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Autore: Human Skeleton    20/08/2012    1 recensioni
Ciao a tutti! Mi sono appena iscritta per pubblicare il primo libro di una serie che sto scrivendo :) Spero che vi piaccia ma le critiche e i consigli sono ben accette :)
Il libro racconta della diciottenne Eveline. Eveline é una ragazza normale: ha una famiglia, va bene a scuola ed é molto legata a i suoi amici Adam e Meredith. A scuola però ha dei problemi con Nathan: Lui piace a tutte le ragazze e lei ne é attratta anche se non vuole ammetterlo. Nathan, inoltre, nasconde un segreto che sconvolgerà Eveline e tutto il suo piccolo mondo...
Bhé vi auguro buona lettura :)
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1

Mi stupisco delle riflessioni che la mia mente riesce ad elaborare. Ma é facile quando si é chiusi in una stanza, nella propria stanza, dalla quale si pensa di essere al sicuro da tutto e da tutti. 

Inoltre le riflessioni sono avvantaggiate dall'assenza di rumori e luci abbaglianti presenti di giorno. 

La notte sembra tutto così tranquillo e pacato. E' per questo che nella notte, nei nostri sogni, durante i nostri sonni la nostra parte più oscura affiora. 

Sono le due di notte. Io mi sono svegliata come ogni notte. Urlando. Nel panico più totale. Ero sudata e tremavo. Avevo un dolore indescrivibile al petto come se mi stessero estirpando il cuore dalla cassa toracica. Poi mi sono calmata e non mi sono più addormentata. 

Non ce la faccio più. E' da una settimana che va avanti questa storia. Vado in cucina e mi preparo una camomilla. No forse una cioccolata. Non importa qualsiasi cosa pur di dimenticare quel dolore atroce. 

Torno in camera. Ho quasi paura di riaddormentarmi. Ma forse potrei riposare gli occhi... solo per un minuto... giusto il tempo di fare un breve sogno... o magari un tuffo nel passato...

Lei e Adam si erano appena svegliati. Lui veramente era sveglio già da un pò di tempo e la stava rimirando con occhi incantati come solo un uomo straripante d'amore per la sua donna può fare. Lei invece si svegliò un pò di tempo dopo. 

Le sue palpebre color rosa antico si aprirono come una rosa e fecero spazio a due occhi color ambra felici e vivaci come quelli di una bambina davanti al suo principe azzurro. Ma io sò che lei non vuole Adam.

Sò che non é lui il tipo di principe che sta cercando. Lei cerca un uomo che gli dia voglia di vivere che le faccia scoprire tutto il mondo che c'é al di fuori di questo piccolo e sicuro giardino chiamato Eden. Lei vuole me. E io voglio lei. Sò che prima o poi lo accetterà.

Mio padre si avvicinò a me e mi disse con tono fermo ma allo stesso tempo rassicurante, come uno dei discorsi che solo un padre può fare al proprio figlio. "Figliolo, tu sai che non posso mandarti laggiù. In realtà questa era la mia intenzione iniziale ma i tuoi sentimenti per Eveline trasformerebbero l'Eden in un' Inferno." 

Non é detto che io debba entrare nell'Eden per separare Eveline da quel principe che non sarà mai capace di soddisfarla.

"Nik. Vorrei parlare con Nik." Nik era un' uomo che in vita era stato una vera serpe con chiunque gli si avvicinasse e così si é trasformato nell'unica cosa che poteva reincarnarlo all'inferno: un serpente per l'appunto, un'essere strisciante e doppiogiochista proprio come una serpe.

"Nik... devi farmi un favore." 

Adam si era assonecchiato sotto un melo. Proprio sotto il melo di cui né lui né nessun'altro avrebbe dovuto coglierne i frutti altrimenti sarebbero stati guai, guai seri. 

Eveline si avvicinò giocosa all'uomo che amava cadendo su di lui dall'euforia. Adam guardò Eveline. "Sei la donna più fantastica di questo mondo... Nessuna donna umana potrà mai eguagliarti in bellezza e intelligenza."

Eveline lo guardò e increspando le sue labbra rosate e morbide come i petali di un'orchidea disse "Ti amo." I due si baciarono. L'amore e la sola gratitudine per l'esistenza l'uno dell'altro cresceva sempre di più, si poteva quasi toccare. 

In quel momento la loro bolla di sapone fu però rotta da un leggero sibilo proveniente dalle foglie del melo: in quel momento apparve ai loro occhi un serpente che li attirò verso di sè. 

L'essere strisciante cominciò a vaneggiare. "Vedo che siete felici... ma non sentite che vi manca qualcosa? Insomma... non siete curiosi di sapere che cosa accade là sotto? che cosa fanno i vostri fratelli, le creature create da vostro padre?" 

Adam si avvicinò sempre di più mentre Eveline indietreggiava impaurita: non si fidava per niente dell'essere ripugnante che era stato tale anche in vita. 

La serpe continuò "Vostro padre vi ha detto perché non potete nutrirvi con i frutti di questo albero?"

 I due scossero all'unisono la testa in segno di negazione.

"Bhè ve lo dirò io allora: Se uno di voi si nutre di un frutto di questo melo sarà portato sulla terra e lì potrete conoscere tutti i piaceri che la vita umana ha da offrirvi: piaceri che qui nell'Eden sono a voi proibiti... Allora, scegliete: Schiavitù o Libertà?"

Eveline non rispose. Il suo viso era sempre più segnato dal terrore. Andarsene dall'Eden? E perché? Qui hanno tutto quello di cui necessitano e non hanno mai corso nessun pericolo alcuno... fino ad ora.

Adam si avvicinò ai rami neri e nodosi dell'albero e con fare di sfida verso la serpe staccò la mela e ne prese un morso. 

A quel punto ci fu un'eterno istante di silenzio... prima dell'Oblio. Il serpente divenne un gigantesco cerbero a tre teste che si mosse velocissimo verso Adam. 

Tutto il resto ad Eveline apparve alquanto confuso e fu tutto così... rapido e quasi indolore. Era troppo veloce per sentire qualcosa. Il cerbero lacerò completamente la cassa toracica di Adam e lo portò via con sé: negli Inferi. 

Da quell'istante Eveline non fece altro che piangersi addosso e cercare in continuazione un modo per riportare Adam in Paradiso. 

Aveva provato di tutto: si era rivolta a tutti era così disperata che aveva deciso di chiedere aiuto anche a suo padre. 

Ma Gabriele riuscì a fermarla in tempo e la fece riflettere. "Veramente c'é ancora una gran parte di creature a cui non hai chiesto aiuto." "Ti sbagli fratellino. Ho chiesto ad ogni creatura celeste conosciuta..." "Ma io non ho parlato di creature celesti..." 

Quelle parole mi fecero rabbrividire e il sangue mi si raggelò nelle vene. Gabriele stava parlando di... Demoni? 

"Bhé non importa" pensò Eveline "sono disposta a fare qualsiasi cosa per rivedere Adam anche solo per un minuto. "

Gabriele e mio fratello Michele la notte mi portarono da una delle guardiane delle porte che dividono Inferno e Paradiso che ci fece uscire e ci indicò la strada per gli Inferi. "Come mai ci ha fatti uscire senza nemmeno una domanda?" Gabriele con uno sguardo da Don Giovanni replicò. "Bhé... diciamo che abbiamo avuto una "amicizia speciale"" Mio fratello ha uno strano effetto sulle donne anche se io non capisco che cosa ci possano trovare in lui...

Questo pensiero mi distolse dal rendermi conto che eravamo arrivati a destinazione dove ci accolse un demone di nome Nick... che strano... I suoi occhi... stretti, piccoli e traditori... assomigliano molto a quelli del serpente...

Questo pensiero svanì quando davanti a me vidi due occhi grigi come un cielo in tempesta frastagliati da lampi color ambra. "Benvenuta. Forza accomodati. Eveline, giusto? Io sono Nathan."

Eveline rispose con fermezza cercando di non fare caso alla bellezza di quell'essere demoniaco ed ai suoi modi in apparenza gentili e caritatevoli: E' proprio questo il modus operandi che utilizza il predatore prima di attacare la sua preda. Ma non riuscì comunque a staccare i suoi occhi da quelle labbra sottili e seducenti.

"Passiamo subito al sodo: Lei sa perché sono qui."

Eveline balbettava e sudava ma sapeva che questo era solo uno dei trucchi di seduzione che il demone stava utilizzando per farla indebolire. Ma non ci sarebbe riuscito. Lei sarebbe riuscita a portare a termine quello che si era riproposta di fare: salvare Adam. Con qualsiasi mezzo non importa quale. 

Nathan si avvicinò a Eveline con uno scatto felino. La guardava e cercava di provocarla con gli occhi. Ma lui sapeva che non avrebbe ceduto: era per questo che lui voleva lei e nessun altra. "Certo che Adam é proprio fortunato ad avere una donna come lei al suo fianco..." 

Eveline cercò di distogliere lo sguardo da quegli zigomi che sembravano scolpiti nel marmo per ricreare non so quale dio greco. "Se avessi voluto essere sedotta da un demone forse avrei puntato un pò più in alto... lei non crede?" 

La sua anima stava bruciando. Proprio come la mia. Ora sò per certo che é lei che stavo cercando. "Stai attenta a quello che dici... non sai quanto io sia importante qui al piano inferiore."

Lei non si scompose di un millimetro e disse "D'accordo. Farò finta di non accorgermi del fatto che sta provando a flirtare con me e mi limiterò a chiedervi in che modo posso rivedere Adam." 

Eveline era veramente determinata: non le importava in che modo lo avrebbe rivisto ma importava solo che lo avrebbe rivisto. 

Nathan alzò la sua mano e la appoggiò tra le clavicole di Eveline le cui gote divennero dapprima rosse per la vergogna e per il terrore e successivamente ripresero il loro colore naturale: era come se lui la stesse rassicurando, in qualche modo cercava di farla sentire a suo agio. 

La voce seducente di lui interruppe i pensieri scarmigliati di Eveline. "Riesci a sentire il complicato disegno? Qui... proprio in mezzo alle clavicole... Il simbolo enochiano che ti lega alla tua natura di angelo... la tua grazia." 

Nathan scostò la mano dal corpo di Eveline che spostò lo sguardo per non far vedere al demone quello che quel semplice tocco era riuscito a scatenare nella ragazza che sembrava essere troppo minuta per poter contenere tutto il fuoco che ne ardeva all'interno.

Nathan fece finta di non accorgersene e continuò il suo discorso come se non fosse capitato niente. "Se lo estirpi riuscirai a rivedere Adam. Ma dovrai fare un patto con me. Il contratto é impresso sul mio corpo. Per questo diciamo che non posso mostrarti le condizioni... ma se tu vuoi veramente rivederlo dovrai accettarle." 

Eveline annuì. Era molto imbarazzata e di tutta fretta corse fuori dai suoi fratelli che la stavano aspettando impazienti.

"Eveline, non puoi continuare così sorellina. Nostro Padre ci scoprirà." 

Potevo vedere la disperazione negli occhi di mio fratello Michele. Il più grande dei miei fratelli ma allo stesso tempo il servo più devoto di nostro padre. 

"Andiamo Michele lasciala fare. Non possiamo continuare a dirle cosa fare. E' tempo che lei impari a decidere da sola e a considerare la gravità delle sue azioni..." 

Attenzione l'oracolo ha parlato. Mio fratello Gabriele si atteggia a fare il saggio ma so che non vede l'ora di vedermi soffrire pagando per quello che sto per fare.  E' un sadico. 

"Ho deciso di non ascoltarvi. Ho preso la mia decisione e non cambierò idea. L'unica cosa che voglio é rivedere Adam."

Le mie mani accarezzarono la conca. Qui tra le due clavicole.  Potevo sentire il potere che quel semplice simbolo enochiano riusciva ad emanare.  Quel potere che poco dopo mi avrebbe seguita e mi avrebbe portata alla distruzione. Riuscivo a sentire ogni minimo particolare del complicato disegno. 

Un colpo. Deciso. Fermo.  Come il colpo di un Machete.

All'inizio sentii solo un leggero pizzicare. Ma dopo... fu come se le fiamme dell' Inferno mi stessero nascendo da dentro l'anima e da lì si propagassero in tutto il corpo. Ustionandolo.

E dopo. Solo il vuoto. 

Quando caddi a terra ero confusa e disorientata. Ma ad un certo punto sentii qualcosa di familiare o meglio qualcuno. 

Le sue braccia forti e vigorose mi strinsero forte a sé. Tra le sue braccia mi sentivo al sicuro.

"Eveline, mon amour. Stai bene?"

Quando mi girai vidi un viso. Ma non era il viso che mi aspettavo di vedere. I suoi occhi erano grigi como la cenere con dei riflessi color ambra. Il suo sorriso era malizioso e sensuale, contornato da due labbra sottili e perfette. 

Ma tra le sue braccia mi trovavo tutto tranne che al sicuro.

   
 
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