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Autore: Eliessa    20/08/2012    1 recensioni
Elena e Marco Argenti e Davide Castelli. Tre persone, una sola famiglia.
Ma un arrivo improvviso ribalta la felicità, l’amore e la stabilità di quella famiglia.
Elena non è così forte come pensava di essere.
Marco le sta accanto, è una delle poche persone che riesce tutt’ora a starle accanto.
Davide è arrabbiato con sé stesso. Un passato che si rifà vivo dopo 25 anni, un passato che non sapeva di avere. Un passato estraneo a lui ed a chi gli sta accanto.
Una vita da affrontare.
Cosa ne sarà di Elena e Davide? Riusciranno a superare l’ennesimo ostacolo?
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8. 
GIULIETTA MERANTE



Giulietta, come già detto, era una ragazza di 25 anni, cresciuta solo con la madre, Pamela, in quanto Davide l’aveva lasciata il giorno che la donna doveva rivelargli la sua gravidanza.
Giulietta quindi era andata a Roma per conoscere il padre.
O almeno questo era il motivo che tutti sapevano, compresa la madre.
Solo lei sapeva in realtà cosa voleva fare.
Una cosa che un tempo non pensava di fare.
Da piccola si era giurata di voler conoscere il padre.
Voleva incontrarlo solo per dirgli che era la figlia senza voler nulla in cambio.
 
Non le importava essere ricambiata, voleva solo conoscerlo.
Ma crescendo, le idee cambiano, le persone cambiamo.
Crescendo non riusciva a darsi una risposta sul perché il padre ha voluto lasciare la madre.
Si diceva: “Ok, mamma l’avrà anche tradito, ma una seconda possibilità, no? E poi si dice, chi è senza peccato scagli la prima pietra.”
Giulietta credeva che se era senza un padre la colpa era solamente sua, di Davide.
Invece no, la colpa era anche della madre che in primis l’aveva tradito, ma lei l’ha voluta sempre difendere.
Quel lato del suo comportamento, sbagliato peraltro, non lo mostrava a nessuno, né ai suoi amici, né all’amica più cara che aveva.
Solo nelle scuole superiori, tra il quarto e quinto anno, quando si dovrebbe stare in compagnia, divertendosi e basta, perché quella è quell’età in cui le cazzate sono quasi all’ordine del giorno, i compagni notarono la sua solitudine, il suo chiudersi in un mondo dove a tutti era impedito entrare.
Così gli amici pensarono che in quel momento risentisse di più della mancanza del padre e quanto più possibile le stettero accanto, ma nessuno poteva pensare che avesse in mente qualcosa di così pericoloso.
Quello che aveva in mente era una cosa tra lei e Davide. Il tutto stava nel capire come mettere in atto ciò che aveva in mente.
Forse non doveva pianificare nulla, forse le cose dovevano venir da sé.
O forse doveva solo far in modo che il passato tornasse di nuovo.
-Ehi papà.- disse la ragazza. –Che si fa oggi? È domenica, pensavo ad un’uscita tutti insieme.-
-Possiamo andare a pranzo al ristorante.- disse lui.
-Ristorante?- chiese stranita la ragazza.
-Perché che avevi in mente, un picnic?-
-Questa idea non è male.-
-Sai che Giulia ha ragione.- disse Elena. –Possiamo andare al lago di Martignano.-
-Se si va al lago, non può mancare la nostra tenda, vero Ele?- chiese Marco.
-E certo.- rispose lei. –Dai chiama Sabrina e vedi se se ne vuole venire anche lei.-
-No, questo fine settimana è a Milano. Però possiamo organizzarci noi. Voi preparate due panini ed io vado a prendere la tenda.-
-Ok.- rispose Elena.
Neanche un’ora dopo erano già tutti pronti, la macchina era carica, tenda, pranzo, un cambio di vestiti per ognuno, un plaid per stendersi sull’erba… si era tutto pronto, potevano partire tranquillamente.
Mentre si dirigevano al lago però, Davide dimenticò di fare il pieno all’auto quando erano ancora in centro, così si fermarono in un autogrill. Lo stesso autogrill dove Valerio Flaviano aveva fatto il pieno all’auto quando aveva rapito Elena.
-Questo posto m’incute terrore.- disse Elena con un velo d’amarezza.
-Perché?- chiese Giulia
-Perché… Una storia lunga. Sembra che negli autogrill io debba sempre soffrire.- rispose Elena.
-Io scendo a prendere qualcosa al bar, voi cosa volete?- Disse Marco per cambiare discorso. Alla sua domanda tutti fecero cenno di no con il capo, un modo per dire che non volevano nulla.
Ora fuori l’auto c’erano solo Giulia, Davide ed Elena. Nessun altro.
Quello era il momento giusto per agire pensò la ragazza.
Così prese la pistola che teneva dietro la schiena e quando si trovò Davide davanti gliela puntò.
-Ora siamo faccia a faccia. Nessuno può fermami.-
-Giulietta!- esclamò Davide, mentre anche Elena prese la pistola dalla fondina nascosta sotto il giubbotto di pelle.
-Butta la pistola.- disse Elena.
-Non ti conviene. Buttala tu se non vuoi che Davide faccia una brutta fine. Intanto Marco dal bar vide la scena. La bottiglietta d’acqua che aveva appena acquistato, gli cadde tra le mani rovesciando il contenuto a terra. Subito chiamò Luca e gli raccontò brevemente cosa stava vedendo. Chiusa la chiamata uscì dal bar e raggiunse la sorella.
-Tu stai fermo dove sei.- disse Giulietta rivolta a Marco. –Non avanzare o ti faccio un buco in testa.-
-Tranquillo Marco, entra dentro tu.- disse Elena
-No, io rimango.-
-Giulietta, cosa diamine vuoi?- chiese con gli occhi di fuori Davide.
-Quello per cui realmente ti ho cercato. Vendetta! Vendetta per aver lasciato da sola mia madre. Vendetta per avermi lasciata da sola e per non avermi mai voluto conoscere. Vendetta, solo questo.-
-Io non sapevo che Pamela fosse incinta, ne abbiamo già parlato.-
-L’hai lasciata, per questo non sapevi nulla. Ed io voglio vendetta.- Giulietta chiuse gli occhi e sparò un colpo dalla pistola, indirizzandolo a Davide. Elena che era accanto a lui lo spinse a terra, ed il proiettile colpi lei, nello stesso punto dove Davide nel maggio 2006 fu colpito, vicino al cuore.
Marco a quel punto corse verso la ragazza e dopo una breve lotta, le tirò la pistola dalle mani e con le manette che Davide gli lanciò, l’ammanettò.
Davide subito si accasciò accanto il corpo della moglie, facendo pressione con le mani all’altezza della ferita; mentre Marco chiamò il pronto soccorso per una ambulanza e poi raggiunse l’uomo.
-Elena, perché…- disse piangendo Davide.
-Ricordi? Ti ho giurato di proteggerti a costo della vita. Ti ho salvato dal colpo che non ho saputo evitarti a Genova.- disse Elena con quella poca voce che aveva.
-No Elena.- disse Davide, mentre con le mani faceva pressione dove aveva la ferita.
-Stai sveglia Ele, cerca di sentire la nostra voce, per favore, non arrenderti.- disse Marco piangendo anche lui.
-Marco.- sibilò Elena.
-No, non parlare ma stai sveglia! Elena!- gridò Marco furiosamente quando vide gli occhi della sorella chiudersi. Era la fine. La fine di Elena. La fine di tutto.
   
 
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