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Autore: Lilyth    21/08/2012    0 recensioni
una vita che ricomincia, un grande buio alle sue spalle e una grande luce davanti a se...chi sei, e cosa sai di me?
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Venni svegliata da una scossa improvvisa, aprii gli occhi confusamente.
Mi alzai, il pavimento era freddo a contatto con la mia pelle ancora calda; mi girava la testa, tutto intorno a me si muoveva indistintamente. Raggiunsi la porta della camera e mi poggiai di peso allo stipite.
Cosa mi stava accadendo? Perché avevo quella strana sensazione addosso, perché sentivo qualcosa…qualcosa dentro di me che non ero assolutamente io.
Sentii nuovamente la scossa, mi accasciai contro la parete mentre i miei battiti cardiaci iniziavano ad accelerare ritmicamente. Entrai in iperventilazione con una velocità inaudita, sentii che nei miei polmoni l’aria stava scomparendo, avevo la gola chiusa.
Scivolai a terra in preda ad un attacco di panico, poi lo vidi. Corse al mio fianco ed a sangue freddo mi posò due dita sotto il mento e mi alzò la testa.
Posò il suo petto sul mio orecchio e iniziò a sussurrarmi di respirare, respirare lentamente, con calma, senza paura, che mi avrebbe spiegato tutto, dopo, se fossi riuscita a superare quel momento.
Mi tranquillizzai a fatica, avevo iniziato inconsciamente a piangere ma respiravo, riuscivo a respirare, ero viva, ora grazie a lui, che in realtà, come avrei scoperto in seguito, era la causa di tutto ciò che sarebbe accaduto nella mia vita.
La crisi era passata, lui si alzò da terra e mi guardò dall’alto porgendomi una mano; la presi incerta e mi alzai a mia volta.  Vedevo la sua bocca muoversi ma non riuscivo a concentrarmi su quello che stava dicendo, mi diede le spalle e si incamminò verso una porta, lo seguii.
Mi ritrovai in un’altra stanza, lui era seduto su un divano e mi aspettava, mi chiamò verso di lui, avanzai. Le mie gambe tremavano, mi sedetti appena in tempo per non scivolare ai suoi piedi. Sorrideva ma i suoi occhi, i suoi occhi erano duri, freddi, mi scrutavano immobili, senza una minima traccia di simpatia o interesse, non rispecchiavano il sorriso sottostante.
< come stai? > feci dondolare la testa da destra a sinistra alzando le spalle, quella risposta poteva bastare.  Lui continuò a sorridere < beh, immagino che vorrai sapere cosa sta, anzi, ti sta accadendo… > veramente no, non volevo sapere nulla, mi sentivo così male che non volevo avere altre notizie sul perché stavo in quel modo, tacqui e lui lo prese come un sì.
< beh, io non so come dirtelo… > implorai in silenzio, “dillo e basta, non tergiversare…parla” mi guardò accigliato < come vuoi tu > sgranai gli occhi, come aveva potuto…lui…lui sentiva i miei pensieri.
Non sembrò sorpreso dalla mia reazione, ma non disse nulla in proposito, si schiarì la voce e guardandomi nuovamente negli occhi disse freddamente < tu sei morta… >.
 
 
 
 
   
 
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