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Autore: ellewriter    22/08/2012    1 recensioni
Da uno stupida punizione è nato l'amore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mamma mi svegliò alle sette meno un quarto quella mattina d'inizio estate, stavo partendo per il mare. La cosa sarebbe stata di mio gradimento se non fosse stato che volevo rimanere a casa, con la mia famiglia ed i miei amici. I miei avevano scoperto che la sera prima non ero a dormire da Muna, la mia migliore amica, ma ero andata alla festa di Marco, il ragazzo che mi piaceva. Quella stessa sera decisero di mandarmi da dei loro amici al mare, se questa la vogliono chiamare punizione. Mi avrebbero accompagnato fino al campeggio, avevano paura che facessi qualche pazzia. Certo, come no. Non parlai per tutto il viaggio, speravo che fosse veloce e invece durò ben tre ore e mezza. Mi misi le cuffie e ascoltai un po' di musica. Li guardavo, in quel momento li odiavo a morte, mi veniva quasi da piangere per l'odio che provavo verso di loro, avevo provato e riprovato a chiedergli di rimanere, ma niente. Sentii la vibrazione del cellulare, lo tirai fuori ma mia mamma me lo prese dalle mani. "Che fai?" esclamai cercando di riprendere il cellulare. "Questo te lo sequestro, lo riavrai alle fine dell'estate, non voglio che parli con i tuoi amici, ti procurano solamente problemi." disse mentre guardava il suo giornale di merda. "Anche Muna?" le chiesi. "Beh, lei meno degli altri." disse. Non replicai altrimenti mi sarei trovata in problemi più grossi. Arrivammo alla stazione di Rimini e prendemmo un taxi. Mamma leggeva ancora quella rivista, papà era al telefono, parlava di lavoro. Forse era meglio cambiare un po' aria, ero stanca di loro, anche se mi dispiaceva dirlo. Giungemmo a quello stupido campeggio. Ad aspettarci c'era una signora, verso la cinquantina, che salutò mia mamma. "Ben arrivati, ciao Elena." mi disse prendendomi e dandomi un bacio sulla guancia. "Salve signora!" esclamai guardando mia madre. "Non chiamarmi signora, mi fa sentire vecchia. Chiamami Franca." disse. Era un bel posto, difficile descriverlo, c'era la piscina, il campo da tennis e la spiaggia era a qualche minuto dal campeggio. La signora, di cui non sapevo neanche il nome, ci portò a casa sua, che era vicina alla piscina. Dalla casa uscii una ragazza, più o meno della mia età, si avvicinò a noi. "Ciao." disse la ragazza sorridendomi. "Oh, Giada. Lei è mia figlia." esclamò Franca tirandosela dietro. "Piacere, Elena." dissi ricambiandole il sorriso. Poi dalla casa uscirono un ragazzo, davvero carino, e un signore. "Finalmente, mancavate solo voi!" urlò mio padre. Che figura di merda che mi stava facendo. "Antonio dobbiamo andare." disse mia mamma. La fermai per un braccio. "Ti prego mamma, riportami a casa! Non ti mentirò mai più." stavo scongiurando mia mamma, ma sembrava che non mi ascoltasse. "Senti amore, per me è davvero difficile lasciarti qui da sola.." le stava scendendo una lacrima. ".. Ma voglio che cresci, che cambi aria. Lo sto facendo solo per te." disse. "Non sembra." dissi abbassando lo sguardo. "Fidati di me piccola mia." fece dandomi un bacio infronte. "Te ne pentirai." dissi. Stava quasi per girarsi ma aveva fretta. Li guardai andare via, si allontanavano sempre di più fino a quando non li vidi più. Ecco, ero completamente sola, o meglio con una famiglia di cui non facevo neanche parte. Sentii che qualcuno si stava avvicinando a me, mi girai, era Giada. "Mi dispiace che i tuoi genitori ti abbiano lasciata qui sola, sarà difficile, ma ci siamo noi, ti divertirai." Tornai a casa, Franca uscì. "Elena, ho già messo tutta la tua roba nell'armadio e nei cassetti, vieni." esclamò. "Non serviva, ma grazie." la ringraziai. "Noi non ci siamo presentati, io sono Alberto, il capofamiglia." disse il signore. "Io sono Federico, piacere." eccolo il ragazzo carino, mamma mia, una cosa buona l'avevo trovata. "Elena, piacere." dissi mordendomi il labbro, lo faccio sempre quando sono nervosa. "Chi sei nella famiglia?" gli domandai. "Figlio di Franca e Alberto, e fratello di Giada." rispose ridendo. "Ah, capito." dissi. La casa era carina, molto carina. "Ragazzi, papà ed io dobbiamo andare a fare la spesa, voi intanto fate amicizia con Elena, eh? Mi raccomando, non lasciatela sola." disse Franca ai ragazzi, poi se ne andò con Alberto. "Tanto lo sono già." mormorai. Federico mi guardò, forse mi aveva sentito. Ma cosa potevo farci, ero veramente sola, non avevo neanche il cellulare, non potevo parlare con Muna. Stavo quasi per piangere. "Scusate, potrei andare qualche minuto a letto? Sono un po' stanca.." chiesi. "Certo, ti accompagno." disse Federico. Mi portò in camera, avevo bisogno di dormire un po'. "Se dovessi avere bisogno, chiamaci pure." mi disse. "Tranquillo, non avrò bisogno di niene, grazie comunque." gli risposi. "Va bene, beh allora riposati." Se ne andò. Mi accostai sul letto, stavo male ma non volevo disturbarli, avevo bisogno di sentire Muna e Marco, dovevo cercare un modo per sentirli, ero troppo stanca per pensare, allora mi addormentai..
  
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