Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Blueraven    20/08/2012    2 recensioni
Al suo decimo compleanno, la piccola Sara si aspetta una giornata davvero speciale, una giornata in famiglia. Eppure come ad ogni suo compleanno qualcosa va storto e questa volta sarà la goccia che farà traboccare il vaso.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Mio Dio che disordine!”. Mi guardo intorno sbigottita. La stanza è completamente ingombra di scatoloni e cartacce. Da due settimane mi sono trasferita in un nuovo appartamento e ancora non ho avuto abbastanza tempo per sistemare tutto a dovere. Oggi ho passato l’intero pomeriggio a correre di qua e di là come un’ossessa nel disperato tentativo di accorciare un po’ la lista delle cose da fare e ora l’unica stanza ad essere ancora nel caos più totale è lo studio.
Mi siedo ai piedi della pila di scatoloni più vicina, prendo il primo e comincio a riporre i libri che sono al suo interno secondo un ordine tutto mio. La stesa cosa faccio per il secondo e il terzo. Quando però svuoto il quarto mi capita tra le mani un diario colorato, infantile. Non mi ricordo di questo diario, certo da piccola ne avevo scritti tanti, ma non ho nessun ricordo di questo in particolare. Comincio ad avere freddo, mi sposto vicino alla finestra accoccolandomi sulla mia poltrona preferita accanto al termosifone, il diario in mano, e, dopo una veloce occhiata all’uggioso cielo, lo apro e senza rendermene conto, precipito nel vortice dei ricordi.
La prima pagina era vergata da un’elegante calligrafia e recitava: “Luisa Moreschi; iniziato il:15 Maggio 1995; terminato il:23 Giugno 1996”. Quello era il diario di mia madre e il 15 maggio 1995 era il giorno del mio decimo compleanno. Mi fermai. Volevo davvero leggere ciò che aveva scritto di quella giornata? Volevo davvero rivivere dolori ormai superati? Sospirai. Rimasi immobile per un momento, esitante. Infine voltai pagina e cominciai a leggere.:
 
h 23.15 
15 Maggio 1995
Camera da Letto
 
            Mio dolce tesoro,
            probabilmente leggerai questo diario tra molti, molti anni, ma questo non importa, ne
            vale la pena. Si, vale davvero la pena di scriverti questo diario, perché probabilmente
            solo in questo modo potrai conoscere a fondo tutto ciò che ora sei troppo piccola
            per comprendere.
            In questo momento è tardi e stai dormendo profondamente nella stanza qui accanto. È
            stata una giornata lunga e molto faticosa per te; avrebbe dovuto essere un compleanno
            gioioso e invece si è trasformato nel peggiore che tu abbia vissuto finora.
            Ti sei svegliata presto stamattina e subito sei corsa da me. Io sapevo già che il tuo
            entusiasmo avrebbe avuto fine a breve, lo sapevo già da ieri notte, quando ho lasciato
            sulla tua scrivania il regalo del tuo adorato papà. Aveva promesso. Invece non è
            tornato.
            Mi sono precipitata in cucina non appena sei tornata nella tua camera perché non
            volevo essere con te quando avresti trovato quel regalo. Non volevo vedere il tuo
            dolce visino illuminato di gioia rattristarsi nel leggere il biglietto, quando avresti
            capito che non sarebbe venuto. Non lo avrei sopportato. Poco tempo dopo, infatti, ti
            ho sentita scoppiare in lacrime. Mi sono fatta coraggio e sono venuta da te. Ad ogni
            passo che facevo le parole di quel biglietto mi bruciavano dentro.
 
 
                        “Piccola mia, mi dispiace davvero, so che l’avevo promesso, ma non
                         Potrò essere con te oggi. Ti prometto che questa è l’ultima volta. Ti
                         voglio bene. Papà.”
 
         Sapevo che non sarebbe stata affatto l’ultima volta, lo sapevamo entrambe. Troppe volte
         aveva già promesso che sarebbe stato più presente e così non è stato.
         Quando sono entrata in camera tua stavi piangendo, mi sei corsa incontro e io ti ho
         abbracciata forte. Non sapevo come dirti che mi dispiaceva perche il dolore di vederti
         in quelle condizioni mi ha tolto le parole. Ti ho consolata silenziosamente stringendoti
         forte a me finchè non hai smesso di piangere. Non hai aperto il regalo, non subito
         almeno. Lo hai lasciato lì dov’era, sulla tua scrivania, e sei venuta in cucina con me.
         Nel corso della giornata ho tentato con ogni mezzo di risollevarti, di farti dimenticare
         l’accaduto, almeno per un po’, ma senza successo. Hai trascorso il pomeriggio seduta
         sul tuo letto a fissare quel pacchetto ancora incartato, combattuta tra il perdonare e il
         condannare. Alla fine l’hai aperto.
         Era quel bellissimo peluches che desideravi da tanto. Senza dire nulla lo hai stretto a te
         mentre un’altra lacrima ti solcava la guancia e non te ne sei più separata.
         Quando all’ora di cena tuo padre ha chiamato, tu non gli hai voluto parlare. Lui ha
         capito dal tono delle mie parole e dal tuo silenzio, che cosa aveva significato per noi
         questa sua ennesima assenza.
         Mi dispiace.
         Mi dispiace di non avere insistito di più per farlo tornare.
         Mi dispiace di non averti potuta consolare meglio.
         Mi dispiace di non poter essere per te sia una madre che un padre.
         Mi dispiace di non averti saputo dire “mi dispiace”.
         Ti voglio bene.                            
La mamma
 
 
Terminata la lettura mi risveglio dal passato in cui ero precipitata, sollevo lo sguardo e osservo le gocce di pioggia che rigano il vetro come lacrime su di un viso cristallino. Penso a mio padre che da quel giorno non è più tornato a casa. Penso a tutto ciò che ho perso con lui, a tutte le cose che avremmo potuto fare insieme. Penso a mia madre che per crescermi serenamente ha sofferto in silenzio l’abbandono sacrificando se stessa. Penso al passato, ma ora vado avanti per non soffrire più, conserverò questo diario come monito dell’amore che ho ricevuto e che non smette mai di scaldarmi perche l’amore non ha tempo ed è il ricordo a farlo vivere. 
 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Blueraven