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Autore: _Deina13    20/08/2012    4 recensioni
Johanna rimane in silenzio qualche attimo, finchè io non capisco che 'è qualcosa che non va.
«Allora.. rimani con me» sussurra.
«Te lo prometto.» [...]
«Sarebbe bello, no?»
«Sarebbe bello cosa?»
«Una vita. Con te, Peeta e il bambino.Tu non hai sempre voluto un fratello?» «...O una sorella. Si, ma ora..Beh, non credo sia il momento più adatto» «Non penso esisiti un momento per avere un bambino, io non ero pronta quando lo era Peeta, ad esempio. Ma, se vogliamo parlarne, sono io che devo fare tutto il lavoro, lui deve solo stare a guardare, no?»
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Non capisco, eppure questo dovrebbe essere il giorno più bello di tutta la mia vita.

Appena sono entrato, ho preso in braccio il mio piccolo ed ho riempito di baci e di 'ti amo' mia moglie, non credo di averle voluto così tanto bene in vita mia. Le ho dato l'orsacchiotto che ho scelto per lei e lei si è addormentata in un batter d'occhio con un sorriso sulle labbra, stringendo il peluche come se fosse suo figlio.

Più la guardavo e più mi sembrava ingiusto quello che stavo facendo, l'amavo eppure non l'amavo. Ma sono convinto che è la cosa più giusta da fare, tenere con me e sforzarmi di amarla.

Mi sono addormentato anche io, dopo che alcuni infermieri sono venuti a prendere mio figlio – mi fa senso dirlo!. Peeta aveva insistito che andassimo a Capitol City per il parto, perchè quell'ospedale sarebbe stato il meglio del meglio per noi e la presidente ci avrebbe agevolato, com'era successo per la prima figlia di Katniss, e invece mia moglie ha deciso di dare alla luce il piccolo qui, a casa sua.

Quando mi sveglio in preda al sudore e alle lacrime, so di essermi agitato a non finire dietro la sua schiena rivestita da una candida camicia di lino, perchè ho sognato di nuovo.

Kat mi aveva detto che dopo l'Arena si fanno tantissimi incubi, ma la nostra non era stata poi così movimentata, anzi siamo stati anche fortunati; io sono l'unico che fa questi incubi, anche se so perfettamente il motivo: ho visto morire la donna che amavo, sotto i miei stessi occhi, fra le mie braccia, mentre i miei alligatori non erano venuti a prendermi.

Dopo i primi due minuti di confusione e vista sfocata, riesco a mettere insieme il sogno nella mia mente che inizia a lavorare sul serio a quel significato, la quale scopo era semplicemente quello di non farmi dimenticare.

Stavo per svenire per la disadratazione, ed Heloise mi aveva preso sottobraccio e portato in una parte completamente diversa da dove eravamo, con la coda fra le gambe aveva sconguirato Gale di darle un po' d'acqua, in realtà lui credeva fosse per entrambi ma lei la diede solo a lei, e rinvenni giusto in tempo per vedere la scena.

Corsi fra le braccia di Kat e rimasi lì per un paio di secondi, poi andai da Jo e l'abbracciai forte, ed Heloise si unì a noi. Mentre ero solo con la mia piccola, dolce, amata Jo, e lei mi sorrideva attraverso l'abbraccio, sentii le sue forze venire a mancare e si appese alle mie braccia.

Il suo sguardo era vacuo, e lì per lì non realizzai che era già morta da un pezzo, solo quando intravidi la lunga lancia che le aveva traforato la schiena tornai alla realtà.

Già era stato difficile accettare che Peeta l'avesse uccisa, poi il resto era stato anche peggio, e chi ha perso qualcuno di importante sa che è difficile identificare qualcosa con 'peggio di questo'. Il mio cuore smise definitivamente di battere, quando vidi sangue rosso scurissimo scendere lungo l'interno delle sue cosce, ed i pantaloncini iniziarono a bagnarsi.

Scoprire che aspettava un bambino. Da me. In quel modo. Mi distrusse.

Ecco perchè non devo pensarci, ora devo essere felice felice felice.

Mi alzo e prendo un po' dell'acqua che è affianco al letto, sul comodino, ma le mie mani tremano e me ne rovescio un po' addosso.

«Junior? Tutto bene?» chiede Heloise, con la voce stanca ed enormi borse sotto gli occhi. Si gira a fatica nel letto per guardarmi, ha i capelli attaccati alla fronte ancora sudata. Non credo abbia dormito proprio benissimo...

«Si amore avevo solo un po' sete» rispondo bevendo un sorso d'acqua. Mi siedo sul materasso e le metto una mano sulla pancia; credo le faccia male la schiena, ma non me lo direbbe mai. «Come stai? Fa male qualcosa?»

Lei scuote la testa e si mette a pancia in giù stretta all'orsacchiotto. «Secondo te sta dormendo?»

Sorrido e le passo una mano fra i capelli prima di tornare ancora alla sua pancia. «Secondo me sta sognando la sua nuova casa»

«Mi porti a vederlo?» chiede. «Per favore»

«Certo tesoro, adesso ti ci porto» è la diciottenne più bella del mondo, dell'universo, ma non l'unica donna del mio cuore.

«Non gli abbiamo ancora dato un nome» mi fa notare mentre la sollevo con la delicatezza di un fiore e la adagio sulla tecnologica sedia a rotelle. «Ma secondo me non c'è un nome che può definire la sua bellezza»

Prendo una coperta e le copro le gambe, e poi le porgo l'orsacchiotto più piccolo che lei prende in braccio stretto al petto. «Non ho idea di quale nome potrebbe adattarsi al nostro piccolo, tesoro»

Con lui ci sono altri due bambini, un altro maschio ed una femmina. Il nostro è a destra, e dorme – almeno credo – con le mani strette alle piccole braccia paffute. Oltre il vetro, dove siamo noi, riesco ad intravedere il riflesso di Heloise, fiera di suo figlio, e oltre al mio viso, anche quello di Katniss, che si alza in piedi e mi mette una mano sulla spalla.

«Sono venuta per salutare il nostro piccolo Mellark, ancora una volta» ci spiega, e poggia la testa sulla mia spalla, io l'abbraccio stretta e continuiamo a fissare il nostro piccolo.

Ci accorgiamo che smette di dormire, quando volta lentamente la testa, in un movimento così lento che la polvere invisibile intorno a lui si solleva e poi si riabbassa sulla sua pelle morbida. Guarda verso l'altra culla, dove l'altro bambino sta dormendo, geme un po' e noi sospiriamo ipnotizzati da ogni suo movimento. In questo momento lui è il nostro Dio.

Batte un po' i piedini e poi apre gli occhi verso di noi mentre la sua boccuccia si apre e si chiude. Prima non avevamo potuto vedere per bene il colore dei suoi occhi, li aveva aperti e chiusi molto velocemente, e dato che il color enon era ancora formato, erano si un verde chiarissimo, quasi trasparente. Ora invece erano diversi.

Li socchiude perchè la luce del corridoio attraverso il vetro, dietro di noi, è forse troppo forte epr le sue iridi delicate, ma quando li sgrana ancora verso di noi, Katniss lancia un urlo.




F.

   
 
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