“Fa.
Dannatamente. Caldo.”
Fred
Weasley Jr. non era solito fare discorsi complessi . Figlio di George
Weasley,
il ragazzo sembrava sulla buona strada per diventare una mina vagante
alla pari
del povero zio
Fred, il gemello di suo
padre rimasto ucciso durante la seconda guerra magica. Fortunatamente,
nel
giovane Weasley, c’era un poco di componente genetica della
madre Angelina
Johnson, forse la donna più santa e paziente di tutto
l’universo, decisamente
più tranquilla del marito.
Erano anni
che tentava di addomesticare la sua famiglia, purtroppo con scarsi
risultati da
parte della figlia più piccola Roxenne( lei era una mina
già esplosa da tempo,
quasi incontrollabile). Fred Jr., nonostante la vicinanza con un altro
scavezza
collo come James, si poteva dire che fosse un tipo vivace, molto,
molto, vivace
nei limiti della normalità. Per sua madre, visti i
precedenti dei gemelli Weasley
e di Roxy, era il
figlio
decisamente meno
impegnativo.
“Wow,
cugino…che affermazione illuminante. Mi chiedo come mai il
Cappello Parlante ti
abbia smistato a Grifondoro. Meritavi di certo di finire tra le acute
menti
Corvonero.”
Ecco
il solito Al.
Albus
Severus Potter, sarcastico e tagliante fino al midollo. Il suo secondo
nome,
diceva sempre nonno Arthur, è più che azzeccato:
molte sue frasi, espressioni
facciali e comportamenti, ricordavano
vagamente il professor Piton, il temibile insegnante di Pozioni di suo
padre,
uno dei presidi più valorosi e coraggiosi di Hogwarts.
Fred
Jr. si alzò lievemente dalla sedia su cui era malamente
seduto e con un tono
sprezzante disse:
“Io
tra quei fanatici? Per carità preferirei morire che essere
come Ro…ROOOOSYYYY
CARISSIMA”
Un’
accigliata e visibilmente infastidita Rose
Weasley spuntò di fronte ai due ragazzi reggendo un vassoio
carico di thè
freddo.
“Come
chi non vorresti essere Freddy caro?”
Fred
conosceva bene sua cugina Rose. Figlia di Ron Weasley e Hermione
Granger, aveva
decisamente ereditato il cervello della madre e anche il suo
caratterino
tutt’altro che accomodante. Cercò quindi di sviare
il discorso:
“Grazie
per il thè Rosy, sei così premurosa e gentile.
Ora prendo la scopa e volo a
chiamare James e zio Ron.”
Detto
ciò, il ragazzo afferrò la scopa e
sfrecciò in alto, il più lontano possibile
dalla probabile furia della cugina.”
“Quel
ragazzo è incorreggibile.”
“Credo
anch’io cuginetta.” Nel dire ciò, Al
concesse a Rose uno dei suoi rari sorrisi,
rari perché erano davvero poche le persone che avevano avuto
la fortuna di
essere colpite da quel sorriso sincero e furbo del giovane Potter.
Rose
sorrise di rimando al suo cugino preferito e guardando in alto vide le
pericolosissime manovre che quei 3 folli esibivano a più di
30 metri da terra.
“Si
ucciderà ne sono certa.
“Rose,
Fred sarà anche…beh Fred, ma forse
l’unica cosa che è in grado di fare è
volare. L’anno scoro è stato il miglior battitore
del torneo.”
“Lo
so benissimo. Infatti non mi riferivo a lui ma a quell’uomo
di mezza età che
dovrebbe corrispondere alla definizione di “mio
padre”. Per Merlino! Ma quanti
anni crede di avere? Sedici? La mamma lo dice sempre, prima o poi lo
andremo a
riprendere a pezzi al San Mungo, e di certo non sarà colpa
di un criminale a
cui da la caccia!
“Immagino
già i titoli dei giornali: ‘Auror che
combatté contro il Signore Oscuro,
trovato in mezzo alle sterpaglie con la scopa distrutta a causa di una
Finta
Wronsky*’. La degna conclusione di una carriera
direi..ahahaha”
“Non
ci trovo nulla da ridere Al!!!”
Vedendo
che i tre non accennavano a scendere la “proverbiale pazienza
di Rose Weasley
prese il sopravvento:
“Ehi
voi!!! Sarà meglio che portiate i vostri sederi da grandi
giocatori di Quidditch
a terra nel giro di
dieci secondi,
oppure giuro che vi lancio una fattura a costo di finire ad
Azkaban!!!”.
“Così
fine, così educata…” disse sornione Al
”AH
AH AH” Rispose ironicamente Rose che,
visto il caldo insopportabile di quel 15 luglio, decise di rientrare in
casa.
La
Tana era rimasta sempre la solita, anzi con qualche lavoretto di zio
Harry e
suo padre era migliorata decisamente rispetto a come se la ricordava da
bambina.
Sempre
affollata da parenti e amici, non era
di certo un luogo dove si poteva stare tranquilli, e questa forse era
l’unica
pecca che Rose riscontrava nella sua vita. Troppe persone.
Non
che non volesse bene ai suoi mille cugini e zii anzi, non avrebbe mai
potuto
immaginare una vita senza di loro, ma a volte, la solitudine non le
dispiaceva.
Il silenzio di una stanza al fresco, leggendo un libro, accarezzando il
suo
gatto rosso Ginger, era ciò che più le mancava di
Hogwarts.
Prima
di arrivare in cucina si soffermò a guardare il suo
fratellino Hugo e la
sorellina di Al e James, l’ultima dei Potter, Lily. Erano
delle piccole pesti,
ma in quel momento
erano troppo presi
dagli scacchi e quando si giocava a scacchi, non erano ammesse
distrazioni.
Come
sono carini. Tra poco più di un mese, cammineranno anche
loro tra i corridoi di
Hogwarts.
Guardando
gli studenti del futuro, Rose si ritrovò a pensare al suo
primo giorno di
scuola, quasi 4 anni fa…
“Rose
Weasley”
Minerva
McGrannit aveva appena chiamato il suo nome.
“Ok
Rose, ce la puoi fare. Dopotutto è solo un cappello, un
vecchio cappello pieno
di rattoppi. Si, un vecchio cappello che deciderà del mio
futuro per i prossimi
setti anni….Santo cielo!!! Come possono affidare ad un
maledettissimo cappello
parlante il destino di centinaia e centinaia di giovani maghi?!?! Mi
manca
l’aria, e sto iniaziando a parlare da sola come mia madre!!!
Una cosa è certa
non sarò mai una Grif...AHHHH”
Il
monologo di Rose fu bruscamente interrotto, nel momento in cui la sua
faccia si
trovò spiaccicata al pavimento della Sala Grande che, come
era prevedibile,
scoppiò in una fragorosa risata generale.
Ohhh
fantastico!!! Bella mossa Weasley… come inizi bene
l’anno tu nessuno…
Cercò
di ricomporsi nei limiti del possibile e raggiunse lo sgabello dove la
professoressa le poggiò il cappello sulla testa:
“AHHHHHHH
UNA NUOVA WEASLEY!!
Vediamo…mmm…vedooo..intelligenza, molta
intelligenza,
portata per lo studio, voglia di apprendere, di conoscere ogni
particolare di
ciò che la circonda…”
Per
adesso va tutto bene. Decisamente una descrizione che mi appartiene.
“…ma”
Miseriaccia.
“un
caratterino degno di tua madre, troppo ligia al rispetto delle regole,
rigida,
introversa e scontrosetta…”
Scontrosetta???!
“..ma
dove ti metto??? Tassorosso è escluso, Serpeverde
forse…mmm..nono credo che la
casa giusta per te sia…CORVONERO!”
Corvonero…beh
si potrebbe piacermi.
Con
questo pensiero e un sorriso sulle labbra, si diresse verso il suo
tavolo, la
sua seconda famiglia…
“Roseee!!!Puoi
venire in cucina per favore?”
“Arrivo
mamma!!”
“Ehi
Al!!! C’è un gufo per te!!!”
L’urlo
di suo fratello James, che aveva visto il gufo arrivare da lontano,
impedì ad
Albus di addormentarsi sul portico.
Un
esemplare stupendo di gufo reale, planò sopra la sua testa,
facendo ricadere
sulle sue gambe una busta di carta pregiata, sigillata a caldo.
Appena
Al scorse lo stemma del sigillo, un sorriso gli dipinse immediatamente
il
volto.
Incredibile.
Se n’è ricordato.
Pensò
divertito Albus Potter, cosciente del fatto che Scorpius Malfoy era un
ottimo
amico, ma aveva un problema enorme nel ricordare date e ricorrenze e di
certo,
non sperava ricordasse che il giorno dopo sarebbe stato il suo
compleanno:
Ehi
Al!!!
Togliti
immediatamente quel ghigno e quell’espressione stupita della
faccia e lo so che
le stai facendo. Sono un migliore amico degno di essere chiamato tale,
che
ricorda compleanni, cibo preferito, colore preferito…no
ok…cancella
quest’ultima affermazione. Ne va della mia
virilità.
Mi
dispiace non poter venire a trovarti, anche se sono quasi certo che la
famiglia
Potter- Weasley non mi avrebbe invitato al banchetto di nonna Molly!
Anche
Kòre ti augura buon compleanno e aggiunge, testuali
parole:” Porta i miei
saluti a tutta la tua famiglia, anche Fred e James.”. Io, mi
dissocio
dall’ultima parte della frase…
Ebony
è in vacanza chissà dove nel mondo dei Babbani
fino alla settimana prima
dell’inizio del nuovo anno, ma mi ha scritto ordinandomi di
farti gli auguri a
suo nome e, porge i suoi saluti e i suoi più sentiti insulti
a Fred e James (mi
rifiuto di riportare le colorite parole spese soprattutto per James).
Spero
di poterti vedere prima dell’inizio delle lezioni;
chissà magari convinco mio
padre a farti venire qui al Manor il week-end prima della partenza.
Solo
tu però. Non so che gli hai fatto amico, ma sembra avere una
vaga stima e sopportazione
solo per te, tra tutto il “Clan”.
Ancora
auguri amico mio, e salutami la Weasley. Dille che potrà
godere della mia soave
presenza e
indiscutibile bellezza molto
presto e che sto contando le ore.
Scorp
“Ahahhahaha”
. Ogni lettera di Scorpius faceva ridere Al, in un modo o
nell’altro.
In
questo caso aveva provato ad immaginare le possibili offese di Ebony
nei
confronti del maggiore
dei figli Potter.
Quella ragazza, ragazza…Ebony era certamente una ragazza.
Una bella per di più.
Ma i suoi modi erano, come dire, un po’ esagerati e per nulla
femminile.
Sorrise,
al pensiero della dolce Kòre che, nonostante tutte le offese
e le angherie che
doveva sopportare da parte quelli che venivano considerati gli eredi di
Sirius
Black e James Potter Senior, rispettivamente suo cugino e suo fratello
, non
aveva ancora rinunciato a cercare di avere un rapporto per lo meno
rispettoso.
Albusb
tollerava gli scherzi che puntualmente colpivano Kòre ma non
tollerava l’odio
che quei due provavano nei suoi confronti.
Se
c’era una cosa che i loro genitori gli avevano insegnato, era
il rispetto e
soprattutto giudicare le persone per chi sono e non per quello che
fanno o
hanno fatto le loro famiglie. E lui aveva preso alla lettera le parole
del
padre, anche fin troppo.
Era
diventato il migliore amico di Scorpius Malfoy, era un Serpeverde ed
era buon
amico di Kòre.
Era
stata lei dopotutto a far avvicinare i due ragazzi. Fin dal primo
giorno di
scuola, sul treno per Hogwarts…
Ma
dove diavolo si è cacciata Rose ???
Albus
Potter era nel panico più totale. Era solo, su un treno
pieno di gente che lo
guardava come fosse un Troll gigante, un misto di riverenza, timore e
curiosità.
Contare
su suo fratello maggiore era un’ assurdità, aveva
perso pure lui chissà dove.
Ma
perché capitano tutte a me?
Giusto
il tempo di pensare questa frase, si ritrovò disteso nel
corridoio del treno
sotto gli sguardi divertiti di…chiunque.
Qualche
mente geniale aveva ben pensato di rovesciare Biglie Slittanti per tutto il convoglio. Fu in
assoluto il momento
peggiore della vita di Al. Era ufficialmente uno sfigato.
Era
immobile Albus, l’autocommiserazione aveva preso il
sopravvento su di lui.
Passerò
la mia vita qui, nel corridoio del treno, pieno di germi. Gli studenti
passeranno sopra il mio cadavere e..
“Hai
intenzione di morire steso lì per terra?”
Alzò
lo sguardo da terra e sopra la sua testa vide una ragazzina dai capelli
biondi,
che le ricadevano disordinati sul viso. Gli occhi grandi, color
nocciola,
scrutavano Al.
“Dai
alzati primino.”
Gli
allungò la mano e lo aiutò a rialzarsi.
“Stavo
cercando uno scompartimento libero, quando sono inciampato in queste
stupide
biglie..”
“Beh
l’hai trovato, cioè non è libero ma
puoi stare con noi. Dai entra”
Solitamente
lo schivo Albus avrebbe rifiutato, ma quella ragazza gli ispirava
fiducia e
simpatia.
Non
appena entrò però, si ricredette: appoggiata al
finestrino, c’era una ragazza
che riconobbe all’istante. James e Fred ne avevano parlato
molto durante le
vacanze estive. E, poco ma sicuro, non erano parole di stima.
“Oh
buongiorno. Allora sei tu l’artefice delle risate che
sentivamo.”
Gli
rivolse un sorriso e miseriaccia pure
il
suo sembrava sincero.
“Già…”
Fu
l’unica parola che il cervello di Albus riuscì a
partorire.
Non
appena distolse lo sguardo dalla ragazza, sentì la terra
mancargli sotto ai
piedi
Non
è possibile!!! Sono davvero uno sfigato!!!
Di
fronte, stava niente meno che Scorpius Hyperon Malfoy.
Questo
era uno di quei momenti in cui Albus Severus Potter avrebbe preferito
fuggire
in Romani con lo zio Charlie a cercare draghi, piuttosto che stare in
quello
che era, di fatto, un covo di Mangiamorte.
To
be continued…