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Autore: SignorinaWallie    19/08/2012    1 recensioni
E ogni giorno vivevamo un giorno sempre triste immerso nei ricordi, sembrava che ogni giorno combattevamo il dolore che rimaneva perenne su di me e George. La nostra vita era crollata senza Fred.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Salve a tutti! Sono praticamente nuova, e questa è il mio primo Missing-moment, e l'ho ispirata ad una drabble scritta da http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=149370 , e anche guardando questa immagine http://weheartit.com/entry/34723915 .

Spero molto che il mio Missing-Moment , non somigli troppo alla drabble di Forge, in tal caso ditemelo e sarà cancellato!

Recensite numerosi, e grazie a chi legge!

Baci MrsLyla_90!

23 Maggio 2003




Piove, è un'altra di quelle giornate piovose. Senti le gocce di pioggia picchiettare rumorosamente sui vetri delle finestre.

Tuo figlio Fred sta giocando di sotto con Rose e Hugo, li senti dal pian terreno che ridono felici, nonostante lì fuori ci fosse un'altra giornata di pioggia, fredda e triste.

Tuo marito, George, era a Hogwarts. Come sentivi quel nome, ti veniva una morsa al cuore, quel posto dove sono accadute quelle cose che non dovevano accadere.

Ma la domanda che più ti incupiva era “Cosa era andato a farvi?”, e cercavi inutilmente di risponderti con frasi del tipo “magari è andato a trovare Neville”, ma senza convinzione ti lasciavi andare dai pensieri cupi.

Avevi in mano una catasta di panni da asciugare, di solito li stendevi con la magia, ma questa volta decidi di stenderli senza.

Passi per la camera da letto, davanti al comò con le foto di te e George, che ricordi meravigliosi...Apri il balcone e una folata di vento ti colpisce in pieno viso facendoti rabbrividire.

Cominci a stendere i panni uno ad uno, pensando a George.

Tu lo amavi, lo amavi talmente tanto che l'avresti seguito ovunque, e con te tuo figlio, il vostro bambino.

Erano passati quattro anni da quando Fred era morto. Così giovane e innocente. Come poteva averci abbandonato, soprattutto come poteva aver abbandonato George, il suo fratello gemello? Gemelli non solo fisicamente ma anche di anima, anima e cuore.

E io ogni santo giorno, vedevo il suo sguardo sempre più cupo, e ogni volta che lo vedevo mi veniva una morsa a cuore, e un affluente di ricordi mi passava davanti agli occhi.

E ogni giorno vivevamo un giorno sempre triste immerso nei ricordi, mentre nostro figlio viveva in un mondo spensierato e felice, ed ero contenta di questo, almeno di questo, sembrava che ogni giorno combattevamo il dolore che rimaneva perenne su di me e George.

Fred per me era un fratello che non avevo mai avuto, che ci davamo forza l'uno l'altro, che mi aveva insegnato a ridere più frequentemente. Un fratello che non avevo più.

Avevo delle amiche sposate e una single , che mi volevano bene, e che discutevamo insieme dei nostri problemi.

Quante volte gli avrò parlato su come poter rendere di nuovo felice George? L'unica soluzione era riportargli indietro suo fratello, ma come potevo?


Non riuscendo più a stare tranquilla decisi di andare a Hogwarts, avrei lasciato i bambini nelle mani di Raxelle, mia sorella, i bambini si erano innamorati di lei! Ed ero contenta anche di questo.

Finii di stendere i panni con la magia, questa volta.

Scesi al pian terreno, dove trovai i bambini che giocavano in salotto.

<< Mamma, mamma! Dove vai?! >>, disse Fred aggrappandosi alla mia gamba, mi inginocchiai per trovarmi a faccia a faccia con il mio bambino. Era quasi identico a George, quasi identico a Fred...

<< Da papà, tesoro >>, dissi con un sorriso, e gli spettinai i capelli con un mano.

Gli occhi di mio figlio brillarono per un attimo. Quello era mio figlio, a volte lo guardavo e non ci credevo che lui fosse mio figlio!


Presi il telefono e chiamai mia sorella, che mi rispose dicendomi che sarebbe arrivata a momenti. Nel frattempo mi levai le pantofole e mi misi gli stivali, e presi la giacca infilandomela. Proprio quando scendevo le scale arrivò mia sorella.

<< Raxelle! >>, la salutai non appena le aprii la porta.

<< Helen! Come mai questa improvvisa chiamata? >>, mi disse mentre mi salutava con un abbraccio.

<< Devo andare da George, ad Hogwarts! >>, dissi giustificandomi.

<< Capisco >>, ed ecco di nuovo quello sguardo comprensivo di mia sorella, sapeva cosa avevamo passato, sapeva della morte di Fred.

<< Di là ci sono Fred, Rose e Hugo! E ho lasciato del thè in cucina, tornerò per l'ora di cena! >>

<< Okay, ciao! >> disse già che si dirigeva dai bambini.

<< Ciao! >>.

Uscii di fretta lontano dagli occhi indiscreti, imbucandomi in una via solitaria per smaterializzarmi al cancello di Hogwarts. Il cuore mi batteva all'impazzata.

Mi ritrovai lì in un secondo, in quel tempio di gioventù e felicità, a volte sognavo di poter ritornare giovane, e ritornare a divertirmi per i prati del parco di Hogwarts. Ero felice una volta, veramente felice. Sento il mio cuore aumentare di un battito.

Era buio ed ero seduta sotto la quercia del parco, sentii un passo svelto. Alzai lo sguardo per vedere chi era e riconobbi la figura sottile di Fred.

Helen!” mi salutò Fred con il suo sorriso smagliante di sempre, ma vidi nei suoi occhi che qualcosa non andava.

Fred!” ricambiai con un sorriso a trentadue denti.

Vorrei parlarti”. Avevo azzeccato. Così gli feci cenno di sedersi al mio fianco, e in fretta così fece.

Dimmi, fratello”, dissi aprendo le orecchie.

Ho fatto un brutto sogno, non riesco a levarmelo dalla testa” iniziò a dire, poi fece una pausa.

Mio fratello stava per morire”, disse mentre i suoi occhi luccicavano, poi degluitì. La luna gli illuminava il volto, era molto ansioso.

e io non sono riuscito a fare niente, ed è morto”, disse respirando a bocca aperta, gli posai una mano sulla spalla.

La spalla di mio fratello.

E' stato brutto, una cosa troppo brutta”, disse chiudendo gli occhi e scuotendo il capo.

Il sangue che si spargeva ovunque, e un dolore lacerante, come se mi si stesse strappando il cuore”, raccontò, e nel mentre gli sfuggì una lacrima.

Non avresti dovuto piangere Fred.

E' stata una cosa orrenda, mi sentivo impotente...non so come sarebbe stata la mia vita senza di lui”

Allora mi affrettai ad abbracciarlo, a stringerlo a me, e gli accarezzai dolcemente la schiena. E sentii che piangeva.

Era solo un sogno, solo un sogno, Fred”, e sentii che a queste parole il suo cuore si calmava sopra il mio petto, e le sue braccia stringermi calorosamente.

Sciogliemmo l'abbraccio, lui non mi guardò negli occhi, e io gli asciugai le lacrime, e poi lo baciai sulla fronte. Diceva che un mio bacio sulla sua fronte per lui era come una benedizione.

Grazie” sussurrò, mentre mi accarezzava una mano.

Grazie.

Poi mi alzai prendendo lo zaino a tracolla, e dissi:

E poi è impossibile che uno di voi due moriate, non se non insieme”, dissi come se fosse una cosa ovvia, una cosa troppo banale.

Ma mi sbagliavo, alla fine sei morto tu.

Oh, Fred. La vita non era stata giusta con te.

Sentii sfuggirmi una lacrima, che asciugai subito.

Mi affrettai allora a percorrere il tragitto che portava all'ingresso di Hogwarts.


Appena arrivata all'ingresso, c'erano solo due ragazze di Tassorosso, mi affrettai a camminare, non avevo un punto preciso di dove stavo andando, ma velocizzai il passo per non lasciare che mi venissero in mente i ricordi, troppo dolorosi ma fin troppo belli.

Arrivai al terzo piano, avevo il fiato corto, mi sentivo una strega in fuga, non in fuga da un Mangiamorte qualsiasi, ma in fuga dai ricordi. Volevo piangere, piangere disperatamente che quello che era mio fratello era morto, e che quello che adesso era mio marito, nonché gemello di quello che era mio fratello, ci soffriva ogni santissimo giorno. Era diventata una cosa quotidiana, una specie di condanna ad una vita con la felicità irritrovabile.

Ci siamo persi, Fred.


Per fermare l'affluente di pensieri, fermai all'improvviso una ragazzina di Corvonero che passava di lì, per mettere fine a quella tragica avventura.

<< Mi scusi ha visto il signor George Weasley? >>, gli chiesi atona ma con l'aria di chi aveva da fare, e di fretta.

<< Certo era al settimo piano >>, rispose gentile la ragazzina.

<< Grazie >> le risposi con un sorriso.

Arrivatavi, passai davanti ad un muro vuoto,e all'improvviso sentii come dei singhiozzi, dei rumori provenire da dietro quel muro.

Mi fermai per un momento di fronte al muro. E lentamente una porta vi apparve, era la stanza delle necessità. Ci andavamo io e George, nelle nostre scappatine da romanticoni.

La aprii lentamente, era una stanza buia, con tanti archi ai lati, e un soffitto di pietra, e in fondo un grande specchio con una cornice dorata.

E davanti c'era un ragazzo con i capelli rossi: George , chino sullo specchio, inginocchiato con la testa piegata.

Un singhiozzo, e un dolore ti squarcia lentamente il petto. Ti avvicini, con le lacrime agli occhi.

Lo senti piangere, e forte, e le tue lacrime aumentano, vorresti che smettesse.

Lui non si accorge di te, ma ti avvicini lentamente.

<< George, ti prego... >> dissi piangendo, mentre lo tiravo per la maglietta abbracciandolo da dietro.

George si accascia con la testa all'indietro, tenti di tirarlo di rialzarlo mentre lacrime nuove infrangono il tuo volto. Gli presi il volto tra le mani, tentando di asciugargli le lacrime.

Era bollente.

Bollente di dolore.

<< Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere >>, dissi citando le parole della buon'anima di Silente.

<< George! >>, dissi piangendo insieme a lui, accovacciata a dosso a lui.


Ti amo George, e farò di tutto pur che tu sia felice.

Ti amo George, e ti seguirò pure nella morte.

Ti amo stupendo ragazzo dai capelli rossi.


E tu, fratello mio, ti voglio un infinito di bene.

Fred, tu che mi hai fatto gioire, che ci hai fatto gioire.

Fred, ci siamo persi, senza di te, siamo persi, soprattutto George.

Lui non è più George senza di te, non è più niente.


Strinsi George tra le braccia, il più forte possibile, mentre le lacrime scendevano copiose.

Sentivo la sua pelle, calda sotto le mie mani, sentivo il suo abbraccio che mi proteggeva, che mi faceva sentire unica, magica.

Rimanemmo abbracciati per un po', poi scogliendo un po' l'abbraccio per guardarmi in faccia, mi disse:

<< Scusami, amore >> con una voce quasi atona.

<< Non c'è problema >>, gli risposi pacata, e avvicinai le mie labbra alle sue, e ci baciammo.

Fu un bacio intenso, un bacio che non ci davamo da tempo. Le nostre lingue erano una sola cosa, che si accarezzavano, l'una vogliosa dell'altra.

Quel bacio durò per minuti, ma non fu uno sforzo, anzi, ero felice.


Quando uscimmo, io mi strinsi al suo braccio, e lui teneva le mani nelle tasche, poi si voltò verso dicendomi:

<< Grazie, di esserci >>

E sorrisi più felice che mai.


  
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