Epilogo
Budiansky abbassò lo sguardo. «Beh, ispettori, è stato un onore lavorare con voi…»
«Anche per noi, capitano!» rispose Semir.
I tre si strinsero la mano. «Spero che questa… cosa non vi metterà nei guai!»
I due tedeschi si scambiarono uno sguardo, per poi guardarono nuovamente il capitano e fecero spallucce. «Anche se fosse, sarà stato per una buona ragione!» disse Tom.
Budiansky annuì. «Beh… allora… buona fortuna, ispettori!»
Tom e Semir sorrisero. «Anche a lei, capitano!» concluse il secondo.
E, detto questo, il capitano si allontanò, lasciando soli gli ispettori.
I due presero un forte respiro ed entrarono in macchina.
Non appena Tom ebbe chiuso lo sportello del lato del guidatore, Semir iniziò a parlare.
«Che ne dici? Quanto saremo nei guai?»
L’altro fece uno sguardo dubbioso. «Per aver arrestato un pluriomicida e aver scoperto un poliziotto corrotto?!»
Semir sospirò. «No, per aver fatto uccidere un ufficiale superiore dell'esercito e aver lasciato scappare un pluriomicida!»
«Noi?! L’abbiamo lasciato al Generale Perìno, ricordi?!»
Il collega si voltò a guardarlo. «Sto parlando seriamente, Tom! Sai che quell’uomo è morto per colpa nostra, anche se non abbiamo premuto il grilletto!»
Tom lo guardò, serio. «Quell’uomo è morto perché era un bastardo! Andiamo, Semir: era corrotto! Era sporco più del punitore, e lo sai perché?! Perché la gente si fida della polizia e delle forze armate! Si fida della gente come Perìno! Si sente protetta!»
Il primo abbassò lo sguardo, senza parlare.
«Era uno spacciatore, Semir! Sai quanta gente innocente muore o viene uccisa quando c’è in ballo la droga! E sai quanto siano pericolosi gli sbirri corrotti! Non c’è bisogno te lo dica io!» aggiunse poi, ricordando una valanga di casi in cui si erano trovati contro un collega.
Semir tacque ancora.
«Sensi di colpa?» chiese Tom, per rompere il ghiaccio.
Il collega restò in silenzio per qualche altro istante. Poi scosse la testa. «No... no, assolutamente no!» sospirò. «Era ai piani alti… tutti i testimoni sarebbero finiti sottoterra e lui avrebbe continuato con la sua vita… »
I due si zittirono di nuovo.
«Forse il mondo ha bisogno di un punitore… qualcuno che ripulisca le strade da quella feccia che noi non riusciamo mai a raggiungere… di qualcuno che non abbia niente da perdere!»
Semir annuì. «Forse anche dalle nostre parti farebbe comodo un punitore!»
Tom si mise a ridere. «Beh, potrei farlo io!»
Il collega lo guardò senza capire. «Che cosa?!»
«Beh, sì! Potrei andarmene da Colonia e iniziare a girare per la Germania facendo il vendicatore solitario!»
Semir sbandò. «Solitario?! E io poi che faccio?!»
Tom sospirò, fingendosi seccato. «Va bene… puoi venire con me! Ora andiamocene: non ne posso più di questa lingua e questi SUV! Non vedo l’ora di mettermi nella mia Mercedes e iniziare a imprecare in tedesco dietro ad un ricattatore, un assassino o un pirata della strada!» concluse, infilando le chiavi nel quadro e avviando il motore.
Semir rise. «Socio, a chi lo dici!» poi lanciò uno sguardo all’edificio da dove erano appena usciti. «… A chi lo dici…»
FINE.