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Autore: Souls Rain    23/08/2012    4 recensioni
Dal terzo capitolo, "Testate e Inseguimenti":
"Bambini! Smettetela!" li rimproverò Maka, sarcasticamente.
"Bionda, smettila di rompere! C'è in gioco l'onore di noi guerrieri." le urlò Black*Star, correndo a recuperare la palla. Lo Shinigami si rialzò rapidamente, correndo a vendicarsi.
Le ragazze si rivolsero uno sguardo stanco.

--
{Il rating si alzerà durante la storia}
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Black Star, Death the Kid, Soul Eater Evans, Spirit Albarn
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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"Souls Rain" fanwriters present ...







"The fear in a nightmare can be qualification on the bases of courage's quantity."

- Joker -








- Prologo -



Fece scorrere lentamente una mano sul cartello, ormai malandato ed arrugginito che, una volta, indicava l'entrata della città prima conosciuta come Death City, luogo dove sorgeva la prestigiosa Shibusen. Ormai non ne rimaneva altro che un cumolo di macerie.
Strinse i pugni, soffermando lo sguardo sui ruderi che lo circondavano: era andato tutto distrutto.
Non era più la città dove era cresciuto, non era più la città della giustizia, non era più Death City.
Il suo pensiero volò al padre: non avrebbe mai permesso che la sua città fosse ridotta così, avrebbe fatto di tutto per risollevarla. Eppure, suo padre era stato la principale causa di tutto questo. Se non avesse ingannato il mondo, se avesse detto che il nemico non era stato totalmente annientato, tutta quella distruzione sarebbe potuta essere evitata.
Procedette a passi lenti verso le mura distrutte di quello che, una volta, era stato il locale Chupacabra. Si poteva notare ancora qualche rimasuglio della tinta del muro, mentre la "C" dell'insegna era rimasta ancora integra.
Sorrise amaramente al ricordo dell'amica Maka che, ogni volta, passeggiando per quella strada, si fermava di colpo, affacciandosi dalle finestre alla ricerca del padre. E quando lo trovava, quante risate alla faccia arrabbiata della ragazza! Quelli erano stati veri momenti felici, che sarebbero rimasti per sempre impressi nella sua memoria.
La gioia che aveva condiviso con quel gruppo ristretto di amici era stata tanta, così come il dolore che li aveva spinti a maturare, forse anche prematuramente. Ma il dolore più grande è stato quello dell'essere costretti alla separazione, ma non temporanea, per sempre.
Lacrime amare spingevano sui suoi occhi, ancora, dopo tutto quel tempo.
Le ferite del corpo possono guarire in fretta, ma quelle dell'anima impiegano anni per guarire. E c'è bisogno di affetto per guarire quel tipo di ferite, ma in quel mondo dominato dalla follia non c'era neanche il minimo segno di quel sentimento.
Volse lo sguardo al cielo tinto di rosso, l'aria impregnata di dolore. Poteva quasi sentire sulla lingua il sapore metallico del sangue che era stato versato.
"Ora rimedieremo al guaio che ha fatto mio padre" pensò, posando lo sguardo sulla figura femminile dietro di lui. Sorrise, lei era l'unica cosa che gli rimaneva di un'amore perso per sempre.
La ragazza lo guardò incuriosita. Il suo sguardo si intristì al pensiero della madre che, anni prima, passeggiava ridendo assieme all'uomo che aveva amato.
Il ricordo delle sua morte riemerse involontariamente, ricordò il dolore provato quando aveva solo tre anni.
Elizabeth Patricia morse le esili labbra, cercando di mantenere la calma. Il velo di apatia con il quale si era circondata non avrebbe dovuto essere infranto così facilmente.
Fece cenno al padre di proseguire, per non incappare in spiacevoli incontri. Infondo, ormai la morte era all'ordine del giorno.
Continuarono a camminare, in muto silenzio, avvolti dall'aura del dolore che condividevano da fin troppo tempo.
Le strade della città non erano mai state così macabre. Ogni angolo pullulava di malviventi, corpi gettati per terra senza alcun riguardo. Persino il campo da basket su cui da giovane era solito giocare, era divenuto il luogo preferito delle uova di Kishin dove giocare a pallacanestro con le teste delle loro vittime.
La ragazza squadrò con aria critica le strade, pronta a trasformarsi in arma in caso di necessità. Guardò disgustata uno dei mostri squartare e cibarsi delle viscere di un povero innocente, il sangue riverso sul terreno.
Kid ormai ci era abituato, passava indifferente davanti a quel tipo di scene. "Ho visto di peggio" ripeteva ogni volta.
Una goccia cremisi si depositò sul naso della bruna, alzò lo sguardo al cielo. Un uovo di Kishin le sorrideva sadicamente, brandendo fra le zanne quello che doveva essere stato il braccio di qualcuno.
Patricia si mise subito in posizione di difesa, pronta a sfoderare i suoi poteri da Shinigami. Prima che potesse fare qualcosa, Kid la fermò "Non ce n'è bisogno" disse, per poi lanciare una potente onda dell'anima, che scaraventò via l'uovo.
Lo osservò, colpita e desiderosa di raggiungere tali capacità. Poi riprese a camminare fra le terrificanti strade che l'avevano vista crescere.
La fine della via si aprì e mostrò un grande spiazzo di terra, dove si poteva riconoscere un mezzo teschio e uno spuntone rosso dalla punta spezzata. "Sono tornato, Shibusen." sussurrò Kid, cercando di non farsi sentire.
Elizabeth Patricia sgranò gli occhi. Mai aveva visto una simile costruzione che, seppur ridotta in macerie, manteneva la sua imponenza e maestosità. Osservò gli scheletri, ridacchiò flebilmente: somigliavano proprio a quel suo nonno così buffo che giocava sempre con lei, quando era bambina.
"Ehi papà, cos'è questo posto?" chiese curiosa. Kid sospirò, i ricordi che portava quella costruzione erano tanti.
"Un luogo speciale." rispose l'uomo, come a non voler disperdere l'aura misteriosa che aveva sempre aleggiato attorno alla sua scuola.
Patricia non capì, ma non indagò ulteriormente. L'espressione che aveva suo padre sul volto non la vedeva da tempo, per cui decise di non interrompere il viaggio indietro nel tempo che sembrava stare compiendo.
Sedettero su un muretto, una delle uniche cose rimaste intatte dopo la grande guerra. Per lo Shinigami, fu come tornare a quando aveva quindici anni e stringeva allegramente la mano dell'amata mentre Patty gli saltellava attorno dicendo cose senza senso.
Involontariamente, preso dai ricordi, Kid strinse la mano di sua figlia. Patricia non obiettò e ricambiò la stretta del padre, cercando di dargli un po' di conforto.
Poi il moro si alzò, dirigendosi verso un cumulo di macerie alla ricerca di qualcosa. La ragazza lo osservò riemergere, cosparso di polvere, stringendo quello che somigliava al frammento di uno specchio.
Compose il numero dei vecchi amici, al suo riflesso si sostituirono i volti familiari ed addolorati dei vecchi compagni. "Nessuno è riuscito a ricominciare." pensò.
Vide scorrere sul frammento i volti felici del suo vecchio gruppo d'avventure. Soul e Maka, Black*Star e Tsubaki, Kim e Jacqueline... nessuno di loro era rimasto come in quelle immagini, sorridenti e felici.
Si riscosse dai ricordi del passato, iniziando a parlare con tono serio. "Amici, come ben sapete, la guerra ha cambiato radicalmente le vite di tutti noi, strappandoci di mano amore, gioia e affetti, per questo, avrei bisogno di parlarvi nel luogo dove sorgeva la vecchia Shibusen." iniziò.
"Arriva al punto, shinigami." la voce di Black*Star risuonò nell'aria, incitatando Kid a continuare.
"Impaziente come sempre, Black*Star." commentò. "Dicevo, forse ho trovato un modo per restituirci le nostre vecchie vite." disse infine, per poi chiudere la chiamata.
"Di che parli papà?" chiese Patricia, scendendo dal muretto.
"Te lo spiegherò quando arriverranno gli altri" concluse.








N/A Lily Inuzuka:
Hola bella gente! Allora, ehm, boh. Sinceramente io le note d'autore non ce le metto mai, nelle fic, ma Matryoshka rompeva le scatole perché voleva metterle e... eccomi qui.
Visto che non so cosa dire, spero che vi sia piaciuto il capitolo é_é
Ammetto che l'idea -bastarda- di chiudere con suspeeeeence è stata mia, perché invoglia a volere il continuo.
Cosa succederà ai nostri eroi? é_é
Ora quindi
 vi dirò cosa è avvenuto dietro le quinte di questo capitolo:
-Le autrici hanno fangirleggiato e fuckyeahreggiato dicendo che avrebbero voluto risollevare il fandom;
-Le autrici hanno fangirleggiato sui personaggi vecchi e sulla loro figaggine;
-Le autrici hanno fangirleggiato su Masamune, che è un bonazzo, dal disegno di Matryoshka, e su Mifune, che è così awwwoso;
-Lily ha fatto tanti facepalm perché Matryoshka piangeva continuamente a mo' di fontana, specialmente su quella parte di nonvidicosa che le ha inviato;
-Le autrici si sono incazzate coi vari social network perché non funzionavano.

N/A Matryoshka: Ok, facciamo i seri. Allor, questa ideuzza gironzolava per la mia testolina già da un po' di tempo, ma non ho mai buttato giù nulla. Ironia della sorte, ho trovato questa folle e ci siamo coalizzate per risollevare un po' il fandom, che ormai naviga in fyccyne,  scrivendo qualcosa in vero stile Soul Eater. Quindi, botte, armi, sbudellamenti, uova di Kishin.  Ovvero roba bella. ù____ù
Poi ne è seguito tutto il progetto, tempistica, caratterizzazioni dei personaggi (We hate Gary Stu and Mary Sue), tutto l'intrico della trama. Ma di questi particolari non interessa a nessuno. ;)
Alla fine, sono uscite più di mille parole, ed è solo un prologo. Uau :DD
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e che i veri amanti di Soul Eater si facciano sentire! :D

  
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