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Autore: AriiiC_    21/08/2012    1 recensioni
Come sono andati i primi Hunger Games? Quegli Hunger Games senza favoriti subito dopo la guerra? Quegli Hunger Games appena istituiti e non ancora legge?
Anneka ha 14 anni e viene dal distretto 9. E' praticamente orfana.
Ha due fratelli e un migliore amico che si offre per salvare uno di loro.
Non vuole morire, ma è pronta a farlo se servirà per salvare qualcuno a cui tiene.
Storia momentaneamente ferma.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 Quell'immagine si stampa nella mia mente diventando indelebile. Ha davvero appena firmato la sua condanna? Ora, però, tutti fingeranno di volerlo come alleato per ucciderlo quando non se lo aspetta. Non lo capisco. Magari voleva solo essere guardato, attirare l'attenzione su di sé. Essere quello temuto, anche se sa che c'è ben altra gente di cui aver paura. L'arco è un'arma precisa, comoda, e si può costruire con poco. Ma verranno messi di sicuro dei coltelli e delle spade, e chi li saprà usare mirerà a lui: il potenziale vincitore. Non può essere così stupido: deve esserci qualcosa sotto. Come quando ha salvato Blake. Non so cosa, ma un secondo fine è sempre esistito. E mi impegnerò a trovarlo.
 Xander mi arriva dietro e nota il mio umore nero. Non so che poteri sovrannaturali abbia questo ragazzo: mi conosce appena, e mi capisce con uno sguardo. Cosa che, francamente, non riesce quasi a nessuno.
 'Lo conosci bene, non è vero? - Sembra capace di leggermi nella mente: di capire ogni cosa che penso nel momento esatto in cui la penso. E' inquietante, ma almeno così non dovrò spiegare per filo e per segno il casino in cui mi sono cacciata. - E non siete soo amici, non è vero?' 
 No, non siamo solo amici. Siamo sempre stati molto di più: è sempre stato una parte del mio cuore. Quella parte del cervello che ti spinge a salvarti dalla morte. E' il mio buon senso, la mia maturità. Tutto ciò che ora ho perso è lui. Una casa, un amico, una famiglia, un'ancora nel mare, una goccia nella pioggia. Un amore. E ora gli occhi verdi del mio interlocutore mi stanno scrutando l'anima, cercando di capire le mie emozioni. Forse ce la fa, forse no, perchè l'abbraccio che segue sa tanto di fraterno quanto di affettuoso. La sua voce è vicina al mio orecchio, un piccolo sussurro: 'Non pensargli: fidati di me'.
 Ecco ciò che non so: mi fido? Lo conosco da poche ore e già mi sento come se fossimo cresciuti insieme. E' speciale, ma non voglio mi fraintenda. Mi allontano un po' e lo ringrazio. Sophies ricompare, se possibile più agitata di prima. Dice che è tardissimo, che dobbiamo salire immediatamente. Vado in ascensore, mentre Xan prende le scale. Gli ho promesso che ci alleneremo insieme domani. Pomeline, Delphi, Chip e Zac vengono con me. Stiamo per partire quando una persona a me nota ferma il congegno e sale. Hyper.
 Tutti per un momento si zittiscono. La biondina mi manda sguardi metà interrogativi metà complici. Silenzio. 
 Su. Su. Su.
 Arriviamo al quarto piano e rimaniamo soli. Ne mancano atri cinque. Sono una stupida bimba, e sento il bisogno di domandare.
 'Perchè hai fatto quella cosa con le frecce? Ora punteranno ad ucciderti!' Le lacrime escono senza che io lo programmi: ho davvero paura che muoia. Non voglio assolutamente perderlo.
 'Non sono affari tuoi. Ciò che faccio non ti riguarda.'
 Un vaso che cade e si spacca, una freccia che non arriva al cuore e ti fa morire in agonia, un veleno che ti consuma l'anima, un'ascia che ti trancia via la testa. Il cuore che smette di battere senza un perchè. Sento un blocco alla gola come se un tappo non facesse entrare l'ossigeno respirato. Sono morta in questo istante dentro. Non ho più ragioni di vivere.
 E voglio che lui lo sappia.
 'E' per il bacio? Bèh, io non l'ho fatto perchè volevo divertirmi, e neanche perchè stavo male e volevo consolarmi. No. La mia non è stata la debolezza di un attimo. Io ti amo!' La mia voce è diventata un urlo senza accorgermi che le porte si sono aperte.
 Vedo le sopracciglie inarcate di Blair, la bocca di Shadow semiaperta cercando qualcosa da dire, Isis che mi guarda provando a comprendermi. La capisco: neanche io so che mi passa per la testa, alle volte. L'espressione che più mi colpisce, però, è quella degli occhi scuri accanto a me. Sono sgranati, pensa che ciò che ho detto sia una bugia. E voglio dargli la prova che non è assolutamente così. Me ne frego di quelli che ci stanno guardandoci, della morte imminente e di tutte le paure che mi stanno rodendo l'anima. Me ne frego dello spettacolo che potremmo diventare perchè anche Delphi se ne sta fregando. E poi, gli spettatori e gli strateghi non sapranno mai nulla di tutto ciò.
 Le mie labbra si avvicinano alle sue ed è come se stessi facendo la cosa più naturale del mondo. Si sono quasi toccate, quando sussurro:
 'I-O  T-I  A-M-O. - Scandisco le lettere ad una ad una, come se potesse provare a contraddirmi. Gli stampo un bacio sulle labbra: piccolo e rapido, ma che mi riempie di emozioni. - E' sempre stato così, e non saranno gli Hunger Games a farmi cambiare idea.'
 Mi volto e mi allontano rapida, non del tutto consapevole della serie di reazioni che la mia affermazione ha innescato.
  
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