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Autore: habanerossosangue    23/08/2012    2 recensioni
Un pianto la fece leggermente sobbalzare. Quel bambino non aveva intenzione di lasciarla dormire nemmeno un'ora. Ma era sua madre, come poteva far finta di niente e tornare a dormire, mentre suo figlio piangeva dall'altra parte della stanza?! Si scostò la coperta di sopra, fece per alzarsi, ma il braccio di suo marito la prese per la vita e l'attirò a se.
«Vado io. Torna a dormire.» gli sussurrò all'orecchio
«Sicuro?! Sei tornato tardi stanotte.» Non gli potè dire nient'altro. Gli diede un bacio sul collo e si alzò, andando verso la culla in fondo alla stanza.

P.S. non ci sarà alcun accenno per capire chi è la moglie per tutta la OS. Volevo che era una 'sorpresa' vedere con chi l'ho accoppiato.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Non riusciva a dormire. Da quando si era svegliato nel cuore della notte non riusciva a riprendere sonno. La cosa divertente che dormire era la prima cosa di cui aveva bisogno. Soprattutto in quel periodo. Di solito la sera [notte inoltrata] appena appoggiava la testa sul cuscino cadeva in un sonno profondo che nemmeno la Volpe a Nove Code sarebbe riuscito a svegliarlo. Quella notte, invece, dopo manco tre ore di sonno si svegliò senza alcun strano motivo.
Guardò fuori dalla finestra. L'autunno stava passando, le foglie avevano smesso di cadere e la nebbia cominciava ad inoltralsi al Villaggio della Foglia. Da casa sua non si vedeva un granchè ma dal cielo riusciva a intravedere delle nuvole grigie che avrebbero portato un pò di pioggia quella stessa mattina.
Era circondato da un silenzio assordante [assurdo]. Non era più abituato a quel silenzio. Quel meraviglio [mancato] silenzio lo fece come entrare in trans. Si era incantato a guardare fuori [il vuoto], con gli occhi socchiusi e la bocca serrata. Sentiva il battito del suo cuore lento, il respiro regolare che gli faceva alzare e abbassare il petto nudo, accompagnato ad un altro respiro dolce, più silenzioso. Girò lo sguardo dall'altra parte del letto e vide le spalle di sua moglie, coperta a metà dalla coperta, che dormiva [come al solito] a sonno pieno. Del resto pure lei non riusciva a dormire più di un paio d'ore. La stanchezza stava sfinendo entrambi.
Un pianto la fece leggermente sobbalzare. Quel bambino non aveva intenzione di lasciarla dormire nemmeno un'ora. Ma era sua madre, come poteva far finta di niente e tornare a dormire, mentre suo figlio piangeva dall'altra parte della stanza?! Si scostò la coperta di sopra, fece per alzarsi, ma il braccio di suo marito la prese per la vita e l'attirò a se.
«Vado io. Torna a dormire.» gli sussurrò all'orecchio
«Sicuro?! Sei tornato tardi stanotte.» Non gli potè dire nient'altro. Gli diede un bacio sul collo e si alzò, andando verso la culla in fondo alla stanza.
Osservò Naruto occuparsi del figlio. Non avrebbe ripreso sonno facilmente, allora rimase a guardare ogni suo movimento, mentre si stringeva di più alla coperta. Era da molto tempo che non guardava suo marito con attenzione. Era troppo impegnata col bambino e col lavoro che era già tanto se gli parlava la mattina o quelle poche volte che l'aveva beccato la sera tardi tornare a casa.Vide che non aveva niente adosso se non un paio di boxer. Conoscendolo, appena rientrato a casa, era così stanco che non si preoccupò minimamente di mettersi il pigiama. Si domandò se quella non era la prima volta. Si meravigliò, ricordandosi che l'ultima volta che aveva guardanto -piacevolmente- dormire Naruto era stato quando ancora aveva in grembo il bambino -o se l'aveva fatto non ci aveva nemmeno fatto caso [non si ricordava] a quello che indossava.
Lo vide prendere il figlio tra le braccia muscolose, per poi cullarlo dondolandosì un pò. Riusciva a scorgere solamente la piccola testina bionda - uguale a quella del padre - e le piccole mani che si agitavano verso il suo viso stanco. Andò in cucina, col bambino ancora in braccio, e scomparvero dalla sua visuale. Dal silenzio tombale della casa riusciva a sentire la profonda voce di Naruto che parlava dolcemente al figlio, mentre quello ancora piangeva rumorosamente.
«Non hai intenzione di stare tranquillo eh Minato?!» disse mentre prendeva il biberon dal lavandino e riempendolo di latte.
Minato. Un nome leggendario in tutto il Villagio. Entrato nella storia nei ninja come Lampo Giallo. Quarto Hokage, nonchè padre di Naruto. Lei stessa aveva deciso [accettato] di dargli, al suo primo figlio, quel nome. Non aveva mai visto prima di quel giorno suo marito guardarla con quegli occhi colmi di amore e dolcezza allo stesso tempo.

Stavano discutevano [animosamente] del nome del loro futuro figlio, mentre sistemavano i mobili della casa dove dovevano andare a vivere. Lei sapeva benissimo che il suo caro marito aveva in mente un nome ben preciso, ma che era troppo timido [spaventato] a proporlo alla moglie.
«E' possibile che non ti piace nemmeno questo nome Naruto?» gli aveva detto facendo cadere uno dei tanti scatoloni sparsi per la casa a terra.
«Non è che non mi piace ... non lo trovo giusto per nostro figlio, tutto qui.» disse per poi girarsi e trascinare il divano fino a una parete della stanza che sarebbe diventato il loro salone. Lei fece un respiro profondo e si avvicinò a lui.
«Se non accetti nemmeno questo ti giuro che lo chimerò Nessuno» disse guardandolo negli occhi «che ne dici di Minato?» Lui spalancò leggermente gli occhi, poi aggrottò le sopracciglia con un'espressione incuriosita per poi vedere gli occhi che si colmavano di una tristezza vecchia di molti anni.
«Fai come vuoi.» gli rispose allontanandosi e cercando di tenere occupato lo sguardo da un'altra parte.
«Non lo chimaerò Jiraya se è questo il nome che volevi dargli. Sai benissimo il motivo. Oltretutto non mi piace nemmeno» Non aveva niente contro a uno dei Tre Ninja Leggendari, ma sapeva l'ossessione di quell'uomo verso l'altro sesso e non voleva che attraverso il nome, in qualche modo, avrebbe ereditato quella 'passione'. Sentì Naruto trattenere un piccola risata.
«Si lo so. E' per questo che non te lo volevo dire. Non fraintendermi, io voglio bene al Quarto Hokage, in fin dei conti è mio padre, ma non l'ho mai incontrato se non una volta nella mia mente. Sai bene che da ragazzo mi sono molto legato a Jiraya-sensei e consideravo il nostro rapporto come quello che avevano un normale padre e figlio e ...» sospirò «vabbè lasciamo perdere. Finiamo di sistemare qua. Più tardi devo andare a lavorare» disse mentre continuava a spostare scatoloni da una parte all'altra della stanza solo per non guardare sua moglie in faccia.
Si avvicinò a lui e gli prese il volto fra le mani.
«Facciamo così: lo chiamiamo Minato e gli diamo Jiraya come secondo nome. Che ne dici?» le rivole uno dei suoi dolci sorrisi per poi scoccargli un tenero bacio sulle labbra.
«Lo adoro» E fu in quel momento che rivolse quello sguardo che se lo sognò pure la notte. Quelle iridi azzurre che si umidirono dall'emozione. Quegli occhi che mille volte aveva posato lo sguardo su di lei ma mai con quell'amore e quella dolcezza che trasparivano in quel momento -apparte quella volta in cui aveva finalmente dichiarato il suo amore-. Arrossì leggermente per poi continuare il lavoro che avevano interrotto.
«Minato - Jiraya - Uzumaki. Si suona bene.» disse tra se e se.


Appena Minato finì il latte, cominciò a mugugnare qualcosa di insensato, mentre Naruto ritornava in camera da letto.
«Shh. Dormi dai.» gli sussurrò per poi cullarlo dolcemente tra le braccia, mentre con la sua voce profonda canticchiva il movimento di una vecchia ninna nanna che la moglie cantava sempre al bambino. Rise al pensiero che di quante volte la sentiva cantare, inconsciamente, l'aveva imparata pure lui -tranne le parole-. Lei, invece, non avrebbe mai smesso di guardare quella scena che si ritrovava davanti nemmeno per tutto l'oro del mondo. Amava guardare Naruto, prendersi cura di Minato. Dopo qualche minuto riuscì a farlo riaddormentare così lo mise delicatamente nella culla avvolgendolo nelle coperte.
Si ricoricò nel letto mettendo le mani dietro la testa. Fece un profondo respiro e chiuse gli occhi. No, non sarebbe riuscito più a dormire quella notte [mattina]. Sentì la carezza di un esile dito lungo il braccio fino al suo volto.  Delineò il contorno della mascella. Salì fino alle tempie, gli sfiorò le punte dei capelli che gli ricadevano scompigliati sulla fronte. Riscese per tutta la lungezza del naso, per poi soffermarmi maggiormente alla forma di quelle perfette labbra. Era da molto tempo che non ricevava quelle attenzioni. Era persino preoccupato di aver dimenticato il tocco di sua moglie sul suo corpo. Aprì leggermente la bocca per dargli un tenero morso al dito per poi finire di dargli un leggero bacio. Aprì gli occhi e si ritrovò quello sguardo penetrante su di lui. Con quegli occhi che lo ammiravano come non facevano da tempo. Quando gli era mancato quello sguardo.
Come se si fossero letti nella mente si avvicinarono contemporaneamente uno all'altro, per poi scoppiare un una piccola risata imbarazzante. Sembrava come se fossero ritornati ai vecchi tempi, quando la loro storia era appena cominciata. Si mise sopra di lei cercando di non schiacciarla col suo peso, scostò i capelli e abbassò il volto sul suo collo annusando il suo profumo. No, quello non se lo sarebbe mai dimenticato. La sfiorò col naso il contorno di quel volto perfetto, mentre con una mano accarezzava dolcemente il corpo della moglie. Prima una gamba, poi il fianco, poi il seno fino ad arrivare di nuovo al volto che si fermò a contemplare.
Quanto tempo era passato dall'ultima volta che l'aveva veramente guardata in viso. Sapeva a memoria ogni dettaglio di quel volto, a partire dalla forma -degli occhi, del naso della bocca- a finire alle rughe d'espressione che gli comparivano se sorrideva, si accigliava, se si arrabbiava. Ma non era più abituato a guardarla come faceva una volta. Era passato troppo tempo. Con un bisogno improvviso di ricordarsi di nuovo ogli dettaglio, percorse con gli occhi ogni centimentro di quel viso. Non era cambiato niente, vedeva bellezza in ogni punto. Non si curava più come un tempo, per via di Minato e del lavoro stressante. Le occhiaie profonde che si potevano vedere anche al buio, il labbro superiore leggermente screpolato e piccoli punti neri comparsi nel naso o in fronte non riuscivano a togliere la sua bellezza naturale di cui si era innamorato.
La vide arrossire e fare un sorriso imbarazzante. Non si era reso conto che la fissava da molti secondi. Rise a sua volta cominciando a banciare ogni parte del viso, mentre una mano si insinuava sotto la vestaglia che indossava sempre per dormire. Gli baciò dolcemente la fronte, gli occhi, la guancia, il naso per poi baciare, quansi con avidità, quelle labbra che gli erano mancate più di qualsiasi altra cosa. Si, la baciava. Gli mollava un piccolo bacio a stampo prima di uscire per andare a lavorare o quando, quelle poche volte, la trovava ancora sveglia ritornando da lavoro. Ma era passato troppo tempo che si soffermava ad assaporare quella morbidezza che aveva amato, quel sapore che gli lasciava ogni volta in bocca e che non voleva che si torgliesse.
Se la trinse di più a sè per risentire il calore del suo corpo sul suo. Sentì le sue gambe ritirarsi leggermente per cingergli i fianchi, mentre una mano gli carezzava i capelli e l'altra si aggrappava alla sua schiena nuda. Si staccò [contro voglia] da quelle labbra rosee per continuare a saggiare, sia con le labbra che con la lingua, la sua pelle candida. Scese lungo il mento, poi il collo, poi la spalla, per poi risalire sul collo e senza  riuscre pù a controllarsi gli diede un morso che involontariamente la fece sobbalzare. Sentì la sua piccola risata rimbombargli nelle orecchie. In ricordo dei vecchi tempi, sapeva la giovane donna cosa significava quel morso. Era una specie messaggio segreto, a lei solo conosciuto. Naruto gli mollava un morso sul collo solamente se aveva necessariamente [immediatamente] bisogno di lei. Si aggrappò a lui cingendogli la vita con le gambe e il collo con le braccia, baciandolo con una passione assopita da troppo tempo.
Naruto si staccò per prendere fiato e gli sfuggì una risata. Aveva capito. Si ricordava. La prese di peso e invertì le posizioni. Il cuore accellerò e il respiro cominciava a essere irregolare. Si ritrovò quei setosi capelli sul viso che scostò bruscamente alzandosi a sedere con lei ancora a cavalcioni su di lui. La baciò violentemente approfondendo il bacio, mentre le mani, di nuovo, si insinuavano sotto la vestaglia per toccare quella pelle tanto desiderata. Non riuscendo più a connettere il suo geniale cervello, la moglie gli scompisglio prepotentemente quei capelli tanto [quasi impossibile] biondi per poi mordergli il labbro inferiore con forza, non curante che gli poteva far uscir sangue. Si allontanò di scattò, come scottata da lui, si alzò leggermente e cominciò a togliersi la vestaglia. Mentre se la toglieva intravide un sorriso malizioso comparire dal volto del compagno, facendogli perdere quasi un battito. Era un'aspetto di lui, che aveva conosciuto solo dopo aver capito di amarlo con tutta se stessa. Rimase talmente affascinata da tanta bellezza di quel 'lato oscuro' che la prima volta si preoccupò se era veramente il distratto [imbranato] Uzumaki di sempre. Non fece in tempo nemmeno di togliere completamente quella stoffa ormai ingombrante che già Naruto la prese per le coscie e se la stringe a se tanto era bramata la sua pelle a contatto con la sua.
Le mani non riuscivano a rimanere ferme, tremavano e tastavano la pelle della sua amata come se da milleni non toccavano qualcosa che le dissetava di piacere. Era passato troppo tempo da quando non toccava il suo corpo sinuoso. Sapeva con precisione ogni curva che la costituiva e rimase leggermente [del tutto] scolvolto del fatto che era cambiata. Esatto, sua moglie era cambiata e lui nemmeno se ne era accorto. Troppo impegnato col suo lavoro che non si accorse che sua moglie aveva preso due tre chili in più per via [per colpa] della gravidanza. Lo capì toccando con desiderio il seno -ingrandito-, i fianchi -allargati-, le coscie -più grandi-. Il fatto divertente era che non gli interessava minimamente che  era ingrassatta -e non voleva dirglielo per la sua sicurezza fisica-, perchè la trovava - come mesi e anni fa - affascianante, di una bellezza che gli toglieva il fiato solo a guardarla. Per lui sarebbe stata sexy anche con dieci taglie in più. Perchè l'amava incodizionatamente dal suo corpo. Ricomonciò a -ri-assaggiare il sapore della pelle. La sospinse leggermente verso dietro per baciare ogni centimentro di pelle nuda. Sentì le sue unghie lunghe conficcarsi nella pelle -come sempre, violenta-, mentre fece scorrere le dita lungo quei capelli profumati di pesca. Anche quelli erano cambiati. Sono diventati più lunghi di quanto si aspettasse.
«Mi piacevano di più quando li portavi corti» gli confessò, scompigliandoglieli leggermente. Lei in risposta lo spinse contro il materasso, in modo da ricatturargli le labbra.
«A me piacciono così» disse mentre gli lasciava un scia di baci - per lui scottanti - lungo tutto il torace. Arrivò all'ombelico e gli diede un'altro morso. Naruto in risposta rise con gusto, la prese per le spalle la fece risalire per scaccargli un'altro bacio sulle labbra. Questo non era per niente malizioso o altro. Voleva solo trasmettergli la sua felicità. Era felice di averla come moglie. Era felice di aver avuto un figlio proprio da lei. Era felice di stringerla tra le braccia e vantarsi che nessun altro poteva averla se non lui. E lei comprese la felicità che provava strofinando leggermente il naso contro il suo. Scese le mani lungo i fianchi per toccare il fondoschiena della compagna. Quanto tempo era passato dall'ultima volta che la possedeva? troppo. Aveva un bisogno, un esigenza [fin troppa] di entrare in lei. Di renderla sua [e soltanto sua] di nuovo. Infilò due dite nell'elastico degli slip per eliminare definitivamente le distanze, ma per sua grande sfortuna un suono mettallico - alquanto assordante - cominciò ad uscire dalla sveglia digitale che poggiava sul comodino. Entrambi sospirarono sfrustati.
Mentre la donna si coricava al suo fianco, lui spegneva la sveglia imprecando tra i denti. Riappoggiò la testa sul cuscino e sospirò nuovamente. Poi, con un sorriso divertito, cominciò a fare finti versi di dolore.
«La prego, mi aiuti mi sento male» disse toccandosi il petto. La moglie lo guardò prima un pò perplessa poi gli resse il gioco
«Mi dica Sesto Hokage che cosa si sente?»
«Mi fa male tutto, non riesco a muovermi, mi sa che oggi non posso andare a lavorare!» gli rispose avvinghiandosi come un bambino al corpo della donna.
«Non si preoccupi. Le do subito una speciale medicina, preparata da me, che la rimetterà in sesto»
«No no no no. Le medicine non serviranno a niente. Ho solo bisogno di una cosa per mettermi in sesto...»
«E che cosa le serve Sesto Hokage se non una medicina?» disse passando una mano tra i suoi capelli
«Ho bisogno la presenza di un'eccellente ninja medico per un'importante missione!»
«Così mi fa preoccupare. Di quale missione si tratta?»
«Arrivare fino al bagno spogliarmi e farmi una doccia calda. Questa è una missione di vita o di morte e ho bisogno di lei signorina. Sarà capace di aiutare a lavarmi?»
La donna rise di gusto, mentre, staccandosi da Naruto, si prese la vestaglia, se la rimise e tornò sotto le coperte.
«Muoviti Naruto. Farai tardi.»
Di malavoglia si alzò e andò verso il bagno che c'era in camera. Aprì l'acqua della doccia e, dopo essersi tolto i boxer, si infilò dentro. La moglie decise di rimanere a letto ancora un pò e mentre ascoltava il rumore del getto d'acqua che proveniva dal bagno, si ritrovò a pensare che suo marito era cambiato e lei nemmeno se ne accorse. Era da troppo tempo che non faceva caso ai dettagli fisici di Naruto. Quand'è che le spalle si erano allargate così tanto!? Quand'è che i cappeli si erano allungati fino, quasi, ad arrivargli davanti agli occhi?! Poi il pensate lavoro di Sesto Hokage vedeva che lo stata a mano a mano consumando. Troppe ore passate seduto in una sedia a controllare protocolli, registri di missioni, documenti ecc. Troppe tazze di caffè si prendeva al giorno, lui che quel sapore amaro non riusciva a digerirlo. Troppe poche ore di sonno per far riposare quella mente sempre attiva, ma costituita anche quella di certi limiti. E non riusciva a non occuparsi di Minato quando la notte lo svegliava il suo pianto [quando lo sentiva]. Poi del resto pure lei non era nelle migliori condizioni. Era tutta la giornata in ospedale a pensare ai pazienti malati, mentre, contemporaneamente si doveva occupare del bambino. Ovviamente molte volte l'aveva affidato ai suoi genitori
«Certo che ci occuperemo del nostro nipotino preferito! Su vieni qua Mina!»
Ad Ino e Shikamaru
«Ah che scocciatura! Un'anltro bambino daa badare. Non sono un baby-sitter!»
«Zitto Shika!»
A Kakashi-sensei
«No, non toccare la maschera. Buono Minato. Questa sarà una lunga giornata.»
Addirittura quanche volta a Sasuke
«Tks. Non gli bastava assillarmi con la sua presenza. Doveva fare pure un bambino uguale a lui.»
Ma lo sapevano tutti che più di un paio d'ore i neonati senza la propria madre non riescivano a stare.
Mentre rifletteva Naruto era già uscito dalla doccia ed era rientrato in camera solo con un'asciugamano legato in vita. L'osservò aprire un cassetto del comodino e prendere una paio di boxer puliti. Fece cadere l'asciugamano a terra rimanedo completamente nudo -gioia per gli occhi della moglie-, per poi infilarsi i boxer. L'Uzumaki sentiva quegli occhi verdi puntati su di lui e non riuscì a non arrossire leggermente a quell'attenzioni di sua moglie. E ci avrebbe scommesso il titolo di Hokage che se ne era accorta. Infatti appena si girò a guardarla vide un sorriso malizioso sulle sue labbra che ricambiò volentieri. Si vestì velocemente mentre si preparava un tazza di caffè in cucina, quando la compagna interruppe il silenzio.
«Sei diventato uguale a tuo padre» confidò apertamente il ninja medico. Naruto rientrò nella stanza con la tazza fumante di caffè e la guardò con le sopracciglia aggrottate.
«Non ti sto prendendo in giro, guarda.» Silenziosamente allora Naruto si avvicinò alla foto incorniciata dei suoi genitori davanti allo specchio della camera e cominciò a guardare prima lui e poi la foto. In effetti non aveva torti quella donna. I capelli gli si erano allungati abbastanza da arrivargli fino a sotto le orecchie, i tratti adolescienziali avevano dato il benvenuto a quelli da uomo. Il sorriso e occhi, invece, erano sempre stati uguali a quelli del Quarto Hokage. Qualche tratto li differenziava, presi dalla madre Kushina, ma poi per il resto era vero. Assomigliava parecchio al Yondaime. Rise al ricordo di quello che le aveva detto anni fa Jiraya-sensei.

«Sei talmente uguale al Quarto Hokage che non riesco a scorgere la minima differenza»

Con un piccolo sorriso sul volto si sedette vicino alla moglie. Cominciò a bere la tazza di caffè, mentre piccole smorfie gli comparivano sul volto.
«Perchè insisti a berlo se non ti piace?»
«Perchè è l'unica cosa che non mi fa crollare. Sono sicuro che tra un'ora ricomincerò a sentire la mancanza di sonno. Purtroppo non sono più come una volta che riuscivo a stare sveglio anche per tre giorni senza stancarmi»
«Naruto. Lo sai che non è questione di fisico come per gli allenamenti. Il cricetino che hai in testa non è abituato a tanto sforzo.» disse scherzando. L'Uzumaki posò la tazza sul comodino, la guardò come se stesse guardando una dea del cielo -e per lui era così-, mantre gli accarreza i lunghi capelli rosa che sempre aveva apprezzato fin quando erano ancora all'Accademia dei ninja.
«Non credi che è tardi?» domandò
«Ah non ti preoccupare tanto devo aspettare lo stesso più di mezz'ora, il mio consigliere. Lo conosci.» Risero entrambi ricordandosi delle strane abitudini che hanno sempre caratterizzato il loro vecchio maesto.
«Stasera cercherò di tornare prima okay?!» disse Naruto ritornando serio.
«Questo l'hai già detto ieri sera, la sera prima, la sera prima ancora, la sera prima ancora di quella sera ... quanto devo andare avanti eh baka?!»
«Lo sai tutti gli impegni che ho, tra missioni d'affidare, tra gli altri Villaggi che ci chiedono in continuazione sostegno per lotte interne ... poi c'è Shikamaru che mi fa pressione per l'organizzazione degli Esami delle Selezioni dei Chunin.» sospirò «Te lo prometto sarò qui prima di mezzanotte» gli disse alla fine dandogli un dolce bacio prima sulle labbra e poi sulla 'fronte spaziosa' che tutti prendevano in giro, ma che lui ha sempre amato.
Stava per alzarsi e andarsene ma venne afferrato bruscamente dalla maglia e baciato con foga. Spalancò gli occhi per il gesto improvviso e quando si staccarono gli arrivò un forte pugno [per niente forte, per gli standard di sua moglie] in pieno naso.
«Razza di testa quadra! Tu rientrerai non dopo delle dieci di stasera altrimenti puoi sognarti di entrare in casa per una settimana chiaro?! buona giornata!» disse rabbiosa girandosi poi dall'altra parte per dargli le spalle. Era passato troppo tempo da quando dall'ultima volta che erano stati più di qualche minuto insieme e tutte due stavano davvero uscendo fuoi dai gangheri, per la mancanza dell'altro. Non sono mai riusciti -da quando si sono sposati- a stare uno lontano dall'altro per così tanto tempo. Naruto rise, si alzò e prima di uscire dalla porta sussurrò alla sua vecchia compagna di team, alla sua miglire amica, alla madre di suo figlio sapendo benissimo che l'avrebbe sentito.
«Ti amo Sakura-chan»
  
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