12 aprile, campagna del Norfolk, Sheringham.
La chiesetta di pietra bianca
dalle piccole colonne aggraziate era invasa da un delicato profumo di fiori
mentre il lieve brusio provocato dagli invitati rivaleggiava col tubare delle
colombe, pronte al volo alla fine della cerimonia.
Edward Dalton, nascosto
nell'ala dello sposo, spiò fuori dalla tenda del divisorio e vide che tutti,
specialmente l'intera e ampia famiglia Weasley, erano molto eccitati.
I
famigliari dello sposo erano chiassosi e felici, quasi tutti sorridenti e
contenti di ritrovarsi visto che dato il numero non sempre potevano riunirsi
tutti insieme. Percy Weasley se ne andava in giro tronfio del suo nuovo lavoro,
un posto molto in alto accanto a quell'anima buona di Orloff, mentre Bill e
Charlie lo prendevano in giro aiutati dai fidi gemelli, troppo presi dal
rallegrare quella riunione per ricordarsi della promessa fatta a Molly Weasley,
ovvero quella di non far scherzi di nessuna sorta.
Era impressionante come un
giorno di gioia potesse aver cancellato gli ultimi avvenimenti. La
rappacificazione fra Harry e Tom, il padre di Draco che ora viveva sotto stretto
controllo dell'Ordine a Grimmauld Place dove ogni giorno si prendeva per il
collo con Sirius, le novità su Minus, il rituale che avrebbero dovuto compiere
da lì a poco, Nyssa...
E ora quel matrimonio. Un giorno di sorrisi dopo tanti
di guerra.
- Però...- fece Edward, tornando dentro alla stanza - Ragazzi oggi
ci sarà da ridere.-
Harry Potter e Draco Malfoy gli scoccarono
un'occhiataccia, troppo intenti a sistemarsi la cravatta con una mano sola,
visto che dopo un battibecco si erano ritrovati incollati già di prima
mattina.
Erano le dieci e mezza. Mezz'ora e sarebbe iniziato il
matrimonio.
- Odio le cravatte!- sbottò il bambino sopravvissuto con
stizza.
Le mani gli tremavano ed era visibilmente ansioso. Sembrava quasi che
dovesse sposarsi lui.
Ginny Weasley entrò in quel momento, carinissima nel
suo abito rosa da damigella d'onore.
- Ragazzi come va? Siete pronti?-
-
Ti sembrano pronti?- ghignò Edward, l'unico che era stato in grado di vestirsi
da solo.
- Harry ti senti bene?- sorrise la perfida sorellina di Ron -
Guarda che devi solo fare da testimone!-
- A proposito.- Blaise Zabini stava
seduto in poltrona, elegantissimo e con gli occhi lucidi di ironia - Le hai
prese le fedi, vero?-
Potter si bloccò di colpo, sbiancando.
- Hai
dimenticato le fedi a Londra??- ululò Malfoy sconvolto.
- TOM!- Harry si
precipitò nella sacrestia, pallido e cianotico - Tom le fedi! Dimmi che lei hai
tu!-
Il piccolo Riddle alzò appena lo sguardo blu dal libro che stava
leggendo comodamente seduto su una panchetta di legno con Beatrix, tutta
agghindata a festa. Sorrise, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni le fedi
degli sposi.
- Oddio grazie!- il bambino sopravvissuto le prese,
cacciandosele nella tasca interna della giaccia poi trascinò anche il bimbo
davanti allo specchio. Dovevano mettere la cravatta anche a lui ma nessuno lì
sembrava sapersela annodare come Dio comandava.
Edward e Blaise ebbero un bel
daffare per sistemarli.
- Io non so...grandi e grossi come siete non sapete
farsi un semplice nodo! Mettetevi un papillon no?- fece Ginny.
- Neanche
morto, mi fa sembrare un vecchio professore.- sbuffò Harry.
- Te li metterai
a posto quei capelli vero?- gli chiese di nuovo la strega.
- Perché?- Potter
assunse un'espressione allucinata - Ci ho perso tre ore prima!-
- Niente,
lasciamo perdere.- sospirò la ragazza - Adesso me ne torno da Pansy con le altre
damigelle. Vedete di non perdere niente, ok? E mettetevi a posto quelle
cravatte, dovrebbe esserci un incantesimo apposta!-
- Ehi, un attimo! La
cucina di Pansy dove sta?- le chiese Blaise.
- Intendi la prima testimone?-
Ginny alzò le spalle - Credo col prete a bere.-
- La mezzosangue?- chiese
Malfoy.
- E' andata fuori mentre vi sistemavate la cravatta.- rispose Tom
sorridendo, stringendosi il nodo da solo - Trix non sta tanto bene in chiesa. Le
croci le fanno mancare l'aria.-
- Quando serve non c'è mai!- sibilò il biondo
incazzoso, trafficando come un dannato con quella cravatta di seta - Blaise!
Insomma aiutami cazzo!-
- Piano che sei in chiesa.- frecciò Edward
tranquillo, accendendosi una sigaretta.
- Oddio...mi servono Fred e George!-
sbottò Harry - Ma perché mi sono fatto incastrare!? Io non le sopporto le
cerimonie religiose! Questa meno che mai...mi sta venendo l'orticaria!-
-
Anche a Beatrix, ma lei è mezza vampira.- ironizzò Draco sarcastico.
-
Piuttosto voi due.- li zittì Blaise - Vedete di non far guai durante la
cerimonia, è Ron a doversi sposare. Non voi due.-
- Non me lo ricordare.-
Harry si mise la giacca di volata, per andare a parlare col prete - Ah...le
promesse! Dove sono?-
- Le ha Hermione.- Edward dette un altro pigro tiro -
Se non ti calmi non arriverai alla fine della giornata.-
- E come faccio a
calmarmi?- rognò il moro andando alla tenda - Lontano da Hogwarts non mi sento
sicuro.-
Una volta in mezzo alle navate della chiesa, venne investito da una
marea di parenti di Ron. Era impressionante ma il grande clan dei Weasley
era...era fantastico. Harry l'aveva sempre saputo e aveva sempre adorato la
famiglia del suo migliore amico. Erano tutti così adorabilmente ficcanaso,
sempre affettuosi, caotici.
Si era sempre sentito amato e protetto, anche se
non era un vero membro effettivo.
Arrivarono la signora e il signor Weasley
ad abbracciarlo, poi gli vennero presentati zii e cugini, tutti ansiosi di
conoscere il primo testimone dello sposo.
- Miseria.- Draco gli apparve a
fianco non appena riuscì a tirare il fiato - Cento e passa invitati per la
Donnola e poco più di venti per Pansy. Se non altro è una cerimonia raccolta,
ringraziamo di questo.-
- Sai come funziona.- rispose il moro con sarcasmo -
Quando cambi fazione, tutti ti mollano, genitori compresi.-
- Si.- Malfoy
sapeva fin troppo bene come andavano quelle cose - Si, lo so.-
- Chi la
porterà all'altare la sposa?-
- Uno zio di terzo grado che ha sempre odiato
il padre di Pansy.- il biondo guardò verso la navata centrale dove si erano
raccolti un po' di nuovi arrivati - Sinceramente spero solo di avere a
disposizione un giornata tranquilla, ecco tutto. Di recente ne abbiamo avute ben
poche.-
- Già.-
- Ehi...è arrivato Black.-
Harry si girò e vide il caro
Sirius entrare nella chiesetta con Remus. Entrambi tirati a lucido facevano
sempre la loro figura, doveva ammetterlo, e poi un Black era sempre un Black ma
stavolta c'era qualcosa che stonava.
- E quella chi è?- sibilò senza riuscire
a nascondere l'irritazione, vista la bella donna sulla quarantina attaccata al
braccio del suo padrino come un'edera. Con un abito color carminio, capelli
rossicci mossi, occhi scuri.
- Oh, quella...aspetta, lo so come si chiama.-
Malfoy fece mente locale - Si chiama Deirdre Warfield, sorella di Jonathan
Warfield, il presidente del reparto al Ministero dei Rapporti coi Babbani. Non
sapevo si conoscessero.-
- Perché gli sta così incollata?- rognò Harry.
-
Ehi Sfregiato...non hai quindici anni, sai?-
- Ehi Malferret...fatti un giro
va! Vai a cercare la tua ragazza!-
- E la tua dov'è piuttosto?-
Ora
Elettra, stranamente, era l'ultimo dei pensieri di Harry. Perché Sirius era
venuto con quella aggrappata al braccio come una scimmia eh? Senza una parola
andò dritto da Remus, scollandolo dal gruppo di Arthur Weasley e degli altri
Auror senza neanche salutarli.
- Remus...che ci fa quella qui?- brontolò
sprizzando irritazione da tutti i pori - Perché non mi avete detto
niente?-
Lupin lo guardò senza capire, per poi voltarsi e vedere il suo
migliore amico con Deirdre fermo a parlare con Gillespie e Kingsley. Sorrise,
alzando le spalle - Scusa, credevo che Sirius te l'avesse detto. Si frequentano
da un mese e mezzo.-
- Un mese e se la porta qui? E non mi dice nulla?- rognò
il bambino sopravvissuto.
- Ragazzo mio, hai altro per la testa ora.- li fece
notare dolcemente il lupo mannaro - O sbaglio?-
- Tutto quello che vuoi ma
poteva almeno accennarmelo invece che sbattermela sotto il naso!- sbuffò il
moretto con una leggera smorfia, imbronciato come un ragazzino geloso.
-
Eddai,- Remus gli dette una pacca leggera, sistemandogli la cravatta già molle -
ti posso assicurare che è una brava persona. Bisogna saperla prendere, è molto
dispotica e ruvida al tocco ma se la si conosce meglio è veramente una donna
eccezionale.-
Seee, come no!
Harry se ne andò via senza neanche andare a
salutare il suo padrino, troppo arrabbiato da quell'improvvisata.
Al diavolo
Sirius e le sue sorprese!
- Tira cattiva aria?-
Emise un mugugno sommesso,
guardando Elettra Baley che si era fatta strada fra la folla. Bellissima, coi
morbidi capelli biondi sciolti sulle spalle, in un vestito lilla meraviglioso
che la rendevano una specie di fata.
Senza farsi smontare dalla sua
espressione combattiva, Elettra si alzò sulle punte e gli diede un lieve
bacio.
- Che c'è?- sussurrò dolcemente - Sei teso?-
- No è per Ron. Ma per
Sirius. Guarda.- e gl'indicò Black vicino ai Weasley.
La sua ragazza scoccò
uno sguardo in quella direzione, senza farsi notare troppo, ma non assunse
espressioni di sorta.
- Bella donna. Chi è? La compagna di Sirius?-
-
Co...Cosa?!- Potter era sbiancato. Oddio! E se...se fosse stato vero?
Sirius
con la fidanzata! No, no! Quella già la odiava!
Inferocito andò a infilarsi
di nuovo nell'ala dello sposo. C'erano già tutti i fratelli di Ron che si
divertivano come matti a rinfacciarli la festa di addio al celibato di due
giorni prima quando ne avevano combinate insieme di tutti i colori ma lo sposo
sembrava assolutamente...felice. Non smetteva un attimo di sorridere, aveva gli
occhi luccicanti e...Harry sentì dissolvere in un attimo tutti i suoi
problemi.
Si, Ron era giovane. E forse Pansy non era proprio il massimo che
Harry aveva sperato ma...se lui era felice, allora sarebbe andato tutto bene.
Draco e Blaise erano già andati dalla sposa, Edward aveva portato Tom e Beatrix
nei banchi degli Auror dove c'erano May, Jess e gli altri, mentre Tristan era
fuori con Degona ad aspettare Lucilla.
Aveva ancora tempo per parlare con
Ron.
Si fece dare una sigaretta da Edward e andò fuori dalla chiesa,
fermandosi nel vialetto invaso di fiori e meravigliose decorazioni.
Il sole
era caldo, l'aria fresca e pulita.
Le nuvole come panna.
Era una giornata
bellissima.
Dette un leggero calcio a un ciottolo che rotolò poco lontano su
altri sassi bianchi e lisci.
Non aveva più voglia di fumare.
Si voltò e
vide qualcuno seduto su una panchina di legno chiaro, vicino a lui. Non se n'era
neanche accorto.
- Perché piangi?- chiese sorridendo.
Hermione Granger
rise a sua volta, asciugandosi gli occhi con un fazzoletto un po' sporco di
trucco.
- Non lo so.- ammise a bassa voce, dandosi della stupida - Non lo so
proprio.-
- Balle.- Harry la raggiunse, andando a sedersi al suo
fianco.
Era bellissima. Non l'aveva mai vista così bella. L'abito a fiori con
la gonna sfasata a balze, gli occhi vitrei e quella sua aria aggraziata che si
mostrava sempre a tradimento. Le carezzò una mano, tenendogliela stretta.
-
Ho sempre pensato inconsciamente che sarei morta giovane.- gli confessò,
guardando il cielo.
Potter rise mestamente, passandole anche un braccio
attorno alle spalle, depositandole un bacio fra i ricci.
- A chi lo
dici.-
- E adesso sto qua al matrimonio di Ron.- singhiozzò, tamponandosi di
nuovo le guance - Dio Harry, guarda in che stato sono! Sono diventata talmente
pessimista che mi metto a piangere al matrimonio di uno dei miei due migliori
amici! Perché non credevo che sarei mai arrivata a vederlo sposarsi!- si passò
una mano fra i capelli, gettando indietro la frangia - Quando siamo diventati
così?-
- Non chiedermelo.- le disse, continuando ad accarezzarle la nuca - Ma
più o meno mi sento come te.-
- E non ti fa rabbia?-
- Da morire.- ammise
triste - Ma scoppio anche di gioia. Perché Ron si sposa...e siamo ancora tutti
insieme.-
- Il Trio Miracoli è ancora in piedi.- rise felice, smettendola di
piangere.
- Non ci batteranno mai.- rincarò Potter - E finiamola di fare i
morti viventi. Basta queste paranoie, io per primo in questi mesi mi sono fatto
mettere sotto da cose ormai morte e sepolte. Se non la smetto presto, sei
autorizzata a picchiarmi.-
- Posso picchiarvi tutti e due?-
Si voltarono,
trovandosi davanti Ron, in abito da cerimonia.
- Sei lo sposo più bello che
abbia mai visto.- gli disse Hermione.
Il rossino sorrise, col sorriso di chi
è felice davvero, col sorriso che rende gli altri brillanti di luce
riflessa.
In un attimo erano tutti e tra abbracciati, lì, alla luce del sole
e di quella chiesa di campagna, uniti in qualcosa che esulava da una guerra fra
maghi, dalla morte e dal sangue.
Erano lì e basta. Lì per essere
felici.
Tutti e tre insieme. Insieme avevano superato battaglie e vinto
guerre, insieme avevano pianto, insieme avevano gioito.
Era tempo di tornare
a farlo.
- Se vuoi scappare sei ancora in tempo.- sfuggì a Harry e nel
contempo Hermione e Ron esplosero in una fragorosa risata che invase quei luoghi
come una dolce cantilena. Si, era un giorno di gioia
quello.
"Morte, non ti vantare se qualcuno ti ha chiamato potente
e terribile. Perché tu non lo sei. Tu non ci hai
battuti."
L'organo intonò la marcia nuziale e la sposa, eterea
nell'abito color perla, varcò la lunga arcata della chiesetta col sorriso sulle
labbra, nascosta dal velo di tulle. In una mano Pansy teneva un bouquet di
roselline bianche e rosa, l'altra invece era posata su quella nodosa di uno zio
dall'aria fiera ed emozionata.
I genitori della sposa non erano presenti,
come d'altronde i parenti stretti (quasi tutti chiusi ad Azkaban) ma questo a
lei non importava.
La cugina di Pansy, Guendaline Parkinson, stava al fianco
sinistro dell'altare, alle sue spalle Draco.
Harry ed Hermione invece a
fianco di Ron che aspettava sorridente, senza un filo di tremarella
addosso.
Finalmente la sposa raggiunse l'altare e la cerimonia ebbe
inizio.
- Benamati fratelli, siamo qui riuniti oggi...-
Il prete cominciò
con le frasi di rito e niente avrebbe potuto infastidire quella giornata,
nulla.
I testimoni se ne accorgevano guardando le espressione adoranti degli
sposi, il loro modo di tenersi la mano per tutta la messa, il silenzio sommesso
e quasi sacro degli invitati. Anche il vento sembrava essersi zittito per
assistere.
Le damigelle se ne stavano ai fianchi delle navate, gioiose e
felici, gli Auror quasi si stavano commuovendo, dimentichi di essere orgogliosi
maghi.
Harry stava lì a fianco del suo migliore amico, le fedi in tasca, il
cuore emozionato per le parole che sentiva.
Cavolo, certo che una volta sul
posto e nel momento preciso sarebbe venuta voglia a qualunque innamorato di
sposarsi.
Sentire la promessa di Ron e di Pansy fece sospirare più di un
invitato, ma c'era qualcuno che invece ascoltava meno.
Draco era rimasto
immobile dal momento stesso in cui era salito su quei gradini e si era ritrovato
Hermione davanti.
Non l'aveva persa di vista un minuto, gli occhi fissi sul
suo viso. Forse era l'atmosfera, forse in quei mesi era stato più felice che
negli ultimi quattro anni...ma non riusciva a smettere di guardarla.
E aveva
il cuore in gola ogni volta che lei, sentendosi fissata, gli sorrideva
facendogli cenno di stare attento.
Cadde dalle nuvole, capendo di essere
arrivati al sodo, quando Potter diede agli sposi gli anelli e poi le classiche e
sacre domande dell'istituzione matrimoniale, dette in tono solenne dalla voce
calda del prete.
- Vuoi tu Panselvele Julia Parkinson prendere come tuo sposo
Ronald Billius Weasley, per amarlo e onorarlo, in salute e in malattia, in
ricchezza e povertà, per tutti i giorni della tua vita?-
Pansy sollevò gli
occhi neri su Ron e sorrise.
- Lo voglio.- sussurrò.
- E vuoi tu, Ronald
Billius Weasley prendere come tua sposa Panselvele Julia Parkinson per amarla e
onorarla, in salute e in malattia, in ricchezza e povertà, per tutti i giorni
della tua vita?-
- Si, lo voglio.- sorrise Ron.
- Allora col potere che mi
è stato conferito da Dio, io vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la
sposa.-
Il bacio sancì quell'unione e fu un susseguirsi di altri baci alla
sposa, abbracci di amici e parenti...e poi tanti altri visi sorridenti. Ci fu il
volo delle colombe, particolare tradizione osservata dalla famiglia Weasley, poi
il lancio del riso e infine quello del bouquet.
Pansy si girò di spalle,
ridendo come un matta verso amiche e damigelle che fischiavano per attirare la
sua attenzione. Non ci fossero stati passanti babbani curiosi in giro per quelle
campagne avrebbero tirato fuori anche le bacchette per usare la magia e fare
prima.
- Vai che si picchiano.- ghignò Edward, insieme a Harry, Draco,
Hermione, Blaise, Elettra e gli altri. Con loro si erano radunati i vecchi
Grifondoro, c'erano perfino Seamus con la sua ragazza babbana e Neville, anche
lui in dolce compagnia.
- Il lancio del bouquet è una specie di lotta
all'ultimo sangue, avete mai notato?- bofonchiò Tristan, con in braccio Degona
tutta agghindata in un vestitino di raso e pizzo sangallo troppo pomposo.
-
Perché vogliono tutte il mazzo di fiori papà?- chiese la bambina, seguita a
distanza da Nyssa.
- Dicono che chi lo prende sarà il prossimo a sposarsi
tesoro.- le disse Liz, rossa in viso per l'emozione.
- Davvero?- Degona
s'illuminò, girandosi al fianco destro di suo padre - Mamma perché non lo prendi
tu?-
Lucilla per tutta risposta piegò appena le labbra, carezzandole la
testolina. Quella tata malefica le aveva stretto i ricci ribelli e ora sembrava
un confetto ma tempo un attimo avrebbe liberato la sua bambina da quella gabbia
di nastrini!
Manco a dirlo però, il bouquet venne lanciato proprio dalla loro
parte. Una piccola parabola e le roselline bianche finirono dritte fra le mani
di Lucilla che dopo un attimo di sbigottimento fece una smorfia, all'assalto
delle prese in giro degli amici. I commenti si sprecarono ma iniziarono quasi
subito le foto degli sposi, quindi la Lancaster ebbe modo di levarsi dai piedi i
seccatori e gli spiritosoni.
La ridda per le foto con gli sposi fu ancora più
lunga. Fra le pose coi testimoni e gli amici che non stavano fermi e facevano
incazzare il fotografo, l'enorme famiglia di Ron che non ci stava nell'obiettivo
e i bambini che lanciavano riso mordicchioso proprio durante gli scatti,
non ci fu quasi verso di avere delle foto formali e rigorose, le classiche che
si appendono con orgoglio nelle case...ma furono comunque foto bellissime, degne
di quel giorno.
Il pranzo si tenne in un vecchio castello in rovina sulle
colline.
Una parte del bel palazzo gotico purtroppo era irrimediabilmente
distrutta ma l'ala nord, occupata da alcuni maghi che avevano il pallino per la
ristorazione, era veramente magnifica, calda e intima, molto accogliente.
Ci
si Smaterializzarono tutti non appena ebbero fine le foto e non appena gli Auror
mostrarono di avere un discreto appetito che ebbero modo di cominciare a placare
con un aperitivo sotto un patio dalle tende trasparenti.
Calici di vino
bianco secco alla mano e la chiacchiera facile, le damigelle stavano facendo il
loro dovere cercando di irretire i testimoni dello sposo e della sposa che
invece erano assediati dai famigliari, quando poi gli amici se li sarebbero
goduti con il dopo cena.
Draco e Harry erano talmente oppressi che quasi non
respiravano più, mentre Hermione si stava concedendo una rimpatriata con Lavanda
Brown, venuta col fidanzato, Calì e Padma Patil, Seamus, Dean e Neville.
-
Così tu sei Hermione!- la fidanzata di Paciock, Zoe, una graziosa strega dalla
faccia rotonda e piena con lunghi capelli dritti come spaghetti le stava
stringendo la mano - Neville mi ha parlato tanto di te! Dice che eri la più
brava!-
- Sarà ancora la più brava.- ghignò Seamus strizzandole l'occhio -
Peccato che per anni non s'è fatta sentire.-
- Già, dovremmo proprio fartela
pagare Herm.- sibilò Lavanda fintamente arrabbiata, attaccata al braccio di un
fusto che sembrava tanto un gigolò - Così sei stata in Germania eh? Come sta il
tuo Victor?-
- Già, come sta Victor, Herm?- cinguettò anche Calì, dandole il
gomito.
- Eh su, dai!- rise Dean Thomas, fermando un cameriere per prendere
altri bicchieri e posare quelli vuoti - Lasciatela in pace, poveretta! Avete
tutto il pranzo e anche stasera per massacrarla.-
- Senza contare che fra
poche settimane c'è la riunione del nostro anno.- disse Neville tranquillo.
-
Casini in vista.- sentenziò Padma - Senti un po'...ma Zabini e quel gran bel
ragazzo di Dalton dove sono?-
- Blaise è con Tristan e gli altri. Ed sarà a
rimorchiare.- ironizzò la Grifoncina.
- Oh!- Neville si sporse un pochino - E
quella in braccio a Tristan è la sua bambina vero?-
- Dio quant'è carina!-
tubò Calì - Da lui e Lucilla non ci si poteva aspettare altro!-
- Si chiama
Degona vero?- chiese Dean - Assomiglia molto a Lucilla.-
- Scusate...-
Melody, la ragazza di Seamus, era un po' spaesata ma sembrava molto simpatica
-...Forse vi sembrerò stupida ma davvero quella ragazza stupenda con gli occhi
così chiari è...è un...un demone?- fece allibita.
- Ahah.- annuì Lavanda - Te
li immaginavi con le corna e la coda per caso?-
- Bhè, in effetti si. Non una
che sembra una modella.- ammise ridendo - Ma in fondo credevo anche che maghi e
streghe andassero in giro sulla scopa e che avessero un cappello a punta con
sopra le stelline dorate!-
- Tutti quelli che non sanno si aspettano sempre
cose assurde.- sorrise Dean - Io ero cresciuto fra i babbani e i primi giorni a
Hogwarts non sapevo se ero finito in una specie di dimensione parallela, renditi
conto.-
- Aspetta Melody, adesso ti faccio stupire sul serio!- cinguettò Calì
indicandole Milo fra la folla - Ecco, lo vedi quel bel ragazzo coi capelli neri,
la giacca sulla spalla e gli occhiali da sole con le lenti blu?-
- Quello con
la pelle chiarissima?- chiese la ragazza con aria ammirata.
- Si, lui! Sai
cos'è? Un mezzo vampiro!-
Melody allargò gli occhi - Intendi...uno di quei
cosi dei film che succhiano il sangue?-
- Tranquilla, Milo è ammaestrato.-
cincischiò Edward passando alle loro spalle.
- Ehi Ed!- sbottò Hermione - Ma
dove vai?-
- Preda a ora undici!- le rispose filando dritto come un felino
verso una bionda tutta curve, forse un'amica della Parkinson, che non faceva
altro che scoccargli sguardi languidi.
- Poveri noi, che indecenza quel
ragazzo.- sghignazzò una voce al loro fianco.
- Elettra!- i ragazzi la
salutarono con un sacco di abbracci quando la Baley si sganciò da Ginny per
raggiungerli.
- Ecco qua la nostra cacciatrice preferita.- rise Seamus
orgoglioso - Allora, si fa questa partita al nostro raduno o no?-
- Quasi
sicuro.- scandì la biondina - Vinceremo di nuovo a distanza di quattro anni,
potete anche scommetterci.-
- Mica tanto, Edward e Draco mica sono
arrugginiti.- ironizzò la Grifoncina - E anche Justin non avrà perso la
mano.-
- E parlando del nostro Principe intoccabile...- Lavanda e Calì
avevano naturalmente colto la palla al balzo - Dicci un po' Hermy, tesoro...come
va eh? Con Malfoy! Ti ha guardata per tutto il tempo!-
- Ossignore, che
pettegole!- borbottò Seamus - Non vi si può reggere per due minuti di fila, non
siete cambiate di una virgola!-
- E a quanto pare non siamo le uniche.-
sbuffò la Patil permalosa - Sei sempre il solito cafone!-
Mentre i ragazzi
battibeccavano, passarono Tom e Degona per mano, così Hermione riuscì a farsi
dire le condizioni generali. - Dunque...- Riddle fece mente locale - Allora,
Harry è chiuso in bagno con Draco, si sono incollati pochi minuti fa per un
bicchiere di vino. May sta con la mamma di Ron e Trix è un po' nervosa. Ha fame,
ha minacciato di azzannare la prima cosa che le capita a tiro se Milo non le dà
da mangiare.-
- E' un po' arrabbiata.- concluse la piccola Degona - Le croci
le davano fastidio.-
- E ci credo.- rise Elettra - Adesso vado a parlarci io
con Milo. Tranquilla Herm, stai pure qua.-
Le fesserie dei suoi amici però a
quanto pareva non erano ancora finite.
Dopo aver lasciato Seamus, Neville e
le altre alla compagnia di Tristan e Jess, la Grifoncina dovette per forza
andare a controllare quei due imbecilli chiusi nel bagno del
castello.
Controllò che non ci fossero altri avventori nella toilette
riservata agli uomini e poi entrò.
Eccoli, quei due idioti. Intenti a tirarsi
come dannati per il polso, rischiando di fermarsi la circolazione.
Per il
caldo erano anche senza giacca e le cravatte tutte messe malissimo.
Erano
riusciti a restare composti per poche ore soltanto...
- Non dire niente!- le
sibilò Harry, quando li affiancò - E' tutta colpa di questo ubriacone! Mi ha
fregato il bicchiere!-
- Per favore, ha schifo della sua stessa ombra.-
sbuffò la Granger - Imprecandovi dietro comunque non risolverete niente. Cercate
di perdonarvi questo ignobile furto di alcolici e passateci sopra, ok?-
- Ok
un corno!- sbottò Draco rabbioso - Questo maledetto non può sempre passarla
liscia.-
- Se continuate così per staccarvi dovrete abbracciarvi e giurarvi
amore eterno.- fece lei sarcastica, tirando fuori il rossetto dalla borsa e
approfittando dello specchio per risistemarsi.
- Servirà qualcosa di più
aberrante!- ringhiò Potter - Per non parlare di quello che mi ha combinato
Sirius!-
- E no! Ancora?!- Malfoy roteò gli occhi esasperato - E' un Black,
non puoi sperare che nessuna donna sana di mente cerchi di
accalappiarselo.-
- Parlate della bella donna che sta con lui?- chiese la
strega - Come avete detto che si chiama?-
- Deirdre Warfield.- sibilò il moro
seccatissimo - Ha una faccia da oca senza cervello impressionante! Hanno cercato
di presentarmela per tutto il rinfresco. Potrei quasi benedire questi bracciali,
almeno finché sto qua dentro non verranno a rompermi! E dovevi vedere con che
faccia Remus mi ha detto che si frequentano da un mese e mezzo!-
- Santo Dio,
neanche fosse mai stato sposato!- rognò il biondo serpente, dando un forte
strattone.
- E allora? Avrebbe dovuto parlarmene!- lo zittì il bambino
sopravvissuto - Senti Herm, fammi un favore!-
- Si?- chiese la ragazza,
passandosi il lucidalabbra sulla bocca.
- Vai di là e aggrappati al braccio
di Sirius per tutto il pranzo.-
- Come?!- riecheggiarono Hermione e Draco in
coro.
- Perché?- chiese la strega allibita - A che ti serve scusa?-
- Sei
più giovane e bella di lei. Fai qualche moina a Sirius e tieniglielo
lontano!-
- Grazie tante.- fece sarcastica - Ma non ci penso neanche.-
-
Trovatene un'altra da mandare a Black, imbecille!- sentenziò anche Malfoy.
-
E tu sta zitto Malferret! Dai Herm, che ti costa? Devi solo stargli vicina e
sbattere gli occhioni! Che ci va?-
- Ne va di quel principio chiamato
decenza.- rispose la ragazza, richiudendo la borsa.
- Ti pago.-
-
Quanto?-
- Mezzosangue!- sbraitò Draco scandalizzato. E dove stava la decenza
eh?!
- Cinquanta galeoni!-
- Facciamo sessanta.-
- Fatto.-
- Bene,
ci vediamo a tavola.- ghignò la Grifoncina andando alla porta - E cercate di
liberarvi eh? Ciao!-
- MEZZOSANGUE NON CI PROVARE! EHI TORNA QUA, PARLO CON
TE!- ma la porta sbattuta fece capire a Malfoy che se n'era già andata. Ora lo
uccideva Potter, lo uccideva sul serio!
Un posata picchiettante contro il
calice del vino da dolce richiamò l'attenzione di tutti gli
invitati.
All'abbondante e gustoso pranzo, ormai giunto quasi alla sua
conclusione verso le quattro e mezza di pomeriggio, mancava ormai solo il dolce
ma il signor Weasley aveva richiamato i presenti per una tradizione ormai
antichissima.
Il discorso dei testimoni.
Ad Harry, Draco ed Hermione quasi
andò di traverso l'ultimo boccone masticato perché si erano totalmente
dimenticati di prepararsi qualcosa. Fortunatamente iniziò Guendaline e questo
detto il tempo a quei tre rintronati d'inventarsi qualcosa, scrivendo le idee su
un fazzoletto di carta visto che una zia di Ron aveva un'allergia.
Quando
toccò a Harry si scatenò un applauso che al bambino sopravvissuto sapeva tanto
di presa in giro ma contenne il riso che gli stava salendo alle labbra,
guardando in particolar modo solo Ron che sapeva cogliere perfettamente la
particolare situazione, ovvero: Potter non sa che dire.
- Vai Harry! Tanto
s'è già detto tutto alla festa dell'addio al celibato!- fischiò Fred dalla
tavola dei parenti, vedendolo in palla. Ci fu altro coro di ridacchi e
pernacchie, poi il moro riacquistò un minimo di contegno, tossicchiando.
-
Bhè...- si umettò le labbra, inspirando a fondo e guardando tutta la tavola
principale - Sono passati undici anni dalla prima volta che ho conosciuto Ron e
la sua famiglia e da quel momento la mia vita è cambiata non solo per i fatti
che voi tutti conoscete a menadito, ma anche perché lui e i suoi famigliari in
un modo o nell'altro si sono presi cura anche di me come se fossi stato un
figlio e un fratello a tutti gli affetti.- dicendo quelle parole Hermione ed
Elettra gli presero le mani, stringendogliele forte - Quindi Ron, oltre ad
essere il mio migliore amico, per me è anche un fratello. Il migliore che
potessi desiderare. L'ho cacciato nei guai tanti di quelle volte che non le
conterà più neanche lui...eppure è ancora qui al mio fianco. E lui potrà sempre
contare su questo: che io sarò sempre al suo. Dunque posso solo chiedere a Pansy
di trattare con cura questo fratello a cui tengo moltissimo.- sollevò il calice,
fissando attentamente Ron - Siate felici ragazzi.-
Ci fu un attimo di
silenzio, poi tutta la sala si unì a quel brindisi, battendo forte le mani,
commossi dalla gioia.
Ronald Weasley alzò il calice verso l'amico, stringendo
forte sua moglie al suo fianco.
Sussurrò qualcosa che in quel frastuono non
si sentì, ma non era importante. Harry aveva certamente capito.
Draco fu meno
profondo ma altrettanto incisivo, poi toccò a Hermione.
Si alzò dando un
profondo respiro, cercando di trattenere le lacrime che quel maledetto di Potter
le aveva fatto salire.
- Sai come la penso sul matrimonio.- iniziò con un
sorriso, pienamente ricambiato dal rossino - Lo considero al meglio una pia
illusione ma...non è un'illusione quella che ho visto oggi davanti a quel
prete.- aggiunse con voce morbida, quasi carezzevole - Né ho sentito bugie nelle
vostre promesse. In tutti gli anni che verranno, lotta fino in fondo perché ogni
giorno si ripeta la magia di oggi. Noi ti staremo sempre vicini. Auguri.-
Un
altro applauso, poi Ron si alzò per andare ad abbracciare quei due.
- Siete
grandi a cavarvela all'ultimo minuto.- soffiò ironico, tenendoli
stretti.
Harry ed Hermione si strizzarono l'occhio, poi dissero qualche
parola i genitori di Ron e lo zio di Pansy, quindi venne portata finalmente la
torta nuziale. Altre foto, altre disastri perché i gemelli avevano tentato di
farla esplodere e finalmente ci si rilassò. Il più di quella giornata era ormai
passato.
Il pomeriggio nello Sheringham fu costellato da lunghe
chiacchierate, lunghi racconti vecchi e nuovi, i baci degli sposi e i lenti
sulla pista da ballo. Anche i bambini sembravano divertirsi un mondo e Degona
era riuscita a strappare il permesso a Liz di andare a divertirsi con gli altri
nell'ampio giardino esterno in cui troneggiava un laghetto con i cigni.
-
Hanno scelto un posto bellissimo.- disse Blaise, seduto sotto un gazebo con
dello champagne in mano.
- Davvero.- annuì Tristan in piedi, seguendo le
corse di sua figlia con gli altri maghetti pestiferi che appartenevano anche ad
altre comitive.
- Come mai non balli?- gli chiese Zabini perfido - Guarda che
ti portano via Lucilla se non ti decidi.-
- Infatti gliel'ha già fregata quel
porco di Duncan.- rise Clayton sarcastico - Vero fratello?-
- Vuoi morire
affogato in quel laghetto Harcourt?-
- State buoni, oggi regna la pace
universale.- sorrise May - Tutti sono talmente felici da risultare
stucchevoli.-
- Altri invece non cambiano mai.- frecciò Blaise, vedendo
arrivare Edward tutto sporco di rossetto sul collo della camicia inamidata -
Quanto sei maniaco, cazzo.-
- Ogni lasciata è persa.- ironizzò Milo, seduto
con loro.
- Già.- rise Clay - Ehi Mc...quand'è che ti sposi?-
- Porca
miseria, se non la smetti ti affogo sul serio!-
- Tristan!- Liz apparve sulla
soglia del gazebo, torturando un povero fazzoletto con le mani - Scusami ma non
credi che Degona stia esagerando?-
- I vestiti si lavano e si diverte
soltanto.- sbuffò Milo - Lasciala vivere.-
- Ma potrebbe farsi male!-
-
Tranquilla, non le succederà nulla.- la placò Tristan - Controllo io. Torna pure
a ballare.-
La Jenkins se ne andò poco convinta, anche perché voleva ballare
con lui e non con altri ma Mckay aveva ben altro per la testa. I sorrisi della
sua bambina e la sinuosa presenza di sua madre che passava fra gl'invitati
facendo voltare tutti quanti. Era affiancata da Hermione e parlavano fitto
fitto.
Chissà se parlavano di Cameron. Il solo pensiero provocava dei travasi
di bile all'Auror.
Senza pensarci troppo mollò gli amici e le raggiunse al
lago, dove c'erano anche Harry, Remus e Draco che controllavano la situazione,
visto che Tom e Beatrix erano vicini alla superficie riflettente
dell'acqua.
- Tutto bene per il momento.- gli disse Potter - I cigni sono
magici, quindi se accadesse qualcosa farebbero un baccano del diavolo.-
-
Ciao papà!- Degona andò ad abbracciarlo, facendosi sollevare - Senti, posso
camminare sull'acqua come fanno gli altri?-
Tristan scostò il capo, vedendo
che alcuni genitori stavano tenendo per mano le loro piccole pesti e li facevano
zampettare sul pelo dell'acqua del laghetto, senza disturbare gli scorbutici
volatili bianchi.
- Lascia, ce la porto io.- gli disse Lucilla, vedendolo
tentennare.
- Davvero mamma?- cinguettò la bambina - Grazie!-
Un attimo
dopo il cuore di Mckay era del tutto concentrato su quello spettacolo. Neanche
una bomba o Voldemort in persona avrebbero potuto distogliere la sua attenzione
da loro due. Si accorse che i fotografi avevano fatto numerosissime foto a
Lucilla e si annotò mentalmente di andare a cercare quella in particolare che le
vedeva giocare insieme. In fondo erano così rari quei momenti.
I momenti in
cui riuscivano a stare insieme...
Fra tutti, anche Harry aveva i suoi
problemi.
- Allora?- bofonchiò a bassa voce, mettendosi accanto a Hermione -
Cosa mi dici?-
- Che i galeoni li voglio entro domani mattina.-
- Herm per
la miseria!- gracchiò isterico - Sirius ancora non me l'ha presentata, quindi ha
capito che aria tira ma tu l'hai conosciuta, ci hai parlato. Che tipo è?-
-
Quanto sei fesso Sfregiato.- sibilò Draco velenoso, lì a fianco.
- Tu vedi di
tacere se non vuoi schiattare all'istante!- gli ringhiò furibondo - Allora?
Com'è?-
- La verità?-
- Si, la verità.-
La ragazza sorseggiò il suo
champagne, tenendo gli occhi fissi sull'acqua rilucente del laghetto.
- Credo
sia rimasta male perché tu non li hai raggiunti.-
- Me ne infischio.-
-
Non fare il ragazzino.-
- Senti chi parla.-
- Cosa?- fece allibita - Che
intendi?-
- Hn.- sbuffò imbronciato - Parli tanto del matrimonio ma alla fine
quasi piangevi come una fontana!-
Lei arrossì, osservando anche l'espressione
divertita di Malfoy.
- Non ho mai detto che il rito religioso o formale che
sia non abbia il suo lato romantico e commovente ma continuo a dire che
l'istituzione del matrimonio è una fregatura e un'ipocrisia. Sono capaci tutti a
dire si un giorno solo e poi a farsi i propri comodi per il resto della vita.-
- Quanto la vedi grigia.- si schifò Potter - Siamo esseri umani, è normale
sbagliare.-
- E infatti non sbaglierò commettendo il madornale errore di
sposarmi.-
- Ma al mio matrimonio piangerai di nuovo come una fontana, vero?-
frecciò perfido.
- Senti amore, perché non vai a cercare Elettra eh? Prima
c'era un cugino di Ron che le faceva gli occhi dolci. Avanti, evapora!- disse
fra i denti - Prima che decida di tirare fuori la bacchetta!-
- Codina di
paglia...- ghignò, andandosene e lasciandola sola con Malferret.
- Idiota.
Quando fa così non lo reggo!- sbottò sempre più rossa in viso.
- Sarà...-
Draco la guardò con la coda dell'occhio - Ma mi sembri comunque molto
contenta.-
- Si, per Ron. Non potrei essere più felice per lui.-
- Però
continui a pensare che sia uno sbaglio sposarsi, vero?- le chiese, accendendosi
una sigaretta.
Lei annuì, senza parlare. Non le piaceva affrontare quel
discorso con lui.
- Credi davvero che le promesse davanti al prete siano
finte?- continuò, dando un breve tiro ed espirando il fumo subito dopo - Ha
ragione lo Sfregiato mezzosangue. Siamo umani, è umano sbagliare. Credi che sia
così orribile legarsi a qualcuno che giura di amarti per tutta la vita?-
-
Credo che sia orribile giurare qualcosa che non si può mantenere.- lo
corresse.
- Non puoi mettere l'amore sotto una campana di vetro. Nella vita
reale non esiste il "E vissero per sempre felici e contenti.", cerca di
capirlo.-
- Lo capisco benissimo.- sussurrò allora, puntandogli gli occhi
dorati addosso - E visto che non potrò mai avere l'amore delle favole, visto che
con gli anni si affievolirà e sparirà anche la passione, preferisco non averlo
affatto.-
Draco avvertì una strana fitta al petto, conscio di aver appena
ricevuto una dura mazzata.
- E' da codardi.- sibilò duro e freddo,
ferito.
- Non ho mai detto il contrario.- ammise mesta - Ma non voglio
rovinare un rapporto.-
- Quindi non lo metti alla prova, non cerchi di
testare quanto forte sia.- ringhiò sempre più rabbioso, ma cercando di contenere
la sua collera - Questo sbaglio l'hai già fatto quattro anni fa, piantandomi in
asso per questa follia. E come vedi siamo ancora qui.-
Stavolta fu Hermione a
tacere, a deglutire. Per la prima volta si sentiva insicura. Ma nel senso
buono.
Il suo amore per Draco avrebbe potuto essere davvero degno di una tale
promessa? Di una tale prova?
Poi di punto in bianco lui le fece una domanda
che la lasciò annichilita.
- Senti un po'...se restassi incinta ti
sposeresti?-
Il sangue le defluì dal viso - E con questo che vorresti
dire?-
Malfoy rise, alzando le spalle - Niente, mi sono solo ricordato le
parole di tuo nonno.-
- Ma...- non fece in tempo a replicare che Draco
l'afferrò per la mano.
- Vieni, c'è un lento. Me lo devi
mezzosangue.-
La notte del 12 aprile un gruppo di persone che credeva di aver perso il
sorriso, tornò a vivere dentro.
Quella notte vide un membro del Trio Miracoli
felicemente sposato, Harry Potter ridere come da tempo non gli accadeva ed
Hermione Granger pensosa, con una piccola falla nella sua armatura di
cinismo.
Le stelle brillavano ed erano tantissime.
Quella giornata dopo
molto tempo aveva riportato a galla la speranza che in molti sembravano aver
perso.
C'era ancora molta strada davanti a loro ma ora l'avrebbero affrontata
in maniera diversa.
Brindarono di nuovo sotto quella tenda di stelle
vivissime, felici di essere vivi. Felici di essere insieme.
A Harry non
importava altro e da quel giorno fra le foto nell'album di Hermione, ce ne fu
una in più.
Gli sposi felici, abbracciati e al loro fianco i testimoni e
tanti amici.
E non ci fu mai foto più cara.
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