Capitolo 8: La
verità
-Ehi!... Sei
pronta?- chiese la signora Conrad alla figlia.
-Sì- rispose
Allison con un sorriso, dopo diverse settimane in un ospedale, la voglia di
tornare al proprio nido era fortissima.
Chase si
affacciò in quel momento alla porta della camera, vedendo la giovane già pronta
le si avvicinò, poggiò le proprie labbra sulle sue, ma lei presto lo spinse,
seppur dolcemente, via.
Lui ci riamase
un po’ male, ma non protestò.
-Ti chiamo
domani- le disse semplicemente, dandole un buffetto sulla guancia, poi si
allontanò.
-Ti vergogni
ancora della tua mamma dopo tanti anni?...Poverino! Ci è rimasto malissimo!- la
canzonò un poco la madre.
Cameron prese
il borsone nella mano sinistra, mentre con la destra impugnò la stampella, che
avrebbe dovuto usare ancora qualche gorno.
-Andiamo?- domandò anche in tono un poco
sgarbato.
La madre colse
quel tono, e per un po’ tacque.
Sorpassarono la
porta della camera, Foreman era lì ad aspettarla.
L’abbracciò e
le fece promettere che lunedì sarebbe tornata in ufficio più scattante del
solito.
Lei sorrise e
lentamente si allontanò, si guardava nervosamente intorno, sapeva che House
sarebbe rimasto nel suo uffico e non si sarebbe mai sognato di venire a
salutarla, ma la sola idea che lui potesse averci pensato le dava quasi
fastidio.
Le due uscirono
dal PPTH e si diressero verso il parcheggio esterno.
-Sai che
all’inizio pensavo tu fossi fidanzata con il dr House- la donna provò a
riprendere la conversazione.
-Cosa?- chiese
la ragazza incredula.
-Perchè ti
sorprendi tanto è un bell’uomo... e poi era venuto a trovarti, tu stavi
dormendo, e lui mi ha chiesto di lasciravi soli...sembrava così impacciato
poverino, non sapeva che cosa inventarsi di convincente- ridacchiò Agatha
ripensando a quel giorno.
-House è venuto
a trovarmi?- domandò Allison tremendamente sorpresa.
-Sì, certo
cara. Due volte...ma perchè me lo domandi? Non ti ha detto di essere
passato?-
-No...non me
l’ha detto- rispose lei.
Cameron rimase
in silenzio per un po’, lei stessa aveva accusato House di non essere mai andato
a farle visita e lui non aveva replicato, anzi peggio aveva avuto l’occasione di
farle fare brutta figura, di ridere di lei, ma aveva preferito tacere. Da un
po’, o meglio dall’ultima chiacchierata, non lo capiva
più.
-Che fai? Ti
sei zittita di nuovo? Ascolta, io
adesso ti accompagno a casa, poi dopo vado a prendere John
all’areoporto...voleva tornare per sapere come stavi, così vi preparo una bella
cena va bene?-
-Si bene-
rispose lei senza nemmeno sapere a cosa aveva appena dato
conferma.
****
Il campanello
suonò, sua madre aveva fatto ritorno con i suoi fratelli.
Con una lieve
fatica si alzò dal divano bianco del salotto.
Andò ad aprire,
ma al posto di due fratelli c’era solo John, il più
grande.
La madre entrò
di fretta e rapida si diresse in cucina.
-Hei ciao, ti
sei rimessa abbastanza bene- la salutò lui con un piccolo
sorriso.
-Ciao, ma come
-Te l’avevo
detto in macchina-gridò la signora dall’altra stanza.
In macchina, in
macchina....in macchina la ragazza non ascoltava la donna, rifletteva ancora
sull’assurdo comportamento di House.
-David è dovuto
rimanere a Chicago, il suo capo non gli ha concesso tre giorni di ferie- rispose
il fratello mentre si toglieva il giubotto leggero.
-Carino qui-
disse guardandosi un po’ intorno.
-Grazie-
rispose lei macchinalmente.
Non aveva quasi
sentito le parole del ragazzo. Aveva bisogno del suo confidente, aveva bisogno
di David...ma lui era lontanissimo.
-Scusa John ti
posso parlare due secondi- doveva confidare quello che le passava per la testa a
qualcuno.
-Certo di che
si tratta?-
-Non qui, vieni
un secondo di là- e senza attendere una risposta si diresse in camera da
letto.
-Di che vuoi
parlare?- domandò lui, entrando titubante nella stanza.
-L’altro giorno
Greg...scusa il mio capo, il dr House, mi ha detto che gli piaccio ....e no..non
solo fisicamente-iniziò lei ma non potè proseguire.
-Aspetta un
secondo! Vuoi parlarmi di questo?- la interruppe lui, la sua voce era alterata
e... ferita.
Lei aprì la
bocca per rispondere, ma il fratello non le diede il
tempo.
-Perchè sono
così stupido? Io che pensavo che volessi scusarti...volessi scusarti per le
poche mail o le poche telefonate, che ci hai fatto in questi due anni. Ti rendi
conto che in due anni mi hai mandato solo cinque mail e ci hai chiamati solo a
Natale e forse un paio di volte d’estate. Non sei tornata a casa una sola
volta-
-John
ascolta.....- provò a dire lei.
-No
ascolta tu adesso! La mamma e David
sono troppo buoni, te le perdonano tutte...io non riesco a passarci sopra. Che
cazzo avevi di così importante da fare? Eri impegnata con quel damerino del tuo
moroso, quel biondino? Perchè solo dopo due anni sono venuto a saperlo che avevi
il tipo...spigamelo!- urlava ormai da lungo tempo.
-Io,
mi...-
-Vaffanculo
Allison!- detto questo uscì di fretta dalla stanza.
Cameron rimase
di nuovo sola, numerose lacrime si rincorrevano lungo le sue guance ormai
rosse.
Si accasciò sul
letto e piano piano si sciolse in innumerevoli singhiozzi, che un po’ erano
dovuti alla recentissima e furiosa litigata con il ragazzo e un po’ per
..............
-Allison- erano
passati solo pochi minuti, ma John era così, si arrabbiava ma dopo poco era
tutto passato -mi spiace di averti
trattato così male, me la sono presa per nulla....- si scusò sdendosi in parte a
lei.
Lei per un po’
rimase distante...l’aveva offesa, vero, ma lui aveva anche
ragione.
-Scusa...hai...ragione-
mormorò con voce rotta dal pianto e dalla vergogna.
-Tranquilla-la
tranquillizzò lui e poi
l’abbracciò, accarezzandole la schiena
-allora di che volevi parlarmi?-
-Niente-
-Come
niente...dai mi è passata! Davvero!- insistette lui -se non sbaglio, mi stavi raccontando di
quello che ti ha detto House-
La ragazza
indugiava nel suo mutismo, non voleva urtare di nuovo il
fratello.
-Allora...
House ti ha detto che gli piaci e non solo fisicamente... quale è il problema
non capisco-
-È proprio vero
che voi maschi, in amore, siete davvero curiosi- mormorò lei contro la sua
maglietta.
-Scusa cerco
solo di aiutarti-
-Io fino a sei
mesi fa ero innamorata pazza di House- confessò al fratello, la sua voce bassa e
timida.
-No! Aspetta un
secondo!!! Davvero??- John era rimasto piacevolmente sorpreso -quindi la tua storia con quel biondino
è solo una copertura?- domandò lui sicuro di aver fatto
centro.
-No...no...io...non
so come è nata la mia storia con Robert, è stato un caso e ora lui vuole
qualcosa di più...-
-E tu non sai
che rispondergli, perchè House ti ha detto che gli piaci- la interruppe
lui.
-Gli ho già
detto di sì...-
-Allora la
situazione è più complicata di quanto pensassi!!!- esclamò il
fratello.
-Perchè?-
domandò lei sollevandosi appena da quell’abbraccio, per vederlo bene in
volto.
-House ti piace
ancora e molto!- rispose semplicemente lui
- e tu ti sei presa un impegno con l’altro...ammettilo è una situazione
veramente complicata!-
-House non mi
piace-
-Certo che ti
piace, altrimenti le sue parole non ti avrebbero turbato!-
-Tu non conosci
House...-
-Non importa se
io non lo conosco...il problema è un’altro - lui sorrideva comprensivo - devi capire cosa provi per ognuno dei
due...e non sarà facile...la sola cosa che non devi fare è tenere il piede in
due scarpe! Oppure sai che cosa sarebbe veramente adatto al tuo caso? Pensa un
po’ a te stessa...sii un po’ egoista per una volta... lasciali perdere entrambi
poi se il destino ti condurrà da uno dei due, bene, altrimenti non erano uomini
adatti a te...-
****
La suoneria
monotona e ripetitiva del suo cellulare si espanse nel
suo appartamento. Era la quarta volta in poche ore.
Allison arrivò
in salotto e sollevò il cellulare dal divano, lo guardò un’attimo:
Robert.
Sbuffò e lanciò
il telefonino sul divano, lasciandolo squillare invano, come aveva fatto pure le
tre volte precedenti.
Ritornò in camera dove stava leggendo
sdraiata sul letto, non poteva parlare con lui, doveva prima fare chiarezza
dentro...pensa un po’ a te stessa... le aveva detto John e lei aveva deciso di
ascoltarlo.
Però un po’ le
dispiaceva...
Tornò in
salotto e prese in mano il telefono e rapida compose il numero di casa del
ragazzo.
-Allison-
rispose lui rapido e con stizza mal celata nella voce, dopo aver riconosciuto il
numero della giovane.
-Scusa Robert
se non ti ho risposto, ma ero in camera a riposare un po’...mi dispiace...volevi
dirmi qualcosa?-
-Volevo
organizzare qualcosa per oggi, ma forse tu non ne hai voglia- lui era ancora un
po’ arrabbiato.
-Scusa ti ho
già spiegato perchè non ti ho risposto- disse lei, ma il tono pareva poco
convinto.
-Certo-
-Allora che
volevi fare stasera?- domandò lei per cambiare argomento.
-Lascia
perdere. Se non hai voglia è inutile-
-Vengo io a
casa tua... per le nove... va bene?- chiese lei con apparentemente convinta,
ma...forse..no...però in fondo in fondo...una vocina sperava che lui
rifutasse.
-Allison,
ascola non raccontarmi balle...ti ho chiamato quattro volte oggi pomeriggio e mi
chiami solo ora-
-Ascolta io ti
ho chiesto scusa e ti ho proposto il mio programma, se non ti va bene, fa nulla
ci vedremo al lavoro lunedì- rispose lei arrabbiata, Robert sapeva essere
davvero esasperante, anche più di House alle volte.
-Adesso non
fare l’incazzata, che non ne hai alcuna ragione!- rispose lui
-A non ne ho
alcuna ragione...il mio fidanzato mi fa un sacco di scenate, perchè questo
pomeriggio ho dormito un’oretta-
Per un po’
nessuno disse niente, ma a volte, per chi si vuole bene, si riesce anche a
dimenticare le brutte litigate.
-Perdonami...è
che insomma...sei a casa già da ieri e io non ti ho ancora visto...mi manchi-
affermò Chase con voce dolce e supplichevole.
-Non fa nulla-
rispose lei ancora un po’ fredda.
-Allora vieni
davvero questa sera?- domandò lui, dalla voce si poteva tranquillamente intuire
che stesse sorridendo.
-Sì, te l’ho
proposto io- invece dal suo tono si poteva intuire quanto lei si sentisse, anche
se non intuiva perchè, costretta ad andare a trovarlo.
-Perfetto
allora ci vediamo alle nove a casa mia!- propose lui.
-Ok, va bene- e
senza salutare lei riattaccò.
****
Erano circa le
nove e dieci, ma alle donne, è risaputo, piace fari
attendere.
Chase era
seduto in sala da pranzo, romanticamente apparecchiata per la
serata.
Cena a
sorpresa, cinema sdolcinato pronto nel lettore dvd e poi... beh il poi dipendeva
da lei.
Però lei non
arrivava più, poteva sopportare un cinque minuti di ritardo, anche dieci....ma
adesso i dieci minuti stavano lentamene passano e la lancetta più grande stava
per abbracciare il numero tre.
Un lento
bussare lo fece subito scattare.
A passi veloci
percorse il piccolo corridoio che separava la sala
dall’ingresso.
Aprì la porta
con foga e vide davanti a sè la sua bella Allison, certo non era vestita elegantemente come era lo
era al suo compleanno, ma era bella ugualmente.
Lei entrò con
passi impacciati, e subito, nel respirare il profumino proveninte dal forno
della cucina sul suo viso si dipinse un’espressione molto strana, ma di certo
non era felice.
Guardò un
secondo il ragazzo...era vestito elegante: camicia blu scuro e i suo pantaloni
preferiti. La sua espressione, se possibile, peggiorò.
-Robert...che
hai combinato?- un tono di voce indeciso.
-Una romantica
cenetta solo per me e per te- lui invece era deciso e aveva un brillante sorriso
sulle labbra.
Cameron si
passò una mano tra i capelli, abbassò lo sguardo e respirò pesantemente...una
sorpresa...proprio ciò di cui non aveva bisogno.
-Ho fatto
qualcosa di sbagliato?- domandò lui, vedendola afflitta.
-È che...beh
non si era parlato di una cena...e io beh ho mangiato prima-
-Ma come? Ma tu
non mangi mai prima delle nove!- lui era semplicemente
incredulo.
-No...tu non
mangi mai prima delle nove, io mangio sempre alle otto!- la sua voce era un po’
più alta del solito.
-Ah...- rispose
semplicemente lui, aveva fatto una figuraccia! Prima con la cena e poi con le abitudini di
Cam.
-Fa nulla, se
vuoi io...- cominciò lei, per salvare la situazione.
-No tranquilla
va tutto bene...possiamo passare direttamente alla fase due- disse lui
avviandosi verso il divano.
-Fase due?-
chiese lei seguendolo.
-Già...ho
noleggiato un film e o preparato una bella ciotola colma di
pop-corn... a
quelli non puoi dire di no!- rise lui, per dimenticare il pessimo inizio di
quella “romantica” notte assieme.
-Che film hai
scelto?- domandò lei curiosa, con rinnovata fiducia nel loro
appuntamento.
-Un principe
tutto mio- rispose lui con un lieve sorriso.
Non poteva
essere “un principe tutto mio”...no dai... lei lo aveva visto almeno tre
volte!
Ma per non
rovinare tutto e non litigare, si sedette sul divano accanto a
lui.
Passarono circa
un’ora e mezza così: lei con le braccia incrociate sul petto e con le gambe
allungate su tavolino davanti a lei...ogni tanto prendeva una manciata di
pop-corn dalla ciotola, che il biondo teneva sulle gambe, ma per il resto non si
muoveva. Lui aveva passato un braccio intorno alle spalle di lei e aveva
poggiato pure lui le gambe sul tavolino, la mano destra faceva spesso il
tragitto dalla ciotola alla sua bocca...va beh poverino non aveva mangiato.
Non una parola,
un gesto romantico, un piccolo bacio, uno sguardo languido...nulla...un’ora e
mezza di puro mutismo.
Alla fine del
film Chase si alzò e spense la televisione ed accese la luce del lampadario.
Indi tornò a sedersi accanto a lei e senza pensare le bacio le labbra. Lei
d’apprima non rispose, ma poi gli passò una mano dietro la nuca e lo attirò più
vicino a sè. A quel gesto lui prese a baciarla con maggior intensità... e riuscì
ad approfondire maggiormente il bacio...dalle labbra piano piano si sposto giù
sul collo morbido e latteo della giovane....
Fu come un
fulmine...nemmeno lei seppe mai il perchè, ma appena lui le slacciò il primo
bottone della camicetta, lo spinse indietrò con grande
energia.
-Devo andare-
gli disse alzandosi agitata dal divano.
-Resta ancora
un po’ qui- le rispose lui, alzandosi e tornando ad
abbracciarla.
-No...sono
stanca devo andare-
-Ma hai dormito
oggi pomeriggio- le parlò contro le sue labbra prima di catturarle di nuovo in
un bacio, che fu però brevissimo e ormai scarico di
passione.
-Voglio andare-
ribadì lei alzando la voce.
-Si può sapere
che hai?- chiese lui passandosi una mano tra i capelli -è ancora per la storia della
cena...pensavo che una sciocchezza del genere non potesse compromettere così
tanto una serata...pensavo che non te ne importasse
nulla!-
-Non è per la
cena....sono stanca voglio andare a casa mia- ripose lei avviandosi verso
l’ingresso.
-Allison- lui
le corse dietro e l’obbligò a girarsi
-dimmi che hai!-
- Sono stanca e
non me la sento di...dai hai capito...voglio andare a casa a riposarmi- buttò
indietro la testa, stava per piangere...
-Va bene-
rispose lui ancora deluso e arrabbiato, mentre lei scompariva dietro la porta di
legno chiaro.
****
-Ally, che
c’è?- John, appena sollevata la cornetta, aveva subito compreso che c’erano
novità.
-Ieri sono
stata da Robert!- rispose lei.
-Hai fatto la
tua scelta?- chiese lui speranzoso.
-Avevo pensato
di stare un po’ da sola, lui continuava a chiamarmi e poi mi ha invitato a casa
sua-
-Beh stare da
soli è un’ ottima tattica, ma molto difficile poi da realizzare... ma lasciamo
perdere questi dettagli tecnici....che è successo?-
-Mi ha
preparato una cena a sorpresa!-
-Wow romantico-
replicò lui sarcastico.
-Sì, ma io
avevo già mangiato prima e...-
-No, non dirmi
che glielo hai detto!!- la interruppe lui.
-Non avrei
dovuto?-
-Affatto...soprattutto
se ti importa passare una bella serata- John si era messo comodo sul divano, la
conversazione sarebbe durata un po’
-quindi devo dedurre che non volevi passare una bella
serata-
-È ovvio che io
volessi una bella serata! È il mio fidanzato!-
-Non
c’entra!-
-Va beh... poi
abbiamo visto un film... e poi...-
-Ci ha
provato!-
-Già-
-E tu l’hai
respinto!-
-Non subito!!!
Finchè ci baciavamo e basta andava tutto bene-
-Ti prego, i
particolari tieniteli per te! Sei pur sempre mia sorella- scherzò lui per
smorzare la pesantezza di quel discorso
-va beh...comunque i casi sono due: o era una sera un po’ così e poi
magari passa, oppure era l’uomo che non ti ispirava-
-È il mio
fidanzato!-
-Basta con
questa scusa... le passioni scemano e alla fine arriva sempre la verità!! Se per
lui provavi solo una forte attrazione fisica questa è passata e ora non vuoi più
stare con lui, se poi era una copertura per dimenticare il tuo capo, ora che
House si è accorto di te, le fantasie che ti eri costruita sono crollate. Però,
come ho detto prima, potrebbe essere solo un momento di crisi e poi l’amore
tornerà più forte!- fece una pausa... era un discorso importante... -Devi capire cosa provi e che
provavi per ognuno di loro... e soprattutto capire perchè hai iniziato questa
relazione con il biondino-
****
Era seduta da
mezzora sul divano con in mano il cellulare.
Aveva pensato,
e ripensato...e, forse alla fine, era giunta alla verità.
Cominciò a
premere alcuni tasti, i quali emettevano dei tristi e bassi
bip.
Posso passare a
casa tua quando stacchi?
Poche e
semplici parole, ma aveva faticato tantissimo a comporle.
Andò in rubrica
e inviò il messaggio.
Respirò
pesantemente per far passare quella senzazione di bruciore che aveva allo
stomaco.
Accese la tele
per fare passare un po’ il tempo, ma nulla la intrigava...così un gesto rabbioso
spense il televisore e gettò il telecomando a lato.
Un piccolo
trillo appena accennato le fece sbuffare nuovamente, prese il telefonino e
lesse:
Finisco alle
sei.
****
-Ciao-
-Entra...-
Lei rimase un
poco ferma e lo osservava in pieno
volto, era ancora un po’ arrabbiato, ma notò che solo il fatto di vederla lì lo
faceva rilassare.
-Ascolta, ti
devo parlare-
-Anche
io-
-Ah..ok-
-Vieni di là, è
meglio se parliamo seduti non ti pare?-
-Certo- mormorò
seguendo il biondo in salotto.
-Vuoi
qualcosa?- chiese lui con fare più gentile di prima.
-No...grazie-
rispose lei sedendosi sul bordo del diavano -che volevi dirmi?- gli
domandò.
-Senti mi
dispiace per la pessima serata di martedì...mi hai tenuto il broncio tutta la
settimana. Mi dispice che tu abbia reagito così, ma devi stare tranquilla, io
comprendo che non ti andava di fare all’amore, ma bastava dirlo...io mi sarei
fermato, non bisognava scappare come una ladra- cominciò a parlare Chase,
poggiandole una mano sulla coscia
-voglio che tra noi sia chiaro, se per una...due...tre sere non si ha
voglia di fare l’amore lo si dice, perchè devi capire che a me non serve il
sesso, a me serve stare con te, quindi basta bugie fra noi! Va bene?-
-Certo- rispose
lei con voce bassa e roca.
Lui sorrise
felice che tutto fosse chiarito e spostò la propria mano dalla sua gamba al suo
volto, ma sotto il suo tocco la sentì tesa
e distante.
-Ma che volevi
dirmi?- domandò, cercando di non sentire quella piccola paura che gli era
spuntata in fondo al cuore.
-Io sì... devo
parlarti-
-Ok va bene-
Lei abbassò lo
sguardo e con la mano destra allontano piano piano la mano di Robert dal proprio
volto.
-Io...io e te
non possiamo più stare assieme...- cominciò lei con una voce bassa bassa -cioè... io non posso più stare con
te-
-Perchè?-
chiese lui con voce stupita, stringendo involontariamente i
pugni.
-Io quel “di
più” che tu vuoi non posso dartelo, non me la sento- rispose sinceramente forse
più a se stessa più che a lui.
Lei si alzò dal
divano e cominciò a camminare avanti e indietro, così lui si alzò spazientito e
la fermò facendola girare verso di lui con forza.
-Quindi tu non
mi ami?-
-Vorrei-
rispose lei senza guardarlo -ma
certe cose non basta volerle-
Lui la lasciò
andare e si passò una mano fra la bionda chioma.
-Percui io
sarei stato solo una copertura per dimenticare House?- domandò lui con voce
bassa e impercettibilmente strozzata.
-Tu sei stato
prezioso, mi hai ridato la serenità che io tanto ho cercato e desiderato- le
rispose lei con dolcezza -però non
posso più illuderti ed illudermi... ho sbagliato ad accettare la tua proposta,
ti ho fatto solo del male, ma voglio he tu sappia che io non ti ho usato per
dimenticare House, ti voglio davvere bene...per questo voglio evitarti serate
difficili come quella di martedì-
-Non ti
piacciono le cose difficili?-domandò lui in estremo tentativo di tenerla stretta
a se.
-Dipende dalle
cose-
-Questa è una
cosa che vale la pena di essere vissuta?- gli domadò con una punta di
disperazione nella voce.
Lei respirò
profondamente.
-No- mormorò,
indi espirò -addio
Robert-
Poi si girò e
velocemente uscì dalla casa, quasi scappando.
****
Era lì davanti
da appena due secondi, eppure già voleva andarsene, ma doveva sepere, sentiva
che avevano lasciato le cose a metà...dovevano finire di discutere, di parlare
come mai avevano fatto prima.
Suonò
rapidamente il campanello, due volte, poi attese...sentiva la musica provenire
da dentro.
Dovette
aspettare ancora un po’...stava già pensando di andarsene, quando si la porta si
aprì completamente.
-Entra- una
semplice secca parola.
Mosse pochi
timidi passi.
-Che vuoi?-
chiese House mentre chiudeva la porta alle spalle.
Cameron respirò
e poi incrociò le braccia sul petto.
-Voglio sapere
la verità- disse lei con voce
decisa -voglio sapere se quello che
mi hai detto la settimana scorsa era vero-
Greg la
guardava con una smorfia strana sulle labbra, ma non rispondeva, si divertiva a
vederla lì in piedi davanti a lui, si divertiva vedendola ostentare
determinazione.
-No- iniziò
così la sua riposta - tu non vuoi
sapere se io sabato scorso mentivo, tu hai già creduto a quelle parole,
altrimenti non saresti qui. Tu vuoi sapere se ti mentii quando ti dissi che non
mi piacevi, quando andammo a cena...-
Lei
inaspettatamente sorrise, un sorriso amaro e triste.
-Sai perchè
quella frase della cena, quella che mi piacciono le persole danneggiate, aveva
avuto un effetto così devastante su di me, tanto da farmi ammutolire? Certo era
una frase terribile, ma in due anni me ne hai dette talmente tante...- prese un
po’ di tempo per infondere maggiore peso alle sue parole -Mio marito. Mio marito, gli ultimi
giorni prima di morire, era quasi sempre sedato, ma in quei pochi momenti in cui
era sveglio, mi accusava spesso di averlo sposato per pietà...a parer suo io non
lo amavo, mi faceva pena, per questo, secondo lui, l’avevo sposato- chiuse gli
occhi un attimo, cercando di ricacciare quella tristezza che le era caduta
improvvisamente addosso -io sapevo
che non lo pensava veramente, ma faceva male da morire- le sfuggì un sospiro
troppo forte.
-Mi dispiace-
sussurrò appena lui.
-No, tu volevi
ferirmi- replicò lei con determinazione maggiore di quando aveva iniziato quel
dialogo con il moro -così io mi
sarei allontanata da te e tu non avresti più avuto a che fare con i tuoi
sentimenti. Io però stupidamente ho continuato a sperare e ti ho rovinato i
“piani”... perfortuna c’era Stacy che ti ha rinfrescato quei sentienti per lei
che io rischiavo di far cessare. Così un’altra volta hai evitato di aprirti ad
un’altra persona, hai evitato me e la possibilità di andare avanti con la
vita-
House rimase
immobile ad osservarla, gli piaceva vederla di nascosto, ma sopprattutto gli
piaceva guardarla quando lo sfidava, quando era determinata, poichè era
veramente bella, gli occhi le brillavano di una luce particolare ma potente e
pericolosamente affascinante.
Lui chinò il
capo, ma solo per poco tempo.
-Come mai stai
così distante? Hai paura che Chase si ingelosisca?- domandò anche se lui aveva
già intuito qualcosa riguardo ai due giovani.
Allison rimase
un poco interdetta... non si aspettava di certo quella domanda, eppure da House
doveva immaginarselo.
-Ci siamo
lasciati ieri sera...l’ho lasciato ieri sera- precisò lei
stupidamente.
-Lo so- affermò
lui stupendola -Chase era molto a
terra stamattina e tu ora sei qua, foste ancora assieme non saresti mai venuta-
Lei sorrise e
annuì... lui era Gregory House e da piccole cose riusciva a risolvere grandi
casi... era logico che già sapesse.
-Quello che mi
chiedo è perchè dirmi che l’hai mollato quando non sei minimamente interessata a
me- incalzò lui portando il discorso sulla parte che più lo
interessava.
-Volevo che tu
sapessi che avevi ragione, quello che io provo per Robert è solo
affetto....avevi ragione- ripetè alla fine.
-Io ho sempre
ragione- sottolineò lui provocandola.
-Quasi
sempre-
-Vero- e un
debole sorriso le increspò le labbra dell’ uomo.
Il silenzio si
impossessò di nuovo di loro, Cameron si guardava intorno nervosa, e lui che si
gongolava del fatto che riuscisse ancora a renderla nervosa.
-Allora io...-
cominciò lei.
-Allora se ti
sei lasciata con Chase, perchè stai così lontana? Hai paura che ti salti
addosso...o hai paura di non rispondere delle tue azioni? La prima non mi
preoccupa, ma per la seconda potrei finalmente dichiarare che il “tutti mentono”
è sempre veritiero...perchè avresti mentito!-
-Non ho
mentito....io...-
-Allora hai
paura che ti salti addosso... tranquilla con il bastone faccio fatica a saltare-
scherzò lui sempre più soddisfatto di quel piccolo gioco che si stava
instaurando tra loro.
-Non ho
paura...-affermò lei decisa.
-Vieni qua- la
voce bassa e seria, come gli usciva poche volte.
La giovane
sentì il cuore mancare un battito, sentiva che le sue guance avevano cominciato
ad arrossarsi. Avvicinarsi a lui, infrangere quella barriera che mentalmente si
erano imposti dopo l’ultima “chiacchierata”, ammettere che forse un pochino lui
le piaceva ancora, idea che aveva sempre ripudiato negli ultimi tempi...tutto
ciò significavano quei pochi passi ,che li
distanziavano.
Fece
impercettibilemente scivolare la gamba in avanti, prese un po’ di coraggio e poi
fece un solo passo.
House la
fissava attento in ogni sua minima espressione, sul suo volto aveva visto
sparire la determinazione che a lui tanto piaceva , era comparsa
l’idecisione, poi forse anche la
paura... e poi... dopo che lei ebbe mosso quel passo lui non capì perchè, ma
smise di pensare. Per una volta il suo cervello si era messo in pausa, forse era
arrivato il momento di mettere da parte la razionalità.
Lei cercò i
suoi occhi azzurri, e li vide spaventati e gioiosi ... audaci e
timidi.
Non comprese
cosa scorse
dipinto in quel blu, ma, qualsiasi
cosa fosse, funzionò come una calamita. Prima adagio e poi sempre più veloce,
fece quei tre metri, che c’erano fra loro, arrivando vicinissima.
Lui,
piacevolmente sorpreso, sorrise e lei riconobbe che quello era il più bel
sorriso che le avessero mai rivolto, forse perchè era il più desiderato...il più
atteso...
Greg lentamente
portò la propria mano libera sulla guancia rosea di lei. Aveva una pelle morbida
e calda sotto le sue dita ruvide e fredde. La sentiva tesa e imabrazzata, come
una bambina, ma la sentiva pure vicina a sè...ma forse quello lo era sempre
stata.
Piano piano
chinò il capo e vide i suoi capelli castani un po’ mossi, arrivò a incontrare i
suoi occhi azzurri e si sorprese nel notare una sfumatura ambrata intorno alla
pupilla, fece viaggiare le sue iridi turchine, le quali incontrarono le sue
labbra, che forse un po’ tremavano. E poi...si arrestò...un’ultimo moto di paura
lo assalì...non poteva più andare oltre senza un segnale da parte della ragazza,
non avrebbe potuto tollerare un nuovo rifiuto da parte
sua...
Lei si arrese e
sciolte le mani dal petto, le lasciò cadere lungo i fianchi... e alzandosi sulle
punte dei piedi... senza
pensare....lo baciò....
Greg rimase un
po’ sorpreso, ma presto rispose e, preso dalla passione, lasciò cadere il
proprio bastone, per poterla attirare a sè con maggiore
intensità.
Allison rimase
un po’ stordita da questo gesto, così naturale e spontaneo, ma presto il suo
disorientamento passò e lei portò
le sue mani dietro il suo collo e approfondì maggiormente il loro
incontro.
-Avevi detto
che non ti piacevo più- le disse lui con il fiato corto, parlando contro le sue
labbra.
-A volte sì-
ripose Ally, ma non gli diede il tempo di ribattere oltre... gli sfiorò di nuovo
le labbra con le proprie... lui rimase un po’ sorpreso, questa volta il bacio
era più intenso, più caldo, più audace...
Presto il
bastone non fu l’unica cosa a giacere a terra... la giacca leggera e bianca di
lei, la maglietta della “Old South” nera di lui, la maglietta a maniche lunghe rosse di
Cameron... disegnavano una linea sinuosa che dal salotto conduceva nella
camera.
Greg la piegò
con infinita dolcezza sul letto di legno antico, percepiva il tocco leggero e
impaziente delle sue mani sottili e
affusolate fra i capelli, da sempre in disordine, e sulla sua schiena, da poco
nuda. La sentiva fremere e tremare sotto le sue labbra....
Senza fretta
aprì il gancio del suo reggiseno… e sentì il
profumo di pesche e rose...il profumo del suo seno...per la prima
volta........
Non le disse
“ti amo”, ancora non riusciva.... ma lo pensò molte, moltissime volte, in quella notte calda e avvolgente notte di
fine settembre....
****
Il ticchettio
dolce e rimato della pioggia contro i vetri, la fece
svegliare.
Sul volto aveva
ancora un’espressione felice e sorpresa...proprio come quando si era teneramente
addormentata tra i suoi abbracci...
Aprì gli occhi
azzurri molto lentamente, e nel contempo un sorriso lieve e romantico si schiuse
sulle sue labbra. Era girata su un fianco e lui non lo vedeva, ma sentiva il suo braccio forte e rilassato che la
teneva stretta stretta al suo petto.
Sul comodino
davanti a lei stava la sveglia... anche le lancette erano abbracciate sul
sei...le sei e mezza.Tra un’oretta avrebbe dovuto essere in ospedale, almeno per
tener fede alla parola data a Foreman.
A malincuore
spostò il braccio di Greg, il quale sospirò un piccolo grugnito, che fece
sorridere apertamente Allison.
Senza far
troppo rumore riuscì ad alzarsi e a spostarsi senza difficoltà nella
stanza.
Si rivestì e
quindi si diresse in cucina.
Dischiuse gli
occhi piano piano, aveva sentito dei rumori...la prima cosa che notò fu che
Allison non era più lì... la seconda cosa che gli saltò all’occhio fu che erano
appena le sei e mezzo. Doveva immaginarselo, precisina com’era si stava
certamente preparando per andare
via...per andare al lavoro... ma era certo che sarebbe passata per
salutarlo...un piccolo bacio, un ciao. Perciò si girò dall’altra parte e con un
mezzo sorriso sulle labbra richiuse gli occhi.
Era inutile! Nella sua cucina non c’era
altro che un paio di scatolette e del caffè...va beh sarebbe passata a casa a
far una leggera colazione.
Preparò una
buona tazza di caffè per lui, anche se quando lui si sarebbe alzato la bevanda
sarebbe sicuramente stata fredda...pazienza, era un gesto
carino.
Nel mentre
preparava, s’accorse della realtà...sia lei che Greg, sia Chase lavoravano
assieme...e non voleva che Robert stesse male ancora a causa sua. Lei non lo
amava questo era vero, ma lui non meritava nessun male...
L’ aroma del
caffè nero le arrivò al piccolo naso...era pronto...ciò significava che lei
avrebbe potuto andare via, ma prima volle fare una cosa.
Tornò con passi
silenziosi nella camera e si sedette sul bordo del letto e con una carezza sul
volto svegliò ...il suo Greg...
-Ciao-
bisbigliò.
Lui strizzò gli
occhi fingendosi contrariato.
-Lasciami
dormire-
Lei rise
asseime a lui...
Era tutto così
paradossalmente magico...
-Ascolta...dobbiamo
parlare- riprese lei tornando seria.
Lui si girò
verso di lei e poggiò la testa sul braccio.
-Al
lavoro, c’è anche Chase e io non
penso che i tempi...-
-Non vuoi
dirglielo- la interruppe lui risparmiandole la pena di continuare -non vuoi che gli altri lo sappiano-
sulle sue labbra sottili comparve un dolce sorriso.
Lei lo guardò
sorpresa...doveva essere stata l’emozione delle notte che le faceva vedere tutto
così bello...non era possibile che Greg sapesse sorridere in quel
modo!
-Non...non sei
arrabbiato?- domandò.
-Tu sei
così...piuttosto che far soffrire, sacrificheresti te stessa...una vera
crocerossina! Va bene...se è questo che vuoi va bene...- rispose
lui.
Lei annuì
ancora stordita dalla sua
serenità e dalle sue
parole, senza pensare si alzò dal letto.
-Ehi...- la
richiamò fingendosi risentito per la poca attenzione
riservatagli.
Lei si girò e
senza poter far nulla si sentì afferrare dalle sue braccia e trascianre giù...in
quel nido che ancora scottava.
****
Le sette e
quarantacinque...un quarto d’ora di ritardo, doveva essere la seconda, massimo
la terza volta che arrivava tardi in due anni e mezzo.
L’ufficio era
quasi vuoto, quasi, purtroppo per lei Chase era già
arrivato.
-Buongiorno
Chase- lo salutò in tono piatto.
-Sai dovresti
scrivere un libro... “Come passare da Ciao Robert a Buongiorno Chase in tre
minuti”!- le rispose lui sarcastico e ancora offeso.
-Lo facevo solo
per te...- obbiettò lei lascianodosi scappare una nota acida nel tono di
voce.
-Cameron!-
Perfortuna era
arrivato Foreman a salvare la situazione.
I due colleghi
si abbracciarono e parlarono un po’ del più e del meno...come stava lei...i casi
importanti degli ultimi giorni...
Avevano in cura
un paziente con gravi problemi di respirazione e problemi
epatici.
Cameron lesse i
sintomi scritti con il pennarello sulla lavagna.
I minuti
scorrevano abbastanza rapidamente, il moro fece caffè per tutti...più che altro
per Cameron, perchè il biondo era giustamente poco sociale quel
giorno.
-Chi non muore
si rivede!- esclamò House entrando improvvisamente nella sala riunioni.
Allison si
affrettò a voltarsi verso la porta di vetro e notò che nelle parole di saluto di
Greg, quella mattina, c’era un meraviglioso abbraccio ... solo...solo per
lei.
THE
END.
Ciao sono
tornata!!!!
Avete notato
che lungo ^_____^!!! Neanche io pensavo mi venisse così... tra l’altro doveva
essere il più corto!!
Va beh
che dire...questo capitolo è tutto Cotton...e tra l’altro Cameron ritorna
protagonista come nei primi due capitoli!!! Indubbiamente questo è il capitolo
che mi piace di più!! Ma ho fatto una fatica tremenda a scriverlo! Soprattutto
le due scende di Cam con House.... sono state faticosissime!! Spero mi farete
sapere se sono riuscita nel mio intento!!
Angolo
dell’Editor (Anna):
Finita!!
Finita!!! Finita!!!!
Ancora non ci
credo di essere arrivata alla fine!
Adesso dovrò
concentrarmi per un po’ su Harry....ma non per molto...le idee piovono a frotte
nella mia mente malata!!
Va beh grazie
per avermi supportata e sopportata durante questi mesi....
TV1KDBXXXX!!!!!
(lo so il mex è più corto delle altre volte ma tanto lo sai che TI VOGLI TANTO BENE)!
Irene!!:
beh direi che
la fine è stata abbastanza Cotton Candy!!!^____^!!! Per quanto riguarda
Chase...farlo cadere dalle scale no, anche perchè penso che quello che gli ha
fatto Cam faccia molto più male!!! A te va un grazie davvero specialissimo
(sembra una cosa banale ma ti assicuro che lo penso veramente) perchè hai
seguito tutta la fanfiction dall’inizio alla fine, anche se non era una fanfic
tipicamente cotton...quindi grazie davvero!!! Spero mi farai sapere che ne pensi
del finale!!!!
EriMD: già concordo
con te l’ultima scena del capitolo scorso era davvero dolce, e per quanto
riguarda House, beh effettivamente, è stato abbastanza sciocco...perfortuna Cam
è in grado di perdonare!!! Grazie per le tue recensioni...! Spero veramente che
tu commenti questo mio finale e mi faccia sapere che ne pensi!!
SHY:
Beh
sì...Cameron aveva davvero ragione ad essere arrabbiata con House, ma credo che
abbia fatto davvero bene a lasciarsi andare e ammettere che a lei piace!! E per
quanto riguarda House... anche secondo me è a sempre innamorato di lei (parlo
anche per quanto riguarda il telefilm!!)!!!
Grazie davvero
per le tue recensioni ! Spero che tu possa farmi sapere che ne pensi di questo
finale!
Marina:
beh ti devo
ringraziare per le tue recensioni costanti... ma l’ultima che mi hai fatto non
me la sento di commentarla (se non te la ricordi...rileggila)...comunque mi sono
fatta perdonare! Beh allora che ne pensi di questo finale tutto Cotton?? Devi
assolutamente farmelo sapere...a te posso dirlo: RECENSISCI!!!
Beh che dire,
grazie a tutti coloro che hanno recensito e quelli che (spero) recensiranno
questo capitolo!!!
Stavo anche
pensando all’idea di una continuazione mooooltooo più COTTON (questa volta
cotton pura)!!! Beh fatemi sapere che pensate di
que’idea!!!!
Bacioni
grossissimi a tutti!!!
Mercury259
PS: non
ignorate la scritta blu qui sotto!!