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Autore: xkidrauhlover69    19/08/2012    4 recensioni
feci un sogno l'altra notte, ed è il primo capitolo della mia storia.
avete presente quando si viene svegliati nel bel mezzo di un sogno bellissimo e richiudete gli occhi nel tentativo di cercare un finale? ecco, questo è quello che voglio fare.
beh, alexis è una ragazza timida, ma estroversa e forte, piena di se, ma nasconde tutto ciò dietro un angolo di cuore.
summer è la sua migliore amica, ma può vederla solo di nascosto.
cambierà tutto ciò quando si trasferirà da toronto a los angeles per andare al college?
e quel ragazzo biondo?
spero vi piaccia.
-alexis.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 6.

 


-Alexis, il numero. Vuoi darmelo o no?- Disse Justin in una risata quasi soffocata.
-Oddio scusami.- Rispose la mora con la testa fra le nuvole, molto probabilmente era presa in un combattimento tra i mille pensieri che dopo il pronunciare di quella frase le erano venuti in mente.
‘il mio numero? Quale numero?’ era arrivata a non capire più nulla, con lo sguardo perso negli occhi color nocciola del biondo.
-555.745.8237-
 
Con un tono di voce sottile quanto gli occhi del ragazzo in quel momento, che si erano assottigliati nel cercare di capire bene ciò che usciva dalla bocca di quella che in quel momento gli sembrava la ragazza con gli occhi più blu che avesse mai visto, scandì le undici cifre e coricata di borsa e dall’enorme pupazzo che reggeva ormai a fatica si affrettò ad aspettare che justin salvasse il numero in rubrica.
-Devo andare, è tardissimo, cazzo. Mia madre mi ammazzerà.- disse con un tono serio lei che in quel momento di vergogna voleva rifugiarsi nella sua cameretta, sotto le sue coperte, lasciando risonare nella stanza la melodia del suo cantante preferito.
La timidezza la stava invadendo definitivamente.
Justin salvò il suo numero e dopo averlo ricontrollato con lo sguardo un paio di volte alzò lo sguardo verso la mora che frettolosamente si accingeva a salutarlo.
Un passo avanti e due baci sulle guance bastarono per lei.
-E’ stata una bellissima giornata, grazie.- ammiccò voltandosi quasi come per scappare.
In realtà voleva solo tornare a casa e raccontare all’amica cos’era successo.
Avrebbe dovuto svolgere anche un test che le era stato assegnato per entrare al college, uno di quelli con mille domande personali, come se invece di andare in una scuola avesse dovuto fare un colloquio di lavoro.
 
Il biondo preso in una risatina divertita dal fatto che avesse intuito che Alexis fosse molto intimidita in quegli attimi di silenzio, la prese per i polsi mentre era già partita in quarta e con fare molto delicato le stampò un bacio sulla gota destra.
La mora avvampò in viso e si lasciò quasi impietrire da quel gesto che le aveva azzerato qualsiasi tipo di pensiero in quel momento, ma forse l’uscita di quel pomeriggio le avrebbe azzerato i pensieri per tutta la sera.
 
 
Corse a casa passando per il viale senza far rumore e dirigendosi verso il retro dell’abitazione, per evitare di suonare in modo che la madre potesse percepire il suo arrivo, trovò quest’ultima a chiacchierare al telefono. Dall’altra parte della cornetta probabilmente c’era Meredith,  una sua cara amica che ormai era solito vedere nel salone della loro casa.
L’unica soluzione per Alexis era passare nel giardino, dove solitamente passava Summer.
Lanciò la borsa e il pupazzo nella finestra che era stata lasciata aperta da lei qualche ora prima, fortunatamente.
Si arrampicò sull’albero dalle lunghe frange che era posizionato proprio davanti alla cameretta, ormai spenta e fresca, piena di aria viziata.
Saltò e arrivò sbilanciata sul tappeto, effettivamente non era una ginnasta provetta, era molto impacciata quando non si parlava di camminare.
 
 
Alexis’s POV.
 Afferro velocemente il telefono per chiamare Summer, non vedo l’ora di sentirla e di raccontarle ogni minimo particolare, infondo se non ci fosse lei con me non saprei con chi sfogarmi, di certo non posso andare da mia madre e raccontarle tutto, non parliamo mai di queste cose.
-Summer, non immagini, io e Justin siamo stati benissimo, prima di andare via mi ha dato un bacio sulla guancia, sono andata via senza dirgli niente, mi ha chiesto il numero, mi ha offerto un milkshake, mi ha portato sulla ruota panoramica e mi ha fatto ammirare tutta la città, è bellissimo e io sono cotta di lui.-
Dico senza buttare fuori un filo d’aria.
-Alexis calmati.- mi dice ridendo.
Che cazzo ride? Io sono agitata come un cane e questa mi ride in faccia.
-Non è successo altro? Non ti ha baciata?- no deficiente, certo che non mi ha baciata.
-No, Summer, non mi ha baciata. Ti racconto tutto domani mattina, ci vediamo al parco alle 10:30.-
-Alle 10:30? Alexis ma che ti passa per la mente?- sbuffa, non le piace svegliarsi presto la mattina, ma io devo raccontarle ogni minimo dettaglio il prima possibile.
 
 
Alexis attaccò il telefono e piena di battiti andò a coricarsi ripensando a quegli occhi color nocciola che aveva scrutato tutto il pomeriggio senza sosta. Si rigirò in ogni angolo del letto più volte, controllando il cellulare che aveva lasciato acceso in caso di un messaggio da parte del biondo, una chiamata, qualsiasi cosa.
Il mattino seguente la sveglia non suonò e Alexis in preda al panico vedendo che erano ormai le dieci e qualche minuto, saltò fuori dal letto per dirigersi nel bagno in cui in un batter di ciglia si cambiò.
Niente sofisticatezza, una maglietta e un paio di jeans erano sufficienti per incontrare l’amica.
In men che non si dica si trovò seduta su una panchina del parco che non era affollato, c’era qualche corridore mattutino che finiva ormai la sua corsa, donne col passeggino che facevano respirare i loro bambini nella culla e signore anziane che davano piccole briciole di pane ai piccioni che le avevano ormai accerchiate.
Probabilmente Alexis non fu l’unica a non sentire la sveglia, infatti Summer arrivò con qualche minuto di ritardo.
-Ma quanto c’hai messo?- disse ridendo mentre si accingeva a guardare l’amica che si stropicciava gli occhi dal sonno. Non che lei non ne avesse, insomma.
-Alexis, vaffanculo!- imprecò la rossa mentre cercava disperatamente una posizione comoda su quella panchina metallica.
Si trovarono a spettegolare del giorno precedente, con l’aria intimidita della mora, della madre di Summer che come al solito l’aveva torturata con i suoi rimproveri, visto che la stanza della rossa era irriconoscibile come al solito, e di Clare.
Clare era la ragazza più gettonata di Stratford. Tette super imbottite, capelli biondi platino, gonne corte, taglia 38 e cervello da gallina. Era la solita puttanella montata che, convinta delle sue potenziali intellettuali, offendeva qualsiasi ragazza non le andasse a genio. Effettivamente Clare non era poi così intelligente quanto credeva.
Furba si, ma intelligente proprio no.
-Se ne sarà scopati venti l’altra sera al BlueMonk.- disse la rossa con uno sguardo disgustato  che Alexis non potè che ricambiare.
Non erano mai andate d’accordo, anche se la madre fin da piccole le faceva giocare nella casa della bionda di rado.
 
Durante la conversazione tra le due, il suono di un messaggio interrompe le loro chiacchiere facendo sobbalzare Alexis, che per quanto potesse essere presa dalla conversazione con l’amica, non faceva altro che ripensare alla sera che aveva passato in compagnia di Justin.
-Oh mio dio, Summer credo sia lui.- disse spalancando gli occhi mentre un sorriso le si allargò sul viso.
“ci vediamo sul ponte tra mezzora, se vuoi mi trovi lì” lo lesse ad alta voce e in men che non si dica era in piedi davanti all’amica che rideva di gusto dopo aver visto la reazione della mora.
-Vai, ci vediamo dopo, chiamami stasera.-
Dopo essersi sciolte da un abbraccio che la rossa le aveva dato, quasi per incitarla a stare tranquilla, si incamminò a passo svelto dirigendosi verso la meta.
Il ponte era un luogo in cui non era solita passare, divideva due quartieri della città e nelle vicinanze di questo c’era un piccolo fiume e una ferrovia che collegava la periferia al centro.
Nel camminare, Alexis si guardava spesso nelle vetrine dei negozi che sorpassava per darsi un’occhiata.
Non era prevista questa uscita e tanto meno si aspettava quel messaggio, anzi, tutto al contrario.
Credeva che Justin non l’avesse più cercata e che ieri, in qualche modo, avesse fatto qualche mossa sbagliata.
 
Erano ormai le 11:40 e di Bieber non si vedeva traccia, fatto sta che era arrivata una manciata di minuti prima e che non vedeva l’ora di vederlo.
Era cotta, cotta di quel biondo.
 
-Eccoti.- disse lui picchiettandole su una spalla per farla girare.
Era ormai in attesa mentre scrutava l’aria circostante sommersa nel verde e solo in lontananza si poteva intravedere, ormai, qualche abitazione.
Si girò di scatto accennando un sorriso sghembo. –Ciao, Bieber.-  ammiccò lei spostandosi una ciocca di capelli a sguardo basso.
-Vogliamo andare?- ammiccò lui.
Alexis non potè rifiutare e iniziarono a camminare affiancati l’uno all’altra.
Il suono degli uccelli e il fruscio leggero delle piante riempiva l’aria circostante ed entrambi erano presi in un discorso di poco senso, in cui non facevano altro che ridere e fissare atterra.
Justin non sapeva se lei era caduta nella sua trappola, se con quel bacio sulla gota che le aveva stampato la sera prima era riuscito a scaturire in lei qualcosa visto il suo carattere.
Tanto meno lei sapeva se era veramente interessato o se lo faceva per passatempo, infondo quello era il terzo giorno che passavano insieme.
I capelli di lui erano scompigliati da un venticello quasi piacevole che soffiava sul viso di entrambi e gli occhi della mora non facevano altro che guardare il profilo del biondo che camminava con le mani nelle tasche spostando di qua e di là un piccolo ciottolo di fiume che aveva trovato sul sentiero che avevano percorso per quel lasso di tempo che sembrava essere durato un quarto d’ora, ma che invece era superiore.
Senza ombra di dubbio Alexis non pensò ad altro in quel momento, fino a quando non si ricordò del test che aveva lasciato incompleto sulla scrivania.
Doveva inviarlo la sera stessa, oppure addio college.
-Che sbadata.- disse tra una parola e l’altra portandosi le mani sulla nuca, come per maledirsi di quello che aveva lasciato incompleto.
-che succede?- Justin la guardava curioso mentre apriva un sorriso sul suo viso che fece sorridere anche lei.
Lasciò stare e ritornò alla conversazione con il biondo, che nel frattempo era diventata interessante visto che parlavano di Clare.
A quanto pare non andava a genio nemmeno a Justin.
Le raccontò che pochi mesi prima uscirono insieme e che non faceva altro che mangiarselo con gli occhi, toccatine, sguardi provocanti, era arrivata persino a qualche bacio che gli aveva lasciato sul collo e sulle labbra. Tutto questo alla prima e ultima uscita.
Post scriptum: Parli del diavolo e spuntano le corna.
Da un angolo del viale uscì la bionda che con i suoi tacchi e le risatine da oca che si scambiava con le amiche ruppe il silenzio e la tranquillità che si era formata tra i due e che risultava quasi piacevole per entrambi.
-Guarda, guarda, guarda. Non sapevo che ti fossi calato così in basso per uscire con una ragazza, Bieber. – Guardò Alexis con uno sguardo di sfida e sembrava quasi che stesse per vomitare, tanto che lei non proferiva parola, aspettava che Justin rispondesse alla provocazione incuriosita dalla risposta che gli avrebbe dato.
-Non sapevo che ti imbottissi così tanto, Mckenzie.-
Justin a quella risposta sorrise compiaciuto e guardò la bionda che se la ride sotto ai baffi con le sue sgualdrine che la pedinano ovunque.
Era come una dea per loro, o forse la usavano solo farsi popolari agli occhi degli altri.
A tale risposta la bionda accenna un –Vaffanculo.- tra i denti stretti e si allontana muovendo le anche con le altre.
Entrambi se la ridevano seduti su una panchina che avevano trovato pochi metri più avanti e quando si allontanarono, ma non abbastanza da perdere la visuale sui due, Justin ammiccò ad Alexis:
-Guarda adesso come sbraita.- Urlando in quel silenzio pazzesco richiamò Clare all’attenzione costringendola a girarsi.
Prese tra le mani il viso di Alexis e premette le labbra sulle sue, tanto da far avvampare di un bordeaux la mora che era rimasta sbalordita da quel gesto.
Pugni serrati, occhi spalancati e muscoli tesissimi in qualsiasi parte del corpo.
-Scusa.- mimò lui con la bocca prima di rivoltarsi verso le quattro che ormai erano rimaste a bocca aperta, sorprese tanto quanto Alexis da quel gesto.
 
 
 
 
 
 
19 RECENSIONI? MA SCHERZIAMO? VI AMOOOOO DLJGFLFG.
PICCHIATEMI, VE LO PERMETTO.
NON HO PUBBLICATO IL CAPITOLO PERCHE’ NON HO AVUTO IDEE, MA VEDENDO UN FILM OGGI POMERIGGIO MI SI E’ ACCESA LA LAMPADINA E HO PRESO A SCRIVERE.
SO CHE NON E’ DEI MIGLIORI QUESTO CAPITOLO, MA PIU’ AVANTI MIGLIORERA’, PROMESSO.
EHEH, DOPO QUESTO ‘BACIO’?
RECENSITE MI RACCOMANDO C:
-Alexis.
  
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