Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Birbi_alex    19/08/2012    5 recensioni
I giorni seguenti costrinsi tutti ad arrivare prima in studio sperando di rivedere quella ragazza stupenda ma solo dopo scoprii che i suoi turni erano cambiati, registrava solo la sera tardi.
I mesi passavano come anche la speranza di poter parlare di nuovo con lei, di vedere quegli occhi profondi da vicino.
Mi ritrovai solo, la sera prima di Natale, ad ascoltare con trasporto le canzoni del suo album di cui mi aveva tanto parlato.
Non mi ero sbagliato, aveva proprio una voce mozzafiato.
E sentendo le parole di quella canzone che l’avevo vista incidere in un certo senso era come se fosse di nuovo con me a deliziarmi con i suoi sorrisi.
Scoprii poi che aveva un canale Youtube dove faceva cover di canzoni oppure ne cantava alcune sue, solo in quel modo riuscii a rivederla.
Rivedere le sue labbra, il suo sorriso, i suoi capelli, il suo viso, i suoi occhi.
Come in un sogno, come in tutti quelli in cui mi aveva seguito dal giorno in cui l'avevo conosciuta.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

You'll follow me into my dreams




On the day I can't see your eyes,
I don't even want to, open mine.
On the days I con't see your smiel,
well I'd rither sit, wait the while.
(God damn you're beautiful - Chester See)



 

Il suv nero dove io e i ragazzi eravamo saliti per raggiungere gli studi di registrazione sfrecciò veloce sull’asfalto umido di Londra.
Io come sempre ero seduto vicino al finestrino, mi rilassava vedere la città intorno a me, le persone passeggiare, anziane donne entrare al supermercato, gruppi di ragazzini scherzare tra loro per la strada.
Il fatto che nessuno potesse riconoscermi da dietro quei vetri scuri mi tranquillizzava, mi faceva sentire il ragazzo di una volta.
Le persone camminavano lente accanto alla macchina senza sapere della mia presenza, non cercavano di essere affascinanti o curate, semplicemente vivevano la loro vita come ogni giorno.
A volte mi mancava tutto questo.
Mi mancava passare inosservato camminando per le vie di Londra, con le cuffie nelle orecchie e le mani in tasca senza dovermi preoccupare di nascondermi da occhi indiscreti.
Ero stufo di scaturire urla e pianti ovunque andassi, ogni tanto volevo essere me stesso.
Venivo sempre giudicato come il ragazzo perfetto, bello e con una bella voce senza mai essere capito sul serio.
Osservai delle leggere gocce di pioggia infrangersi sul finestrino rendendo tutto più vivido.
Mi appoggiai allo schienale del sedile continuando a tenere lo sguardo fisso sulla strada dove un gruppo di ragazze cominciò a correre sotto la pioggia appena accennata per ripararsi.
Era bello vederle così, con poco trucco, illuminate da dei sorrisi dolci e genuini nati anche solo per quella breve corsa.
I capelli non erano curati come ero abituato a vedere nei backstage dei concerti, erano liberi sulle spalle.
Loro non si preoccupavano di apparire, a loro bastava passare un pomeriggio a divertirsi con un po’ di shopping.
Magari qualcuna di quelle ragazze ci conosceva, magari se avesse saputo che eravamo nella macchina che le era appena passata davanti avrebbe cominciato a urlare, ma era bello vederle così naturali.
Senza che potessi soffermarmici troppo l’auto continuò il suo percorso mentre Liam al mio fianco tirò fuori dalla tasca il cellulare che aveva cominciato a suonare a quanto pare.
Buttai un occhio sullo schermo e lessi il nome di Danielle, chi altro avrebbe potuto essere.
pronto amore? – rispose lui portandosi il telefono all’orecchio facendo ridacchiare me e Louis seduto davanti a me.
non so a che ora finiremo.. stiamo andando in studio – disse dopo un po’ guardandosi intorno disorientato.
che c’è? Cosa ti ha proposto? – gli chiese Harry malizioso facendogli l’occhiolino causando l’ilarità di Niall che rise di cuore.
sul serio, può darsi che finiremo per le sei di sera ma anche più tardi, non so dirti precisamente – continuò probabilmente pressato dalle domande della sua ragazza.
ma se l’altra volta ce ne siamo andati alle nove passate?! – sbottai io allucinato dalle sue parole.
Lo vidi lanciarmi un’occhiata per poi portarsi il cellulare sul petto in modo che Danielle non potesse sentire – allora vuol dire che cercherete di sbagliare il meno possibile – mi disse facendomi ridacchiare.
Con un cenno di capo mi lasciai ad un sorriso divertito.
davvero, cosa vuole? – gli chiese Niall curioso giocherellando distrattamente con l’elastico dei suoi pantaloni da ginnastica.
Liam non gli prestò troppa attenzione ma si concentrò sulle parole della ragazza che ricominciò a parlare.
senti Dany ti richiamo dopo quando ne saprò di più, ok? – cercò di tagliare corto trovando un compromesso.
sì, ti amo anche io – ribatté dopo un po’ con un sorriso da ebete in viso che ci fece tutti scoppiare a ridere.
ciao amore – aggiunse ancora poi chiudendo la chiamata e trovando tutti gli occhi dei presenti puntati su di lui.
che c’è? – chiese imbarazzato spostando lo sguardo da Harry, a Louis, e poi ancora a me.
ti amo anche io amore della mia vita fragolina pucci pucci – lo prese in giro Louis portandosi una mano all’orecchio facendo finta di avere un telefono.
ha parlato quello che appena vede Eleanor gli va in pappa il cervello – esclamò l’altro in sua difesa mentre io tra loro due rimasi a godermi la scena.
beh, ne ho tutte le buoni ragioni amico! – commentò Lou incrociando le braccia al petto.
si in effetti El è davvero una ragazza adorabile – disse Harry in aiuto del suo amico però prendendosi uno scappellotto da quello geloso.
non provare neanche a pensare certe cose sulla mia ragazza che ti strappo tutti i ricci! – lo aggredì guardandolo male facendomi scoppiare a ridere.
- ah ti fa tanto ridere eh, Zayn? – questa volta si rivolse a me puntandomi un dito contro e non riuscii ugualmente a frenare le risate quindi cercai di limitarmi a un sorrisetto sommesso.
io? Ma quando mai? – feci il finto tonto parando con la mano un suo leggero pugnetto che altrimenti avrebbe colpito la mia spalla.
ragazzi calmatevi che siamo quasi arrivati – ci riprese Paul allungandosi dal posto del passeggero davanti a noi dando dei colpetti sulla schiena a Louis.
In effetti se guardavo fuori potevo notare i palazzi della città farsi sempre più fitti e alti, segno che eravamo vicini al centro.
Mi persi di nuovo a osservare le varie persone camminare veloci lungo i marciapiedi cercando di prendere meno pioggia possibile, vidi dei uomini affrettarsi per andare a lavoro, un ragazzo con dei cartoni di pizza in mano correre per non farle bagnare, una bambina e sua madre con due candidi ombrelli rosa.
Tutto d’un tratto il suv girò l’angolo portandoci nel vicolo da dove saremo scesi per entrare dal retro degli studi di registrazione in modo da non incappare in troppi fans.
Non che non ci facesse piacere incontrarli o vedere la folla che si creava ogni volta, ma eravamo di fretta e non potevamo permetterci di perdere tempo prezioso per incidere il nuovo album.
Come previsto l’auto si fermò davanti ad una porta scura e la portiera dell’auto si aprì proprio dal mio lato, allora uscii per poi essere colpito da una folata d’aria fresca che mi spettinò appena i capelli mori.
Subito dopo di me scesero anche gli altri ragazzi ridendo ancora per le battute di qualche minuto prima, aspettammo che anche Paul arrivasse e poi dietro di lui entrammo nell’edificio familiare.
Appena sorpassata la porta salimmo una rampa di scale un po’ vecchia ma aprendo un’altra porta ci ritrovammo davanti ad un corridoio luminoso che riconobbi.
Cominciammo infatti ad incamminarci lungo i vari studi apparentemente usati dato che si sentivano delle leggere voci provenire da essi.
oh  buongiorno ragazzi, ben arrivati! – ci accolse il proprietario dello studio salutando con una stretta di mano prima Paul e poi noi.
che studio abbiamo oggi? – chiese Harry impaziente di cominciare.
il numero nove, forse è ancora occupato ma dovrebbe liberarsi a momenti, nel frattempo potete anche entrare, non darete fastidio – rispose l’uomo scuotendo appena i capelli lunghi e brizzolati.
Noi annuimmo e lentamente arrivammo davanti ad una porta con un grande nove inciso, allora bussammo e entrando trovammo due uomini con delle grandi cuffie nelle orecchie intenti a seguire il lavoro di registrazione.
ehm.. salve, scusate – mormorò Paul catturando l’attenzione dei due che si girarono per poi spostarsi le cuffie dalla testa.
salve – rispose uno dei due accennando un sorriso, poi spostò lo sguardo su me e i ragazzi probabilmente riconoscendoci perché spalancò gli occhi colpito.
- il signor Benton ci ha detto che dopo dovremmo incidere in questo studio – aggiunse ancora Paul.
- oh è già così tardi? Scusate ce ne andiamo subito – disse l’altro dando un’occhiata all’orologio facendo per alzarsi ma subito Liam gli fece cenno di fermarsi.
no no, siamo noi che siamo in anticipo.. aspettiamo con piacere se non diamo troppo fastidio – esclamò infatti cordiale e anche io annuii per rafforzare il concetto.
davvero non vi spiace aspettare qualche altro minuto? – chiese uno dei due stranito.
no, fate pure con calma – ribatté Harry gentile.
grazie mille, dobbiamo solo finire di registrare un’ultima canzone e poi togliamo il disturbo – ci avvisarono accomodandosi di nuovo e rimettendosi le cuffie.
voi nel frattempo potete accomodarvi se volete – aggiunse per l’ultima volta l’uomo alla mia sinistra indicando le varie sedie sparse per la stanza, allora ci sedemmo e rimanemmo in silenzio ad osservare il lavoro dei due.
ok Alex vai pure – disse uno al microfono collegato allo stanzino di registrazione proprio dietro il vetro davanti a noi, infatti poco dopo il microfono fu illuminato dalle luci.
Alzai lo sguardo per vedere chi fosse il fantomatico cantante, ma sgranai gli occhi trovandomi davanti ad una ragazza.
Avevo pensato di sentir cantare un ragazzo alle prime armi, invece vidi solo due occhi da cerbiatto aprirsi sotto delle ciglia scure.
La ragazza lanciò un’occhiata verso di noi senza però vederci davvero perché la stanza dove eravamo seduti diventò buia lasciando tutta la luce a lei dietro il vetro, poi si aggiustò le grandi cuffie viola sulle orecchie e avvicinò la bocca al microfono.
Non sembrava molto alta, ma era magra e le spalle erano coperte da una cascata di capelli mori ravvivati qua e là da qualche ciocca più chiara.
Un ciuffo di capelli lisci era libero sulla parte destra della fronte e lei ogni tanto lo metteva a posto con le dita.
Indossava una canotta rosso fuoco e sopra una giacchetta di pelle nera che a dirla tutta le stava molto bene.
Sulle labbra era steso un leggero strato di lucidalabbra, invece gli occhi erano circondati da un filo di matita e le ciglia rese più folte dal mascara, da quello che potevo vedere dalla mia sedia aveva gli occhi scuri.
Ad un tratto cominciò a cantare ma non riuscii a sentirne il dolce suono, potei solo vedere le labbra carnose muoversi dolcemente.
Curioso presi una delle cuffie posate sula tavolo e me le misi, a quel punto riuscii a sentire la voce calda della ragazza.
I’m tired of playing the part of a little girl who could’t use her heart – cantò facendomi venire la pelle d’oca.
Chiuse gli occhi lasciando le ciglia a solleticare le guance rosee lasciandosi prendere dalla canzone e incantando anche me.
I’m broken, torn and scarred, from all the poison you threw at us – disse ancora liberando sempre più la sua voce.
Diedi un’occhiata ai ragazzi dietro di me e li trovai a chiacchierare tra loro distrattamente, senza sentire la voce angelica di quella ragazza era plausibile che non interessasse loro, anche se a me aveva colpito sin dal primo istante, anche prima che cominciasse a cantare.
Si strinse più vicina al microfono posandoci una mano sopra e cominciando a gesticolare con l’altra, mentre la sua voce salì di tonalità facendomi sorridere inconsapevolmente – you’ll follow me into my dreams and spit your words so desperately, and I’ll wash my hands of this tragic mess, but truth can’t cure the blind if they don’t care to see – non ebbe difficoltà a fare quegli acuti che mi arrivarono direttamente sottopelle, rimasi incantato a guardarla, a guardare le sue labbra piegarsi per pronunciare quelle parole meravigliose, i suoi occhi chiudersi maggiormente quando la sua voce raggiungeva gli apici, le sue mani muoversi appena lungo i fianchi e i denti splendere.
Sorrisi ancora sentendola tornare a cantare una lenta strofa permettendole di riprendere appena fiato, cosa che io non riuscii ancora a fare.
è molto brava – mi complimentai con uno dei due uomini in un sussurro vedendoli poi sorridermi grati in un cenno di capo.
Tornai a poggiarmi allo schienale della sedia ripuntando subito lo sguardo a lei e facendo attenzione alle parole della canzone - you won’t keep me trapped in my fears. You’re sinking in your selfish ness, we’re tainted by words left unsaid – disse ancora salendo sempre di più per poi esplodere come poco prima nel ritornello coinvolgente.
La sua voce era limpida, chiara e cristallina, era perfetta.
Spostai lo sguardo di nuovo sul suo viso, allora riaprì gli occhi permettendomi di scorgere meglio quelle due pozze profonde incorniciate dal trucco scuro.
Avrà avuto la mia età, non sembrava più piccola, era minuta ma potevo ben notare i tratti affilati da ventenne come i miei.
Don’t follow me into my dreams and spit your words so viciously, I’ll wash my hands of this tragic mess. Truth can’t cure the blind, I wish you’d change your mind.. but you don’t care to see – cantò anche l’ultima parte della canzone facendo salire la voce in degli acuti da pelle d’oca, infatti le mie braccia si riempirono presto di brividi.
La musica cessò dopo le sue ultime parole, allora si aprì in un sorriso mozzafiato che illuminò il mio animo.
Si scostò le cuffie dalle orecchie e fece per guardare nella nostra direzione.
come sono andata? – chiese al microfono e mi stupii di sentire che aveva una bellissima voce anche quando non cantava, era cristallina e calda, vivace.
sei stata perfetta, vieni pure – esclamò l’uomo al mio fianco in un picco di entusiasmo che quasi contagiò anche me.
La ragazza annuì felice e ripose le cuffie sull’asta del microfono, poi si avvicinò alla porta per raggiungerci.
Mi alzai dalla sedia raggiante come tutti, anche se gli altri ragazzi non potevano capire cosa sentissi io in quel momento.
davvero è andata bene? – chiese meravigliata aprendo la porta ma quando vagando con lo sguardo oltre ai due uomini vide anche noi si bloccò un attimo, poi accennò qualche passo imbarazzata.
- oh, non pensavo ci fossero tante persone – aggiunse nervosa ma capii dal suo tono di voce che sapeva chi eravamo, anche dal modo in cui i suoi occhi ci guardarono uno per uno, cosa che fece anche con me.
è che dopo di noi in questo studio devono registrare loro, erano in anticipo e sono venuti a dare un’occhiata – le spiegò uno dei due uomini facendola annuire.
certo, allora togliamo il disturbo non preoccupatevi – esordì lei regalandoci uno dei suoi più caldi sorrisi.
Si avvicinò al computer centrale a cui erano collegati tutti gli altri monitor della stanza e spostò dei file sulla chiavetta che era inserita, ovvero le sue ultime registrazioni probabilmente.
Si piegò appena e il suo viso fu coperto dai capelli lunghi e mori tanto che fu costretta a tenere su il ciuffo con una mano mentre con il mouse correva da una parte all’altra dello schermo dal pc cercando di fare più in fretta possibile.
Solo dopo un paio di minuti staccò la chiavetta dal computer per poi salutarci con un cenno di mano e uscire dalla stanza insieme agli altri due uomini.
Lasciò una scia di profumo che rimase nell’aria, ed era buono.
Era dolce, proprio come il suo sorriso, come lei.
avanti ragazzi, diamoci da fare! – esclamò Paul facendoci segno di entrare nello stanzino di registrazione mentre si affacciò dalla porta per chiamare gli addetti che avrebbero inciso il tutto.
Appena varcai la porta il profumo dolce di quella ragazza mi riempì di nuovo i polmoni, allora mi infilai subito le sue cuffie di poco prima e presi il suo microfono, costringendo i miei compagni a prenderne altri quattro.



 
Come previsto passammo tutto il pomeriggio a cantare e ad incidere, anche se non riuscii a concentrarmi troppo sulla musica dato che ogni volta che chiudevo gli occhi mi passava per la mente quella ragazza.
Dovemmo ricominciare quattro volte la stessa canzone perché ogni volta che arrivava il mio assolo mi distraevo e non riuscivo a farlo a pieno, ero un completo disastro.
senti Zayn.. perché non fai un attimo una pausa? – propose Paul dopo un po’ intromettendosi nel lavoro e io non potei che annuire in un sospiro.
Mi tolsi le cuffie ed uscii dallo stanzino ritrovando Paul davanti.
noi ti aspettiamo qui, prenditi qualche minuto libero.. fai un giretto per i corridoi, bevi un caffè, fai qualcosa, poi quando ti sarai liberato la mente puoi tornare a registrare, ok?– mi spiegò ancora.
già, forse è meglio – acconsentii in un sussurro passandomi una mano tra i capelli per poi aprire la porta della stanza e chiudermela alle spalle, respirando l’aria fresca del corridoio.
Scossi la testa cercando di mandare via tutti i pensieri, e capii poi che un caffè mi sarebbe stato d’aiuto.
Infilai le mani nelle tasche dei pantaloni e in silenzio percorsi il corridoio arrivando dopo nella home dell’edificio dove c’erano rinfreschi, un bar, i bagni e delle macchinette.
Mi guardai intorno quando scorsi infondo alla stanza una chioma di capelli scuri piegata per terra davanti ad una macchinetta per le bibite.
Col sorriso sulle labbra mi avvicinai a lei riconoscendo la giacca di pelle di un’ora prima e quando le fui affianco presi coraggio e parlai.
va tutto bene? – chiesi premuroso vedendola inginocchiata sul pavimento con una mano intenta a cercare qualcosa sotto la macchinetta.
Sorpresa alzò di poco il viso e quando i suoi occhi incrociarono i miei scosse la testa e un sorrisetto imbarazzato le riempì le guance.
si.. è che.. mi è caduta la monetina qui sotto ed è l’ultima che mi sono portata dietro oggi– mi spiegò guardando con desolazione i piedi della macchinetta facendomi ridacchiare.
quindi addio caffè – concluse infine mettendo su un broncio prima di tirarsi in piedi, confermando così i miei pensieri.
Era minuta, i fianchi erano stretti ma femminili, e delle corte gambe slanciate erano fasciate da dei jeans scuri.
se vuoi posso offrirtelo io, non c’è nessun problema – dissi a quel punto io cordiale vedendola spalancare gli occhi.
no no non c’è bisogno, davvero – ribatté subito facendomi segno con le mani di non farlo.
guarda che mi fa piacere, e poi ho proprio due monetine. Una per me e una per te – insistei mostrandole i due penny stretti nella mia mano che lei osservò distrattamente.
e che non mi sembra il caso, posso fare a meno del caffè per oggi – disse ancora lei cercando di convincermi usando uno dei suoi sorrisi dolci ma io con un cenno di testa inserii una delle due monete nella serratura della macchinetta.
avanti, come lo vuoi? – le chiesi pronto a pigiare sul tasto del caffè che avrebbe scelto.
Rimase a fissarmi un attimo colpita ma con un sopracciglio alzato, poi in un sospiro ammise –macchiato, con tanto zucchero – pronunciò quelle parole con imbarazzo perché fu costretta ad avvicinarsi più a me per leggere le varie targhette affisse sulla macchina.
perfetto – commentai a voce bassa seguendo le sue indicazioni e dopo poco il bicchiere fumante sbucò dall’apposito buco permettendole di prendere il suo caffè.
- grazie mille, non so come ringraziarti – esclamò felice cominciando a girare velocemente il liquido con la bacchettina mentre io inserii l’altra moneta per prendere il mio caffè espresso.
non preoccuparti, l’ho fatto con piacere – ribattei cordiale facendole cenno di stare tranquilla.
è che mi fa strano, la galanteria in questi ultimi tempi e molto rara – commentò divertita facendo ridere anche me.
anche voci belle come la tua sono rare, sai? – mi complimentai intavolando il discorso sulla sua performance che mi aveva tanto colpito.
oh, mi avete sentita? – chiese arrossendo appena smettendo di girare il caffè per poi portarselo alle labbra lentamente continuando a fissarmi allarmata.
ecco, eravamo lì.. e poi sei davvero brava – dissi ancora facendola arrossire.
Non era uno dei rossori che mi capitava di vedere quando parlavo con una ragazza, che arrossivano guardandomi, solo per il mio aspetto, era semplicemente imbarazzata perché non si aspettava tutte quelle belle parole.
Era arrossita per le parole, non perché le avessi dette io.
non esagerare, non sono nulla di che – mormorò con modestia sorridendomi appena e anche io mi chinai a prendere il mio caffè che girai velocemente cominciando a sorseggiarlo.
- invece secondo me hai una grande voce, fai degli acuti da brivido – ribattei facendola ridere.
dovrei dire il contrario, sei tu quello dagli acuti da brivido – rigirò la frittata prendendomi alla sprovvista.
ehi, stavamo parlando di te! – sbottai lasciandomi ad una risata contagiando anche lei.
comunque cosa stavi incidendo? Un disco? – le chiesi curioso vedendola poi annuire.
già, il mio album di debutto.. anche se non penso che lo compreranno in molti – disse con un calo nella voce mantenendo però sempre un sorriso dolce.
io non ne sarei così sicuro, anzi.. io lo comprerei – ammisi vedendola sgranare gli occhi.
ho sentito bene? Zayn Malik ha appena detto che comprerebbe un mio disco? – chiese colpita con un po’ di sarcasmo che mi fece piegare in un sorriso divertito.
perché no? Sei molto brava secondo me – dissi ancora e i suoi occhi quasi brillarono a quelle mie parole.
oh, smettila di dire così.. – mormorò veramente imbarazzata abbassando lo sguardo al pavimento per un attimo facendomi sorridere dolce.
Si guardò la punta degli anfibi scuri mordendosi il labbro nervosa per poi sorridere e guardarmi di nuovo scuotendo appena i capelli.
perché non mi dici come ti chiami? Così lo comprerò sul serio il tuo disco – cercai di scoprire il suo nome nonostante avessi in mente un vago Alex.
mi chiamo Alexandra ma il mio nome d’arte è Alex G – rispose in un sorriso porgendomi una mano che io strinsi, confermando i miei dubbi.
La sua pelle era morbida e profumata.
hai anche un nome d’arte? Continui a stupirmi.. – commentai per farla ridere, infatti si aprì in un sorriso mozzafiato da cui ne uscì una risata cristallina.
veramente sei tu a stupirmi. Non capita tutti i giorni di incontrare una pop-star di fama mondiale che ti faccia anche tutti questi complimenti – rispose a tono sciogliendo la presa con la mia mano per bere ancora un sorso del suo caffè.
- non dire così, mi fai sentire importante – sussurrai con spirito.
vale lo stesso per me, non dovresti dire tutte quelle cose che poi mi monto la testa – mormorò seria continuando però a sorridermi.
come vuoi.. comunque quando uscirà questo disco? – chiesi ancora.
prima di Natale, stiamo finendo di incidere le ultime tracce – mi spiegò in un sorriso.
e come si intitolerà? – chiesi non riuscendo a fermarmi, ogni volta che sentivo la sua voce mi venivano altre mille domande in mente da porle solo per sentirla parlare.
Nineteen – disse lei.
- quindi ne deduco che tu abbia diciannove anni.. – azzardai sperando di aver indovinato.
in realtà ne ho venti appena compiuti – mi corresse ridacchiando.
ma come? Sembri più piccola.. – commentai stupito facendola ridere ancora.
sarò anche bassa ma sono più grande di te a quanto pare – scherzò guardandomi furba.
come fai a sapere che ho diciannove anni? – chiesi colpito da tutte quelle informazioni.
beh.. mia sorella è una vostra grande fan in verità – ammise passandosi una mano tra il ciuffo che le ricadeva in parte sulla fronte.
mandale un bacione da parte nostra allora, noi amiamo i nostri fans – dissi cordiale immaginandomi una ragazza mora più piccola di lei con gli stessi occhi scuri.
certo, andrà fuori di testa quando le dirò di averti parlato – disse lei scoppiando a ridere un secondo dopo contagiando anche me.
Mi persi un attimo ad ascoltare la sua risata cristallina e a guardare i suoi occhi profondi, quando sentii qualcuno chiamarmi.
Zayn ti stiamo aspettando, sbrigati! – mi urlò Liam dal corridoio facendomi voltare un attimo.
beh, la truppa mi vuole – le mormorai per trovare un pretesto per salutarla.
certo, vai pure – disse lei cordiale sorridendomi dolce.
- è stato un piacere conoscerti, spero di incontrarti di nuovo in questi giorni – ammisi forse con un po’ troppa confidenza bevendo poi in un sorso il caffè e buttare il bicchiere in un cestino lì affianco.
oh penso proprio di sì, vengo sempre a registrare qui le mie canzoni – mi rispose lei dando un motivo alle mie giornate.
allora ci si vede – dissi in un sorriso facendole un cenno di capo al quale lei rispose.
ciao – la sentii sussurrare un attimo prima di tornare sui miei passi e incamminarmi verso lo studio nove lungo il corridoio.
Mi voltai solo prima di aprire la porta e la vidi ancora lì dove l’avevo lasciata a guardarsi intorno curiosa, probabilmente osservando i vari quadri che riempivano i muri della sala, ed era bella anche così.
Sorrisi a quella visione e tornai dentro alla stanza di registrazione pronto a mettermi al lavoro finalmente, cosa che i ragazzi apprezzarono con felicità.
Cantai come non mai quel giorno, con la consapevolezza che prima sarebbe finito il turno prima sarebbe arrivato un nuovo giorno e con lui Alex.


 
I giorni seguenti costrinsi tutti ad arrivare prima in studio sperando di rivedere quella ragazza stupenda ma solo dopo scoprii che i suoi turni erano cambiati, registrava solo la sera tardi.
I mesi passavano come anche la speranza di poter parlare di nuovo con lei, di vedere quegli occhi profondi da vicino.
Mi ritrovai solo, la sera prima di Natale, ad ascoltare con trasporto le canzoni del suo album di cui mi aveva tanto parlato.
Non mi ero sbagliato, aveva proprio una voce mozzafiato.
E sentendo le parole di quella canzone che l’avevo vista incidere in un certo senso era come se fosse di nuovo con me a deliziarmi con i suoi sorrisi.
Scoprii che aveva un canale Youtube dove faceva cover di canzoni oppure ne cantava alcune sue, solo in quel modo riuscii a rivederla.
Rivedere le sue labbra, il suo sorriso, i suoi capelli, il suo viso, i suoi occhi.
Come in un sogno, come in tutti quelli in cui mi aveva seguito dal giorno in cui l'avevo conosciuta.






Buonjour buonjour! Ok mi calmo ahah
Eccoci qui con una nuova One-shot!
Mi sono ispirata COMPLETAMENTE alla canzone "Nineteen" di Alex G perchè si, la ragazza di questa storia esiste davvero ed è una youtuber americana.

Questo è il suo canale, e se volete questa è la canzone che viene citata nella FF, che vi consiglio vivamente di ascoltare perchè è molto bella.
Che dire.. spero vi sia piaciuta anche se non è molto lunga ma mi è venuta fuori così ahah mi piacerebbe sapere cosa ne pensate in una recensione se vi va.
Per chi non mi conoscesse vi lascio qui le altre mie One-Shot:

A letter for you
Il problema è che ti amo
E anche la mia long:
You're different than other else
Un bacione a te che sei passata a leggere, grazie mille.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Birbi_alex