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Autore: Dangerous_L    20/08/2012    0 recensioni
E' passato tanto tempo, quasi due anni. E allora tu mi spieghi perchè entrambi continuiamo a cercarci e ad aspettare il momento in cui ci rivedremo?
Sarà difficile, te lo assicuro. Mi riconoscerai? non lo so. Sentirai i ragni zompettare qua e là nel tuo stomaco? non lo so. Ci innamoreremo? non lo so. Una stupida storiella estiva il cui ricordo sarebbe dovuto rimanere per qualche mese al massimo, ma il tempo è passato, e lo so che tu ci pensi ancora a me. Ti chiederai che sapore avrò, se il mio carattere ti andrà a genio, se sono come tutte le altre. Mi chiedo le stesse cose anch'io, credimi, ma mi fido. Mi fido perchè dal primo momento in cui hai piantato il tuo sguardo nel mio, ho capito che non sarei mai più tornata la stessa.
Genere: Demenziale, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Lucrezia.
 Il viaggio non è durato a lungo, circa 2 ore e mezza, quanto previsto dalle indicazioni che ci avevano dato.
Penso di essermi addormentata per la metà del tragitto, infatti adesso sono sveglia e ho il collo che più male di così non può farmi. Ho passato l’altra metà del viaggio a fissare i paesaggi che trovavo fuori dalla macchina ascoltando musica house. Musica che piace a mia madre e non a me. Che donna!
Sono sveglia da circa 20 minuti e ho deciso di prendere le cuffiette e il mio iPhone per poter ascoltare musica decente, quando all’improvviso vedo spuntare un’indicazione.
E’ un cartello che da la direzione del villaggio. Cazzo.
Sento l’ansia salire, il cuore andare a mille.
Ci troviamo in mezzo alle montagne, e se guardo giù vedo il mare.. e adesso, adesso vedo anche il villaggio!
Ecco i bungalow, la piscina, il ristorante.. visto dall’alto è tutto così strano. Così piccolo. Così diverso.
Non mi sembra vero.. dopo due anni sono di nuovo qui. Dopo due anni, se sono fortunata, rivedrò Cristian.
E Antonio? Ma che vada al diavolo.
La mia vita deve continuare, giusto? Andare avanti, non fregarsene, prendersi del tempo, distrarsi. E’ questa la soluzione. E quale migliore distrazione se non un cameriere arrapante con un culo da paura e un sorriso capace di accecare? Nessuna, ve lo dico io!

‘’Luli, chiama Melania e dille che stiamo scendendo.’’
Afferro il telefono di mia madre che si trova sul cruscotto. La mano mi trema, non riesco a pensare e sento il viso tirarmi. Ah, sto sorridendo. E che sorriso!
Vado in rubrica e cerco il numero di Melania, appena lo trovo, chiamo.
‘’Pronto!’’
‘’Mely! Stiamo scendendo!’’ le mani non sono l’unica cosa che trema adesso.
‘’Ok, scendete fino in fondo, vi da una mano Carmelo.’’
‘’Va bene!’’ Stacco.
Scendiamo lungo tutto il promontorio della montagna e sudo freddo; un po’ perché la strada è tutta curve e non c’è nemmeno una protezione ai margini della strada, un po’ perché il pensiero di rivedere lui mi fa venire la nausea. Per l’emozione, ovvio.
Poi ci penso. E se non lavora più qui? Cazzo. Sento l’aria opprimermi, devo scendere dalla macchina ed entrare nel ristorante per assicurarmi che lui ci sia. Ho le mani appiccicose.
Finalmente arriviamo.
Carmelo, il compagno di Melania, mi saluta e mi dice di andare al ristorante, lì troverò Melania e gli altri nostri amici. Non me lo faccio ripetere due volte. Dico a mamma di incontrarci dentro e quasi mi metto a correre. Passo per la reception e schivo tutti gli sguardi confusi.
Vedere una ragazza con uno sguardo stanco, la pelle lucida e un cappello NY calato sugli occhi camminare velocemente e respirare a bocca aperta sicuramente non è una cosa normale.
Finalmente entro nel ristorante e mi sento impazzire.
No, non voglio saperlo. Voglio andare via. Non posso sopportare un’altra delusione. No, non adesso. Continuo a camminare, lentamente, scrutando i tavoli. Niente, zero. Nessuno che mi sia familiare.
Poi esco, sul terrazzo. Dove faceva il turno lui. Resto imbambolata sul bordo della porta scorrevole mentre di spalle vedo una testa dal profilo familiare. Oh Dio. Prendetemi, che io ci svengo su questo pavimento lurido. Devo avere un’espressione che fa paura perché il cameriere con cui il ‘sospettato Cristian’ sta parlando è girato verso di me e mi guarda preoccupato. Deve aver detto qualcosa al sospettato, perché all’improvviso si gira anche lui. Di sfuggita però. Non l’ho visto bene. Poi, confuso, si gira di nuovo di scatto per altre 3-4 volte. Si è fermato. Mi sta guardando. Lo sto guardando. TUM-TUM. TUM-TUM.
Ok, adesso ne sono sicura. I suoi occhi sono uguali a come li ricordavo. Il sorriso che piano piano sta nascendo sotto quegli zigomi marcati, è proprio quel sorriso.
E il mio cuore adesso sono sicura che possono sentirlo tutti i presenti.
TUM-TUM. TUM-TUM. TUM-TUM. TUM-TUM.
È tutto troppo veloce.
TUM-TUM. TUM-TUM. TUM-TUM.
Continuiamo a guardarci.
TUM-TUM. TUM-TUM.
Poi arriva. Cammina velocemente, prende al volo un panno per asciugarsi le mani umide. Poi se lo mette nella tasca posteriore della divisa.
Ancora pochi passi ed è qui, davanti a me. Con tutto il suo metro e ottanta che fa da contrasto al mio metro e sessantatre. Deve essere un sogno.
Senza fargliene accorgere mi pizzico la gamba. Si, fa male. E proprio mentre prendo coscienza del fatto che quel ragazzo a cui non ho fatto mai a meno di pensare per due anni interi si trova proprio qui, davanti a me, sorridente, con gli occhi che brillano, lui mi tende la mano.
La prendo senza staccare gli occhi dai suoi, sorridendo come un’ebete.
‘’Ciao Lucrezia! Come stai? Ti ricordi di me..’’
‘’I-io.. sisi, tutto bene e.. certo c-che mi ricordo!’’ mi stringe la mano più forte.
‘’A te invece tutto bene?’’ riprendo il controllo.
‘’Si, si.. va tutto bene..’’ mi guarda e sorride. Il suo sorriso è ancora più bello.
La mia mente l’aveva offuscato, modificato. Quello che mi trovo davanti è stupefacente.
 
 
-Cristian.
Sembra impossibile, irreale, ma lei è qui. Davvero. Posso toccarla.
Le sto stringendo ancora la mano, cazzo. Adesso mi prende per un idiota.
No, neanche lei ha intenzione di mollarla. Stiamo così, a guardarci. Mi sorride.
Ha un sorriso che potrebbe stendere chiunque, e stende anche me.
E’ diventata più bella. E’ cresciuta.
I suoi occhi sono ancora più grandi; è ancora più ‘Bambi’ di prima..
Come ho fatto senza di lei per due anni?
Sento il cuore battere forte ma all’improvviso la mente mi richiama al mio dovere.
‘’Hey, scusa, ma devo tornare al lavoro. Ci becchiamo dopo.’’
A malincuore lascio la sua piccola mano, e lei mi risponde sorridendo.
‘’Si, ci becchiamo dopo.’’
Corro a sparecchiare nel lato destro del terrazzo e ancora non ci credo. Ho un sorriso stampato in faccia che non riesco a togliermi. Era bellissima, anche dopo l’intero viaggio. Fortunatamente dal mio posto riesco a vedere il tavolo dove mangia lei, e la osservo. Ogni tanto si gira verso di me e quando mi becca mentre la guardo abbassa gli occhi e arrossisce. Poi sorride. E sorride anche mentre mastica, ed è buffa.
All’improvviso alza lo sguardo e mi cerca, mi vede. Mi guarda con intensità. E’ uno sguardo diverso, uno sguardo da donna. E ad un tratto me ne rendo conto : è lei che stavo aspettando.
  
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