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Autore: FairyFrida    20/08/2012    6 recensioni
Il tono di Emmeline era velatamente accusatorio, come se stesse cercando di far pesare per l’ennesima volta a Mary il fatto di averli abbandonati proprio mentre tutto si faceva più buio. E come poteva biasimarla, Sirius? La ferita che Mary aveva lasciato nel suo cuore - nei cuori di tutti loro - non si sarebbe mai rimarginata, tanto era profonda e ancora bruciante.
Quindici anni. Se c’era una cosa che era sicuro che Azkaban non gli avesse portato via, quella era il ricordo del giorno in cui lei se n’era andata.

[Seconda classificata e vincitrice del Premio Giuria al Contest "Harry Potter - The Reunion" indetto da ticci.EFP sul forum di EFP]
[Sesta classificata al "48 ore di Contest" indetto da BessieB sul forum di EFP]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mary MacDonald, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Quindici anni ~ Si tú vuelves







20 novembre 1994 - Golden Square, Aberdeen, Scotland

Prima di vederle le aveva sentite, quelle due donne che procedevano a passo deciso lungo il perimetro di Golden Square; parlavano sottovoce e ogni tanto ridacchiavano, ma non erano ancora sufficientemente vicine perchè Padfoot potesse distinguerne il volto o riconoscerne la voce.
Ma poi una delle due aveva riso, e lui aveva sentito le orecchie sollevarsi, la coda agitarsi e il pelo drizzarsi. Come se fossero azioni che non gli appartenevano, che non era stato lui ad ordinare ma qualcun altro al posto suo, una sorta di istinto a lungo sopito.
Esistono delle risate che ti restano incise nella mente e impresse a fuoco nel cuore, e non importa se non le senti per mesi o per anni, perchè quando il loro eco giungerà nuovamente alle tue orecchie, ti accorgerai di averne sempre serbato il ricordo, di averle riascoltate ogni notte nei tuoi sogni, e di averle riconosciute ovunque, nel suono cristallino di una cascata e nel melodioso frinire dei grilli.
La risata di Mary McDonald era quel genere di risata per Sirius, e nel risentirla così distintamente e così inaspettatamente in quella sera di fine novembre gli sembrò che qualcuno gli avesse strappato il cuore dal petto e lo stesse stringendo con incredibile forza. Perchè se era sempre stato pronto a rivivere quel suono nella sua testa, non poteva dire di essere ancora disposto a riascoltarla dal vivo, non dopo tutto quel tempo.
Scrollandosi dal muso il sacchetto unto da cui stava cercando di estrarre ancora un po’ di fish and chips commestibile, Padfoot si sollevò su due zampe in modo da essere in grado di vedere oltre il bordo del bidone della spazzatura.
« Lavori davvero all’Ufficio Passaporta, Em? » stava dicendo la donna con il cappotto viola, un inconfondibile tono incredulo a marcarle la voce. Sirius si accorse che ora teneva i capelli corti, tagliati a caschetto; pensò a quando da ragazza li portava lunghi fin sulla schiena, e a come lui glieli strattonasse sempre, forse perchè farsi rimproverare da lei era una delle cose che preferiva in assoluto, ad Hogwarts.
« Già » rispose l’altra, e a Sirius bastò quella parola per riconoscere nella donna con i capelli biondi e vaporosi Emmeline Vance, che era stata Caposcuola lo stesso anno in cui avevano portato la spilla James e Lily. Aveva una voce dal marcato timbro nasale, Emmeline, e questo le era valso anni di prese in giro da parte di un sacco di ragazzi idioti, tra i quali era anche annoverata la coppia Black-Potter - anche se James teneva sempre a ricordare che dopo il Terzo Anno avevano smesso, dedicando tutte le loro energie a Mocciosus.
« Sono cambiate così tante cose da quando sono partita » mormorò Mary, e lo disse con così tanta tristezza e nostalgia che il cuore di Sirius si fece ancora più piccolo, attanagliato in quella morsa di ghiaccio che ancora non aveva smesso di stringere.
« Sono passati quindici anni, Mary. C’è stata una guerra, ci sono state sottratte tante persone, siamo stati tutti profondamente segnati, noi che siamo rimasti »
Il tono di Emmeline era velatamente accusatorio, come se stesse cercando di far pesare per l’ennesima volta a Mary il fatto di averli abbandonati proprio mentre tutto si faceva più buio. E come poteva biasimarla, Sirius? La ferita che Mary aveva lasciato nel suo cuore - nei cuori di tutti loro - non si sarebbe mai rimarginata, tanto era profonda e ancora bruciante.
Quindici anni. Se c’era una cosa che era sicuro che Azkaban non gli avesse portato via, quella era il ricordo del giorno in cui lei se n’era andata.
Con un balzo fu sul marciapiede, e seguendo un impulso proveniente da chissà quale remota zona del suo cervello - o del cuore? -, seguì le due donne fino in North Silver Street, mantenendo sempre una distanza che gli permettesse di continuare ad ascoltarle senza per questo essere notato.
« E dov’è finito il tuo ambizioso sogno di diventare Auror? » stava chiedendo Mary, i pendenti che le dondolavano sulle guance ad ogni suo passo.
« Diciamo che la gavetta fatta durante la permanenza nell’Ordine mi è sembrato potesse bastare per il resto della vita. Ho visto troppi amici caduti, innocenti torturati, abitazioni barbaramente incendiate... e ho capito che mi ci voleva un tranquillo lavoro d’ufficio per riuscire a digerire le brutalità di quegli anni »
Evidentemente quella non era la risposta che Mary si aspettava, perchè rimase per un po’ con la bocca socchiusa, come se le parole faticassero ad uscire - o come se non ne avesse affatto -, e poi finalmente riuscì a distogliere lo sguardo, mantenendolo ostinatamente sul marciapiede che scorreva sotto i loro passi. « E... l’Ordine è ancora- »
« È stato sciolto poco tempo dopo la morte dei Potter » ammise Emmeline lasciandosi sfuggire un sospiro. « Sai, quando Voldemort scomparve inizialmente si diffuse il panico perchè nessuno sapeva dove si trovasse, ed erano in molti a temere un qualche inganno; ma presto si cominciò a festeggiare - ed era comprensibile: dopo tutti quei mesi di morti e sparizioni non si aspettava altro che un po’ di buone notizie. Ovviamente per l’Ordine è stato un durissimo prezzo da pagare, visto che oltre ai Potter abbiamo perso anche Black e Minus - beh, non che Peter fosse un elemento di spicco della squadra, devo ammettere »
« Non riuscivo a crederci, quando l’ho letto » disse Mary, la voce soffocata nella pesante sciarpa che portava intorno al collo. « Insomma, non avrei mai neanche preso in considerazione l’idea che Sirius potesse tradire James. Ma le prove erano schiaccianti, non è così? »
« Nessuno lo avrebbe mai immaginato, Mary » provò a confortarla Emmeline, mentre Padfoot procedeva dietro di loro, sentendosi morire ad ogni loro singola parola. « Sai, l’anno scorso Remus ha insegnato Difesa a Hogwarts; lui sta bene, se ti fa piacere possiamo andare a trovarlo »
Mary annuì e abbozzò un sorriso. « Sarei contenta di rivedere qualcuno; già incontrare te mi ha fatto stare meglio. Vedi, era già da un po’ di mesi che meditavo di tornare: credo di essere stata colta dalla malinconia dei tempi passati »
A Padfoot sfuggì un ringhio. Se avesse potuto parlare le avrebbe gridato in faccia che la sua stupida malinconia era inutile ora, perchè avrebbe dovuto pensarci prima, prima di fuggire come una codarda, prima di andare a fare la bella vita in Grecia, prima di mollarlo lì, con il cuore a pezzi e Voldemort alle porte.
« Chi c’è? » disse Emmeline, voltandosi di scatto e impugnando d’istinto la bacchetta.
« È solo un randagio, Em » rise Mary vedendo il grande cane nero che cercava di nascondersi nell’ombra a pochi metri da loro.
« Scusa se ho imparato a non abbassare mai la guardia » fu l’acida risposta di Emmeline. « È così che hanno preso Edgar Bones: tornava dal lavoro di sera tardi, era stanco e non si è accorto di essere seguito; li ha condotti praticamente dentro casa sua, e loro hanno sterminato la sua famiglia »
Mary aveva una mano premuta sulle labbra e gli occhi sbarrati, e Sirius si sentì quasi in colpa per tutte le cattiverie che aveva appena pensato. Non era affatto cambiata, era ancora la fragile ragazzina che Mulciber e Avery avevano preso di mira ad Hogwarts e che lui aveva voluto proteggere. Sembrava una vita fa; quindici anni erano lunghi.
« Oh, ti chiedo scusa » borbottò Emmeline mettendo via la bacchetta. « Sono stata brusca, non dovevo »
« Non preoccuparti, non riesco ad immaginare come ne sarei uscita io se fossi stata presente - sempre se ne sarei uscita, ovviamente »
Padfoot intanto si era fatto un po’ più vicino alle due donne - in realtà non sapeva nemmeno lui perchè si stesse avvicinando, ma decise di non porsi troppe domande, visto che quella sera a quanto sembrava era l’istinto che decideva per lui.
« Ehi, ciao » lo salutò Mary chinandosi e tendendogli una mano. Emmeline rimase a distanza: gli animali non le erano mai piaciuti granché - Sirius ricordò che possedeva un gufo unicamente perchè avrebbe trovato estremamente faticoso recapitare a mano le proprie lettere. « Sei solo? Dov’è il tuo padrone? »
Sirius pensò a James, a Harry, a Remus, e anche un po’ a Mary, perchè anche lei aveva occupato il suo cuore, in un’altra vita. Si lasciò accarezzare tra le orecchie e non poté fare a meno di notare che le sue unghie erano sempre corte - probabilmente ogni tanto quando era nervosa le mordeva ancora, salvo poi passarci una mano di smalto per dare loro una parvenza di cura.
« Em » disse ad un tratto Mary, la voce innaturalmente calma ma decisa. « Mi accompagneresti a trovare anche Alice e Frank? »
Emmeline parve interdetta per un attimo, come se non si aspettasse una richiesta del genere; poi accennò un sorriso triste e annuì. « Sai, ti porterei anche da Sirius, se solo sapessi dove si trova »
« Da... Sirius? » ripeté Mary alzandosi lentamente, come se stesse cercando di capire qualcosa che non le risultava particolarmente chiaro.
« Ho parlato con Remus, l’altro giorno » proseguì Emmeline tentennante, evidentemente indecisa tra confessare tutto o continuare a fingere di non sapere. « Sirius è innocente. É stato Peter a tradire i Potter, era lui il Custode Segreto »
Mary sbiancò e ammutolì, poi iniziò a balbettare: « Sta-stai scherzando? Mi stai dicendo che Sirius è stato ad Azkaban per un omicidio che non ha commesso? Ma Peter è morto, c’è un’intera strada che può testimoniare che Sirius lo ho ucciso... o no? »
« È una lunga storia » sospirò Emmeline. « Forse è meglio che tu te la faccia raccontare da Remus in persona »
« E nessuno ha idea di dove si trovi Sirius ora? »
« Se Remus lo sa, non me l’ha voluto dire. Forse non si fida abbastanza di me; dopotutto lavoro al Ministero: potrei essere una fedele seguace di Caramell e potrei spifferargli tutto »
Mary alzò gli occhi al cielo. « È troppo tardi per presentarci adesso da Remus? »
Padfoot non aveva smesso un attimo di guardarla, e in quel momento notò nei suoi occhi una determinazione che rare volte aveva visto nel suo sguardo.
« Possiamo provare, se ti fa piacere »
« Sì. Voglio trovarlo »
E Sirius si rese conto che non si stava riferendo a Remus, ma a lui. Era pronto ad incontrare di nuovo Mary MacDonald? Le avrebbe davvero tenuto il muso per tutta la vita, ora che era tornata, oppure avrebbe sconfessato tutti i suoi propositi e non avrebbe potuto fare a meno di perdonarla? Non era affatto preparato a tutto questo.
Mentre le due donne si Smaterializzavano, il grosso cane nero si incamminò di nuovo verso la piazza, la coda che ciondolava e il muso rivolto al cielo color petrolio.
Cosa non avrebbe dato per una bottiglia di Whisky Incendiario.







Frida’s corner
Ho scritto questa storia grazie all’ispirazione fulminante fornitami dal contest “Harry Potter - The Reunion”, la cui giudicia secondo me ha avuto un’idea splendida *_* Ho sempre avuto un debole per le rimpatriate ;_; (tra l’altro la storia si è classificata seconda con un punteggio totale di 54,68/55, aggiudicandosi anche il Premio Giuria *_*)
Dunque, secondo la mia personale versione della storia, Mary è emigrata appena terminata Hogwarts u.u Sono arrivata a questa conclusione dal momento che il suo nome non appare nella lista dei membri del primo Ordine della Fenice; e visto che volevo mantenerla in vita (la morte di Marlene mi è già sufficiente ;_;), ho deciso che la cosa “migliore” era farle evitare la Guerra.
Per la seconda parte del titolo (Si tú vuelves) mi sono ispirata al titolo della canzone di Miguel Bosé “Si tú no vuelves”.

Grazie a chi ha letto. ♥♥♥
Frida

   
 
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