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Autore: SusanTheGentle    20/08/2012    1 recensioni
Bill, Tom, Georg, Gustav e Maddy sono cinque ragazzi normalissimi, Vivono a Magdeburg, una città ordinaria sotto ogni aspetto. Hanno i loro amici, i piccoli problemi quotidiani quali la scuola, l'amore. Hanno i loro sogni...E se questi sogni si trasformassero in un incubo? Se loro, così come potremmo essere tutti noi, un giorno venissimo a conoscenza di strani e spaventosi avvenimenti che minacciano la nostra vita, la nostra casa e le persone che amiamo di più? Che cosa faresti per salvarli, sapendo che solo tu hai il potere di farlo?
Dalla scleta di una persona può dipendere il destino del mondo. E loro decisero di cambiare il destino.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12:
L’asso nella manica

 
Doveva essere un sogno, altrimenti non sarebbe stato possibile spiegare quello che vedeva.
Georg era preda dello sgomento più completo. La mente correva per cercare una soluzione, ma più pensava e meno capiva.
Maddy sembrava voler fuggire dai suoi amici Bill, Tome Gustav, che la inseguivano per recuperare la bambola con il cappotto blu notte e i capelli biondi, che la ragazza stringeva ancora al petto, sotto il cappotto.
Santo cielo! Ancora quelle maledette bambole! Possibile che fossero così speciali? Perché tutti accorrevano a vederle? Perché sembravano irrimediabilmente attratti verso di loro?
Che c’era qualcosa di strano lo aveva capito da subito, ma adesso…
Adesso davanti a lui era comparsa la scena più surreale alla quale avesse mai assistito: due coppie di gemelli, una davanti e una dietro di lui.
Georg li osservò tutti e quattro e notò immediatamente che i loro visi erano diversi.
I volti dei due che avevano inseguito Maddy erano una maschera di cattiveria. Ghignavano sinistramente, soddisfatti per essere finalmente riusciti a stanare la loro preda. E la stessa loro espressione l’aveva Gustav, che avanzò il quel momento e si affiancò agli altri due.
 “Adesso siete in trappola” disse malevolo il falso Tom, guardando dritto negli occhi i veri gemelli.
 “Che diavolo sta succedendo?!” ripeté Georg alzando la voce, perché nessuno sembrava prestargli attenzione.
I due gemelli Kaulitz che avevano inseguito Maddy e Georg, superarono bruscamente quest’ultimo, sbattendogli contro e facendoli male, e poi afferrarono Maddy per le braccia.
“Lasciatela stare!” gridarono a una sola voce Georg e gli altri Bill e Tom.
Erano tre contro tre.
“Lasciatela!” disse d’un tratto la voce di Bill.
Tutti si voltarono a guardarlo e videro che sul volto aveva un’espressione fiera, senza la benché minima ombra di paura. La voce era la sua, ma era alterata da un tono al quale era impossibile non obbedire.
Con grande incredulità, Georg vide i carcerieri di Maddy ritirarsi, lasciarla, ed emettere un ringhio rabbioso e gorgogliante.
“Dio mio” mormorò, rendendosi conti che le cose erano molto più complicate di quanto poteva immaginare. Gli sembrava tanto di essere il personaggio di uno di quei telefilm fantastici che piacevano tanto a Maddy e a Bill.
Il rumore della folla che aveva seguito i ragazzi fuori dal Municipio arrivò alle loro orecchie.
Gustav si riprese dal comando della voce di Bill e scattò da quella parte, seguito dai falsi Bill e Tom.
“Eccoli!” gridò Gustav. “Sono qui, signor Herman! Li abbiamo trovati!”
Tom tirò il fratello per la manica del giubbotto di pelle. “Dobbiamo nasconderci, Bill! Muoviti!”
Il ragazzo moro guardò Maddy. Non voleva lasciarla sola in quella situazione.
“Blondie…”
“Vai. C’è Georg con me”
Bill parve in qualche modo rassicurato e poi si rivolse all’amico.
“Fai in modo che non le succeda niente, ti prego, Georg”
“Io…va bene, ma…”
“Ragazzi!” esclamò una voce famigliare.
Maddy e Georg si voltarono e videro la signora Kaulitz venire verso di loro, mentre alle sue spalle, alcuni addetti alla sicurezza facevano tornare nell’edificio il capannello di curiosi che erano usciti a vedere che cosa stava succedendo.
Georg si voltò indietro e vide che Bill e Tom erano scomparsi chissà dove.
Ora erano rimasti solo i quattro ragazzi, Maddy e il signor Herman. Il vento freddo sferzava i loro volti.
“Santo cielo, Madeline, che cosa è successo?”
“Signora” intervenne Herman squadrando la donna da capo a piedi. “Lei è la madre di questa ragazza?”
“No, ma è come se lo fossi. Che cosa è accaduto?”
“Sono desolato di doverglielo dire, ma la signorina ha tentato di rubare una bambola della mostra. Una bambola che ha un altissimo valore”
“Che cosa?!” esclamò Simone incredula. “Che cosa sta dicendo? Tutto questo è impossibile?”
“Invece è proprio così, mamma” disse il falso Bill avanzando.
“E’ una ladra!” esclamò Tom, puntando un dito accusatore contro Maddy.
“Non è possibile. E’ completamente assurdo” disse Simone scuotendo il capo. “Maddy?”
La ragazza non rispose. Stava a testa china in mezzo al cortiletto sul retro del Municipio, con gli sguardi di tutti puntati su di lei. Sentiva le lacrime pungerle i lati degli occhi. Non sapeva cosa fare. Avrebbe desiderato con tutto il cuore che i veri Bill e Tom fossero lì con lei, che Bill le tenesse la mano e Tom affermasse che non aveva rubato niente, con il suo solito tono spavaldo.
Ma loro non c’erano, erano dovuti fuggire di nuovo per nascondersi da Solquest. Anche se ormai, il mago avrebbe saputo ugualmente che loro erano lì. Gli zaninoni glielo avrebbero riferito quanto prima.
“Maddy?” ripeté Simone avvicinandosi e facendole sollevare il viso con dolcezza. “Dimmi che non è vero”
Ma ancora Madeline non aveva il coraggio di rispondere, non dopo che aveva sentito dire da Simone che lei era come una figlia per quella donna.
In un certo senso Maddy l’aveva sempre saputo, e a sua volta, aveva sempre considerato la madre di Bill e Tom un po’ come se fosse anche la sua mamma. Ma sentirlo dire ad alta voce faceva tutto un altro effetto e ora lei stava per spezzare il cuore della donna che l’aveva cresciuta.
“Temo proprio che sia vero, cara signora” disse Herman, i cui occhi di ghiaccio dardeggiavano pericolosi verso la ragazza. “L’abbiamo vista tutti. Ci sono dei testimoni, quindi non ha senso che lo neghi”
“Georg, anche tu eri con lei” disse Gustav. “Non è così?”
“Già. Probabilmente l’hai aiutata a rubarla!” disse Bill.
“Cavolate!” sbottò Georg, che cercava di venire in aiuto di Maddy come poteva, visto che di quella situazione capiva ancora ben poco. “L’avete spaventata a morte, povera Blondie, per questo è scappata. Le avete corso dietro come una banda di pazzi furiosi!"
“Zitti tutti quanti!” intimò Simone alzando una mano. “Sono certa che esista una spiegazione. Conosco Maddy troppo bene per essere certa che non farebbe mai un gesto simile”
“Le persone non si conoscono mai abbastanza” mormorò Georg fissando Bill, Tom e Gustav.
Maddy era ancora senza parole, immobile, gli occhi castani pieni di lacrime represse. Avrebbe tanto voluto che in quel momento una voragine si spalancasse nel terreno e la inghiottisse.
Sentiva battere il piccolo cuore della bambola dentro la quale era imprigionato Gustav, e mai come in quel momento si rese conto che dentro il corpicino di porcellana c’era una persona viva. Uno dei suoi migliori amici.
“C’è soltanto un modo per scoprire come stanno le cose” sentenziò infine Herman rivolto a Maddy. “Apri il giaccone e facci vedere cosa nascondi. Subito!”
Maddy rabbrividì e riconobbe in quel tono la magia ipnotica di Solquest.
“NO!” esclamò, sopraffatta dal desiderio di proteggere la bambola, stringendo ancor più le dita attorno ai risvolti del cappotto.
“Per favore, tesoro, fa come ti dice” disse Simone con tono preoccupato. “Cosa nascondi là sotto?”
“N-niente! Lasciatemi stare!” Maddy fece un passo indietro e si fermò, ora con le spalle al muro.
Guardò uno per uno le persone che la circondavano: quelli avevano l’aspetto delle persone che amava, ma erano i suoi nemici. Nessuno poteva aiutarla se non Georg, ma lui non sembrava ancora convinto di niente. In quanto a Simone, non poteva spiegarle cosa stava accadendo.
Un’onda di disperazione la invase quando vide il signor Herman avvicinarsi e allungare le mani verso il giaccone, aprirlo con forza e afferrare la bambola per poi alzarla e mostrarla a tutti.
Gustav emise un’esclamazione di trionfo e Bill e Tom guardarono Maddy con due ghigni esaltati.
Georg abbassò il capo e non disse nulla.
La signora Kaulitz era a dir poco allibita.
“Non posso crederci! Madeline! Perché hai fatto una cosa simile?!”
Maddy scoppiò in lacrime e si coprì il volto con le mani.
Le sue non erano lacrime di umiliazione, anche se provava un gran dolore nell’aver deluso Simone con un gesto del genere. Il dolore più grande era quello che sentiva per non essere riuscita a proteggere la bambola. Aveva fallito.
 
Il ritorno a casa fu l’esperienza più orribile mai vissuta da Madeline prima d’ora.
Era seduta sul sedile anteriore dell’auto di Simone, che guidava in silenzio.
Bill, Tom e Gustav si fermarono ancora per un po’ in giro per i negozi di Magdeburg. Gustav doveva prendere l’ultimo regalo, anche se Maddy era più propensa a credere che i tre zaninoni sarebbero tornati alla mostra per ricevere ordini dal Solquest. Forse si stavano preparando a dare la caccia a Bill e Tom.
Chissà dov’erano finiti? Stavano bene? Dove sarebbero andati?
“Vieni con noi Georg?” chiese Tom.
“No, grazie. Ne ho avuto abbastanza per oggi. Mi può accompagnare a casa, signora Kaulitz?”
“Ma certo”
Quando arrivarono, Georg salutò e scese dall’auto.
Maddy cercò di guardarlo negli occhi per capire il suo stato d’animo, se era arrabbiato, deluso o altro. In fondo aveva visto anche lui i falsi gemelli e il falso Gustav, no? Aveva sentito la voce del loro amico provenire dalla bambola con il cappotto blu. Possibile che ignorasse tutta la faccenda senza dire niente?
Ma le domande di Maddy rimasero senza risposta, perché Georg voltò le spalle e si incamminò verso casa.
La signora Kaulitz ripartì, fece un paio di curve e parcheggiò davanti a casa.
Quando entrarono, Maddy si preparò all’inevitabile.
Sedute sul bordo del letto in camera della ragazza, Simone cominciò a parlarle con voce calma e pacata.
“Non aver paura, Maddy, voglio solo capire cos’è successo. So che non sei una ladra, ma quello che hai fatto somiglia molto a un furto. Che volevi farci con quella bambola? Sai che è un oggetto di estremo valore? Il signor Herman è stato buono a non denunciarti alla polizia e poteva succedere, sai? Che cosa avrebbe detto tuo padre?”
Maddy rabbrividì. Le lacrime riaffiorarono in fretta e il tappeto rosa ai suoi piedi si trasformò in una macchia sfocata.
“Mi spiace Simone, io non…non so cosa dire. Lo so che ho preso quella bambola e sono scappata via, ma non volevo rubarla, te l’assicuro!”
Maddy tentò di spiegare l’intera faccenda, ma il suo racconto suscitò solo incredulità. Non riusciva a farsi capire come avrebbe voluto.
Come poteva spiegare il senso di pericolo che aveva sentito aleggiare attorno a sé? Tutta la mostra ne era impregnata, come un sudario di nebbia che avvolgeva ogni cosa e persona presente nel Municipio.
Avrebbe voluto raccontare a Simone della voce di Gustav provenire dalla bambola con il capotto blu. Che quel giocattolo pulsava di vita, perché in esso era imprigionato proprio lui, e per questo motivo aveva cercato di portarlo via da quel luogo malefico.
E Bill e Tom? Come dire a Simone che quelli che vivevano con lei non erano i suoi figli, ma due mostri dalle sembianze umane?
E poi, sopra tutto, c’era la visione terrificante della bambola dai capelli biondi e il vestito azzurro a lustrini. La sua immagine continuava a tornarle in mente insistentemente anche se Maddy faceva di tutto per allontanarla.
Ma intanto, anche se avesse rivelato tutte queste cose a Simone, lei non le avrebbe creduto. E come darle torto? Maddy stessa era consapevole di come sembrasse delirante tutto quel parlare di bambole, mostri e magie. Eppure era vero, stava succedendo a lei.
Stava succedendo a Magdeburg.
Simone fece un sospiro esasperato e si alzò dal letto.
“Continua a non capire cosa ti sia preso. Dovrò parlarne con tuo padre. Mi spiace, ma fino al suo arrivo, la vigilia di Natale, te ne resterai in casa. Non c’è altra soluzione”
Maddy non disse nulla, e quando finalmente Simone lasciò la camera, continuò a starsene seduta sul letto in silenzio.
Come sempre in certi casi, quando si cerca di non pensare a qualcosa di spiacevole, quella cosa continua a tormentarci la mente fino allo sfinimento.
Così era per Maddy che, sdraiatasi sul materasso, sola nella sua camera, si interrogava su tutti i fatti straordinari e spaventosi di quel giorno.
Pensava a recuperare la bambola e salvare Gustav.
Pensava a Georg, l’unico amico rimastole con cui poteva confidarsi e che ora la credeva una ladra con tutte le rotelle fuori posto e probabilmente non le avrebbe mai più rivolto la parola.
Pensava in continuazione ai gemelli. Era preoccupatissima per loro. Aveva combattuto per tutto il tempo sull’arrischiarsi a chiamarli o no al cellulare per sapere se stavano bene, finché il telefono non si illuminò e Maddy saltò i piedi afferrandolo dalla scrivania.
Era un messaggio di Bill che la rassicurava. Erano in un posto sicuro, non diceva dove, ma l’avvertiva che qualcuno sarebbe venuto a prenderla l’indomani mattina presto e di farsi trovare pronta.
Maddy strinse il telefono e tirò un sospiro di sollievo.
Per un attimo le balenò la folle idea che potesse essere una trappola, ma lo scacciò immediatamente. Chissà chi sarebbe venuto?
Pensando e ripensando ancora, scese la sera. Fuori aveva cominciato a nevicare, ma Maddy quasi non se ne accorse.
Stanca e incredibilmente spossata, Maddy voleva dormire ma aveva paura di addormentarsi, perché tutte le volte che chiudeva gli occhi appariva l’immagine della bambola bionda della mostra.
Alla fine si assopì. Nella testa sentiva uno strano ronzio, le sembrò persino che qualcuno la chiamasse…
Di colpo spalancò gli occhi e si tirò su. I lunghi capelli biondi le finirono davanti agli occhi.
Con un gesto frenetico, Maddy prese un nastro per capelli dal cassetto del comodino e raccolse la chioma in una coda.
Cercò di calmarsi e si sedette volutamente in una posizione scomoda per evitare di prendere sonno un’altra volta. Voleva rimandare quel momento il più possibile. Si mise sul bordo del letto e si tirò le ginocchia fino al mento, dove lo appoggiò stringendosi le gambe.
Più tardi, quando tutti gli altri erano orai andati a dormire, Simone salì in camera di Maddy a portarle un piatto di minestra calda.
“Maddy, cosa fai seduta lì al buio?”
Simone accese la luce e la ragazza strizzò gli occhi alla luce improvvisa.
“Quando sono tornati Bill e Tom?” chiese Maddy.
“Per la verità non sono tornati. Si sono fermati a dormire da Gustav”
“Chissà perché non mi stupisce” mormorò la ragazza.
“Devi mangiare qualcosa”
“No, non mi va niente”
“Avanti, Maddy, non è facendo lo sciopero della fame che risolverai i tuoi problemi”
“L’hai detto a Gordon?”
Simone la guardò. “Sì”
“Mi odiate tutti, non è vero?”
“No che non ti odiamo! Come ti viene in mente una cosa simile?!”
“Loro mi odiano. Bill e Tom. Mi odiamo”
“No, non è vero”
“Tu non capisci, Simone”
“Capisco che voi adolescenti sapete essere veramente cattivi tra di voi, a volte. Avete le vostre regole e guai a chi le infrange. Ma, francamente, mi sembra impossibile che i gemelli prendano ad odiarti dal giorno alla notte. Se avete litigato, e non sarebbe la prima volta, farete pace entro un paio di giorni al massimo”
Maddy non replicò. Per quanto avrebbe tentato, Simone non avrebbe mai capito.
Mangiò pochissimo e poi si lasciò mettere a letto docilmente.
“Dormi bene, cara” disse la donna dandole un bacio sulla fronte.
Quando Mady si addormentò, fu tormentata dagli incubi. Era inevitabile, la bambola bionda era di nuovo davanti a lei e ripeteva sempre le solite parole: “Unisciti a noi!”
Poi vide creature mostruose, coperte di pelo ispido, arrivare alle spalle della bambola e afferrarla per le braccia e le gambe, trascinandola verso una strana isola avvolta dalla nebbia. E sulla rupe più alta stava un uomo con la barba e i capelli neri: Solquest che la accoglieva con un sorriso maligno.
Maddy chiamò più volte i nomi di Bill, Tom, Gustav e Georg, ma loro non c’erano. Era sola.
D’un tratto però, le creature pelose la lasciarono andare, emettendo suoni bassi di paura. Solquest divenne serio e la nebbia si chiuse su di lui. L’isola scomparve e tutto divenne buio.
Quando Maddy si svegliò, l’oscurità più completa l’avvolgeva. Si tirò su a sedere e percepì di essere stata distesa su un duro pavimento invece che sul morbido materasso.
Interdetta, si volse nella direzione dove avrebbe dovuto trovarsi la finestra, ma…non c’era. Non era più in camera sua.
Maddy trattenne il fiato così forte che sentì l’eco della sua esclamazione invadere quel luogo buio.
Sì buio…ma allora perché riusciva a vedersi? Se ci riusciva, significava che c’era una qualche fonte di luce vicino a lei, eppure tutto attorno era nero come la notte. Anzi, ancor più della notte.
Non c’erano luci e non c’erano ombre. C’era solo lei in una stanza nera. Ammesso che fosse una stanza…
Un po’ impaurita, Maddy mosse un piede in vanti, ma ci ripensò subito e rimase dov’era.
Fu allora che qualcuno parlò.
“Finalmente, Madeline. Mi domandavo quando ti avrei incontrata”
Maddy trasalì e si voltò.
Il buio cominciò a diradarsi e il luogo oscuro si puntellò di tante piccole luci, forse stelle. Le sembrava di essere sospesa nel cielo notturno se non fosse stato che i piedi erano ben piantati su una superficie solida. Maddy abbassò lo sguardo e vide che il pavimento era simile a marmo nero e lucido.
Quello era il luogo che le aveva descritto Bill quel pomeriggio al Municipio.
Poi, davanti a Maddy prese forma dall’oscurità una figura femminile.
“Io so chi sei!” esclamò la ragazza emozionata. “Bill mi ha parlato di te. Tu sei Calien!”
La fanciulla bionda sorrise. “Sì” disse, “Sono proprio io”
Maddy sentì la paura svanire e guardò i grandi occhi color zaffiro dell’altra. Erano buoni e gentili.
Senza pensare se fosse solo un sogno o no, Maddy cominciò a parlare a raffica.
“Calien, mi devi aiutare! Sono andata alla mostra oggi e ho visto cose spaventose! Hanno peso Gustav, l’hanno trasformato in una bambola e…”
“Calma, Madeline, calma. Lo so, sono al corrente di ciò che è accaduto oggi. Il mio compito è vegliare su di voi”
“Allora sai come aiutarmi?”
“Ci proverò”
“Grazie!”
Maddy fissò per un attimo la figura evanescente davanti a lei.
Calien aveva l’aspetto di una ragazza più o meno di sedici anni, ma poteva avere qualsiasi età. Era chiaro che non apparteneva alla razza umana, e non solo per l’aspetto etereo che la faceva somigliare moltissimo alle fate raffigurate sui libri di fiabe, ma soprattutto perché sprigionava un’aura di serenità e calore.
E quando si lanciò nel racconto di quel pomeriggio al Municipio, non provò brividi di paura e angoscia nel ricordare i volti malvagi delle bambole e degli zaninoni.
“Sono rimasta da sola, Calien, cosa devo fare?” disse infine Maddy.
“No, non sei sola. C’è qualcuno che può ancora aiutarti”
“E chi? Bill e Tom potrebbero aiutarmi, ma loro…”
Nel pensare ai gemelli, Maddy si sentì triste all’improvviso.
“Non ti sei accorta di niente, oggi, alla mostra?”disse Calien.
Maddy cercò di ripercorrere in fretta tutti gli avvenienti, ma non le venne in aiuto nessun aneddoto.
“Pensaci, Madeline. Chi è che non è stato toccato minimamente dall’incantesimo delle bambole?”
E come un fulmine a ciel sereno, la soluzione a tutti i problemi arrivò. L’aveva sempre avuta davanti agli occhi e non se n’era resa conto.
“Georg!”
“Brava”
Era vero! Georg non era stato colpito dall’incantesimo di Solquest.
Sì, si era dimostrato molto entusiasta all’idea di andare alla mostra, questo era vero, ma d’altro canto, anche molti adulti, tra i quali Simone, si erano interessati alla mostra di antiquariato. Solquest aveva esteso la sua magia su tutta la città, in modo che tutti provassero il desiderio di visitarla. Così i genitori non avrebbero avuto nulla da ridire se i figli erano così ansiosi di andarci, e non avrebbero sospettato nulla. Li avrebbero accompagnati personalmente incontro al terribile destino che attendeva molti di loro oltre quelle porte.
Ma dall’essere preda dell’incantesimo, all’essere sulla lista dei cento giovani di Magdeburg destinati al grande sacrificio, c’era una notevole differenza.
E se Georg non era sulla lista dei prescelti, non avrebbe rischiato di venire trasformato in una bambola; uno Zaninone non avrebbe mai preso le sue sembianze; Georg avrebbe sempre potuto aiutare gli altri.
Georg era l’asso nella manica!
“Ma lui non mi crede, non mi aiuterà” disse d’un tratto Maddy. “Pensa che io abbia volutamente rubato quella bambola. Tutti lo pensano. Mi odia, ne sono sicura, non mi starà nemmeno a sentire”
“Devi tentare. Georg è l’unico di voi che Solquest tiene meno d’occhio. Per lui non è una gran minaccia, visto che sa che non crederà ai vostri racconti. Ma voi dovete convincere Georg a credere”
“Come posso fare?”
“Per prima cosa devi trovare il modo di comunicare con Bill e Tom e aiutarli a nascondersi”
“E dove?”
“Non ti viene in mente nessun altro che possa darti una mano?”
“No, a parte Georg non c’è nessuno”
“Allora dovrai trovare un’altra soluzione. Maddy, non perdere la speranza e tutto si aggiusterà. Trova Bill e Tom e porta anche Georg con te. Dovrete essere tutti uniti se volete salvare Gustav”.
Maddy sbarrò gli occhi. “Dovremo tornare al Municipio?! Ma come facciamo? Solquest ormai sa che noi conosciamo i suoi piani. I falsi Bill e Tom gli avranno già spifferato ogni cosa!”
“Dovete! La trasformazione delle cento bambole sarà completa da qui a tre giorni. Il tempo stringe”
Maddy sospirò di frustrazione.
“Mi spiace di non potervi essere più utile di così, ma nella mia attuale condizione i miei poteri sono assai limitati. Solquest si è potenziato durante tutto questo tempo”
“Tu lo hai già incontrato?”
“Sì. Fu molto tempo fa. Ma è inutile che ti racconti la mia storia. Lo farà Bill quando sarete di nuovo insieme”
D’un tratto Maddy si ricordò di una cosa accaduta quel pomeriggio sul retro del Municipio.
“Sei stata tu ad aiutare Bill, oggi, vero? Quando ha intimato agli zaninoni di lasciarmi andare. Lo hai aiutato con la potenza della tua voce”
Calien annuì. “Sì. Ma per poterlo affrontare avrete bisogno molto più che la mia voce. Vorrei potervi raggiungere nel vostro mondo, ma sono bloccata qui. Solquest mi impedisce di giungere a Magdeburg”
“Ci penseremo noi, allora”
“Grazie Maddy. Sapevo che su di te potevo contare. E sono felice che tu abbia creduto subito a Bill. E a me”
“Ti confesso che non capisco ancora molto bene tutta la faccenda, ma sento che devo fare qualcosa”
“Io vi sosterrò. Verrò in vostro aiuto quando avrete bisogno, proprio come ho fatto oggi. Ricorda, Madeline, voi siete i prescelti. Siete le stelle che ridaranno a luce coperta dalle tenebre”
“Faremo tutto il possibile”
“Il popolo di Ulum è dalla vostra parte. Avete un potere che vi unisce, dovete solo crederci”
“Anche Bill mi ha parlato di un potere, ma io non capisco. Noi siamo ragazzi normali”
“Come ho già spiegato ai tuoi amici, non siete ancora consapevoli di possederlo. E’ un potere che molti sottovalutano, ma è il più potente di tutti. E’ la forza del vostro cuore, il legame che avete tra di voi. L’amicizia che provate gli uni per gli altri vi darà la possibilità di vincere il male che si annida su Magdeburg. Più esitate, più il potere si indebolisce; ma più credete, più il potere cresce con la vostra fede.
“Solquest è molto vicino ai suoi zaninoni, ma se anche voi state vicini riuscirete a tenergli testa. Io vi darò la forza necessaria a combatterlo e proverò anche a raggiungervi. In fondo anch’io ero un’abitante di questa terra, molto tempo fa”
“Io voglio crederti Calien, ma ho paura di non essere in grado”
“E’ perché sei da sola. Ma quando sarai di nuovo insieme ai tuoi amici troverai il coraggio. La vostra unione sarà la vostra forza. Ti prego Maddy, credi in te stessa. Credi nel tuo cuore”
Maddy e Calien si sorrisero e in quel momento capirono di essere diventate amiche
.
 
 
Questo capitolo non è dei migliori, non mi soddisfa granché specialmente l’ultimo discorso tra Calien e Maddy, ma siate magnanimi, fa caldooooo…il cervellino minuscolo della vostra Susani si fonde XD Farò meglio la prossima volta, promesso.
Ringrazio: 
Alien__, DollyDiamondTK, Evangeline143, IwillN3v3rbEam3moRymoon queen
Un bacio a tutti,
Susan<3/span>
   
 
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