Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: Anima Evans    22/08/2012    2 recensioni
Può un uomo pazzo diventare pazzo d'amore?
può una ragazza coscienziosa perdere ogni cognizione?
Si, a wonderland
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Londra, 25 luglio 1935

 

Era un afosa giornata di luglio ed eravamo ospiti a casa della zia Lizzy. Mi piaceva andarci perché c’era un enorme giardino. Quella mattina mi alzai e scelsi dall’armadio un vestito completamente azzurro con piccoli sbuffi alla fine della gonna che arrivava fino al ginocchio, le maniche erano a palloncino e le scarpe di vernice nera. Poi mi misi un fermaglio a forma di fiocco nero tra i capelli, era della nonna. Ogni volta che lo indossavo dicevano che gli somigliavo e io lo mettevo quando ero triste, perché cosi mi rivenivano in mente i bei momenti passati con lei e il suo paese delle meraviglie. Sorrisi guardandomi allo specchio e poi montai nella carrozza in direzione della casa di zia che non era molto distante dalla nostra, giusto mezz’ora di carrozza. Quando arrivammo la zia mi abbracciò

«Alicia, come sei bella…»

E poi salutò la mamma. La zia aveva i capelli rossi e la pelle pallidissima, gli occhi erano neri come la pece con qualche screziatura verde e ogni volta ne rimanevo incantata. Quando entrammo in casa ci accolsero i suoi 2 figli: John e Jim, fratelli gemelli identici. Avranno avuto 8 massimo 9 anni e avevano i capelli rossi, il viso puntellato di lentiggini e gli occhi vispi di un azzurro intenso. Era incredibile di quanto fossero identici, comunque ci salutarono velocemente e corsero fuori in giardino a giocare a palla. Infine ci accomodammo sotto un gazebo in ferro battuto a bere del thè in un servizio finemente lavorato come la tovaglia in macramè.

«Allora Alicia…hai trovato un giovanotto con cui maritarti?»

Io imbarazzata risposi

«Ma zia…»

E mia madre intervenne

«Ha visto poco o nulla ma io gli ho trovato un ottimo partito, si chiama Jack Ivory e gestisce una miniera di carbone...»

E le due sorrisero mentre a me a momenti andava il thè di traverso…mia madre mi avrebbe affibbiata ad uno che nemmeno conoscevo, o meglio aveva una fama tremenda…ma a causa dei suoi soldi era il più ambito e probabilmente mi ha vista in qualche evento a casa di parenti. Rabbrividii

*non se ne parla nemmeno, meglio sola che con quello….è cosi meschino!*

Pensai e cosi dissi

«Ehm…devo…prendere aria…»

E senza aspettare risposte andai nel giardino dietro la casa, c’era un grande albero sopra una collinetta e io corsi fino a li per poi prendere fiato sotto all’ombra dell’albero e guardare la corteccia di quest’ultimo. Era rugoso e crepato in alcuni punti dove le formiche facevano la corsa. Mi avvicinai e solo dopo notai una tana di coniglio, profondissima tanto da non vederne la fine. Mi sporsi ancora ma il terreno sotto di me franò catapultandomi in un tunnel stranissimo, c’era un pianoforte e spartiti, e poi dolci e fiori di mille colori, pareti a scacchi e carte che svolazzavano quando alla fine caddi su un pavimento a scacchi blu e bianchi

«Ma dove sono?»

Dissi poi guardando 3 porte grandi e 1 piccolissima. Subito provai ad aprirle ma niente da fare. Poi trovai un tavolino e una boccetta con un etichetta sul collo

“Bevimi”

Diceva e cosi titubante bevvi il liquido verde che subito mi fece rimpicciolire e diventare piccolissima e ovviamente rimasi in sottoveste anche essa azzurra, Cosi mi avvicinai alla porta piccolina ma non si apriva nemmeno quella…cosi guardai ancora il tavolino e c’era una piccola chiave. Sospirai quasi esasperata

«E ora come faccio??»

Dissi quando poi notai un pasticcino rosa e sopra c’era scritto

“Mangiami”

E io lo morsi, era morbido ma non molto dolce come a prima vista poteva sembrare. Un attimo dopo ero gigantesca, tanto che dovetti curvarmi perché non c’entravo in quella camera. Cosi presi la piccola chiave e bevvi ancora il liquido verde che mi fece rimpicciolire e finalmente potei aprire la porta e davanti a me c’era un giardino enorme, con molti fiori e animali strani. Feci almeno 10 passi quando un coniglio in panciotto, con il pelo candido e un orologio enorme da taschino mi venne incontro e disse

«Ma…sei tornata!»

E mi prese per mano dicendo

«Andiamo Alice sei in ritardo come al solito!»

Un momento….mi aveva chiamata Alice?! Che sta succedendo? Cosi dissi puntando i piedi

«No aspetta…io non…»

E lui continuò imperterrito

«Andiamo! Dobbiamo andare dal Brucaliffo, immagino già la sua faccia quando ti vedrà! E poi ci sono anche pinco panco e panco pinco che vogliono vederti!»

Lo seguì, ormai era inutile provare a dire o fare qualcosa per obiettare. Cosi mi trovai davanti una grande farfalla con splendide ali blu cobalto che fumava una pipa

«Cosa essere tu?»

Mi chiese e io dissi

«Mi chiamo Alicia Liddell…sono la nipote di Alice Kingsley»

E tutti borbottarono

«Perche ti spacci per lei?»

Mi disse la farfalla e io dissi

« Non mi spaccio per lei ma non mi avete lasciato il tempo di parlare»

E lui ancora

«Chi ti ha tappato la bocca? Il gatto?»

E poi una voce calda

«No…io non c’entro niente…»

Disse e apparve dopo un po di fumo un gatto che mi rivolse un grande sorriso. Aveva il pelo a striscie viola e azzurre e gli occhi turchesi

«Allora, Alicia Liddell, dov’è la vera Alice?»

Mi chiese e io non sapevo cosa rispondere…cosa avrei dovuto dire che era morta 10 anni fa? Che era stata chiusa in una casa di cura che tradotto sarebbe manicomio? accidenti ma perche doveva succedere a me…cosi mentì

«Lei…è partita.»

Dissi poi e tutti sospirarono e il gatto mi disse

«C’è una persona che vuole vederti….vieni cara…»

E mi offri la sua coda come appoggio, chissà dove stavamo andando…
 

   
 
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