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Autore: Cali F Jones    21/08/2012    4 recensioni
I miei scleri assurdi sono da considerarsi normali, a questo punto. La storia ricalca il famoso libro di Lewis Carroll "Alice in Wonderland" con i personaggi di Hetalia. Ma quello che per Alice è stato solo un viaggio in un mondo immaginario, per Alfred, il protagonista, sarà un viaggio alla scoperta del proprio Io nascosto, del proprio passato e dei propri errori.
Il rating cambierà nel corso della storia.
Capitoli:
1. Late {Ritardo}
2. Brothers {Fratelli}
3. Opium {Oppio}
4. Intermezzo
5. Tea {Tè}
6. Game {Gioco}
7. Trial {Processo}
8. Home {Casa}
9. Past {Passato}
10. America
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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3. Opium {Oppio}


Quel gatto. Quello stupido maledettissimo ammasso di pelo. Anzi, quei due maledettissimi ammassi di pelo. Dove diavolo lo avevano mandato? Alfred continuò a camminare lungo quel sentiero tortuoso. Il terreno sotto i suoi piedi diventava via via sempre più irregolare. Inciampò un paio di volte in alcune grosse radici, tuttavia riuscì sempre a non rovinare a terra, riprendendo immediatamente l'equilibrio. Doveva fare attenzione, quel posto poteva diventare veramente pericoloso. Lunghe schiere di alberi spogli lo accompagnavano nel suo percorso mentre una leggera foschia iniziava a salire, rendendo l'aria ancora più pesante di quanto già non fosse. Una goccia di sudore gelida rigò la fronte del giovane americano, mentre con occhi fessurizzati cercava di scorgere la fine di quella foresta in lontananza. Ma nulla. L'odore pungente di acqua stagnante iniziò a mescolarsi ad un nuovo tipo di aroma, forte, penetrante, fastidioso, ma quasi quasi piacevole. Sì, sembrava qualcosa di esotico ed il solo effluvio in lontananza era in grado di mandare chiunque su un altro pianeta, viaggiando su una sottile nuvola di grigia foschia.
Alfred sentiva le palpebre farsi sempre più pesanti, passo dopo passo. Barcollò leggermente, andando a sbattere una spalla contro il tronco di un albero. Che cosa gli stava succedendo? Cercò di alzarsi. La vista divenne offuscata, i contorni si persero, così come i colori tetri che lo circondavano. Tutto sembrò sparire in un largo anfratto dai toni nerastri. Sentì in lontananza delle voci ridere. Poi quelle risate infantili e giocose divennero urla. Urla sempre più acute, terribili, strazianti. Il ragazzo cadde in ginocchio. Si portò entrambe le mani alle orecchie e, in quel momento, un brivido di orrore gli percorse la schiena: le sue dita, i suoi palmi erano completamente ricoperti di sangue. Un vivo rosso cremisi gli colorava le mani. Qualcosa di caldo gli sfiorò gli zigomi. Percorse la traiettoria della mandibola, ricadendo, goccia singola, sull'avambraccio. Sangue. Piangeva sangue. La vista annebbiata si era ora dipinta di rosso. Il cuore in gola, gocce di sudore freddo gli bagnavano la fronte. L'aria mancava, respirava affannosamente per l'agitazione. Di chi era quel sangue? Abbassò la testa con orrore crescente, mentre scorgeva sul proprio petto una profonda ferita che lo scalfiva. Il liquido rosso sgorgava a fiumi, la t-shirt in brandelli. Lanciò un grido carico di paura e disperazione, mentre con uno sforzo sovrumano si drizzava in piedi. Prese a correre. La vista ancora obnubilata, le forze ormai mancanti ed una radice che sembrava preferire un diverso destino per lui. Rovinò a terra e scivolò per qualche metro lungo uno scoscendimento, graffiandosi e tagliandosi i lembi di pelle scoperta. Terminata la caduta e vinto dal dolore, chiuse gli occhi. La respirazione in petto rallentò progressivamente il suo ritmo. Sempre più lenta, sempre più piano...

-Non hai mai fumato oppio, non è vero?-
Alfred sbattè velocemente le palpebre. Una. Due. Tre volte. Schiuse le labbra, cercando di catturare quanta più aria possibile, ma la fitta coltre di fumo gli impediva di respirare normalmente. Si portò una mano davanti al viso e scoprì con immenso stupore che il sangue era sparito. Si toccò il petto, nessuna ferita. Tuttavia, i suoi vestiti avevano qualcosa di strano. Che fine aveva fatto la sua t-shirt con la stampa di una bandiera americana, i suoi jeans di una qualche sottomarca pseudo-sconosciuta e le sue inseparabili converse? Indossava ora una camicia bianca con sopra un gilet rosso dalle rifiniture dorate, un paio di pantaloni piuttosto eleganti, di un colore simile all'ambra e un paio di scarpe all'apparenza piuttosto costose. Per un momento, temette di essere finito nelle sgrinfie di Inghilterra; a quell'inglese scorbutico non erano mai andati bene gli abiti che si sceglieva lui.
-È la prima volta che vedo un tale macello a causa di un'allucinazione, aru.-
Finalmente Alfred realizzò di non essere solo. Si drizzò a sedere con uno scatto, ma subito la cortina di fumo che aleggiava sulla sua testa lo fece tossire ripetutamente. Non aveva mai potuto sopportare il fumo!
Strizzò gli occhi, ancora un poco stanchi, cercando di mettere a fuoco la figura che gli parlava. La prima cosa che colpì la sua attenzione era il luogo in cui si trovava. Sembrava quasi una radura, ma era disseminata di funghi dalle dimensioni spropositate -alcuni parevano addirittura dei veri e propri alberi- e papaveri. Ovunque posasse l'occhio, il suo sguardo veniva catturato dal rosso vivo dei papaveri in fiore.
-A...Allucinazione?- bofonchiò Alfred, sventolando una mano all'aria, come a voler crearsi uno spiraglio pulito in mezzo a tutto quel fumo.
-Oh, sì, hai avuto una gran brutta allucinazione, aru. Non preoccuparti, capita a tutti la prima volta che fumano. I tuoi vestiti erano ridotti brandelli, mi sono preso la libertà di cambiarteli, aru.-
In quel momento, Alfred finalmente vide il suo interlocutore. Era adagiato comodamente sul cappello di un fungo. Il suo corpo, di un colore bluastro, assomigliava molto a quello di un bruco, ma i suoi lineamenti e la folta chioma castana, legata in una coda, che gli ricopriva il capo, ancora una volta, ricordarono al giovane americano di un personaggio che ben conosceva.
-Yao? Sei tu?-
-Non so di cosa tu stia parlando, aru.-
Sì, era proprio Yao.
-Dici che ho avuto un'allucinazione? E...aspetta un momento! Dove sono i miei occhiali?- esclamò Alfred, guardandosi attorno in preda al panico.
-Ce li ho io, aru.- rispose il bruco, mentre con fare svogliato girava e rigirava tra le sue molteplici zampette gli occhiali del giovane.
Alfred allungò un arto per afferrare Texas, ma il bruco prontamente scivolò indietro, sottraendosi alla sua presa.
-Ha ha, stai buono, Al.-
-Chi ti ha detto come mi chiamo?-
-Sei Alice, no? Ti riconosco dalla prima volta che sei venuto, aru. Ti ricordi di me?-
-Sinceramente? Neanche un po'.-
A quell'affermazione, il bruco parve offendersi. Scagliò via gli occhiali di Alfred, il quale, dopo qualche insulto, si precipitò a riprendere, e si adagiò ancora più comodamente sul suo fungo. Afferrò una lunga pipa che fino a quel momento era rimasta deposta al suo fianco ed iniziò ad inspirare ed espirare il fumo a larghe boccate.
-Comunque sia...- riprese il ragazzo, sistemandosi gli occhiali sul naso -dovrei ricordarmi di te, Brucaliffo?-
Il volto di Yao si illuminò quando fu pronunciato quel nome.
-Allora vedi che ti ricordi!-
-È solo il nome di un personaggio di una favola!-
-Complimentati con lui, ha un gran bel nome, aru!- proferì ancora il Brucaliffo, inspirando ancora del fumo.
"Dovrebbe smetterla di fumare quella roba, gli sta dando di volta il cervello" pensò tra se e se il ragazzo. Allontanò appena la faccia, cercando, per quanto fosse possibile, di evitare la prossima folata di fumo che sarebbe uscita dalle labbra raggrinzite del bruco.
-Abbiamo combattuto delle guerre per l'oppio, lo sai, Al? E ora tu lo disprezzi così...-
-Già, mi sono sempre chiesto se Inghilterra avesse davvero bisogno della droga per vedere i suoi amici immaginari.-
-Allora? Che ne dici?-
-Che dico riguardo a cosa?-
-All'oppio. Ti è piaciuto? Devi averne fumato involontariamente un bel po' per ridurti in quello stato, aru.-
Alfred ripensò alle allucinazioni che aveva avuto poco prima. Ricordava il sangue che gli colava lungo gli avambracci e sugli zigomi, le urla che rimbombavano continuamente contro le pareti del suo cervello, la ferita sul petto che bruciava. A ripensarci, poteva sentire di nuovo i muscoli fremere, le gambe tremare, poteva sentire ogni fibra del suo corpo lacerarsi, come una corda troppo tesa che si affievolisce fino a spezzarsi del tutto.
-È stato uno schifo- commentò secco, senza degnare di uno sguardo il Brucaliffo.
Questi aspirò ancora dalla sua pipa.
-Ah, davvero? Però hai cominciato a ricordare, no?-
-Ricordare? Cosa dovrei ricordare?-
-Quelle urla che sentivi...- fece una pausa, alzando lo sguardo verso il cielo ancora coperto dai rami secchi degli alberi -te le ricordi, non è vero?-
Alfred sentì un tonfo al cuore. Come faceva a sapere? Sì, quelle urla, le ricordava. Ma c'era qualcosa che lo bloccava, che gli impediva di associarle ad un volto, ad una situazione. Tutto ciò che quelle urla gli ricordavano era un'informe macchia di colore. Poi vedeva il sangue. Il pianto di un bambino. Ancora sangue. E infine silenzio. Questo era quanto riusciva a ricordare, quanto quella droga perversa e ammaliatrice riuscì a fargli rimembrare.
-Forse...- continuò il bruco, come se gli avesse letto nella mente -dovresti provare un altro po', magari ricorderai meglio.-
E improvvisamente, senza che l'altro ebbe il tempo di obiettare o scansarsi, gli soffiò in faccia tutto il fumo che fino a quel momento aveva trattenuto in bocca. Alfred fu di nuovo avvolto in una fitta coltre, iniziò a tossire convulsamente, cercando in ogni modo di evitare di inspirare.
Le gambe presero a dolergli, si inginocchiò. Ad un tratto un grido d'orrore gli attraversò il cervello, come la lama di un pugnale.
-AAAAARGH!!- urlò in preda al dolore, mentre disperatamente si reggeva la testa con le mani.
America...America...ti prego...
Digrignò i denti e serrò gli occhi, mentre le dita affondavano nei capelli, stringendoli e tirandoli con forza, quasi a voler strapparli.
America...ti prego...non farlo...non...
-BASTA! FALLO SMETTERE!- gridò ancora. Cadde di fianco e, come in preda a delle convulsioni, prese a dimenarsi, disteso a terra, accompagnando le urla che penetravano violentemente il suo cranio con altre della medesima intensità. Alcune lacrime presero a scendere dai suoi occhi arrossati.
Ad un tratto, la voce sparì. Tutto sparì. Aprì gli occhi e vide sopra di sè i rami degli alberi che si smuovevano, scossi dal vento. In quel momento, intravide un tratto di cielo grigio, coperto da pesanti nuvole nere. Un lampo improvviso lo squarciò e il boato risuonò nella foresta.
-Oh! Devo muovermi, sono in ritardo, in un terribile ritardo!-
Quella voce! Il Bianconiglio!
Alfred scattò in piedi e finalmente rivide quel curioso animale con le sembianze di Giappone. Stavolta non gli sarebbe sfuggito. Questi riprese a balzare, inoltrandosi nuovamente nella foresta.
"Maledetto!" pensò America, storcendo le labbra in una smorfia di rabbia, per poi prendere ad inseguirlo.
-Al!-
A quel richiamo, il ragazzo si voltò nuovamente verso il Brucaliffo che ora lo guardava con occhi pietosi.
-Al, non puoi sfuggire dal tuo passato.-
Sospirò, indi, senza salutare, gli diede le spalle e si rimise all'inseguimento del coniglio. In lontananza, quella voce lo richiamava.
-Sta cominciando a piovere! Mettiti un cappello, aru!-


*Angolo dell'autrice*
Terzo capitolo! Wow sto andando come un fulmine con questa storia! È la prima volta che riesco a portarne avanti una per più di due capitoli xD
Ecco, adesso la storia sta prendendo un tono un po' più "serio". Questo capitolo delle allucinazioni è molto importante per capire il seguito. Lo so, non sto lasciando molti indizi, ma non voglio rovinare il finale *w* Come avrete notato (o se non l'avete notato, ve lo dico ora io), l'ultima parola di ogni capitolo fa riferimento a quanto avverrà in seguito. Potete immaginare, quindi, chi sarà il prossimo personaggio che incontreremo, nel capitolo 5 (il capitolo 4 è un Intermezzo, molto breve, riflessioni senza molta azione, in parole povere).
Vorrei ringraziare Carol_97 e Eleanor97 (ho un fan club del 97 xD) per aver recensito e un grazie anche a tutti voi che avete messo questa storia nelle seguite o preferite (:
Al prossimo capitolo!
Cali ~

  
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