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Autore: stormborn_    21/08/2012    1 recensioni
« Evil isn't born, it's made. »
Questa è la storia di Aislinn Talisa Pree, una principessa d'Oriente, che dovrà crescere prima del tempo, contando la maggior parte del tempo, solo su stessa.
Genere: Avventura, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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«There is only one god, and his name is death. and there is only one thing we say to death: not today»

La strada fu lunga e piena di insidie. I due ragazzini, soli al mondo, viaggiarono per terra e per mare, senza una meta ben precisa. Vissero di stenti per mesi e mesi, si cibavano del pane che riuscivano a rubare dai tavoli dei mercati in cui incappavano, viaggiando di città libera, in città libera. Bevevano spesso e volentieri le acque del mare , con i conseguenti dolori e crampi allo stomaco. Vissero come viandanti per mesi, senza che nessuno si preoccupasse di due poveri ragazzini, smunti e ormai ridotti a pelle ed ossa, senza una moneta nelle tasche e senza dell'acqua con cui lavarsi.
- Vedrai, con il tempo andrà meglio, mia perla di Giada -, le disse una sera Bran, mentre la teneva stretta a sé, per cercare di diminuire in lei quel senso di freddo che, ormai, stava invadendo un po' tutti. L'estate era finita, poco dopo la nascita di Aislinn e a con i suoi dieci anni ormai compiuti, si ritrovava nel pieno del freddo inverno. La nave scivolava leggera fra le onde, mentre la notte era ormai calata da un pezzo sul mare. 
- Il tempo ha uno strano senso dell'umorismo. Sembra essersi bloccato, per lasciarci marcire a questo modo. Che gli Dei maledicano Axender Pree -, disse Aislinn, guardando fisso le fiamme che divampano dal fuoco che gli uomini dell'equipaggio avevano acceso, vicino all'albero maestro. Da quella mattina  nella Casa degli Eterni, la bambina non aveva più usato i suoi poteri ma anzi, aveva  cercato in ogni modo di sopprimerli, di farli addormentare in qualche angolo remoto della sua mente,  per non ricordarsi mai più ciò che, colui che al tempo chiamava padre, le aveva insegnato. Quei poteri che avevano ucciso sua madre in modo brutale ma che aveva portato con sé anche l'uomo, lasciando nella bocca di Aislinn un dolce sapore di vittoria mutilata.
Dei passi pesanti si fecero sempre più vicini ai due ragazzi, tanto che Aislinn fu costretta ad alzare lo sguardo per incontrare dei profondi occhi neri, difficili da decifrare, tanto erano scuri e senza emozione. 
- Stai attenta ad invocare il favore degli Dei, perla d'Oriente. Di questi tempi, queste terre non sono sicure e non godono dell'amore degli Antichi Dei. La gente ha perso la speranza in loro, sono stati costruiti nuovi tempi, per un nuovo Pantheon -, le disse, piegandosi sulle ginocchia, fino ad arrivare all'altezza del viso della ragazzina. Le si avvicinò, quasi la volesse baciare; Bran, dal canto suo, si mosse irrequieto sotto la coperta, andando ad impugnare velocemente l'elsa della sua spada, pronto ad attaccare l'uomo. Quest'ultimo distolse appena lo sguardo, dirigendolo in direzione di Bran.
 - Attento ragazzino, non fare cose di cui non avrei nemmeno il tempo di pentirti. Non farò del male alla Perla d'Oriente, con me è al sicuro -.
Aislinn richiamò l'attenzione dell'uomo, scrutando quei suoi occhi d'ossidiana. Come sapeva il suo nome? Come sapeva il nome con la quale la chiamavano in Oriente? Lui l'aveva riconosciuta come principessa di Qarth. 
- Dell'Oriente ho soli i tratti. Non di sicuro la nobiltà. E ora ditemi, come vi chiamate? -. L'uomo sorrise maliziosamente alla sua affermazione, alzò un dito e le accarezzò la guancia, non rompendo mai il contatto visivo con la ragazza. 
- Il mio nome è Javar Q'Athai, di Braavos ed è lì che ti sto conducendo, principessa -.
Gli occhi di Aislinn si ridussero a due fessure strette, mentre cercava di capire che intenzioni avesse quell'uomo. 
- Non temete. Sarete al sicuro lì, troverete un posto dove sfamarvi, un posto dove lavarvi e vivere in condizioni migliori di quelle che avete incontrato fin'ora, milady -. La ragazzina non sapeva se credergli o meno. Non capiva come fosse possibile che qualcosa stesse per andare per il verso giusto, eppure era così. 
- Ditemi, come sapete il mio nome? -, gli chiese con aria di sfida. Sporca ed arruffata com'era, era di certo difficile da riconoscere. 
- Ti svelerò un segreto -, le sussurrò all'orecchio Javar, attento a non farsi sentire da Bran, che si fece più vicino ad Aislinn, curioso. - Gli Dei mi hanno sussurrato il tuo nome, come una luce che squarcia le tenebre. Tu sarai grande, perla di Giada -.


"If the day comes when you would find me again, give that coin to any man from Braavos, and say these words to him—valar morghulis.”


La notte era calata su l' Assassino Rosso, l'imbarcazione che stava portando Aislinn, Bran e il comandante Javar verso Braavos. Il sole risalì dalle acque, svegliando i due giovani con un leggero torpore. Una voce si sentì urlare dalla cima dell'albero maestro. 
- Terra! -, urlava l'uomo a pieni polmoni, finché la nave non attraccò al porto di Braavos. Aislinn si erse sopra la prua per vedere quella che le era stata promessa come sua nuova casa, partenza per il suo viaggio. Braavos era enorme, ancora più grande di Qarth, agli occhi della piccola Aislinn. Era un'isola grigia, nel bel mezzo del mare blu. Era fatta di pietra, di ponti in marmo sotto i quali passavano i vari canali.
Con il tempo, Aislinn cominciò ad imparare che Braavos era una città fatta di segreti, maschere e sussurri. Era la città più grande e più potente tra le nove città libere della Valyria che fu, eppure Braavos era la figlia bastarda che era scappata da casa. E questo status si andava a riflettere su ogni Braavosiano, non vi era infatti un solo abitante che non fosse figlio di una puttana, di un ladro o di un bastardo.

Javar condusse Aislinn e Bran nella casa di una sua vecchia fiamma, Alyrana, con l'ordine di prendersi cura della Perla e del suo amico, come fossero stati i suoi stessi figli, carne del suo sangue. Aislinn, vedendo in che modo la donna abbassò la testa agli ordini di Javar, si chiese quale influenza  esercitasse l’uomo in quella città.  Di sicuro era molto potente, arrivò alla conclusione.
Mentre Bran si sistemava nella sua nuova e pulita camera, profumata di un odore che non sentiva ormai da quelli che gli sembravano secoli, il Comandante prese in disparte Aislinn, portandola in una stanziolina stretta e poco illuminata, sul retro dell’umile casa. Si chiuse la porta alle spalle e fissò negli occhi la ragazza, scorgendovi un lampo di paura. 
- Sapete che non dovete aver paura di me -, le disse, accarezzandole il viso ancora una volta. Aislinn sotto il tocco leggero delle sue dita, si rilassò, aspettando di sapere cosa volesse dirle, di così importante e privato da doverla portare in quel luogo.
Dopo qualche istante, l’uomo le prese la docile mano, avvolgendola con le sue, più ruvide, più esperte.
- Voglio che ricordiate una cosa, mia Perla. Se un giorno vorrete rivedermi, basterà che diciate due semplici parole al primo Braavosiano che incontrerete per strada, facendogli vedere questa moneta. Valar Morghulis e lui vi condurrà da me -.
Aislinn assunse un'espressione stupita, mentre l'uomo le si avvicinava e le lasciava un bacio caldo e casto sulle labbra. La bambina si portò subito le dita alla bocca, ritraendole all’istante: erano caldissime, quasi scottavano, sotto la scia di quel bacio rubato. Non ebbe nemmeno il tempo di riflettere o aprire bocca che Javar aprì la porta alle sua spalle e scomparì, lasciando dietro di sé una moneta scottante e un misto di timore ed eccitazione che, da quel giorno, pervase il cuore della ragazza.

Ж note.
 
Bene. A scrivere questi "pezzi" della vita di Aislinn ci ho messo abbastanza perché non ero mai contenta del risultato e non lo sono nemmeno ora. Perciò, spero vi piaccia, buona lettura e i consigli son graditi, come al solito :3
  
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