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Autore: Eliessa    22/08/2012    1 recensioni
Elena e Marco Argenti e Davide Castelli. Tre persone, una sola famiglia.
Ma un arrivo improvviso ribalta la felicità, l’amore e la stabilità di quella famiglia.
Elena non è così forte come pensava di essere.
Marco le sta accanto, è una delle poche persone che riesce tutt’ora a starle accanto.
Davide è arrabbiato con sé stesso. Un passato che si rifà vivo dopo 25 anni, un passato che non sapeva di avere. Un passato estraneo a lui ed a chi gli sta accanto.
Una vita da affrontare.
Cosa ne sarà di Elena e Davide? Riusciranno a superare l’ennesimo ostacolo?
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 9.
UNA FOLLE CORSA CONTRO IL TEMPO

 

 
Elena era a terra, in una pozza di sangue. Davide e Marco erano accanto a lei che aspettavano i soccorsi; mentre Giulietta continuava ad essere ammanettata all’auto.
Un quarto d’ora.
Un lungo interminabile quarto d’ora passò prima che polizia ed ambulanza arrivassero sul luogo.
Una volta arrivati, Elena fu trasportata subito sull’ambulanza ed insieme a lei andò Davide, mentre Marco li seguì con la sua auto.
Giulietta fu affidata ad alcuni agenti e portata al commissariato. Poi con calma sarebbe stata interrogata.
Intanto Anna, per non far guidare Marco nello stato di agitazione in cui era, decise di andare con lui, guidando al suo posto.
-Vedrai che si salverà.- disse Anna
-Ho paura Anna. Ha perso troppo sangue.-
-Lei è forte, vedrai che lotterà fino alla fine.-
-E se la fine fosse ora?-
-No, Marco. Elena sarà forte.- Marco continuò a piangere. Anna cercava di essere più forte, ma i suoi occhi non poterono evitare di lacrimare
Ed in silenzio continuarono la loro corsa. In primis c’era Luca che con lampeggiante e sirena faceva da lasciapassare per le strade della città; dietro c’era Anna insieme a Marco e dietro di loro l’ambulanza.
Il viaggio durò una decina di minuti, minuti interminabili, infiniti, immensi. Minuti che parevano ore infinite in quel momento.
Momento in cui sembrava che le ore durassero secoli.
Ma d’un tratto ecco che l’ambulanza entrò nello spiazzale del pronto soccorso.
-Codice rosso.- dicevano tra loro i medici, mentre Davide non si liberava dal lettino dove era sdraiata Elena, incosciente. –Donna, trentenne, ferita provocata da un’arma da fuoco all’altezza del cuore. Ha perso molto sangue, durante il tragitto abbiamo rischiato di perderla.- continuò a dire un medico.
-Subito in sala operatoria.- rispose il medico che li accolse. –Lei mi dispiace, ma deve rimanere qui, non di può entrare.- Il medico si chiuse alle spalle la porta che portava in salva operatoria e pochi secondi dopo, arrivano da Davide, Marco, Luca ed Anna.
-Allora Dà, che dicono i medici?-
-La situazione è grave, molto grave. Mentre venivamo il suo cuore stava cedendo. Ora la stanno operando.-
-Meledetta Giulietta. Davide mi dispiace, ma questa me la paga. Non m’importa che sia tua figlia. Quando ha sparato non si è fatta nessun scrupolo.-
-Marco, no.- rispose Luca. –A Giulietta ci penso io. Sarà trasferita direttamente in carcere. Mi dispiace Davide.- disse rivolto all’uomo.
-È quello che si merita.-
-Ora però dobbiamo pensare solo ad Elena.- disse Luca, mentre Marco iniziò a piangere, ed a consolarlo fu Anna che lo strinse in un abbraccio, mentre Luca abbracciò Davide.
Neanche un’ora, che attorno a Marco e Davide si strinsero anche gli altri colleghi del Decimo.
Passarono secondi, minuti, ore, ma nessuno dava notizie sullo stato di Elena.
Una domenica tranquilla che si rivelò in una tragedia.
Chi era seduto sulle sedie che aspettava notizie, chi camminava avanti ed indietro per il corridoio, chi si prese l’ennesimo caffè alla macchinetta… chiunque faceva qualcosa pur di ammazzare il tempo.
Allorché un medico con il camice verde, cuffietta ai capelli e mascherina tra le mani, lo stesso che aveva impedito a Davide di entrare nella sala operatoria si avvicinò a quel gruppo.
-L’operazione è riuscita, abbiamo levato il proiettile che per fortuna non ha leso organi vitali…- iniziò a dire il dottore.
-Ma…?- chiesero all’unisono Marco e Davide.
-La donna è in coma. Ha perso molto sangue e per il momento noi non possiamo fare altro.-
-Possiamo almeno vederla.- chiese Anna.
-Mi dispiace, ma una sola persona può entrare e non può rimanere non più di cinque minuti.- Davide e Marco si guardarono negli occhi.
-Entra tu.- disse Marco. –Entra e falle sentire che le siamo vicini.- Davide annuì.
-Mi segua.- disse il dottore, per poi allontanarsi con Davide.
-Se Elena non dovesse farcela non so cosa ne sarà di me.-
-No, Marco.- rispose Anna. –Elena è forte. Ha superato l’intervento, hai sentito? Vedrai che supererà anche questo.- Marco annuì ma aveva paura di perderla.
-Sai Anna, io ho sempre dubitato di Giulietta, come anche Elena, ma le abbiamo dato una possibilità, in fondo era la figlia di Davide. Facevo bene a dubitare di lei. Facevo bene.-
-Marco, non darti colpe.-
-Come posso non incolparmi per tutto ciò? E se all’autogrill fossi stato più veloce? Forse sarei riuscito a fermarla quella… quella…-
-Ehi, stai farneticando. Tutti avete fatto quello che potevate. Tu hai avuto coraggio, sveltezza e sangue freddo nel chiamare noi e soccorrere insieme a Davide, Elena. Elena è stata veloce nel levare di mezzo Davide, ma quando ci sono queste sparatorie fai la prima cosa che ti viene in mente, cerchi di rimanere calmo, invece hai solo paura. Elena è riuscita a salvare Davide, e di questo devi esserne fiero.-
-Lo so, ma Elena…-
-Elena vedrai che se la caverà. La conosciamo è forte.- detto ciò, Anna continuò ad abbracciare Marco, aveva bisogno di sicurezza, ed una manciata di minuti dopo, Davide tornò da loro insieme al dottore.
-È meglio se andate a casa, qui non potete fare nulla.- disse il medico.
-Lì dentro c’è mia sorella, da qui non mi muovo.-
-No Marco, ha ragione il medico. Noi non possiamo fare nulla. Credimi. Andiamo a casa. Andiamo tutti a casa, questa sera torniamo.-
-Ha ragione il signore, ma ora vi consiglio di andar via.- Tutti annuirono alle parole del medico ed andarono via.
-Se avete bisogno.- iniziò a dire Luca a Marco. –Il numero lo conosci e casa nostra anche.-
-Grazie Lù, grazie davvero.-
-Non dirlo neanche per scherzo, il Decimo è con voi.- detto ciò Davide e Marco tornarono a casa e si fecero una bella doccia calda, cercando si rilassare i nervi che avevano a fior di pelle.
   
 
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