Thinking
of you
What you would do if
You
were the one
Who
was
spending the night
Was looking into
your eyes
Thinking
of You
Scosti
leggermente
le tende di un improponibile color salmone e osservi la strada
sottostante
inondata di luce lunare. La panchina, proprio antistante la tua
finestra,
riluce argentata, ancora bagnata dopo la forte scarica di pioggia che
c’è stata
mezz’ora prima. Adesso il cielo è scoperto, anche
se ogni tanto una nuvola scura,
carica di pioggia, nasconde a tratti quella che, a tutti gli effetti,
è una delle
presenze più certe nelle tua vita.
Continui a
fissare la panchina, soffermandoti sui bordi ampiamente scrostati e
arrugginiti.
Anche quelli sembrano più belli, sotto
quell’impietosa luce. Solo tu alla sua
luce diventi un mostro. Alzi il capo, riempiendoti gli occhi di quella
tua
eterna nemica. Nemica? Beh, ormai puoi quasi considerarla una vecchia
amica. C’è
sempre. E’ costante. Non ti abbandonerebbe mai. Fino alla
morte. Di questo c’è
da rendergliene atto.
Un sorriso
amaro ti incurva le labbra.
Fino
alla
morte.
C’era
qualcos’altro, qualcun altro
che
aveva già pronunciato quelle parole.
Fino
alla
morte.
Non
che
abbia rispettato la promessa. O perlomeno, una parte della promessa
l’ha
rispettata. Peccato fosse quella sbagliata. Ma del resto, quando mai
Sirius
Black ha fatto la cosa giusta? Non sarebbe stato da lui.
Sempre
quella sbagliata. Sempre.
Appoggi
la
fronte al vetro freddo della finestra, lasciandoti sfuggire un sospiro,
lo
sguardo di nuovo catturato da quella panchina.
Era vuota.
Non puoi
biasimarla. C’è freddo. Ha appena piovuto.
E’ notte. Non può che essere vuota.
Più o meno come ti senti tu. Ti sembra molto appropriata.
Sorridi all’idea
di paragonarti ad una panchina. Perché lo sai che
è stupido e che stai solo
alimentando la tua vena melodrammatica. Quante volte te lo aveva detto
Sirius?
Con quel sorrisetto strafottente, i capelli lunghi sul viso, la risata
simile
ad un latrato, roca, scura. Te lo diceva sempre.
Sei un cazzo di attore consumato con tutto questo
melodramma, Moony!
Un
attore
consumato.
Il
tuo
sorriso amaro non accenna a sciogliersi.
Perché?
Non
riesci a
non chiedertelo.
E’ terribilmente
irrazionale, lo sai. Non è da te esserlo. Non aveva potuto
farci niente, lo sai.
Se avesse potuto avrebbe mantenuto la promessa, lo avrebbe fatto. Lo
sai.
Perché
ti
aveva lasciato?
« Moony?
»
« Dimmi
»
« Non trovi
che sia
bella? »
« Non starai
ancora
pensando alla McGranitt? »
« Non toccare
la
mia Minnie. E comunque, parlavo di lei. »
« Chi,
Sirius? Lei
è un pronome piuttosto comune, capiscimi. »
Lui sbuffa e ti
indica la volta celeste.
«Lei
»
Aah. Ti lasci
sfuggire un sospiro di comprensione. Quella Lei.
« Penso che
sia
bella. Così luminosa. »
Stai zitto. Non la
trovi bella per niente. E lui lo sa. Ti capisce al volo.
« Anche se
quando è
tonda diventa ancora più bella. »
« Si dice
luna
piena, Sirius. Non tonda »
« Lo so come
si
dice. Però è tonda. » aggiunge e scosta
un po’ il viso dalla tua spalla dove è
rimasto appoggiato per tutto quel tempo. Ti guarda come se ti vedesse
per la
prima volta.
Arrossisci
impietosamente e la situazione peggiora solamente quando lui avvicina
piano la
sua mano al tuo viso. E’ ruvida. Senti dei piccoli calli sui
polpastrelli. Chissà
quale delle sue occupazioni l’ha ridotta così. Il
lancio della Caccabomba? Il
Quidditch? Il tormentare Mocciosus? O forse l’inseguimento al
lupo mannaro ogni
mese?
Ti irrigidisci a
quel pensiero e forse lui lo vede come un segno di fastidio al suo
tocco. Poggi
la mano sulla sua perché non la tolga dal tuo viso.
E’ così calda.
« Ti
assomiglia. E’
per quello che mi piace » attesta e ti guarda. Continua a
guardarti con quegli
occhi così scuri e limpidi. Senti che potresti annegarci ,in
quegli occhi. Anzi
forse l’hai già fatto.
« Mi stai
dando del
ciccione? » ti esce, senza alcuna logica.
Lui sbuffa e torna
a posarsi sulla tua spalla. Ti penti istantaneamente e desideri
morsicarti la
lingua. Lo fai. Così, giusto per.
Senza neanche
accorgertene la tua mano scivola sui suoi capelli e cominci ad
accarezzarli.
Lui fa dei versi che ricordano dei grugniti soddisfatti.
A volte ti
dimentichi quanto la parte canina sia evidente in lui.
« Sai, se non
fosse
così.. così
sarebbe
bella » sussurri. Quando sei con lui, il tuo, di solito ampio
e ben fornito
vocabolario subisce duri colpi. Illetterato di un Black.
«Mi piace
proprio perché
è così così
» attesta lui, muovendo appena il capo per incitarti a
continuare ad
accarezzarlo. Non ti eri accorto di aver smesso.
Rimanete
così per
quelli che sembrano decenni, sul tetto della Torre di Astronomia, uno
sull’altro
a guardare il cielo. Il quarto di luna che brilla nel cielo illumina le
vostre
figure, vicine. Avete le mani intrecciate e sotto quella luce sembrano
quasi
marmoree, quelle di una statua. Al pari di una statua, vorresti stare
così per
sempre. Non muoverti mai più. Rimanere lì con
Sirius tra le tue braccia, una
luna innocua ad illuminarvi, il suo profumo penetrante nelle tue narici
e
persino la vista piena solo di.. lui.
Sospiri.
« A cosa
pensi? »
« A niente.
»
« Hai appena
sospirato. »
« Non posso
farlo? »
« A cosa
pensavi,
Moony? »
« Che vorrei
stare
così per sempre » ti lasci sfuggire.
«Per la luna?
»
« No
»
« Per le
stelle? »
« In un certo
senso
»
«
Cioè? »
« Sirius..
»
« Remus
»
Ti sale un groppo
in gola quando pronuncia il tuo nome.
« Per te,
Sirius »
« Oh.
Sì. Mi sembra
giusto. » Ti lancia un sorrisone. Illumina più
della luce della luna.
Probabilmente lo farebbe anche più del sole se fosse giorno.
« Anche io
vorrei
stare così sempre. Mi piacciono tanto i grattini »
continua a sorridere e si accoccola
di nuovo su di te.
Ancora silenzio.
« Moony?
»
« Si?
»
«
Cos’è la cosa che
ti fa più paura? »
« Non so.
»
« Non puoi
non
saperlo. Andiamo. La mia è di rimanere chiuso da qualche
parte e non riuscire
più a muovermi. »
« Beh, si.
E’
abbastanza brutto »
« La tua,
Moony? »
« Non lo so,
Sirius.. »
« Moony
»
« Rimanere da
solo »
ti lasci sfuggire alla fine. Di nuovo.
Rimane in silenzio
e piano piano si gira verso di te.
« Non
dovresti
avere questa paura, Moony. »
« E
perché no? »
«
Perché ci sono
io. Non ti lascerò mai da solo, Remus. Mai. »
« Davvero?
» la tua
voce s’incrina leggermente.
« Mai. Fino
alla
morte. Te lo prometto. »
Chiudi gli occhi
mentre lui si avvicina al tuo viso e posa leggermente le sue labbra
sulle tue.
Fino alla morte.
Beh, Sirius. Sei
morto. Ma non sei rimasto con me. Lo so che non è colpa tua.
Non lo è mai stata.
Ma mi hai lasciato
solo.
Strizzi appena gli occhi. Sono leggermente
inumiditi. Ti passi
stancamente una mano sul volto, cancellando per un attimo la panchina
vuota e
quel quarto di luna che continua a guardarti beffardo.
« Remus, amore.. »
La voce di Dora ti riporta lentamente alla
realtà. Ti abbraccia da
dietro e tu le stringi piano una mano quando lei posa il capo sulla tua
spalla.
Ami tua moglie. E’ l’unica dopo di lui che
è riuscita a non farti
sentire solo. Hai provato ad allontanarla, ma lei ha insistito, ti
è rimasta accanto.
Hai paura che se ne dovrà pentire un giorno. Speri con tutto
il cuore che non
lo dovrà fare. Ma lo temi.
« A che pensi? » ti chiede.
Il sorriso amaro torna sulle tue labbra.
« Alla luna »
« Ah » Ti accarezza i capelli.
« E’ bella nonostante tutto.
» dici e lei appoggia le sue labbra sul
tuo collo, lievemente.
« Si hai ragione. Lo è
»
Rimanete stretti per qualche tempo, poi lei si
stacca dolcemente e ti
sussurra « Ti aspetto giù con la cena, amore
»
Annuisci
lievemente e la senti
andare via. Rimani ancora qualche attimo nella stanza in penombra, poi
ti giri
e fai per andartene.
Prima di chiudere la porta guardi nuovamente la luna. Sorridi. Non
è
poi così male. Del resto la luna non ti lascia mai da solo.
Così come non lo fanno i ricordi.
« Addio, Sirius. Ti ho sempre amato.
Anche se non hai mantenuto la
promessa »
Affidi queste parole sospirate alla luna e chiudi
la porta.
“
Mio amore, mio dolce, mio meraviglioso amore
dall'alba
chiara finché il giorno muore
ti amo ancora sai ti amo."
NdA
Okay. E' la prima
volta che scrivo qualcosa del genere. E' solo che mi è
capitato di ascoltare Thinking of You di Katy Perry e ho immaginato
Remus alla finestra e ho sentito il bisogno di scrivere questa cosa.
Non è un granchè ma non vuole esserlo. E' solo un
mio piccolo omaggio a Pad e Moony.
Per chi non avesse letto lo Shoebox Project mi riferisco alla storia
lì raccontata. Il flashback sulla Torre di Astronomia
è una mia piccola rivisitazione del compleanno di James. Ma
è applicabile a qualunque altro momento. Io avevo immaginato
quello.
Ad ogni modo, l'unica precisazione che ho da fare è quando
Remus risponde " in un certo senso" quando Sirius gli chiede se stia
pensando alle stelle. Si riferisce al nome di Sirius, che è
una stella della costellazione del Cane Maggiore, vicino alla cintura
di Orione. Per ulteriori informazioni c'è Wikipedia ;)
La canzone finale è "La canzone dei vecchi amanti" di Franco
Battiato che mi è sembrata ragionevolmente profonda e adatta
a quello che mi ispirano questi due personaggi.
Ah, all'inizio ho cambiato il pronome "him" ( nell'originale di Katy
Perry) in "her". Chiaro riferimento a Tonks.
Spero vi piaccia o in ogni modo, che vi faccia pensare almeno per un
secondo a quei due Malandrini che hanno visto i loro piani per il
futuro, distrutti.
Un bacio,
Elena