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Autore: edwstyles    22/08/2012    1 recensioni
« I'll break your heart ». « Maybe i'll break yours ». « Nobody breaks my heart »
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Stamattina c'era il gelo, forse il più pungente che abbia mai abbracciato. Rendeva le mie mani completamente inagibili, nemmeno la mia felpa riusciva a riscaldarle. E' vecchia, dovrò buttarla, ma saranno ormai anni che mi tiene compagnia in momenti come questi. E' la terza settimana di fila in cui non chiudo occhio la notte. E' da parecchio che non riesco a dormire, i pensieri mi si fiondano in testa e ci costruiscono casette e la gente al loro interno è in attesa, insieme a me, dell'alba. Forse è anche per questo che non dormo. L'alba è l'unico punto fermo in una folle corsa di parole, pensieri, preoccupazioni, dubbi e ingiustizie. Un attimo di respiro, bellezza e magia tra i colori del sole. Lì i miei problemi quasi riesco ad amarli, ho detto quasi. E' passato un pò da quando la mamma non c'è più, eppure mi sento come se non ci fossi più nemmeno io. Può l'assenza di una persona essere così pesante e soffocante, da riuscir ad assentare anche te? Non ho mai creduto a nessun affetto, a nessun emozione, desiderio e passione. Sono un cinico, testardo, egoista, solo, iperturbato. Eppure sono ancora qui, forse è questa la formula della sopravvivenza. Vivere ma non vivere, essere un morto che cammina, respira e dice stronzate. Ah, le stronzate sarebbero la verità, ma quando hai di fronte una massa di stupidi ogni volta che dici le cose come stanno, tutto diventa una grossa eterna patetica stronzata. E sei sfigato. Ma alle 5 del mattino tutto è possibile. Alle 5 del mattino lo sfigato diventa il 'Dio del mondo' , lo sfigato mette a tacere un pò di gente. 
La mamma, la mamma invece insieme a mio padre, era una sognatrice. Una di quelle che si sveglia alle 7 del mattino per andar a correre sulla spiaggia, assaporare il profumo della sabbia che si funge col mare e ascoltare le onde. Una di quelle che la notte invece di fare l'amore si mette a ricordare tutti i momenti più belli passati con papà : il loro primo incontro, il loro primo ti amo, il momento della mia nascita, la loro prima vacanza insieme a me. Mio padre scriveva musica invece, ricordo che la notte a volte quando non riusciva a dormire, si metteva al piano o alla chitarra, guardava mia madre dormire e strimpellava quell'ammasso di legno e corde e buttava giù qualche parola, qualche ricordo. Diciamo che la notte a casa mia c'è sempre stato un pò di movimento.
Adesso invece è tutto vuoto, tutto buio e silenzioso. La mamma è morta, mio padre è andato via qualche anno fa. « Ma ti pare il caso? E' la terza volta che la polizia ti accompagna a casa. Che razza di figlio abbiamo cresciuto io e tua madre? E' questo quello che vuoi dimostrarle? Son queste tutte le tue promesse? Complimenti, la prossima volta ti dò anche una coccarda così magari inizi con le canne ed'è finita proprio!. »  «Oh papà, le canne sono arrivate già da un bel pò.» infondo ho promesso alla mamma che sarei stato sincero. 
«Okay, basta mi sono stancato delle tue stronzate. Finisci il tuo ultimo anno, trovati un lavoro e sparisci da questa casa prima che lo faccia io.» «O prima che le tue birre ti tolgano da mezzo.»  Non ce l'ho fatta, il sarcasmo ce l'ho nel sangue. 
Non mi rispose, e da quella notte non parlammo più.  Non lo trovai nemmeno la mattina dopo in cucina a bere il caffè col giornale in mano e la chitarra tra le gambe, a cercar di strimpellare qualche nota. Una volta mi disse che imparò a suonare la chitarra e il pianoforte per la mamma, perchè le affascinava tanto la musica, non per niente infatti era una sognatrice e insieme lo diventarono entrambi. Papà avrebbe fatto qualsiasi cosa per conquistare il suo cuore, per possederlo per sempre e così fù.  E da quando è morta non suona quasi mai, però non ha il coraggio di dar via i due strumenti così ogni tanto è lì, che li strimpella con forza, quasi come volesse trovarci dentro ricordi e volesse riportar in vita la mamma.
Così invece di mio padre c'era un pancake sul tavolo della cucina, lo presi e lo morsi. Poi lo risputai, perchè faceva davvero vomitare. Fu lì che capì che mio padre era andato via da poco, i suoi pancake fanno davvero schifo. E davanti alla pentola con cui li cucinò c'era un bigliettino. Bigliettino? C'avrebbe fatto un giornale con tutto quello che c'era scritto lì, ma non lessi nemmeno una parola di ciò che c'era scritto, ero incazzato e ancora perplesso. Ma lo accettai, quasi come se glielo avessi chiesto io di andar via. Infondo io e lui siamo sempre stati uguali, due testoni ma con grande profondità, così dice la mamma. Che famiglia di merda però, ho sempre pensato. Non s'erano nemmeno ancora sposati, ma convivevano. 
Ma non m'importa, tanto sono le 5 del mattino. 
  
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