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Autore: lulubellula    21/08/2012    5 recensioni
Luca Benvenuto sta per correre tra le braccia di un destino crudele: è davanti a Toni Corallo, sospeso tra la vita e la morte.
E se... gli fosse concessa una seconda chance?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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E se ...

Capitolo Undicesimo

                                              "Chi é causa del suo mal, pianga se stesso"

 

Sono già passati due mesi da quella triste mattinata di inizio primavera, da quella giornata maledetta e benedetta al tempo stesso.

La vita di Anna e Luca era andata avanti tra alti e bassi, l' una continuava a studiare biologia marina a Trieste, l' altro proseguiva la sua esistenza a Roma, tra inseguimenti  e indagini, come Commissario Capo del X Tuscolano.

La vita persisteva nello scorrere normalmente o quasi, infatti, da qualche tempo, Anna si sentiva stanca e spossata, svogliata nello studio e nello svolgere le faccende di casa, debole e senza forze, soffriva di continui mal di testa e di nausee.

Per diversi giorni, aveva cercato di minimizzare quei disturbi, "Sarà lo stress, lo studio, il caldo" e altre scuse imbarazzanti con cui cercava di autoconvincersi che tutto andasse bene.

"Non può essere - pensava - non di nuovo, non posso essere ancora ..., non posso aspettare di nuovo ..., non come l' altra volta ..., non come due anni fa".

Anna era in salotto, a casa sua, seduta sul divano, il volto pallido e bianco, il fisico asciutto duramente provato dal suo malessere, i polsi e i gomiti quasi scheletrici, gli occhi color nocciola spenti e tristi, i capelli neri raccolti in una semplice coda di cavallo.

Negli ultimi due mesi, lei e Luca si erano sentiti poche volte, qualche telefonata quasi telegrafica, poche domande e risposte brevi, non avevano più riparlato dell' ultimo giorno a Trieste, forse perchè faceva a entrambi, forse perché si aspettavano una spiegazione, che fosse l' altro a parlare, a dare una giustificazione, a scusarsi.

I loro lunghi silenzi valevano più di mille parole, gli spazi vuoti, bianchi, riempivano i monconi delle loro conversazioni, li riempivano di sentimenti inespressi, di accuse più o meno fondate, di quell' amore così forte e così fragile al tempo stesso, fragile come il vetro, come il cristallo, come i petali di un fiore appena sbocciato.

Fragile così com' era Luca, che riempiva quel dolore annegando il dispiacere nel lavoro e in un bicchiere di whisky di troppo, bevuto alla sera, per stordire il suo risentimento nell' alcol, per dormire di un sonno asettico, profondo e senza sogni.

Fragile così com' era Anna, che passava le sue giornate, tra lo studio, le lacrime e gli sbalzi ormonali che la facevano impazzire, tanto che, per dormire, era persino arrivata a prendere dei sonniferi, proprio lei, che di sera, non reggeva nulla di più forte della camomilla.

La loro vita non era più quella di prima, non sarebbe mai più stata la stessa.

Avevano assaporato la sensazione agrodolce dell' amare e dell' essere ricambiati, dell' apoteosi delle emozioni e dei sensi, la dolcezza di un bacio caldo e disperato sotto la pioggia fresca e incessante.

Non avevano più avuto bisogno di parole, di spiegazioni, quella volta, c' erano solo loro due e questo bastava, questo quella notte era bastato.

Non era servito il raziocinio e nemmeno la voce della coscienza, bastavano a loro stessi, si erano amati e completati insieme, non necessitavano di altri o di altro.

Erano solo in due, loro due e sembrava che tutto fosse destinato a sopravvivere per sempre, che fosse quasi eterno, perché qualcosa di così meraviglioso e appagante come il loro amore doveva per forza essere diverso da quello di tutti gli altri.

 

"Ti amo".

Mi hai detto.

"Anche io".

Ti ho risposto.

"Da sempre".

Hai posato il tuo viso nell' incavo del mio collo e ho sentito il profumo dei tuoi capelli avvolgere i miei sensi.

"Per sempre".

Mi hai guardato con gli occhi sognanti e pieni di speranze e già mi immaginavo una casa fuori città, due figli, un cane, una staccionata e due altalene.

"Te ne sei andato senza darmi una spiegazione".

Affonda la sua mano in una busta, apre una tavoletta di cioccolato e ne addenta un morso piangendo.

"Hai baciato un altro uomo e, l' intera casa, il cane e la staccionata sono collassati sotto il peso del mio risentimento".

Accende la radio a tutto volume, cercando di non sentire il suo dolore.

"Mi hai abbandonata e non ti sei nemmeno voltato indietro".

Tiene tra le mani un piccolo oggetto.

"Mi hai tradito prima ancora di diventare la mia compagna di vita".

Esce di casa e guida nella notte, senza una meta precisa.

"Mi hai lasciata da sola, ci hai lasciati soli".

Butta l' oggetto nel cestino e ingoia un paio di sonniferi, prima di buttarsi sul letto e sentire i sensi che si annebbiano.

 

"E se tutta questa sofferenza che vi affligge fosse causa vostra e di un crudele e beffardo tiro mancino del fato?"...

 

 

 

Note dell' autrice:

* Scusate se ultimamente aggiorno con lentezza ma a causa di altre fic in corso, degli esami e della vacanze, non mi resta moltissimo tempo.

Spero comunque che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto!

 Grazie a tutti coloro  che hanno letto e recensito i capitoli precedenti, in particolare grazie a _Elizabeth_ che legge le anteprime e mi da il suo parere.

Grazie 

lulubellula

   
 
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