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Autore: ckofshadows_    22/08/2012    13 recensioni
In un'accogliente caffetteria in una piccola città, un ragazzo con bellissimi occhi azzurri siede allo stesso tavolo ogni giorno, come se stesse aspettando qualcosa, o qualcuno. Blaine si sente in dovere di sedere e parlare con lui... e scopre l'inimmaginabile.
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Questa storia è una traduzione!
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Roses in december
Autore: ckofshadows
Traduttrice: AngelCalipso
Disclaimer: I personaggi di Glee appartengono esclusivamente a Ryan Murphy e alla Fox, le vicende narrate in questa storia non sono frutto della mia testolina bacata , ma dell'autrice ckofshadows.


Capitolo 15


Sono già nel parcheggio del Lima Bean quando comincio a rivalutare l’idea dei fiori. Kurt l’ha detto –questo deve essere un appuntamento a basso profilo, ed io mi sto presentando con una dozzina e mezzo di rose. Dove dovrebbe metterle? Non è che abbia con sé nella sua auto un vaso. È stata un’idea stupida.

Resto seduto in auto per cinque minuti, discutendo con me stesso, fino a quando un colpetto al finestrino coglie la mia attenzione. È in piedi vicino alla mia auto, meraviglioso come sempre. Vengo scoperto a fissarlo, e lui colpisce di nuovo il finestrino di proposito. “Abbassa il finestrino, Blaine,” dice.

Lo faccio. “Buongiorno.”

“ ‘Giorno. Devo essermi perso qualcosa –prendiamo il caffè nella tua auto stamattina?” Il suo tono è leggero, ma i suoi occhi sono preoccupati.

Sospiro per l’imbarazzo. Abbassando la testa contro il volante, afferro i fiori dal sedile del passeggero e glieli passo attraverso il finestrino. Li prende senza una parola, e quando il silenzio è durato troppo a lungo, colgo l’occasione e do una sbirciatina in sua direzione. Sta fissando i fiori con la più strana delle espressioni sul volto.

“Io, um…” Deglutisce.

“Che c’è?”

Chiude gli occhi e annusa le rose. “Sono meravigliose.”

Sento un senso di sollievo fluirmi nelle vene ed un sorriso nascermi sulle labbra, tolgo le chiavi ed esco dall’auto. “Bene. Cosa c’è in serbo per noi oggi?”

“Un po’ di cose. Andiamo a prendere del caffè e valutiamo le nostre opzioni.” Lo seguo al Lima Bean. Il nostro solito tavolo è occupato, così dopo aver preso i nostri caffè dal barista, scegliamo un tavolo vicino alla finestra. Kurt tira fuori un blocchetto di carta, lo sfoglia fino a trovare la pagina con una lista scritta a penna. “Prima di tutto-“

“Scusa,” dico scherzosamente, “Ma hai preso appunti? Ci sarà un test dopo?”

Prima di tutto, dobbiamo decidere cosa fare prima oggi.”

“Bere caffè, a quanto pare.”

“Sei esuberante stamattina. Non sono riuscito a scegliere cosa fare tra queste opzioni, quindi decidi tu. Potremmo andare ad un paio di paesi di distanza, dove c’è un luna park per due giorni con giochi e giostre-“

“Fantastico. Ti prego, continua, ma fantastico.”

“O potremmo fare un giro alla Dalton e fare un tour nostalgico del campus assieme.”

Il mio cuore si ferma. Non possiamo assolutamente andare alla Dalton. E se incappassimo in Sebastian o nei suoi amici, e Kurt vedesse il suo diretto rivale da vicino e di persona, e sentisse tutte le cose inappropriate che Sebastian sicuramente mi direbbe- “Luna park,” sputo fuori. “Voglio dire, è qui solo per un paio di giorni, la Dalton è lì da più di un secolo. Sarà lì per visitarla in un’altra occasione.”

Accoglie la mia scusa con un sorriso, e le mie pulsazioni cominciano a regolarizzarsi di nuovo. “Vada per il luna park.”

“Staremo lì tutto il giorno?”

“Oh, no.  C’è un’abbondanza di sorprese in serbo per te oggi, mio caro.” Scatta in piedi per poi prendermi la mano e trascinarmi fuori dalla caffetteria, verso la mia auto.

Mi guardo attorno. “Dov’è la tua Navigator? La lasciamo qui?”

“Mi sono fatto dare un passaggio da papà stamattina. Posso guidare?” Gli lancio le chiavi. Sblocca le portiere e appoggia con attenzione i fiori sul sedile posteriore prima di unirsi a me in macchina. Poi si volta e mi guarda in modo pensieroso. “Huh.”

“Huh?”

“Gira un po’ il mento,” mi ordina. Mi volto verso di lui, e scuote la testa. “No, dall’altra parte. Faccia dritta in avanti.” Confuso, eseguo, si abbassa rapidamente, per baciarmi la guancia.

“Grazie per i fiori,” sussurra.

Sto ancora sorridendo quando arriviamo al luna park.




 Per essere un luna park itinerante, è abbastanza grande. Solo dall’entrata riesco a scorgere una ruota panoramica, una giostra a seggiolini volanti, un percorso acquatico sui tronchi, una piovra, e una giostra con i cavalli. L’aria è carica del profumo di patatine fritte e strauben, e allungo la mano per afferrare quella di Kurt per la trepidazione. Poi mi blocco, abbassando lo sguardo. “Va bene?”

Si guarda attorno. Il luna park è affollato, e nessuno sembra prestare attenzione a noi, ma sembra ancora teso. “Um…”

“Non fa niente.” Gli stringo la mano e la lascio andare.

“Scusa.”

“Non fa niente. Davvero. Possiamo vedere che attrazioni ci sono?”

Annuisce concorde, e passeggiamo per dare un’occhiata agli stand. Ogni gioco costa un quarto di dollaro, e quando Kurt tira fuori un sacchetto di plastica pieno di monete d’argento, non posso impedirmi di fare un gridolino per l’eccitazione. Proviamo il lancio dell’anello, fallendo entrambi miseramente. Andiamo altrettanto male al lancio della pallina di ping pong nella bottiglia di vetro, e nel tiro a segno con le pistole ad acqua. “Questi giochi sono truccati,” borbotta Kurt, lanciando un’occhiata omicida ad una ragazzina che ha appena messo in buca la sua terza pallina di ping pong vincendo un gorilla viola gigante. Rido e lo trascino verso lo stand del “Colpisci la talpa”. Io vado malissimo, ma lui si sta concentrando in modo accanito, e quando il timer suona, ha vinto un portachiavi peloso con un coccodrillo.

“Per te,” dice, mostrandomelo, e io fingo di svenire. “Sta’ zitto e attaccalo alle chiavi della tua macchina,” dice, sorridendo.

“Hai tu le mie chiavi.”

“Allora io starò zitto e le attaccherò al portachiavi.” Ci fermiamo vicino allo stand delle caricature mentre armeggia con l’anello, infilando le chiavi della mia auto nel portachiavi. “Ecco. Ora non le potrai mai perdere.”

“Mio eroe.”

Dividiamo uno strauben zuccherino e ci alterniamo a fare disegni con macchie di vernice prima di andare verso le giostre.

“Giostra dei cavalli?” propongo.

“Ruota panoramica?” ribatte, e io accetto stando al gioco.

Qualche minuto dopo, stiamo salendo lentamente in un grande cerchio, a quindici metri d’altezza per poi tornare giù. Quando la nostra cabina si ferma in cima, controllo per essere sicuro di non essere visibili dal suolo prima di voltarmi verso Kurt. “Huh.”

“Huh?”

“Gira il-“

Coglie la cosa prima di quanto abbia fatto io, avvicinandosi per baciarmi sulle labbra. Ci prendiamo il nostro tempo, unendo le nostre mani mentre la mia lingua scivola per rubare il sapore di zucchero a velo dalle sue labbra. Mi allontano una volta che le cabine cominciano a muoversi di nuovo, ma non lascio andare la sua mano.

Nemmeno lui lascia andare la mia.
 



Dopo aver visitato tutto il luna park e dopo non essere riuscito a convincerlo a farsi dipingere la faccia, torniamo alla macchina. “Dove andiamo ora?” chiedo.

Kurt borbotta in modo misterioso. “Vedrai.”

Stiamo tornando verso Lima, ma non va verso il centro della città. Invece, guida verso la periferia, con fattorie e spazi aperti. È difficile non continuare a chiedere dove stiamo andando, ma l’attesa è la metà del divertimento. Parcheggia l’auto a lato della strada, vicino alla base di un pendio scosceso.

“Non posso credere che hai indossato i tuoi stivali da neve,” dice, ridendo per le mie calzature.

“Non sapevo se saremmo stati all’esterno oggi,” rispondo, imbarazzato, prima di accorgermi- “Hey! Chi sei tu per giudicare? Stai indossando anche tu gli stivali da neve!”

Inarca le sopracciglia prima di uscire dall’auto e cominciare a risalire l’altura. Dopo un momento, scivolo fuori e lo seguo. Quando lo raggiungo, intreccia le nostre dita e fa dondolare le nostre mani avanti e indietro mentre ci arrampichiamo.

Non ho l’abbigliamento giusto per questo. Il mio maglione di cashmere è troppo bello, e il mio cappotto di lana puzzerà se ci va troppa neve sopra, e avrei davvero dovuto indossare calzini più spessi. Ma la mano di Kurt è così calda, e i nostri gomiti e le nostre spalle si incontrano mentre camminiamo.

Come è possibile che questa semplice vicinanza sia più eccitante della mano di Sebastian che stringe audacemente la parte superiore della mia coscia?

Raggiungiamo la cima dell’altura, e Kurt lascia andare la mia mano. “Aspetta qui. E chiudi gli occhi.” Obbedisco, respirando nell’aria fredda e pungente e ascoltando lo scricchiolio dei suoi passi nella neve mentre si allontana. Ritorna dopo poco, e riesco a sentire il suono di qualcosa che scivola unito ai suoi passi. “Okay, aprili.” È in piedi davanti a me, con un lungo toboga di legno al suo fianco.

“Andiamo in slitta?” chiedo, con gli occhi spalancati.

“Si.”

“Non sono mai…”

“Non sei mai andato in slitta?”

“Mia mamma non me l’ha mai permesso. Diceva che fosse troppo pericoloso.”

Si siede sul retro del toboga, allargando le gambe e dando colpetti sullo spazio vuoto davanti a lui. “Coraggio, Blaine.” Mi posiziono davanti a lui, piegando le ginocchia per starci. I suoi piedi scivolano dietro i miei, le sue gambe sono premute contro la parte esterna delle mie cosce, e avvolge le sue braccia strettamente attorno al mio torace.

Ho detto che salire lungo il pendio era eccitante? Perché nulla potrebbe superare questo. Sono duro abbastanza da tagliare diamanti.

“Prendi le redini,”mi dice dolcemente all’orecchio. “Dovrai pilotarci. Dimmi quando sei pronto, e ci spingerò giù.”

Il mio cuore sta correndo per l’adrenalina. Stringe un po’ di più il mio torace, e annuisco. Fa scendere i piedi dalla tavola, posizionandoli nella neve e spingendo forte. Iniziamo a scivolare e riposiziona i piedi contro i miei proprio quando la punta del  toboga si inclina. E poi stiamo volando, volando giù dall’altura, il vento freddo che mi colpisce la faccia e l’urlo di gioia di Kurt che mi riempie le orecchie. Ci stiamo spostando verso destra, così tiro la redine sinistra, raddrizzando il nostro percorso. Lo stomaco mi arriva alle ginocchia per la velocità del toboga mentre scende lungo l’altura. Troppo presto è finita, e stiamo scivolando fino a fermarci  a dieci metri dalla macchina.

“Possiamo rifarlo?” sussurra Kurt, e io annuisco con vigore. Risaliamo il pendio, più velocemente questa volta, ancora mano nella mano trascinando il toboga dietro di noi. Quando raggiungiamo la cima, chiede, “Vuoi sederti dietro questa volta?”

“Certo.” Mi siedo sul retro del toboga, spalancando le braccia, e si siede davanti a me, scivolando all’indietro fino ad essere premuto strettamente contro di me. Avvolgo le braccia attorno a lui, affondando la fronte contro il suo collo, e sono stordito dall’emozione che mi colpisce. Non mi muovo, e lui non si muove. Riesco a capire dal leggero tremore del suo torace che sta cercando di non piangere. “Questo è il modo in cui dormivamo?” sussurro. Annuisce, e tiro fuori un lungo sospiro.

Più che il Lima Bean, più che l’appartamento di Rob, persino più che i baci di Kurt, questo sa di casa. Lo stringo forte, e lascia andare le redini per stringere le mie mani contro di lui.
Non so per quanto tempo restiamo qui seduti assieme. Abbastanza a lungo per far cadere alla fine le lacrime di Kurt, e abbastanza a lungo per fermarle. Quando scivoliamo alla base dell’altura, entrambi sappiamo che non ci arrampicheremo di nuovo. Lo aiuto a caricare il toboga nel portabagagli, ed avvia l’auto. Mentre guida verso Lima, allento la mia cintura di sicurezza cosicché posso abbassarmi e poggiare la testa sulla sua spalla. Non parliamo, ma tra lo scivolare del toboga nel portabagagli e il fruscio della carta velina del bouquet e la confusione dei miei pensieri, non sono sicuro che la macchina possa contenere altri suoni.



 
Kurt parcheggia davanti a casa sua, che è l’ultimo posto in cui mi sarei aspettato che mi portasse. “I miei genitori sono ad un matrimonio a Columbus,” dice quando lo guardo interrogativo. “Non torneranno fino a tardi, quindi non preoccuparti di incontrarli.”

“Ma li incontrerò un giorno, vero?” premo. “Presto?”

La tensione della sua fronte diminuisce un po’. “Vieni, andiamo dentro.”

La casa è ancora piccola e strana come ricordavo. Inizio a togliermi il cappotto, ma mi ferma, così lo lascio addosso e lo guardo mentre recupera un cestino dal frigo. “Facciamo un picnic?” chiedo. “Fuori?” Non può essere. La temperatura è glaciale.

Sta annuendo. Hey, mi dico, se proprio devo andare in ipotermia per qualcuno, Kurt ne vale la pena.

Attraversiamo la casa velocemente. Mi passa un paio di spesse coperte di lana dall’armadio all’ingresso, poi mi conduce nel giardino sul retro, dove mi fermo a guardare sorpreso. Di fronte a noi, a dominare il piccolo giardino, c’è un’alta quercia. E sulla quercia c’è una vecchia casetta. “Questa è l’unica parte della casa che mi ha entusiasmato quando ci siamo trasferiti qui,” confessa. “Ne ho sempre voluta una da bambino.”

“Avresti messo uno di quei cartelli Vietato l’ingresso alle ragazze?”

Si limita a sorridere in risposta. Ci sono delle assi segnate dalle intemperie inchiodate al troco, a formare una scala improvvisata. Aggancia il cestino da picnic al suo gomito e sale la scala facilmente. Lo seguo, fino a passare attraverso un buco alla base della casetta sull’albero. Non si gela come temevo –le pareti e il tetto potrebbero sembrare traballanti, ma riescono a tener fuori la maggior parte del freddo. Kurt prende da me una delle coperte e la stende sul pavimento di compensato.

“Cosa c’è per cena?” chiedo, sedendomi accanto a lui.

“Niente di speciale,” dice. Lo aiuto a svuotare il cestino, fino a che  davanti a noi ci sono un piatto di panini al tacchino, un piatto di carotine e salsa di ceci fatta in casa, una ciotola di fragole affettate, e un paio di brik di succo alla mela.

Gli sorrido radiosamente e rubo una carota. “Sembra perfetto.”

Arrossisce. “Grazie.”

“E adoro la salsa di ceci.”

Sono così impegnato a sgranocchiare che quasi mi perso il suo lieve, “lo so.”

Mangiamo assieme tranquillamente, sedendo con i nostri fianchi premuti assieme, rannicchiati sotto l’altra coperta per restare al caldo. Sto quasi per chiedere se abbiamo fatto una cosa del genere prima, ma poi mi ricordo che gli Hummel si sono trasferiti qui alcuni mesi dopo l’aggressione. Il vecchio Blaine non ha mai visto questa casa.

Il vecchio Blaine non ha mai nemmeno visto questo Kurt. Mi chiedo, non per la prima volta, come fosse il suo Kurt. Mi chiedo se fossero spensierati assieme, nel pianificare il loro futuro assieme e scegliendo il design dell’anello e cantando assieme durante i viaggi in auto. Probabilmente è troppo idilliaco ciò che sto immaginando, ma come posso saperlo? Entrambi siamo la versione spaventata e rovinata dei nostri vecchi noi stessi.

Alla fine la temperatura sta diventando troppo fredda per restare fuori. Raccogliamo i resti della nostra cena, riportandoli giù attraverso la scala e poi in casa. Lo aiuto a rassettare e poi non c’è nient’altro da fare. Entrambi restiamo in piedi in cucina in imbarazzo. È buio fuori, e abbiamo trascorso tutta la giornata assieme. Forse vuole che vada via.

Dio, spero che non voglia che me ne vada.

Si strofina il collo in modo assente. “Che ne dici di un film?”

“Si,” dico troppo in fretta, guadagnandomi un sorriso sollevato.

“Cosa ti piacerebbe guardare?”

“Qualsiasi cosa.”

Andiamo in soggiorno, posando i nostri cappotti su una poltrona. Kurt mette il primo DVD che trova –The Bourne Supremacy- prima di sedersi accanto a me sul divano. Continuo a lanciargli occhiate furtive quando il film comincia. Quando alla fine mi scopre, sussurro imbarazzato. “Pos… Possiamo?”

In qualche modo, capisce cosa sto chiedendo. Non dice nulla, ma i suoi occhi si spalancano mentre annuisce. Mi stendo sul divano e lui si stende davanti a me. Le mie braccia si curvano attorno a lui, e lascia un forte sospiro di soddisfazione. Infilo la mia faccia tra i suoi capelli. Ha un profumo così buono, noto in modo assonnato, e sembra che sia fatto proprio per stare tra le mie braccia. Non voglio addormentarmi così, però. Voglio ricordare com’è tutto questo ogni momento.

Il fim è quasi finito quando sento un rumore proveniente dalla cucina. Prima di avere il tempo di allarmarmi, un alto ragazzo entra nel soggiorno, il suo braccio è affondato in un sacchetto di patatine mentre mastica. “Hey Kurt. Hey Blaine,” biascica con la bocca piena. Poi si blocca, i suoi occhi e la sua bocca si spalancano. “Amico.”

Kurt è in piedi in un istante, affrettandosi verso di lui. “Finn-“

“Blaine! È Blaine!”

“Non dovresti essere qui-“ Kurt sta tirando il braccio di suo fratello, cercando di trascinarlo di nuovo in cucina, ma Finn non si muove.

“Cosa significa? Gli è tornata la memoria?”

“No, andiamo-“

“Aspetta, non è davvero Blaine? È solo un ragazzo che gli somiglia? È inquietante, Kurt.”

“È Blaine,” insiste Kurt debolmente. Poi smette all’improvviso di spingere Finn. “È davvero lui.”

E ora si stanno abbracciando, con Finn che ride incredulo, e io non ho la più pallida idea di cosa stia accadendo. Mi alzo e mi avvicino, porgendo la mano. “È un piacere incontrarti, Finn.”
Si pulisce la mano dalle briciole di patatine prima di stringere la mia caldamente. “È così bello vederti, ragazzo. Non riesco a credere che mamma non me l’abbia detto. Devi venire alla prossima cena del venerdì.”

Kurt allontana lo sguardo. “Finn-“

“E c’è un’importante partita lunedì, dovresti venirla a vedere con me e Burt.”

Finn-“  

“Che c’è?”

“Non devi dire niente a loro. Di Blaine.”

“Dire… Aspetta, non lo sanno?” Finn sembra stupito tanto quanto me. “Perché no?”

“Promettimelo, Finn. Promettimi che non glielo dirai.”

“Ma-“ Sembra che stia per obiettare, ma qualcosa nell’espressione di Kurt gli fa cambiare idea. “Va bene, credo,” dice alla fine. “Se ne sei sicuro-“

“Ne sono sicuro.”

“Allora non lo farò.”

Le mie guance stanno bruciando per l’umiliazione. “Devo andare,” biascico, afferrando il mio cappotto. “Prima che tornino i tuoi genitori e mi vedano.” Perché a quanto pare sono qualcosa che deve essere tenuto nascosto.

Kurt mi accompagna alla porta della cucina, sembrando combattuto. “Mi dispiace,” dice, mentre Finn mi fa un incerto segno di saluto. “Doveva restare a casa della sua fidanzata stasera. Devono aver discusso di nuovo-“

“Ti vergogni di stare con me?” Lo interrompo.

Resta a bocca aperta. “Cosa? Certo che no.”

“Allora perché non lo dici alla tua famiglia?”

“Io…” Sospira. “Non è che mi vergogno di te. Te lo giuro.”

“Allora perché? Non gli piacevo?”

“No, ti volevano bene. È questo il problema. È stato già abbastanza difficile per loro averti perso la prima volta.”

E ci risiamo. “Perché continui a pensare che ti lascerò?” chiedo, frustrato. “Perché non puoi solo aver fiducia in me, per una volta?”

“Guarda, una volta che sarai andato al tuo ultimo appuntamento-“

“È una cosa stupida,” gli dico. “La tua regola è stupida. Non voglio nemmeno andare a questi appuntamenti. Non so cosa stai cercando di dimostrarmi-“

“Sto cercando di dimostrare qualcosa a me stesso,” esplode. “Non ho mai dato facilmente la mia fiducia, Blaine. Se vedo che puoi uscire con qualcun altro e che comunque vuoi stare con me-“

“L’ho fatto! Lo voglio!”

Poggia le mani sulle mie spalle, calmandomi. “Un altro appuntamento,” dice in un fiato. “Solo un altro. Ti prego.”

“Puoi venire dopo? Puoi aspettare che torni nell’appartamento di Rob?” Scuote velocemente la testa, e mi acciglio. “Giusto. Perché pensi che ci sia ancora una possibilità che io possa scegliere l’altro ragazzo.”

“Chiamami soltanto dopo, come hai sempre fatto. Così saprò che sei a casa al sicuro.”

“E solo,” sospiro.

“E solo, si.”

“E poi possiamo davvero cominciare a parlare del nostro futuro?” premo. “Dirlo alla tua famiglia, organizzarci per New York, decidere-“

Se vorrai ancora me dopo l’appuntamento, allora parleremo di tutto questo. Si.”

Mi avvicino per baciarlo, e lui risponde, con più forza di quanto mi aspettassi. “Ti sentirò domani,” gli assicuro.

“Forse.”

“Ti sentirò domani,” ripeto con fermezza, baciandolo di nuovo prima che possa dissentire. Restiamo sulla soglia di casa, baciandoci ancora e sempre più disperatamente, e cerco di non pensare che sembra un addio. Mi allontano, studiando il suo bellissimo volto, pallido per l’ansia. “Domani,” sussurro. Lo bacio sulla guancia e me ne vado.

Lungo la strada di casa, penso e pianifico e sogno cosa c’è in serbo per noi. Perché non c’è nessuna possibilità che Sebastian Smythe o qualcun altro possa nemmeno toccare quello che abbiamo.



Note della traduttrice

Ciao a tutti! So di essere un disastro! Non riesco a pubblicare mai in tempo, ma sembra che le giornate si siano accorciate e non riesco a far tornare i tempi! Spero che questo bel capitolo compensi l'attesa. Credo che sia uno dei più dlci della fan fiction. Blaine e Kurt sembrano mettere il passato da parte per vivere il presente, e sono felici e spensierati, finalmente. Riescono a viversi, a sentire che davvero l'amore c'è. Come una cara ragazza mi ha fatto notare, in questa fan fiction il passato rappresenta un'ombra minacciosa per questi ragazzi e l'autrice vuole farci capire che a volte è meglio mettere da parte i ricordi, staccarsi dall'ancora del passato per poter vivere serenamente. Ed è vero! Per la prima volta Kurt riesce ad abbandonare tutte le sue paure e i suoi dubbi, riesce ad essere semplicemente Kurt, un ragazzo di 18 anni innamorato, e lo stesso vale per Blaine. Non appena però il passato ritorna, riecco tornare anche i dubbi e le paure. Blaine ha ragione, entrambi sono cambiati, ma sono sempre loro in fondo, la cosa meravigliosa è che sono stati in grado di reinnamorarsi. Ed ecco anche il grande ritorno del "perticone" alias Finn, che ovviamente sembra cadere dalle nuvole... ho trovato tenero il suo entusiasmo alla vista di Blaine, la gioia sincera per il suo ritorno, ma ovviamente ecco Kurt versione bacchettona che ritorna a far danni, ferendo anche i sentimenti di Blaine, che si sente rifiutato. Kurt non riesce a capire che Blaine è davvero innamorato di lui e continua a cercare di proteggersi e a proteggere i suoi cari da un nuovo dolore per l'abbandono. Ho apprezzato molto Blaine che finalmente ha detto cosa pensa davvero del patto di Kurt, perchè, sì, è una cosa stupida, molto stupida! Meno che manca solo un appuntamento!
Domani arriverò con un nuovo capitolo! Grazie a tutti voi!
Alla prossima!

Angel
  
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