al sole che abbiamo preso oggi, e spero lui pensi lo stesso delle mie guance.
- Infatti non lo farò- preciso, riferendomi alla maglietta, e lui sbotta in una risata - tanto si vede tutto lo stesso-.
Trattengo il fiato con un sonoro risucchio, presa di sprovvista, e abbasso all'istante la testa per controllare: diamine, la stampa sulla maglia verde chiaro copre a malapena la fantasia a gelatini del reggiseno!
Incrocio subito le braccia al petto; - Simpatico-. Lo guardo, truce, poi gli faccio segno con un braccio perchè vada avanti, tenendo l'altro sempre ben stretto a coprire i gelatini. - Avanti, peccatore, e non ti voltare, o ti trasformerai in sale!- lo ammonisco, ma decido di finirla lì, perchè lui sembra davvero mortificato, e alla fine non c'è niente di davvero imbarazzante in quello che ha visto, a parte l'aver scoperto la poca classe del mio gusto in biancheria intima.
Josh si ferma di fianco ad una scala a pioli malconcia e chiude gli occhi prima di girarsi; - Ti tengo ferma la scala, ma tengo gli occhi chiusi, va bene?-.
Sbaglio, o mi sta prendendo in giro?
- Ma smettila!-; tuttavia, non rifiuto il suo aiuto e mi inerpico su per la scala di corda, che ondeggia tremendamente, e sono grata che ci sia lui lì a tenerla ferma e allo stesso tempo tranquilla, perchè sono sicura che almeno i pantaloncini non siano trasparenti.
Quando finalmente siamo entrambi sulla piattaforma in legno ad un paio di metri da terra, ci appoggiamo tutti e due al tetto piacevolmente rovente e stiamo lì ad asciugarci.
- Allora, da cosa volevi fuggire, quando hai deciso di costruirla?- domando, percependo la forte luce del sole anche attraverso le palpebre chiuse.
Lo sento voltare la testa verso di me e fissarmi qualche istante, così mi affretto a dire, prima che possa chiedere: - Ho tirato a indovinare-.
- Volevo solo un posto dove star tranquillo, sai, dove poter essere scontroso e solitario, dove mia mamma non potesse starmi sempre col fiato sul collo... Era già abbastanza vederla ogni giorno sul set. Sai, di solito mi piace essere circondato da persone, o stare con la famiglia, ma a volte...-.
Annuisco; lo capisco. - Poi ho letto Un ponte per Terabithia prima di interpretarlo e l'idea di un "castello", di un regno segreto, mi è piaciuta così tanto che ho deciso di impegnarmi anche io a crearmi un mondo-.
Il discorso sembra così serio, per i pochi giorni da cui ci conosciamo, che mi sento in dovere di smorzare un po' i toni; - E come l'hai chiamato? Joshabithia?- domando.
- Originale, eh?- si volta a guardarmi, sorridendo, poi smentisce - No, non pretendo di essere così bravo da darci un nome, nè da esserne il re, come nella storia. Diciamo che ci ho solo comprato un appezzamento e che ci ho costruito la mia piccola dimora- cherza; poi rimane un attimo in silenzio a mordicchiarsi un labbro.
- Spero fosse un po' più dritta, quando l'hai costruita- lo prendo in giro, e dai suoi occhi scompare quell'ombra pensierosa e ricompare la luce che li illumina di solito, quando è di buon umore.
- Vuoi vederla all'interno?-
- Ma certo-.
 
***

Un po' mi dispiace di aver saltato a piè pari quella specie di momento di confessioni, prima, sul tetto della capanna, e ci ripenso durante il tragitto che facciamo per tornare a casa, tenendomi stretta alle spalle di Josh che, per questa volta, mi ha permesso di stare dietro, sulla bici.
Credo di avere una specie di allergia alle emozioni forti, alle confessioni e ai discorsi seri... Forse perchè non ho nessuna voglia di esporre i miei, specialmente se si tratta di parlare di passato e ricordi...

Quando arriviamo davanti a casa mia, facciamo lo slalom sul vialetto di accesso, evitando il pickup parcheggiato alla buona sulla piazzola e la mia povera auto mezza arenata, e Josh ha appena frenato di fronte alla veranda, che Kellie spalanca la porta e mi corre incontro in lacrime - Oh, coinquilina, abbracciami forte: sono così triste!- geme, piombandomi addosso e lanciandomi le braccia al collo.
La prima cosa che mi chiedo è se si ricordi il mio nome, o se conti sul fatto che risponda sempre e per ogni evenienza all'appellativo di "coinquilina".
La seconda cosa che mi chiedo è se si renda conto che il suo Josh Hutcherson è a pochi passi da noi due, mentre lei mi singhiozza sulla spalla e il suo mascara si sovrappone alle macchie di fango sulla stoffa azzurra della mia magliatta.
Le batto qualche pacchetta sulla spalla, presa alla sprovvista, e guardo Josh come a chiedergli aiuto. Lui alza le sopracciglia e scrolla le spalle, quasi a dire che sono io la donna, quella dall'animo sensibile e empatico, ma quando lo guardo in tralice decide di immolarsi e si schiarisce la voce proprio mentre Kellie domanda con voce flebile - Ma dove sei stata fin'ora, Gracey? Gracey, ma hai il mal di gol...- alla terza volta che Josh si schiarisce la voce, Blondie si accorge del timbro vagamente maschile e sbircia con gli occhioni da cerbiatta oltre la mia spalla. La luce è poca, trapela a malapena oltre le tende tirate della finestra della cucina, ma Kellie sbianca, poi si abbassa, come a nascondersi dietro di me... come se fossi così grossa che le bastasse chinare la testa per essere interamente coperta da me (hey, questo è offensivo!) e squittisce - Nonmiguardare, nonmiguardare, nonmiguardare!!- .
La guardo, stupefatta, mentre entra in casa di corsa e ne esce qualche istante più tardi con uno scatolone in braccio e un cappellino anni '20 ben calcato sulla testa in modo da coprirle praticamente del tutto il viso con l'ombra che getta, specialmente se tiene la testa così abbassata che si direbbe abbia paura di inciampare sui propri piedi.
- Ecco, per te!- dice, senza alzare la testa, scaricando lo scatolone in braccio a Josh che, preso alla sprovvista dal peso, rischia che gli scappi di mano.
Lo sguardo di entrambi cade sul pacco, dal cui interno proviene uno strano raspare, mentre non è chiaro dove Kellie stia guardando, dato che il cappello la copre più di quanto non farebbe un elmetto da guerra.
- E' un piccolo Terrier- spiega - pensavo... pensavo a te, quando l'ho comprato; penso ti somigli-. Rimane in silenzio un secondo, poi corre di nuovo dentro casa, fermandosi giusto un momento di fianco a me per sussurrare - Distrailo un attimo mentre mi preparo!-.
La guardo, con le sopracciglia così inarcate che temo di non essere più capace di farle scendere fino alla loro originale collocazione, ma lei è già scappata dentro.
- Ehm-.
Mi avvicino a Josh, che sta guardando il pacco raspante come se fosse una bomba.
- Ti piacciono i cani, no?- non capisco perchè sia così preoccupato: un cane è un pensiero carino; io pensavo Kellie avesse riempito lo scatolone di sue foto in strane posizioni e con vestiti sexy, o qualcosa del genere, perchè Josh potesse tappezzarcisi la stanza.
- Sì...- lui è ancora assorto, così mi avvicino di più e apro delicatamente le ali dello scatolone per sbirciare dentro. Il cucciolino bianco che è all'interno abbaia, a metà tra l'atterrito e l'intrepido, e io, presa da una sottospecie di istinto suicida, lo prendo in braccio. Poverino, trema tutto.
Spero che sia per la contentezza.
Spero che non sia quel genere di cani che ti fa la pipì addosso per la contentezza.
- Mi... mi assomiglia?-
Scoppio a ridere alla domanda di Josh, quando finalmente rivela ciò che lo cruccia, e glielo piazzo in braccio.
- Mettitelo vicino al viso, così... vediamo...-
Mi piazzo una mano sul mento, osservandoli da varie angolazioni. Il cagnolino è bianco con una macchia nera attorno all'occhio sinistro, ha il pelo cortissimo e il muso largo e appiattito; il corpicino è massiccio, probabilmente per riuscire a sostenere la grossa testa, ma le zampine sono un po' sproporzionate, corte e cicciottelle. Scoppio a ridere, intuendo la somiglianza che potrebbe aver colpito Kellie, ma di certo non posso dirlo a Josh!
- Oh, avete lo stesso sorriso!- lo prendo in giro, mentre Josh rimette il cagnolino nello scatolone prima che gli sfugga di mano per il gran scodinzolare.
- Tu dici?- domanda, divertito, mentre cerca di sistemare in equilibrio lo scatolone sul manubrio della bici. Annuisco, poi considero - Piccolo Terrier... P.T.  ...-
Lui mi guarda socchiudendo gli occhi, come se quello che dico gli ricordasse qualcosa, poi esclama - P.T. , Prince Terrien!-.
Sorridiamo nello stesso momento, e lui dice - Mi sa che gli abbiamo trovato un nome-.
P.T., il soprannome del cagnolino nella storia di Un ponte per Terabithia.



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Ehilà :D! Se siete arrivati fino a questo punto, avete una bella resistenza xD! Scusate per la lunghezza del capitolo, ma davvero non avrei saputo dove spezzarlo!
Vorrei ringraziare anche qui tutte le ultime persone che hanno recensito: _Debby_, Miilkshake_, Bieberismysoul, ninaandianinmyheart, Vegasgirl_1D ed Eli_95, grazie di cuore <3!
***
Vi metto un paio di link a delle foto, in caso le descrizioni non vi abbiano lasciato un'idea precisa,
del cappellaccio di Kellie (ma lei non assomiglia alla tipa nella foto!)
http://www.thegossipers.com/wp-content/uploads/2007/10/angelina.jpg 
Di Piccolo Terrier :)
http://www.pups4sale.co.nz/bull_terrier_01_puppies_for_sale.jpg 
Ed ecco la portentosa caduta di Grace e Josh che la segue a ruota!

   
 
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