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Autore: Jodie Roses    22/08/2012    2 recensioni
-E William...dimmi, perchè piangi?- chiese il bambino Josh.
Già, perchè piangeva?
“Perchè l'unica famiglia che ho mai avuto se n'è andata, non è più con me, oh no, non sto parlando della mia famiglia vera, parlo dei miei veri amici, gli unici che abbia mai avuto, e adesso dove siamo arrivati? A sentirci una volta al mese se va bene, e quelle poche volte non riesco a scacciare quell'aria di gelo che si forma quando apro bocca, ma come siamo arrivati a questo punto?”
-No,per niente-
-Ma..se una persona piange ci deve sempre essere un motivo!- disse Josh, aggrottando la fronte.Sì, per lui che aveva dieci anni doveva sembrare una cosa ovvia, che qualcuno piangesse per qualcosa. Infondo, perchè avebbe dovuto farlo sennò?
-Beh, si in effetti è vero, ma non è niente di importante...-
-Sì che lo è- disse Josh, rimanendoci un po' male -voi adulti avete sempre motivo importanti, siamo noi bambini a piangere per cose un po' stupide che infondo non interessano a nessuno- spiegò con aria un po' corrucciata.
-Non è vero..i bambini hanno dei validi motivi per stare male e piangere..- mormorò Axl. Nessuno poteva saperlo meglio di lui.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Okayy...sì lo so, non è il massimo, ma lo scritto così di getto, anche se non ero molto ispirata :| Enjoy!


Reminds me of childood memories

She's got a smile that it seems to me
Reminds me of childhood memories
Where everything
Was as fresh as the bright blue sky
Now and then when I see her face
She takes me away to that special place
And if I stared too long
I'd probably break down and cry
[Sweet Child o'mine- Guns n' Roses]


Axl si sentiva malissimo. Era da un po' di tempo che non ci pensava, e adesso si ricordò che gli era venuto in mente che forse sarebbe riuscito a tenere lui, e loro, fuori dalla sua mente per sempre. Adesso quello gli sembrava un pensiero alieno. Gli sembrava alieno anche il fatto che erano passate tipo quasi due settimane da quando ci aveva pensato l'ultima volta. E adesso quel fottuto cartellone che annunciava un concerto di Slash in città di lì a poco li faceva tornare in mente tutto. Fanculo.
E come se non bastasse aveva visto anche quella faccia da cazzo di Myles Kennedy. Lo odiava proprio. Gli sembrava come se l'avesse sostituito, come se avesse preso il suo posto...
Si sentiva come un giocattolo che ormai non interessava più a nessuno. Era ormai troppo vecchio per andare bene alla gente, troppo rotto, non più così bravo, non più così attraente. Non erano più i mitici anni 80, purtroppo, e lui si sentiva sempre fuori tempo, fuori posto, come una barca nel bosco, adesso. Da quando se n'erano andati era come se si fosse spezzato qualcosa dentro di lui. Ormai ci aveva fatto l'abitudine..dopotutto erano passati tanti di quegli anni...ma quella cazzo di pubblicità lo aveva fatto stare di merda, e manco lui sapeva perchè. Che cazzo, non poteva tenerseli per se i suoi dannati concerti?! Tanto lui era Slash, e sarebbero andati a vederlo comunque...a lui..A lui non lo odiavano, non era lui il coglione che aveva rovinato i Guns n' Roses, quello che aveva fatto tante di quelle cazzate che ormai neanche i suoi fan più stretti riuscivano a contare, a sopportare.

E così, per cercare di scacciare tutti questi pensieri era uscito, quella sera. Alla ricerca di un po' di alcool (magari più di un po') che lo facesse perdere un po', che gli facesse dimenticare tutto... E, in onore dei vecchi tempi, aveva scelto proprio il Jack Daniel's...lo zio Jack, l'unica cosa che Slash riuscisse a amare sul serio. Bah.
Il locale era abbastanza affollato per essere un posto così. Un bar dei più infimi fra i bassifondi di Los Angeles, quelli che da giovane lui tanto amava. Ma adesso era cambiato tutto troppo. Cioè...ai suoi tempi la persona peggiore che potevi trovare in un posto come quello era lui un po' fatto dopo un concerto.
' O Izzy, o Duff, o Steven, o Slash '
Adesso invece gli sembrava pieno di maniaci che non ci avrebbero pensato due volte a aggredire qualcuno o violentare qualche povera ragazza indifesa. O almeno, a lui appariva così quel posto. E in più tutti lo guardavano male. Ma infondo non gli importava così tanto...
Dopo ancora un paio di bicchieri di Jack (magari più di un paio) uscì finalmente da quel schifoso pub. Ci sarebbe voluto uscire appena ci era entrato, a dire il vero, ma a se stesso non l'aveva ammesso. Vagò per le strade di Los Angeles, respirando l'aria notturna, da solo, senza sapere dove stava andando, un po' come aveva fatto in tutta la sua vita.
' And the streets don't change but maybe the name '
A un certo punto si fermò e si sedette in una panchina lì vicino.
Doveva sedersi. Per fermarsi. Per pensare. Lo avrebbe dovuto fare seriamente, molto prima.
' Sometimes I need some time...on my own
Sometimes I need some time...all alone '

Ultimamente lui aveva spesso bisogno di tempo da solo.
Cominciò a piangere.
Quanto tempo che non piangeva...Odiava piangere, si sentiva così stupido. Lui era Axl Rose, che motivo aveva di piangere? Nessuno.
' Tanti...troppi '
Però nonostante tutto non riusciva a fermarsi. Ecco, se qualcuno l'avesse visto adesso l'avrebbe di sicuro preso in giro.
-Signore...signore, perchè piange?-
Axl sentì una voce dietro di lui ma non si voltò. Non aveva voglia di parlare con nessuno in quel momento. No, okay, in realtà ne aveva una voglia matta, ma con chi avrebbe potuto parlare? Nessuno l'avrebbe capito...e poi un uomo grande e grosso come lui che piangeva come un bambino doveva far ridere. Ma lui infondo era così. Non poteva farne a meno. Ci ricascava sempre, alla fine.
-Signore, sta bene?-
Sempre quella voce. Axl si girò, un po' di malavoglia, e vide che davanti a lui c'era un bambino. Lo guardò un po' perplesso, e la prima cosa che gli venne in mente fu che lasciare un bambino così piccolo in giro da solo a quell'ora era pericoloso. Doveva avere non più di dieci anni.
-Tutto bene?- ripetè, guardandolo.
Axl si fece un po' di forza per rispondere -Sì, sì, va tutto bene...- ma fu soffocato di nuovo dalle lacrime. Si raggomitolò su se stesso, appoggiando la testa sulle ginocchia, singhiozzando e restò così per un bel po'. E quando alzò di nuovo lo sguardo vide che il bambino era ancora lì. Si asciugò gli occhi e lo guardò meglio. Sembrava non sapere bene se divertirsi o preoccuparsi, come se non capisse se quell'adulto che piangeva facesse sul serio, come se pensasse che dopo qualche secondo sarebbe balzato in piedi e gli avrebbe detto, ridendo, che era tutto uno scherzo.
Ma Axl non fece niente di tutto questo, rimase seduto lì a guardarlo, senza stare meglio di prima. E così il bambino gli si sedette accanto, e con aria gentile gli porse un fazzoletto. Axl lo prese, ringraziandolo, e si soffiò il naso, cercando di calmarsi un po'.
-Chi sei?- gli chiese quando ebbe finito.
Axl lo guardò un po' stranito. Sarebbe stato lui a dovergli chiedere chi era, ma infondo era solo un bambino.
-Io...mi chiamo William.- disse tirando su col naso -E tu?-
-Io sono Josh- rispose il bambino, tendendogli la mano. Axl la strinse, in imbarazzo. Era piccola e calda, e dopo cinque minuti riusciva ancora a sentirne il tepore sul palmo. Guardò il bambino. Era abbastanza alto per la sua età, almeno per quanto poteva capirne lui, e aveva i capelli biondi, lunghi, e due grandi occhi azzurri.
' She's got eyes of the bluest skyes as if they thought of rain, I hate to look into those eyes, and see an ounce of pain '
-E William...dimmi, perchè piangi?- chiese il bambino Josh.
Già, perchè piangeva?
“Perchè l'unica famiglia che ho mai avuto se n'è andata, non è più con me, oh no, non sto parlando della mia famiglia vera, parlo dei miei veri amici, gli unici che abbia mai avuto, e adesso dove siamo arrivati? A sentirci una volta al mese se va bene, e quelle poche volte non riesco a scacciare quell'aria di gelo che si forma quando apro bocca, ma come siamo arrivati a questo punto?”
-No...per niente...-
-Ma...se una persona piange ci deve sempre essere un motivo!- disse Josh, aggrottando la fronte. Sì, per lui che aveva dieci anni doveva sembrare una cosa ovvia, che qualcuno piangesse per qualcosa. Infondo, perchè avebbe dovuto farlo sennò? "La vita è bella..."
-Beh, si in effetti è vero, ma non è niente di importante...-
-Sì che lo è- disse Josh, rimanendoci un po' male -voi adulti avete sempre motivo importanti, siamo noi bambini a piangere per cose un po' stupide che infondo non interessano a nessuno- spiegò con aria un po' corrucciata.
-Non è vero..i bambini hanno dei validi motivi per stare male e piangere...- mormorò Axl. Nessuno poteva saperlo meglio di lui, infondo.
-E il tuo di motivo qual è?- insistette Josh.
-Ma perchè t'interessa tanto?-
-Perchè...beh perchè..se sei così disperato vuol dire che è successo qualcosa, e forse, non so, potrei aiutarti...- disse il bambino, incerto.
Axl lo guardò stupito. Neanche i suoi migliori amici gli avevano detto così, neanche il suo Jeff l'aveva mai fatto...
-Beh, perchè...perchè sono stupido. Sono stupido e soprattutto sono stato uno stupido, per troppo tempo, e ho rovinato tutto quello che avevo...-
-E cosa avevi?- gli chiese lui, incuriosito.
-Avevo...avevo 4 amici fantastici, con cui ho fatto le più belle cazzate della mia vita, con cui ho capito cosa voleva vivere davvero, diciamo che erano la mia vita. Avevo una moglie stupenda, che mi ha sopportato per troppo tempo, che non ho mai trattato come avrei dovuto, che vorrei tanto poter rivedere, ancora per un momento, per chiederle scusa, per dirle che la amo ancora...avevo i soldi, la fama, il successo, l'amore dei fan che per me era quello che i miei genitori non mi avevano mai dato, avevo tante cose...avevo...-
-Ah- fece Josh, che sembrava non aver afferrato tutto fino in fondo -e adesso cos'hai?-
-Adesso? Io non ho niente...- singhiozzò. -Sono un cinquantenne che vive da solo in una casa enorme, che è già tanto se qualcuno riesce a sopportarlo, figurarsi volergli bene... e tutti mi disprezzano per quello che ho fatto quand'ero giovane, ho solo pochi amici stretti con cui posso confidarmi ogni tanto...-
Ma quali amici? Quali?
-Perchè dici che la gente ti disprezza per quello che hai fatto?- chiese Josh, che sembrava molto preso dal discorso.
-Perchè sono riuscito a rovinare tutto, a farmi odiare dai miei migliori amici. Sai, noi avevamo un gruppo, anni fa, e eravamo davvero molto bravi. Solo che quando siamo arrivati al successo è cambiato tutto...Dopo pochi anni non eravamo più gli stessi...tutta la fama, tutte quelle pressioni su di noi ci avevano fatti cambiare, non facevamo altro che litigare, non c'era più la stessa armonia che avevamo quando ci eravamo conosciuti, non ci capivamo più al volo, non ci lanciavamo più quegli sguardi di intesa...non facevamo altro che litigare...o meglio, io non facevo altro che litigare con gli altri. Ero diventato una persona orribile...-
' Una persona orribile la sei sempre stata '
-E giorno dopo giorno ci siamo allontati sempre di più, finchè siamo arrivati al punto che era ridicolo suonare ancora insieme, così ognuno è andato per la sua strada, e io sono l'unico che ancora ci suona, in questa band...tanto ormai non è più la stessa. E quindi, la gente mi odia perchè ho rovinato tutto...-
-Ma...se tu li trattavi tanto male...perchè adesso sei triste di averli persi?- chiese il bambino.
-Perchè mi mancano- disse Axl, abbassando lo sguardo -perchè sono gli unici amici che io abbia mai avuto, le uniche persone con cui posso stare bene, gli unici in grado di capirmi. Perchè darei qualsiasi cosa per suonarci di nuovo insieme, anche solo per una notte. Perchè gli voglio ancora bene, nonostante tutto, adesso come allora. E forse, adesso più di sempre- ammise. Si sentiva uno straccio. E ricominciò a piangere.
' Nothing lasts forever '
-No dai, non piangere!- esclamò Josh -se..se ti mancano tanto, vai da loro e diglielo! E fai lo stesso con tua moglie, perchè se ti amava davvero capirà- disse guardandolo con gli occhioni azzurri sgranati -anche perchè non cambia niente se piangi o se sei triste. E poi non ce n'è bisogno, non c'è niente di impossibile, tutto si può aggiustare!-
Axl lo guardò, con gli occhi pieni di lacrime. Sembrava così convinto. Forse davvero tutto sarebbe potuto tornare normale. Chissà, forse aveva ragione. Forse, un giorno.
' Baby, maybe, someday... '
No, ma chi prendiamo in giro? Non sarebbe mai tornato tutto come prima, mai più.
' I've been walkin the streets tonight, just try to get it right.. '
-No, questo non si può aggiustare, Josh, ormai è troppo tardi...-
Pianse, ancora.
-E lo stesso per Erin, mia moglie.. non potrei mai andare da lei...non dopo tutto quello che le ho fatto...-
-Hai fatto del male anche a lei?- chiese Josh, sgomento.
-Sì..tanto male. Più di quanto lei ne potesse sopportare...però mi è rimasta accanto, sempre, nonostante tutto..credo che sia l'unica persona che mi abbia amato veramente..-
-E perchè le hai fatto quel che le hai fatto allora?- domandò il ragazzino. Forse stava cominciando a ricredersi su quell'adulto che all'inizio gli era sembrato tanto buono.
-Perchè...perchè io sono fatto così, non ne posso fare a meno...Tutto quello che mi hanno fatto quand'ero bambino, mi ha lasciato un segno dentro che non potrò mai cancellare..Io ho qualcosa di sbagliato dentro, qualcosa di brutto, di malato,...con cui ho imparato a convivere ormai...-
Josh per una volta rimase zitto. Adesso sembrava un po' spaventato. Però tirò fuori di tasca un altro pacchetto di fazzoletti e ne porse un altro a Axl, dato che aveva ricominciato a piangere. Non riusciva a trovare qualcos'altro che potesse consolare il signore che piangeva accanto a lui. Signore...adesso non aveva molto di un signore, sembrava avere la sua età, anzi, molti anni in meno. Sembrava così fragile, sembrava avesse solo bisogno di qualcuno, di un padre o di una madre, o di un amico sincero, ma stando a tutto quello che gli aveva detto li aveva persi tutti. E Josh non riusciva a capire come avesse fatto quella persona che sembrava tanto buona, che adesso era raggomitolata su se stessa a piangere, a aver fatto delle cose così cattive...forse aveva solo sbagliato, forse era stato il mondo a essere troppo cattivo con lui...
Gli posò una mano sulla spalla.
-Dai signore, ora basta...- mormorò. Axl si sfogò ancora un po', poi si asciugò per l'ennesima volta gli occhi e infine lo guardò.
Sorrise.
Era bello vedere come una persona così fosse ancora capace di sorridere. Se tutto quello che gli aveva detto era vero, non doveva essere facile. Josh si sentì fiero quando pensò che infondo era anche un po' merito suo.
-Ma tu non dovresti essere a casa a quest'ora?- gli chiese Axl, guardando l'orologio.
Josh fece una smorfia. -Beh, in effetti, i miei genitori stanno cenando in un ristorante qua vicino, solo che io mi rompevo...così sono venuto a fare un giro qui- spiegò con un sorriso smagliante.
Axl si fece serio -Ma devi tornare da loro allora! Si staranno preoccupando per te...-
' Quanto avrei voluto avere anch'io qualcuno che si preoccupasse per me, che si infuriasse se non tornavo a casa in orario, che mi dicesse che lo faceva per il mio bene... '
Josh fece le spallucce -Okay, okay, ora vado...-
-Aspetta,ti accompagno- fece Axl, alzandosi in piedi. -Dopotutto è il minimo che ti devo-
Così Josh lo condusse fino a un piccolo ristorante che faceva angolo, e si fermò sulla soglia, fissando un gruppo di adulti dall'aria preoccupata che si parlavano fra loro.
Axl capì che aveva paura che si fossero arrabbiati. Gli sorrise, di nuovo, con fare incoraggiante.
-Dai vai, non ti preoccupare-
-Mia madre mi urlerà su di tutto...- disse lui, osservando una signora bionda.
-Credimi, lo fa per il tuo bene...Sei un bambino molto fortunato-
Josh lo guardò e gli sorrise a sua volta. Sembrava capire.
-Comunque- continuò Axl -Josh, grazie davvero...era da tanto che non parlavo con qualcuno, mi hai aiutato a sfogarmi, anche se sei solo un bambino...-
-I bambini non sono così stupidi come credete voi. Però mi deve promettere che proverà a parlare con i suoi vecchi amici- esclamò Josh facendogli l'occhiolino.
Axl ridacchiò -Non sono sicuro di saperlo. E sì...ci proverò. Anche se non mi aspetto niente, non si sa mai...-
Fece una pausa. -Comunque...grazie lo stesso, veramente... E se vuoi un giorno puoi venire a trovarmi. Ti farei sentire la musica che ho fatto da giovane, con i miei amici. Credo che ti piacerebbe-
Josh sorrise. Chissà, magari sarebbero diventati buoni amici. Axl ne era sicuro.
-Ne sono sicuro, signore.-

  
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