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Autore: _itsnickymine    20/08/2012    5 recensioni
“ha diciotto anni, Nicholas” disse Joseph guardandolo attentamente cercando di capire cosa passasse per la mente del fratello.
“e allora?” chiese il riccio interrogativo
“e allora hai già tuo figlio da crescere, non puoi perdere tempo dietro una ragazzina immatura che frequenta ancora il liceo”
“non la conosci” si difese il ragazzo
“Nick hai venticinque anni, un lavoro che ti richiede tempo e soprattutto un figlio di sei anni e mezzo da crescere solo! È vero meriti anche tu una donna al tuo fianco che ti sappia amare, che ti sappia amare veramente, ma questa donna di certo non sarà una ragazzina di diciotto anni!” disse il fratello
“..forse hai ragione”
“ho ragione, nessun forse” disse Joseph soddisfatto finendo di bere la sua birra.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                            'Do you believe in destiny?'



Chapter 4.

 

“uhm mi piace la tua casa, sai?” disse la ragazza una volta entrata e guardato ogni particolare.

Era un dolce appartamento situato all’ultimo piano del palazzo.

Aveva tutte vetrate in modo da poter vedere tutta New York e per chi, come Sam, amava quella città era davvero meraviglioso.

Appena varcata la soglia della porta, c’era un piccolo corridoio che portava alla cucina e che di fronte aveva il salotto con un’enorme televisore al plasma.

In ogni parete c’era un quadro od una foto attaccata. Le piaceva quella casa, emanava un non so che di dolce. Si proprio così.

“grazie” disse il ragazzo

“sai perché?” chiese Sam al ragazzo

“perché non è da vecchi?” chiese Nick ironico

“esatto” disse Sam scoppiando a ridere, seguita a ruota da Nick.

Era ancora più bella quando rideva, pensò il riccio.

Non aveva mai ascoltato una risata così bella, così dolce.

Nick stava per dirle quanto gli piacesse la sua risata e quanto fosse contagiosa ma la suoneria di un cellulare, non il suo, cominciò a risuonare per la stanza.

“scusa, è il mio” disse la ragazza aprendo velocemente la sua borsa e frugandoci dentro, in cerca del suo cellulare.

Nicholas la squadrò per bene.

Portava la divisa scolastica, si vedeva.

Doveva frequentare la Costance Billard-St Judes di Manhattan, solo quel liceo portava quel tipo di divise.

La gonna scozzese che arrivava sopra le ginocchia e la camicetta bianca che portava con se una piccola cravatta. Il tutto unito con una giacca nera.

Era davvero carina, allora quella sera non era mezzo ubriaco, aveva davvero visto una bella ragazza.

Aveva dei lunghissimi capelli castani che portava sciolti e che le ricadevano dolci sulle spalle.

Due profondi occhi azzurri come l’oceano che potevano ipnotizzarti, e le labbra molto sottili ma soprattutto di un rosso acceso, forte che saltava subito all’occhio.

Nel polso destro portava qualche braccialetto di stoffa mentre in quello sinistro un braccialetto d’argento che aveva un ciondolo a forma di cuore.

Nicholas quasi si incantò a guardarla.

Ne aveva viste di belle donne, ma lei superava di gran lunga tutte quante.

C’era qualcosa in lei che a Nick incuriosiva molto, non sapeva nemmeno lui cosa.

Forse era la sua aria un po’ americana mischiata con quella un po’ londinese, forse il suo modo di parlare, il modo in cui rideva oppure il sorrisetto che le compariva sul volto quando lo prendeva in giro.

Dio, stava impazzendo. Da quanto la conosceva? Un’ora?

“si?”

I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce della ragazza che aveva risposto al cellulare.

“si, certo…D’accordo, a dopo” disse infine terminando la chiamata e guardando il ragazzo.

“beh.. io devo andare” disse la ragazza dirigendosi verso la porta.

“ti accompagno” disse il ragazzo fermandola per un braccio “mi cambio la maglia e arrivo, due secondi” continuò il riccio andando in camera sua.

Entrò correndo in camera sua e si tolse velocemente la maglia, per poi aprire l’armadio e sceglierne una a caso.

L’indossò velocemente e senza nemmeno guardarsi allo specchio corse in salotto dove Samantha si era poggiata sul braccio del divano e guardava attentamente le sue scarpe.

Cosa avevano di così interessante? Si chiese il ragazzo.

“andiamo?” chiese poi alla ragazza.

Samantha alzò lo sguardo e gli sorrise per poi annuire.

Uscirono di casa e salirono in macchina.

“dove abiti?” chiese poi il ragazzo una volta messa in moto l’auto.

“1049 Fifth avenue” disse la ragazza sorridendogli per poi voltarsi verso il finestrino ad osservare la strada.

Amava farlo, soprattutto durante i lunghi viaggi. Amava osservare le persone dalla macchina, si chiedeva dove fossero dirette o sa stessero aspettando.

“quindi tu hai diciotto anni?” chiese Nick alla ragazza, facendola così voltare verso di lui.

Si guardarono negli occhi per due secondi e a Sam non scoppiò per poco il cuore.

Cavolo, Nicholas sapeva come metterla a disagio.

“si, sono giovane” disse la ragazza fiera.

“anche io, lo sono”

“parecchi anni fa” disse la ragazza ridendo

Nicholas scosse la testa.

“è divertente prenderti in giro” commentò poi Sam

“per niente” disse il ragazzo fermando l’auto.

“beh siamo arrivati” disse la ragazza sospirando e aprendo la portiera dell’auto per scendere.

“quando posso rivederti?” chiese poi Nick prima che scendesse.

Sam esitò un po’ prima di rispondere.

“..credi nel destino e vedrai che ci rivedremo”

“eh?” chiese lui

“me lo hai detto tu, se credi nel destino ci rivedremo se invece non ci rivedremo, allora vuol dire che non era nel nostro destino” disse la ragazza sorridendo a Nick per poi scendere di corsa dall’auto ed entrare nel palazzo di casa sua.

 


 

“sono tornata” disse la mora posando la borsa sul divano in salotto e dirigendosi verso la cucina dove il padre era seduto su uno sgabello e scriveva qualcosa sul suo portatile.

“finalmente, dove sei stata?” chiese l’uomo guardandola

“ho finito tardi oggi a scuola e dopo sono andata a farmi un giro” disse la ragazza

“ha chiamano Anne, ha detto che dopo scuola sei sparita” disse poi l’uomo

“dovevo sistemare la biblioteca e chiudere alcune aule. Credo che l’anno prossimo mi prenderanno come bidella della scuola” commentò sarcastica la mora aprendo il frigo per cercare qualcosa da mangiare.

“domani vengono Jennifer e i ragazzi qui”

Samantha sbuffò.

Jennifer era la compagna di suo padre, la sua nuova presunta fidanzata e la piccola Sam la odiava dal primo momento in cui l’aveva vista.

Era la solita bionda, bella e magra ma senza cervello. In più aveva una figlia ed un figlio insopportabili.

Erano gemelli e avevano entrambi l’età di Samantha. Krystal e Matthew. Solo a sentire i loro nomi a Sam veniva da vomitare.

Krystal era la solita americana newyorkese che amava solo se stessa e il suo shopping. Non sapeva cosa fosse un libro o essere gentili con le persone.

Matthew invece, era il solito americano newyorkese che amava le feste, le ragazze e ubriacarsi con gli amici.

Bleah.

“so che Jennifer non ti va molto a genio, ma fallo per me, è una brava donna”

“papà sai che farei di tutto per te, sopporterei anche Jennifer, ma i figli non riesco proprio a sopportarli” confessò la mora

“tu non gli dar retta e vedrai che anche loro non lo faranno” disse l’uomo sorridendole

“si, magari fosse così semplice” commentò la ragazza per poi andare in camera sua.

Entrò in camera sua e si buttò sul letto prendendo il cellulare e componendo il numero di Anne.

“ma che fine hai fatto?”

Nemmeno il tempo di rispondere che Anne la assalì.

“scusa ma a scuola ho finito tardissimo” disse Sam sospirando

“domani sera c’è una festa al Victrola, che ne dici di andarci?” chiese Anne

“non lo so, Anne, sai quanto odio questo genere di feste” disse Sam

“Sam” urlò Anne “hai diciotto anni quand’è che comincerai a goderti un po’ la vita?”

“Anne, godersi la vita non vuol dire andare a tremila feste a settimana” disse Sam

“tu domani vieni alla festa, nessuna obiezione” disse Anne per poi attaccare.

Samantha sospirò.

Avrebbe seriamente ucciso l’inventore delle feste. Domani sarebbe stata davvero una giornata di merda.

Accese il computer e trovò 10 messaggi da Tyler, il suo ex ragazzo ‘coglione’, così come lo definivano le sue amiche.

Ne lesse uno: ‘mi manchi, per favore devo parlarti assolutamente. Ho bisogno di te’

Secondo messaggio: ‘sono uno stronzo lo so, tu non meritavi tutto quello che ti ho fatto, mi dispiace, sul serio. Io ti amo e spero davvero che mi perdonerai’

Terzo messaggio: ‘rispondi al cellulare per favore, ho bisogno di parlarti”

Quarto messaggio: ‘scusa’

Quinto messaggio: ‘non merito nemmeno un tuo sorriso lo so, ma mi manchi troppo. Non so come ci sono finito a letto con quella. Perdonami, ti prego.”

Sesto messaggio: ‘lascia al,meno che ti spieghi come sono andate le cose, per favore Sam. Ho bisogno di te”

Settimo messaggio: ‘Okay ho appena scoperto che hai cambiato numero per evitare che ti chiamassi, mi odi parecchio allora. Ti sto pregandso però di ascoltarmi, possiamo vederci?”

Ottavo messaggio: ‘ti amo’

Nono messaggio: ‘mi manchi e ti amo’

Decimo messaggio: ‘Sono uno stronzo, e tu hai avuto sempre ragione, mi importa solo di me stesso ma forse questa volta no, prima di me ci sei tu. Spero che un giorno riuscirai a perdonarmi perché sto davvero male senza di te’

Sam li cancellò tutti, senza nemmeno leggerli una seconda volta.

Non solo l’aveva tradita con la troia della scuola, si permetteva anche di mandarle messaggi.

Dopo tutto quello che Sam aveva fatto per lui, dopo tutto quello che Sam provava per lui, dopo tutte quelle meravigliose giornate passate assieme lui l’aveva tradita.

Ogni volta che chiudeva gli occhi si immaginava la scena di quei due assieme che si baciavano. Le veniva quasi da vomitare.

Ricordava ancora quando li aveva scoperti a letto insieme.

Stavano insieme da un anno e mezzo quasi e ormai Samantha era di casa da Tyler, così aveva anche le chiavi.

Era domenica e aveva deciso di fargli una sorpresa presentandosi a casa sua con la colazione.

Ricordava tutto, ogni minimo particolare. C’era uno strano silenzio in quella casa e appena entrata notò anche un paio di scarpe con il tacco messe a terra in malo modo.

Quando poi aprì la porta della camera di Tyler voleva morire, o meglio voleva essere dovunque ma non lì.

Voleva picchiare lui, uccidere lei.

Erano entrambi sdraiati sul letto, nudi con solo un lenzuolo che li copriva.

Ricordava gli occhi di lei che la guardavano soddisfatti mentre lo sguardo di Tyler che non sapeva cosa fare.

Da allora non ci aveva più parlato e a scuola faceva finta di non vederlo.

Aveva persino cambiato scheda del cellulare per evitare le sue innumerevoli chiamate.

Non sapeva se era realmente innamorata di Tyler o se fosse per lei solo un punto di riferimento.

Avete presente il solito fidanzato dolce e premuroso che c’era in tutte le storie? Beh, Tyler era così.

Tyler era dolce e non era geloso, non litigavano quasi mai, andavano d’accordissimo. Tutti a scuola quasi li invidiavano.

Erano una coppia perfetta, forse anche troppo.

E beh si sa il troppo stroppia.

Lui era perfetto se non fosse stato un dongiovanni, tutte a scuola erano innamorate pazzamente di lui, compresa la ragazza con cui l’aveva tradita.

In realtà come si faceva a non essere innamorate di lui? Era biondo con due occhi azzurro mare, alto, bel fisico, dolce e chi ne ha più ne metta.

Sospirò per poi spogliarsi e andarsi a fare una doccia veloce. 


 


Salvee :33

How are you? Io sono eccitatissima per la live chat di stasera dei Jonas Brothers, cavolo non vedo l'ora, mi sembra di essere tornata ai vecchi tempi! Voi siete eccitate? :3

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, come sempre lasciatemi una recensione, anche piccola, per sapere cosa ne pensate  :))

GRAZIE ALLE MERAVIGLIOSE RAGAZZE CHE RECENSISCONO SEMPRE, SIETE BELLISSIME.♥





SPOILER.

 “cosa ci fai qui? Perché sei con lui?”

“Tyler, vai via, queste non sono cose che ti riguardano. È finita ormai, lasciami in pace” disse Sam

“no che non ti lascio in pace, Sam. Tu non provi nemmeno a lasciarmi spiegare” disse di nuovo il ragazzo

Samantha perse la pazienza

“cosa c’è da spiegare?” urlò la ragazza

  
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