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Autore: Kysa    05/03/2007    1 recensioni
...E dopo quattro anni dall'aver lasciato il nido protettivo di Hogwarts, alla porta di Harry Potter si ripresenta un Riddle che sconvolgerà la vita a lui e a Draco, legati indissolubilmente da una maledizione che li porterà alle soglie di un'altra avventura e di una nuova crudele battaglia. Il seguito di "La Scommessa"...
Genere: Romantico, Malinconico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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capitolo 48

 

 

12 aprile, campagna del Norfolk, Sheringham.
La chiesetta di pietra bianca dalle piccole colonne aggraziate era invasa da un delicato profumo di fiori mentre il lieve brusio provocato dagli invitati rivaleggiava col tubare delle colombe, pronte al volo alla fine della cerimonia.
Edward Dalton, nascosto nell'ala dello sposo, spiò fuori dalla tenda del divisorio e vide che tutti, specialmente l'intera e ampia famiglia Weasley, erano molto eccitati.
I famigliari dello sposo erano chiassosi e felici, quasi tutti sorridenti e contenti di ritrovarsi visto che dato il numero non sempre potevano riunirsi tutti insieme. Percy Weasley se ne andava in giro tronfio del suo nuovo lavoro, un posto molto in alto accanto a quell'anima buona di Orloff, mentre Bill e Charlie lo prendevano in giro aiutati dai fidi gemelli, troppo presi dal rallegrare quella riunione per ricordarsi della promessa fatta a Molly Weasley, ovvero quella di non far scherzi di nessuna sorta.
Era impressionante come un giorno di gioia potesse aver cancellato gli ultimi avvenimenti. La rappacificazione fra Harry e Tom, il padre di Draco che ora viveva sotto stretto controllo dell'Ordine a Grimmauld Place dove ogni giorno si prendeva per il collo con Sirius, le novità su Minus, il rituale che avrebbero dovuto compiere da lì a poco, Nyssa...
E ora quel matrimonio. Un giorno di sorrisi dopo tanti di guerra.
- Però...- fece Edward, tornando dentro alla stanza - Ragazzi oggi ci sarà da ridere.-
Harry Potter e Draco Malfoy gli scoccarono un'occhiataccia, troppo intenti a sistemarsi la cravatta con una mano sola, visto che dopo un battibecco si erano ritrovati incollati già di prima mattina.
Erano le dieci e mezza. Mezz'ora e sarebbe iniziato il matrimonio.
- Odio le cravatte!- sbottò il bambino sopravvissuto con stizza.
Le mani gli tremavano ed era visibilmente ansioso. Sembrava quasi che dovesse sposarsi lui.
Ginny Weasley entrò in quel momento, carinissima nel suo abito rosa da damigella d'onore.
- Ragazzi come va? Siete pronti?-
- Ti sembrano pronti?- ghignò Edward, l'unico che era stato in grado di vestirsi da solo.
- Harry ti senti bene?- sorrise la perfida sorellina di Ron - Guarda che devi solo fare da testimone!-
- A proposito.- Blaise Zabini stava seduto in poltrona, elegantissimo e con gli occhi lucidi di ironia - Le hai prese le fedi, vero?-
Potter si bloccò di colpo, sbiancando.
- Hai dimenticato le fedi a Londra??- ululò Malfoy sconvolto.
- TOM!- Harry si precipitò nella sacrestia, pallido e cianotico - Tom le fedi! Dimmi che lei hai tu!-
Il piccolo Riddle alzò appena lo sguardo blu dal libro che stava leggendo comodamente seduto su una panchetta di legno con Beatrix, tutta agghindata a festa. Sorrise, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni le fedi degli sposi.
- Oddio grazie!- il bambino sopravvissuto le prese, cacciandosele nella tasca interna della giaccia poi trascinò anche il bimbo davanti allo specchio. Dovevano mettere la cravatta anche a lui ma nessuno lì sembrava sapersela annodare come Dio comandava.
Edward e Blaise ebbero un bel daffare per sistemarli.
- Io non so...grandi e grossi come siete non sapete farsi un semplice nodo! Mettetevi un papillon no?- fece Ginny.
- Neanche morto, mi fa sembrare un vecchio professore.- sbuffò Harry.
- Te li metterai a posto quei capelli vero?- gli chiese di nuovo la strega.
- Perché?- Potter assunse un'espressione allucinata - Ci ho perso tre ore prima!-
- Niente, lasciamo perdere.- sospirò la ragazza - Adesso me ne torno da Pansy con le altre damigelle. Vedete di non perdere niente, ok? E mettetevi a posto quelle cravatte, dovrebbe esserci un incantesimo apposta!-
- Ehi, un attimo! La cucina di Pansy dove sta?- le chiese Blaise.
- Intendi la prima testimone?- Ginny alzò le spalle - Credo col prete a bere.-
- La mezzosangue?- chiese Malfoy.
- E' andata fuori mentre vi sistemavate la cravatta.- rispose Tom sorridendo, stringendosi il nodo da solo - Trix non sta tanto bene in chiesa. Le croci le fanno mancare l'aria.-
- Quando serve non c'è mai!- sibilò il biondo incazzoso, trafficando come un dannato con quella cravatta di seta - Blaise! Insomma aiutami cazzo!-
- Piano che sei in chiesa.- frecciò Edward tranquillo, accendendosi una sigaretta.
- Oddio...mi servono Fred e George!- sbottò Harry - Ma perché mi sono fatto incastrare!? Io non le sopporto le cerimonie religiose! Questa meno che mai...mi sta venendo l'orticaria!-
- Anche a Beatrix, ma lei è mezza vampira.- ironizzò Draco sarcastico.
- Piuttosto voi due.- li zittì Blaise - Vedete di non far guai durante la cerimonia, è Ron a doversi sposare. Non voi due.-
- Non me lo ricordare.- Harry si mise la giacca di volata, per andare a parlare col prete - Ah...le promesse! Dove sono?-
- Le ha Hermione.- Edward dette un altro pigro tiro - Se non ti calmi non arriverai alla fine della giornata.-
- E come faccio a calmarmi?- rognò il moro andando alla tenda - Lontano da Hogwarts non mi sento sicuro.-
Una volta in mezzo alle navate della chiesa, venne investito da una marea di parenti di Ron. Era impressionante ma il grande clan dei Weasley era...era fantastico. Harry l'aveva sempre saputo e aveva sempre adorato la famiglia del suo migliore amico. Erano tutti così adorabilmente ficcanaso, sempre affettuosi, caotici.
Si era sempre sentito amato e protetto, anche se non era un vero membro effettivo.
Arrivarono la signora e il signor Weasley ad abbracciarlo, poi gli vennero presentati zii e cugini, tutti ansiosi di conoscere il primo testimone dello sposo.
- Miseria.- Draco gli apparve a fianco non appena riuscì a tirare il fiato - Cento e passa invitati per la Donnola e poco più di venti per Pansy. Se non altro è una cerimonia raccolta, ringraziamo di questo.-
- Sai come funziona.- rispose il moro con sarcasmo - Quando cambi fazione, tutti ti mollano, genitori compresi.-
- Si.- Malfoy sapeva fin troppo bene come andavano quelle cose - Si, lo so.-
- Chi la porterà all'altare la sposa?-
- Uno zio di terzo grado che ha sempre odiato il padre di Pansy.- il biondo guardò verso la navata centrale dove si erano raccolti un po' di nuovi arrivati - Sinceramente spero solo di avere a disposizione un giornata tranquilla, ecco tutto. Di recente ne abbiamo avute ben poche.-
- Già.-
- Ehi...è arrivato Black.-
Harry si girò e vide il caro Sirius entrare nella chiesetta con Remus. Entrambi tirati a lucido facevano sempre la loro figura, doveva ammetterlo, e poi un Black era sempre un Black ma stavolta c'era qualcosa che stonava.
- E quella chi è?- sibilò senza riuscire a nascondere l'irritazione, vista la bella donna sulla quarantina attaccata al braccio del suo padrino come un'edera. Con un abito color carminio, capelli rossicci mossi, occhi scuri.
- Oh, quella...aspetta, lo so come si chiama.- Malfoy fece mente locale - Si chiama Deirdre Warfield, sorella di Jonathan Warfield, il presidente del reparto al Ministero dei Rapporti coi Babbani. Non sapevo si conoscessero.-
- Perché gli sta così incollata?- rognò Harry.
- Ehi Sfregiato...non hai quindici anni, sai?-
- Ehi Malferret...fatti un giro va! Vai a cercare la tua ragazza!-
- E la tua dov'è piuttosto?-
Ora Elettra, stranamente, era l'ultimo dei pensieri di Harry. Perché Sirius era venuto con quella aggrappata al braccio come una scimmia eh? Senza una parola andò dritto da Remus, scollandolo dal gruppo di Arthur Weasley e degli altri Auror senza neanche salutarli.
- Remus...che ci fa quella qui?- brontolò sprizzando irritazione da tutti i pori - Perché non mi avete detto niente?-
Lupin lo guardò senza capire, per poi voltarsi e vedere il suo migliore amico con Deirdre fermo a parlare con Gillespie e Kingsley. Sorrise, alzando le spalle - Scusa, credevo che Sirius te l'avesse detto. Si frequentano da un mese e mezzo.-
- Un mese e se la porta qui? E non mi dice nulla?- rognò il bambino sopravvissuto.
- Ragazzo mio, hai altro per la testa ora.- li fece notare dolcemente il lupo mannaro - O sbaglio?-
- Tutto quello che vuoi ma poteva almeno accennarmelo invece che sbattermela sotto il naso!- sbuffò il moretto con una leggera smorfia, imbronciato come un ragazzino geloso.
- Eddai,- Remus gli dette una pacca leggera, sistemandogli la cravatta già molle - ti posso assicurare che è una brava persona. Bisogna saperla prendere, è molto dispotica e ruvida al tocco ma se la si conosce meglio è veramente una donna eccezionale.-
Seee, come no!
Harry se ne andò via senza neanche andare a salutare il suo padrino, troppo arrabbiato da quell'improvvisata.
Al diavolo Sirius e le sue sorprese!
- Tira cattiva aria?-
Emise un mugugno sommesso, guardando Elettra Baley che si era fatta strada fra la folla. Bellissima, coi morbidi capelli biondi sciolti sulle spalle, in un vestito lilla meraviglioso che la rendevano una specie di fata.
Senza farsi smontare dalla sua espressione combattiva, Elettra si alzò sulle punte e gli diede un lieve bacio.
- Che c'è?- sussurrò dolcemente - Sei teso?-
- No è per Ron. Ma per Sirius. Guarda.- e gl'indicò Black vicino ai Weasley.
La sua ragazza scoccò uno sguardo in quella direzione, senza farsi notare troppo, ma non assunse espressioni di sorta.
- Bella donna. Chi è? La compagna di Sirius?-
- Co...Cosa?!- Potter era sbiancato. Oddio! E se...se fosse stato vero?
Sirius con la fidanzata! No, no! Quella già la odiava!
Inferocito andò a infilarsi di nuovo nell'ala dello sposo. C'erano già tutti i fratelli di Ron che si divertivano come matti a rinfacciarli la festa di addio al celibato di due giorni prima quando ne avevano combinate insieme di tutti i colori ma lo sposo sembrava assolutamente...felice. Non smetteva un attimo di sorridere, aveva gli occhi luccicanti e...Harry sentì dissolvere in un attimo tutti i suoi problemi.
Si, Ron era giovane. E forse Pansy non era proprio il massimo che Harry aveva sperato ma...se lui era felice, allora sarebbe andato tutto bene. Draco e Blaise erano già andati dalla sposa, Edward aveva portato Tom e Beatrix nei banchi degli Auror dove c'erano May, Jess e gli altri, mentre Tristan era fuori con Degona ad aspettare Lucilla.
Aveva ancora tempo per parlare con Ron.
Si fece dare una sigaretta da Edward e andò fuori dalla chiesa, fermandosi nel vialetto invaso di fiori e meravigliose decorazioni.
Il sole era caldo, l'aria fresca e pulita.
Le nuvole come panna.
Era una giornata bellissima.
Dette un leggero calcio a un ciottolo che rotolò poco lontano su altri sassi bianchi e lisci.
Non aveva più voglia di fumare.
Si voltò e vide qualcuno seduto su una panchina di legno chiaro, vicino a lui. Non se n'era neanche accorto.
- Perché piangi?- chiese sorridendo.
Hermione Granger rise a sua volta, asciugandosi gli occhi con un fazzoletto un po' sporco di trucco.
- Non lo so.- ammise a bassa voce, dandosi della stupida - Non lo so proprio.-
- Balle.- Harry la raggiunse, andando a sedersi al suo fianco.
Era bellissima. Non l'aveva mai vista così bella. L'abito a fiori con la gonna sfasata a balze, gli occhi vitrei e quella sua aria aggraziata che si mostrava sempre a tradimento. Le carezzò una mano, tenendogliela stretta.
- Ho sempre pensato inconsciamente che sarei morta giovane.- gli confessò, guardando il cielo.
Potter rise mestamente, passandole anche un braccio attorno alle spalle, depositandole un bacio fra i ricci.
- A chi lo dici.-
- E adesso sto qua al matrimonio di Ron.- singhiozzò, tamponandosi di nuovo le guance - Dio Harry, guarda in che stato sono! Sono diventata talmente pessimista che mi metto a piangere al matrimonio di uno dei miei due migliori amici! Perché non credevo che sarei mai arrivata a vederlo sposarsi!- si passò una mano fra i capelli, gettando indietro la frangia - Quando siamo diventati così?-
- Non chiedermelo.- le disse, continuando ad accarezzarle la nuca - Ma più o meno mi sento come te.-
- E non ti fa rabbia?-
- Da morire.- ammise triste - Ma scoppio anche di gioia. Perché Ron si sposa...e siamo ancora tutti insieme.-
- Il Trio Miracoli è ancora in piedi.- rise felice, smettendola di piangere.
- Non ci batteranno mai.- rincarò Potter - E finiamola di fare i morti viventi. Basta queste paranoie, io per primo in questi mesi mi sono fatto mettere sotto da cose ormai morte e sepolte. Se non la smetto presto, sei autorizzata a picchiarmi.-
- Posso picchiarvi tutti e due?-
Si voltarono, trovandosi davanti Ron, in abito da cerimonia.
- Sei lo sposo più bello che abbia mai visto.- gli disse Hermione.
Il rossino sorrise, col sorriso di chi è felice davvero, col sorriso che rende gli altri brillanti di luce riflessa.
In un attimo erano tutti e tra abbracciati, lì, alla luce del sole e di quella chiesa di campagna, uniti in qualcosa che esulava da una guerra fra maghi, dalla morte e dal sangue.
Erano lì e basta. Lì per essere felici.
Tutti e tre insieme. Insieme avevano superato battaglie e vinto guerre, insieme avevano pianto, insieme avevano gioito.
Era tempo di tornare a farlo.
- Se vuoi scappare sei ancora in tempo.- sfuggì a Harry e nel contempo Hermione e Ron esplosero in una fragorosa risata che invase quei luoghi come una dolce cantilena. Si, era un giorno di gioia quello.


"Morte, non ti vantare se qualcuno ti ha chiamato potente e terribile. Perché tu non lo sei. Tu non ci hai battuti."


L'organo intonò la marcia nuziale e la sposa, eterea nell'abito color perla, varcò la lunga arcata della chiesetta col sorriso sulle labbra, nascosta dal velo di tulle. In una mano Pansy teneva un bouquet di roselline bianche e rosa, l'altra invece era posata su quella nodosa di uno zio dall'aria fiera ed emozionata.
I genitori della sposa non erano presenti, come d'altronde i parenti stretti (quasi tutti chiusi ad Azkaban) ma questo a lei non importava.
La cugina di Pansy, Guendaline Parkinson, stava al fianco sinistro dell'altare, alle sue spalle Draco.
Harry ed Hermione invece a fianco di Ron che aspettava sorridente, senza un filo di tremarella addosso.
Finalmente la sposa raggiunse l'altare e la cerimonia ebbe inizio.
- Benamati fratelli, siamo qui riuniti oggi...-
Il prete cominciò con le frasi di rito e niente avrebbe potuto infastidire quella giornata, nulla.
I testimoni se ne accorgevano guardando le espressione adoranti degli sposi, il loro modo di tenersi la mano per tutta la messa, il silenzio sommesso e quasi sacro degli invitati. Anche il vento sembrava essersi zittito per assistere.
Le damigelle se ne stavano ai fianchi delle navate, gioiose e felici, gli Auror quasi si stavano commuovendo, dimentichi di essere orgogliosi maghi.
Harry stava lì a fianco del suo migliore amico, le fedi in tasca, il cuore emozionato per le parole che sentiva.
Cavolo, certo che una volta sul posto e nel momento preciso sarebbe venuta voglia a qualunque innamorato di sposarsi.
Sentire la promessa di Ron e di Pansy fece sospirare più di un invitato, ma c'era qualcuno che invece ascoltava meno.
Draco era rimasto immobile dal momento stesso in cui era salito su quei gradini e si era ritrovato Hermione davanti.
Non l'aveva persa di vista un minuto, gli occhi fissi sul suo viso. Forse era l'atmosfera, forse in quei mesi era stato più felice che negli ultimi quattro anni...ma non riusciva a smettere di guardarla.
E aveva il cuore in gola ogni volta che lei, sentendosi fissata, gli sorrideva facendogli cenno di stare attento.
Cadde dalle nuvole, capendo di essere arrivati al sodo, quando Potter diede agli sposi gli anelli e poi le classiche e sacre domande dell'istituzione matrimoniale, dette in tono solenne dalla voce calda del prete.
- Vuoi tu Panselvele Julia Parkinson prendere come tuo sposo Ronald Billius Weasley, per amarlo e onorarlo, in salute e in malattia, in ricchezza e povertà, per tutti i giorni della tua vita?-
Pansy sollevò gli occhi neri su Ron e sorrise.
- Lo voglio.- sussurrò.
- E vuoi tu, Ronald Billius Weasley prendere come tua sposa Panselvele Julia Parkinson per amarla e onorarla, in salute e in malattia, in ricchezza e povertà, per tutti i giorni della tua vita?-
- Si, lo voglio.- sorrise Ron.
- Allora col potere che mi è stato conferito da Dio, io vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa.-
Il bacio sancì quell'unione e fu un susseguirsi di altri baci alla sposa, abbracci di amici e parenti...e poi tanti altri visi sorridenti. Ci fu il volo delle colombe, particolare tradizione osservata dalla famiglia Weasley, poi il lancio del riso e infine quello del bouquet.
Pansy si girò di spalle, ridendo come un matta verso amiche e damigelle che fischiavano per attirare la sua attenzione. Non ci fossero stati passanti babbani curiosi in giro per quelle campagne avrebbero tirato fuori anche le bacchette per usare la magia e fare prima.
- Vai che si picchiano.- ghignò Edward, insieme a Harry, Draco, Hermione, Blaise, Elettra e gli altri. Con loro si erano radunati i vecchi Grifondoro, c'erano perfino Seamus con la sua ragazza babbana e Neville, anche lui in dolce compagnia.
- Il lancio del bouquet è una specie di lotta all'ultimo sangue, avete mai notato?- bofonchiò Tristan, con in braccio Degona tutta agghindata in un vestitino di raso e pizzo sangallo troppo pomposo.
- Perché vogliono tutte il mazzo di fiori papà?- chiese la bambina, seguita a distanza da Nyssa.
- Dicono che chi lo prende sarà il prossimo a sposarsi tesoro.- le disse Liz, rossa in viso per l'emozione.
- Davvero?- Degona s'illuminò, girandosi al fianco destro di suo padre - Mamma perché non lo prendi tu?-
Lucilla per tutta risposta piegò appena le labbra, carezzandole la testolina. Quella tata malefica le aveva stretto i ricci ribelli e ora sembrava un confetto ma tempo un attimo avrebbe liberato la sua bambina da quella gabbia di nastrini!
Manco a dirlo però, il bouquet venne lanciato proprio dalla loro parte. Una piccola parabola e le roselline bianche finirono dritte fra le mani di Lucilla che dopo un attimo di sbigottimento fece una smorfia, all'assalto delle prese in giro degli amici. I commenti si sprecarono ma iniziarono quasi subito le foto degli sposi, quindi la Lancaster ebbe modo di levarsi dai piedi i seccatori e gli spiritosoni.
La ridda per le foto con gli sposi fu ancora più lunga. Fra le pose coi testimoni e gli amici che non stavano fermi e facevano incazzare il fotografo, l'enorme famiglia di Ron che non ci stava nell'obiettivo e i bambini che lanciavano riso mordicchioso proprio durante gli scatti, non ci fu quasi verso di avere delle foto formali e rigorose, le classiche che si appendono con orgoglio nelle case...ma furono comunque foto bellissime, degne di quel giorno.

Il pranzo si tenne in un vecchio castello in rovina sulle colline.
Una parte del bel palazzo gotico purtroppo era irrimediabilmente distrutta ma l'ala nord, occupata da alcuni maghi che avevano il pallino per la ristorazione, era veramente magnifica, calda e intima, molto accogliente.
Ci si Smaterializzarono tutti non appena ebbero fine le foto e non appena gli Auror mostrarono di avere un discreto appetito che ebbero modo di cominciare a placare con un aperitivo sotto un patio dalle tende trasparenti.
Calici di vino bianco secco alla mano e la chiacchiera facile, le damigelle stavano facendo il loro dovere cercando di irretire i testimoni dello sposo e della sposa che invece erano assediati dai famigliari, quando poi gli amici se li sarebbero goduti con il dopo cena.
Draco e Harry erano talmente oppressi che quasi non respiravano più, mentre Hermione si stava concedendo una rimpatriata con Lavanda Brown, venuta col fidanzato, Calì e Padma Patil, Seamus, Dean e Neville.
- Così tu sei Hermione!- la fidanzata di Paciock, Zoe, una graziosa strega dalla faccia rotonda e piena con lunghi capelli dritti come spaghetti le stava stringendo la mano - Neville mi ha parlato tanto di te! Dice che eri la più brava!-
- Sarà ancora la più brava.- ghignò Seamus strizzandole l'occhio - Peccato che per anni non s'è fatta sentire.-
- Già, dovremmo proprio fartela pagare Herm.- sibilò Lavanda fintamente arrabbiata, attaccata al braccio di un fusto che sembrava tanto un gigolò - Così sei stata in Germania eh? Come sta il tuo Victor?-
- Già, come sta Victor, Herm?- cinguettò anche Calì, dandole il gomito.
- Eh su, dai!- rise Dean Thomas, fermando un cameriere per prendere altri bicchieri e posare quelli vuoti - Lasciatela in pace, poveretta! Avete tutto il pranzo e anche stasera per massacrarla.-
- Senza contare che fra poche settimane c'è la riunione del nostro anno.- disse Neville tranquillo.
- Casini in vista.- sentenziò Padma - Senti un po'...ma Zabini e quel gran bel ragazzo di Dalton dove sono?-
- Blaise è con Tristan e gli altri. Ed sarà a rimorchiare.- ironizzò la Grifoncina.
- Oh!- Neville si sporse un pochino - E quella in braccio a Tristan è la sua bambina vero?-
- Dio quant'è carina!- tubò Calì - Da lui e Lucilla non ci si poteva aspettare altro!-
- Si chiama Degona vero?- chiese Dean - Assomiglia molto a Lucilla.-
- Scusate...- Melody, la ragazza di Seamus, era un po' spaesata ma sembrava molto simpatica -...Forse vi sembrerò stupida ma davvero quella ragazza stupenda con gli occhi così chiari è...è un...un demone?- fece allibita.
- Ahah.- annuì Lavanda - Te li immaginavi con le corna e la coda per caso?-
- Bhè, in effetti si. Non una che sembra una modella.- ammise ridendo - Ma in fondo credevo anche che maghi e streghe andassero in giro sulla scopa e che avessero un cappello a punta con sopra le stelline dorate!-
- Tutti quelli che non sanno si aspettano sempre cose assurde.- sorrise Dean - Io ero cresciuto fra i babbani e i primi giorni a Hogwarts non sapevo se ero finito in una specie di dimensione parallela, renditi conto.-
- Aspetta Melody, adesso ti faccio stupire sul serio!- cinguettò Calì indicandole Milo fra la folla - Ecco, lo vedi quel bel ragazzo coi capelli neri, la giacca sulla spalla e gli occhiali da sole con le lenti blu?-
- Quello con la pelle chiarissima?- chiese la ragazza con aria ammirata.
- Si, lui! Sai cos'è? Un mezzo vampiro!-
Melody allargò gli occhi - Intendi...uno di quei cosi dei film che succhiano il sangue?-
- Tranquilla, Milo è ammaestrato.- cincischiò Edward passando alle loro spalle.
- Ehi Ed!- sbottò Hermione - Ma dove vai?-
- Preda a ora undici!- le rispose filando dritto come un felino verso una bionda tutta curve, forse un'amica della Parkinson, che non faceva altro che scoccargli sguardi languidi.
- Poveri noi, che indecenza quel ragazzo.- sghignazzò una voce al loro fianco.
- Elettra!- i ragazzi la salutarono con un sacco di abbracci quando la Baley si sganciò da Ginny per raggiungerli.
- Ecco qua la nostra cacciatrice preferita.- rise Seamus orgoglioso - Allora, si fa questa partita al nostro raduno o no?-
- Quasi sicuro.- scandì la biondina - Vinceremo di nuovo a distanza di quattro anni, potete anche scommetterci.-
- Mica tanto, Edward e Draco mica sono arrugginiti.- ironizzò la Grifoncina - E anche Justin non avrà perso la mano.-
- E parlando del nostro Principe intoccabile...- Lavanda e Calì avevano naturalmente colto la palla al balzo - Dicci un po' Hermy, tesoro...come va eh? Con Malfoy! Ti ha guardata per tutto il tempo!-
- Ossignore, che pettegole!- borbottò Seamus - Non vi si può reggere per due minuti di fila, non siete cambiate di una virgola!-
- E a quanto pare non siamo le uniche.- sbuffò la Patil permalosa - Sei sempre il solito cafone!-
Mentre i ragazzi battibeccavano, passarono Tom e Degona per mano, così Hermione riuscì a farsi dire le condizioni generali. - Dunque...- Riddle fece mente locale - Allora, Harry è chiuso in bagno con Draco, si sono incollati pochi minuti fa per un bicchiere di vino. May sta con la mamma di Ron e Trix è un po' nervosa. Ha fame, ha minacciato di azzannare la prima cosa che le capita a tiro se Milo non le dà da mangiare.-
- E' un po' arrabbiata.- concluse la piccola Degona - Le croci le davano fastidio.-
- E ci credo.- rise Elettra - Adesso vado a parlarci io con Milo. Tranquilla Herm, stai pure qua.-
Le fesserie dei suoi amici però a quanto pareva non erano ancora finite.
Dopo aver lasciato Seamus, Neville e le altre alla compagnia di Tristan e Jess, la Grifoncina dovette per forza andare a controllare quei due imbecilli chiusi nel bagno del castello.
Controllò che non ci fossero altri avventori nella toilette riservata agli uomini e poi entrò.
Eccoli, quei due idioti. Intenti a tirarsi come dannati per il polso, rischiando di fermarsi la circolazione.
Per il caldo erano anche senza giacca e le cravatte tutte messe malissimo.
Erano riusciti a restare composti per poche ore soltanto...
- Non dire niente!- le sibilò Harry, quando li affiancò - E' tutta colpa di questo ubriacone! Mi ha fregato il bicchiere!-
- Per favore, ha schifo della sua stessa ombra.- sbuffò la Granger - Imprecandovi dietro comunque non risolverete niente. Cercate di perdonarvi questo ignobile furto di alcolici e passateci sopra, ok?-
- Ok un corno!- sbottò Draco rabbioso - Questo maledetto non può sempre passarla liscia.-
- Se continuate così per staccarvi dovrete abbracciarvi e giurarvi amore eterno.- fece lei sarcastica, tirando fuori il rossetto dalla borsa e approfittando dello specchio per risistemarsi.
- Servirà qualcosa di più aberrante!- ringhiò Potter - Per non parlare di quello che mi ha combinato Sirius!-
- E no! Ancora?!- Malfoy roteò gli occhi esasperato - E' un Black, non puoi sperare che nessuna donna sana di mente cerchi di accalappiarselo.-
- Parlate della bella donna che sta con lui?- chiese la strega - Come avete detto che si chiama?-
- Deirdre Warfield.- sibilò il moro seccatissimo - Ha una faccia da oca senza cervello impressionante! Hanno cercato di presentarmela per tutto il rinfresco. Potrei quasi benedire questi bracciali, almeno finché sto qua dentro non verranno a rompermi! E dovevi vedere con che faccia Remus mi ha detto che si frequentano da un mese e mezzo!-
- Santo Dio, neanche fosse mai stato sposato!- rognò il biondo serpente, dando un forte strattone.
- E allora? Avrebbe dovuto parlarmene!- lo zittì il bambino sopravvissuto - Senti Herm, fammi un favore!-
- Si?- chiese la ragazza, passandosi il lucidalabbra sulla bocca.
- Vai di là e aggrappati al braccio di Sirius per tutto il pranzo.-
- Come?!- riecheggiarono Hermione e Draco in coro.
- Perché?- chiese la strega allibita - A che ti serve scusa?-
- Sei più giovane e bella di lei. Fai qualche moina a Sirius e tieniglielo lontano!-
- Grazie tante.- fece sarcastica - Ma non ci penso neanche.-
- Trovatene un'altra da mandare a Black, imbecille!- sentenziò anche Malfoy.
- E tu sta zitto Malferret! Dai Herm, che ti costa? Devi solo stargli vicina e sbattere gli occhioni! Che ci va?-
- Ne va di quel principio chiamato decenza.- rispose la ragazza, richiudendo la borsa.
- Ti pago.-
- Quanto?-
- Mezzosangue!- sbraitò Draco scandalizzato. E dove stava la decenza eh?!
- Cinquanta galeoni!-
- Facciamo sessanta.-
- Fatto.-
- Bene, ci vediamo a tavola.- ghignò la Grifoncina andando alla porta - E cercate di liberarvi eh? Ciao!-
- MEZZOSANGUE NON CI PROVARE! EHI TORNA QUA, PARLO CON TE!- ma la porta sbattuta fece capire a Malfoy che se n'era già andata. Ora lo uccideva Potter, lo uccideva sul serio!

Un posata picchiettante contro il calice del vino da dolce richiamò l'attenzione di tutti gli invitati.
All'abbondante e gustoso pranzo, ormai giunto quasi alla sua conclusione verso le quattro e mezza di pomeriggio, mancava ormai solo il dolce ma il signor Weasley aveva richiamato i presenti per una tradizione ormai antichissima.
Il discorso dei testimoni.
Ad Harry, Draco ed Hermione quasi andò di traverso l'ultimo boccone masticato perché si erano totalmente dimenticati di prepararsi qualcosa. Fortunatamente iniziò Guendaline e questo detto il tempo a quei tre rintronati d'inventarsi qualcosa, scrivendo le idee su un fazzoletto di carta visto che una zia di Ron aveva un'allergia.
Quando toccò a Harry si scatenò un applauso che al bambino sopravvissuto sapeva tanto di presa in giro ma contenne il riso che gli stava salendo alle labbra, guardando in particolar modo solo Ron che sapeva cogliere perfettamente la particolare situazione, ovvero: Potter non sa che dire.
- Vai Harry! Tanto s'è già detto tutto alla festa dell'addio al celibato!- fischiò Fred dalla tavola dei parenti, vedendolo in palla. Ci fu altro coro di ridacchi e pernacchie, poi il moro riacquistò un minimo di contegno, tossicchiando.
- Bhè...- si umettò le labbra, inspirando a fondo e guardando tutta la tavola principale - Sono passati undici anni dalla prima volta che ho conosciuto Ron e la sua famiglia e da quel momento la mia vita è cambiata non solo per i fatti che voi tutti conoscete a menadito, ma anche perché lui e i suoi famigliari in un modo o nell'altro si sono presi cura anche di me come se fossi stato un figlio e un fratello a tutti gli affetti.- dicendo quelle parole Hermione ed Elettra gli presero le mani, stringendogliele forte - Quindi Ron, oltre ad essere il mio migliore amico, per me è anche un fratello. Il migliore che potessi desiderare. L'ho cacciato nei guai tanti di quelle volte che non le conterà più neanche lui...eppure è ancora qui al mio fianco. E lui potrà sempre contare su questo: che io sarò sempre al suo. Dunque posso solo chiedere a Pansy di trattare con cura questo fratello a cui tengo moltissimo.- sollevò il calice, fissando attentamente Ron - Siate felici ragazzi.-
Ci fu un attimo di silenzio, poi tutta la sala si unì a quel brindisi, battendo forte le mani, commossi dalla gioia.
Ronald Weasley alzò il calice verso l'amico, stringendo forte sua moglie al suo fianco.
Sussurrò qualcosa che in quel frastuono non si sentì, ma non era importante. Harry aveva certamente capito.
Draco fu meno profondo ma altrettanto incisivo, poi toccò a Hermione.
Si alzò dando un profondo respiro, cercando di trattenere le lacrime che quel maledetto di Potter le aveva fatto salire.
- Sai come la penso sul matrimonio.- iniziò con un sorriso, pienamente ricambiato dal rossino - Lo considero al meglio una pia illusione ma...non è un'illusione quella che ho visto oggi davanti a quel prete.- aggiunse con voce morbida, quasi carezzevole - Né ho sentito bugie nelle vostre promesse. In tutti gli anni che verranno, lotta fino in fondo perché ogni giorno si ripeta la magia di oggi. Noi ti staremo sempre vicini. Auguri.-
Un altro applauso, poi Ron si alzò per andare ad abbracciare quei due.
- Siete grandi a cavarvela all'ultimo minuto.- soffiò ironico, tenendoli stretti.
Harry ed Hermione si strizzarono l'occhio, poi dissero qualche parola i genitori di Ron e lo zio di Pansy, quindi venne portata finalmente la torta nuziale. Altre foto, altre disastri perché i gemelli avevano tentato di farla esplodere e finalmente ci si rilassò. Il più di quella giornata era ormai passato.
Il pomeriggio nello Sheringham fu costellato da lunghe chiacchierate, lunghi racconti vecchi e nuovi, i baci degli sposi e i lenti sulla pista da ballo. Anche i bambini sembravano divertirsi un mondo e Degona era riuscita a strappare il permesso a Liz di andare a divertirsi con gli altri nell'ampio giardino esterno in cui troneggiava un laghetto con i cigni.
- Hanno scelto un posto bellissimo.- disse Blaise, seduto sotto un gazebo con dello champagne in mano.
- Davvero.- annuì Tristan in piedi, seguendo le corse di sua figlia con gli altri maghetti pestiferi che appartenevano anche ad altre comitive.
- Come mai non balli?- gli chiese Zabini perfido - Guarda che ti portano via Lucilla se non ti decidi.-
- Infatti gliel'ha già fregata quel porco di Duncan.- rise Clayton sarcastico - Vero fratello?-
- Vuoi morire affogato in quel laghetto Harcourt?-
- State buoni, oggi regna la pace universale.- sorrise May - Tutti sono talmente felici da risultare stucchevoli.-
- Altri invece non cambiano mai.- frecciò Blaise, vedendo arrivare Edward tutto sporco di rossetto sul collo della camicia inamidata - Quanto sei maniaco, cazzo.-
- Ogni lasciata è persa.- ironizzò Milo, seduto con loro.
- Già.- rise Clay - Ehi Mc...quand'è che ti sposi?-
- Porca miseria, se non la smetti ti affogo sul serio!-
- Tristan!- Liz apparve sulla soglia del gazebo, torturando un povero fazzoletto con le mani - Scusami ma non credi che Degona stia esagerando?-
- I vestiti si lavano e si diverte soltanto.- sbuffò Milo - Lasciala vivere.-
- Ma potrebbe farsi male!-
- Tranquilla, non le succederà nulla.- la placò Tristan - Controllo io. Torna pure a ballare.-
La Jenkins se ne andò poco convinta, anche perché voleva ballare con lui e non con altri ma Mckay aveva ben altro per la testa. I sorrisi della sua bambina e la sinuosa presenza di sua madre che passava fra gl'invitati facendo voltare tutti quanti. Era affiancata da Hermione e parlavano fitto fitto.
Chissà se parlavano di Cameron. Il solo pensiero provocava dei travasi di bile all'Auror.
Senza pensarci troppo mollò gli amici e le raggiunse al lago, dove c'erano anche Harry, Remus e Draco che controllavano la situazione, visto che Tom e Beatrix erano vicini alla superficie riflettente dell'acqua.
- Tutto bene per il momento.- gli disse Potter - I cigni sono magici, quindi se accadesse qualcosa farebbero un baccano del diavolo.-
- Ciao papà!- Degona andò ad abbracciarlo, facendosi sollevare - Senti, posso camminare sull'acqua come fanno gli altri?-
Tristan scostò il capo, vedendo che alcuni genitori stavano tenendo per mano le loro piccole pesti e li facevano zampettare sul pelo dell'acqua del laghetto, senza disturbare gli scorbutici volatili bianchi.
- Lascia, ce la porto io.- gli disse Lucilla, vedendolo tentennare.
- Davvero mamma?- cinguettò la bambina - Grazie!-
Un attimo dopo il cuore di Mckay era del tutto concentrato su quello spettacolo. Neanche una bomba o Voldemort in persona avrebbero potuto distogliere la sua attenzione da loro due. Si accorse che i fotografi avevano fatto numerosissime foto a Lucilla e si annotò mentalmente di andare a cercare quella in particolare che le vedeva giocare insieme. In fondo erano così rari quei momenti.
I momenti in cui riuscivano a stare insieme...
Fra tutti, anche Harry aveva i suoi problemi.
- Allora?- bofonchiò a bassa voce, mettendosi accanto a Hermione - Cosa mi dici?-
- Che i galeoni li voglio entro domani mattina.-
- Herm per la miseria!- gracchiò isterico - Sirius ancora non me l'ha presentata, quindi ha capito che aria tira ma tu l'hai conosciuta, ci hai parlato. Che tipo è?-
- Quanto sei fesso Sfregiato.- sibilò Draco velenoso, lì a fianco.
- Tu vedi di tacere se non vuoi schiattare all'istante!- gli ringhiò furibondo - Allora? Com'è?-
- La verità?-
- Si, la verità.-
La ragazza sorseggiò il suo champagne, tenendo gli occhi fissi sull'acqua rilucente del laghetto.
- Credo sia rimasta male perché tu non li hai raggiunti.-
- Me ne infischio.-
- Non fare il ragazzino.-
- Senti chi parla.-
- Cosa?- fece allibita - Che intendi?-
- Hn.- sbuffò imbronciato - Parli tanto del matrimonio ma alla fine quasi piangevi come una fontana!-
Lei arrossì, osservando anche l'espressione divertita di Malfoy.
- Non ho mai detto che il rito religioso o formale che sia non abbia il suo lato romantico e commovente ma continuo a dire che l'istituzione del matrimonio è una fregatura e un'ipocrisia. Sono capaci tutti a dire si un giorno solo e poi a farsi i propri comodi per il resto della vita.-
- Quanto la vedi grigia.- si schifò Potter - Siamo esseri umani, è normale sbagliare.-
- E infatti non sbaglierò commettendo il madornale errore di sposarmi.-
- Ma al mio matrimonio piangerai di nuovo come una fontana, vero?- frecciò perfido.
- Senti amore, perché non vai a cercare Elettra eh? Prima c'era un cugino di Ron che le faceva gli occhi dolci. Avanti, evapora!- disse fra i denti - Prima che decida di tirare fuori la bacchetta!-
- Codina di paglia...- ghignò, andandosene e lasciandola sola con Malferret.
- Idiota. Quando fa così non lo reggo!- sbottò sempre più rossa in viso.
- Sarà...- Draco la guardò con la coda dell'occhio - Ma mi sembri comunque molto contenta.-
- Si, per Ron. Non potrei essere più felice per lui.-
- Però continui a pensare che sia uno sbaglio sposarsi, vero?- le chiese, accendendosi una sigaretta.
Lei annuì, senza parlare. Non le piaceva affrontare quel discorso con lui.
- Credi davvero che le promesse davanti al prete siano finte?- continuò, dando un breve tiro ed espirando il fumo subito dopo - Ha ragione lo Sfregiato mezzosangue. Siamo umani, è umano sbagliare. Credi che sia così orribile legarsi a qualcuno che giura di amarti per tutta la vita?-
- Credo che sia orribile giurare qualcosa che non si può mantenere.- lo corresse.
- Non puoi mettere l'amore sotto una campana di vetro. Nella vita reale non esiste il "E vissero per sempre felici e contenti.", cerca di capirlo.-
- Lo capisco benissimo.- sussurrò allora, puntandogli gli occhi dorati addosso - E visto che non potrò mai avere l'amore delle favole, visto che con gli anni si affievolirà e sparirà anche la passione, preferisco non averlo affatto.-
Draco avvertì una strana fitta al petto, conscio di aver appena ricevuto una dura mazzata.
- E' da codardi.- sibilò duro e freddo, ferito.
- Non ho mai detto il contrario.- ammise mesta - Ma non voglio rovinare un rapporto.-
- Quindi non lo metti alla prova, non cerchi di testare quanto forte sia.- ringhiò sempre più rabbioso, ma cercando di contenere la sua collera - Questo sbaglio l'hai già fatto quattro anni fa, piantandomi in asso per questa follia. E come vedi siamo ancora qui.-
Stavolta fu Hermione a tacere, a deglutire. Per la prima volta si sentiva insicura. Ma nel senso buono.
Il suo amore per Draco avrebbe potuto essere davvero degno di una tale promessa? Di una tale prova?
Poi di punto in bianco lui le fece una domanda che la lasciò annichilita.
- Senti un po'...se restassi incinta ti sposeresti?-
Il sangue le defluì dal viso - E con questo che vorresti dire?-
Malfoy rise, alzando le spalle - Niente, mi sono solo ricordato le parole di tuo nonno.-
- Ma...- non fece in tempo a replicare che Draco l'afferrò per la mano.
- Vieni, c'è un lento. Me lo devi mezzosangue.-

La notte del 12 aprile un gruppo di persone che credeva di aver perso il sorriso, tornò a vivere dentro.
Quella notte vide un membro del Trio Miracoli felicemente sposato, Harry Potter ridere come da tempo non gli accadeva ed Hermione Granger pensosa, con una piccola falla nella sua armatura di cinismo.
Le stelle brillavano ed erano tantissime.
Quella giornata dopo molto tempo aveva riportato a galla la speranza che in molti sembravano aver perso.
C'era ancora molta strada davanti a loro ma ora l'avrebbero affrontata in maniera diversa.
Brindarono di nuovo sotto quella tenda di stelle vivissime, felici di essere vivi. Felici di essere insieme.
A Harry non importava altro e da quel giorno fra le foto nell'album di Hermione, ce ne fu una in più.
Gli sposi felici, abbracciati e al loro fianco i testimoni e tanti amici.
E non ci fu mai foto più cara.

 

 

 

 

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