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Autore: yachan    06/03/2007    3 recensioni
Tutto inizia con il potere che Elena riceve da uno sconosciuto, ma ciò porta ad effetti indesiderati. Zick cercherà d'aiutare l'amica, ma andrà davvero tutto bene? Possono le incomprensioni cambiare la loro amicizia?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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NUESTRA PROMESA

NUESTRA PROMESA

 

Cap. 3

 

 

-         Allora Domatore…hai perso la voce?- disse Obius, ma un onda di luce lo colpì da dietro la schiena- Ma cosa?!

-         Mi sa che sarai tu quello che perderà qualcosa- disse la ragazzina davanti a lui.

-         Elena!- esclamò Zick sorpreso.

-         Tsk, una scocciatrice- Obius si alzò, mentre Elena si preparava ad attaccare di nuovo- Calma, calma…me ne vado, per ora. Ma tornerò presto- si girò verso Zick- Ci vediamo, piccolo domatore- e sorrise, mentre scomparve dietro una cortina di fumo.

-         Adesso si sono dati ai giochi di prestigio?- disse Zick, mentre mandava via il fumo.

Elena che era davanti a lui, l’oltrepassò e s’incamminò verso il confine.

-         Elena, aspetta!- la inseguì- C- come hai fatto a trovarmi?

-         Dovevo aspettarmelo…- disse lei, mentre camminava- Non cambierai.

-         Eh?

-         La tua voce ti ha tradito, Zick- disse Elena- Ormai sono anni che ti conosco…so riconoscere se mi menti o no. E intuivo che tu e gli altri avevate in mente qualcosa.

-         Se lo sapevi, perché…?

-         Volevo provare a darti fiducia. Speravo che qualcosa sarebbe cambiato. Però mi sbagliavo. Mi hai mentito anche l’altra volta…tu non sei venuto all’appuntamento, perché sei andato con gli altri.

-         Elena…- chinò la testa triste. Non voleva certo che andasse a finire così- Dove stai andando?

-         Al confine. Ho imparato ad utilizzare i poteri del braccialetto.

-         Cos’hai fatto?! Timothy ti aveva proibito di…

-         Non m’interessa!- si girò di colpo verso di lui- Non ho più intenzione di sottostare alle vostre regole!

-         Come?

-         Possibile che non lo capisci ancora Zick?

Zick la guardò confuso.

-         Fino all’ultimo ho sperato che tu capissi come mi sentivo…

 

-         Ricorda che la faccenda del braccialetto deve rimanere segreta. E’ meglio essere cauti- disse Timothy e infine tutti quanti abbandonarono il salotto, lasciando il povero Zick ai suoi doveri.

-         Uff- sbuffò.

-         Zick…

-         Ahhh!- si girò- Nonna, mi hai spaventato. Pensavo che se ne fossero andati tutti.

-         Scusa Zick…è che aspettavo che si allontanassero gli altri.

-         Cosa volevi dirmi?

-         Ecco…la tua amica…non ti sembra strana?

-         Strana come?

-         Ecco…non ti sei chiesto perché abbia accettato quel braccialetto?

Zick la guardò sorpreso.

-         Non lo so…forse le interessava avere dei poteri. Sai com’è, pensa che sia più facile la vita, se si hanno dei poteri.

-         Elena è una ragazzina intelligente ed ha sempre usato il buon senso. Non avrebbe accettato così facilmente quel braccialetto, se non fosse stato per qualche motivo.

-         E quale sarebbe?

-         Zick, non ci sei ancora arrivato? In quanto sentimenti, sei una testa dura come tuo nonno.

Zick si sentì un po’ risentito dall’affermazione, ma non disse niente.

-         Ho notato che nell’ultimo periodo tu la stai tenendo lontana da tutte le spedizioni dei domatori.

-         Sì, lo faccio per il suo bene. Se mi seguisse, si potrebbe fare molto male. Non è più come una volta, quando ci scontravamo con mostri inferiori. Elena non capisce…lei è un umana e non ha poteri per potersi difendere. Io non potrò sempre salvarla.

-         Umana…- ripeté la nonna- Sai quanto me che Elena odia essere trattata così. Fin dal primo giorno che ti ha conosciuto, non le ha importato in che mondo assurdo tu vivessi. A lei importava stare in tua compagnia e vivere avventure.

Già, era vero. Anche quando avevano scoperto che lui era per metà mostro e metà umano, lei non si era tirata indietro.

“A me non importa che tu sia un mostro. Non cambia niente, anzi…sei il migliore amico che ho proprio perché non sei come gli altri. Sei sempre Zick…e anche se lo sapevo già, tu sei la prova che il mondo è più grande di quello che credevo…e questo è fantastico”

E anche quando aveva perso i suoi poteri, lei era rimasta al suo fianco.

“In fondo, le cose non cambiano. Poteri o no, noi resteremo sempre amici”

-         Capisci ora come si può essersi sentita?

-         Mh…

 

-         …ma non è così- Elena strinse forte i pugni- Pensavo che eravamo amici.

-         E’ così Elena- si avvicinò a lei- Noi siamo amici.

-         E allora non mi mentivi!- si scansò da lui.

Zick guardò l’espressione di Elena. Era davvero arrabbiata. Ma non come al solito. Vedeva anche tristezza.

L’aveva davvero combinata così grossa?

-         Guarda chi abbiamo qui…un domatore- apparve uno spettro- Avevo giusto un languirino…- fece per avvicinarsi, ma una mano s’intromise e con una sfera bianca, lo spettro scomparve in un attimo.

-         Non voglio interferenze…- disse Elena che le era bastato alzare la mano per sconfiggerlo.

Zick guardò sbalordito lì dove era scomparso lo spettro.

Adesso che ha il potere del bracciale, Elena fa più paura- ammise Zick osservandola- Cosa posso fare? Devo calmarla, solo così perderà il potere.

-         Elena ascoltami…io…

Elena lo guardò, mentre tentava di dire qualcosa. Il ragazzino scosse la testa incerto.

-         Allora è vero…noi siamo cambiati…

Zick ora la stava guardando.

-         A te interessa solo il mondo dei domatori.

Non c’è posto per me…

 

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Un gatto con le orecchie a punta e senza pelo, saltò sulla finestra e l’aprì. Dentro la stanza, era pieno di giocattoli sparsi sul pavimento e sui due letti c’erano due bambini che stavano dormendo beatamente.

Il gatto si avvicinò al letto del maschietto e lo guardò.

-         Charlie…ci sei ancora?

Il bambino continuò a dormire. Il gatto sospirò.

-         Sembra proprio che lo spirito di Charlie se ne sia andato…- si girò per andarsene.

-         Cos’è tutta questa fretta? Non si saluta prima di andarsene?

Il gatto si girò.

-         Charlie, ci sei ancora- disse felice.

-         Certo- rispose il bambino che se ne stava seduto sul letto- Dove volevi che me ne andassi?

-         Sai cosa intendevo…dopo tanto tempo, pensavo che ormai fossi scomparso.

-         E’ ancora troppo presto. Stanno succedendo troppe cose.

-         Te ne sei accorto anche tu?

-         Già, Elena ne è la prova. Qualcosa sta cambiando.

-         Charlie…tu sai qualcosa a proposito di quel braccialetto?

-         Ho letto le incisioni sul braccialetto e posso dire che ciò che contiene non è solo magia.

Timothy lo ascoltava attentamente.

-         E’ la formula di un sigillo e il braccialetto, il suo contenitore.

-         Contenitore? E di cosa?

Il bambino lo guardò preoccupato.

 

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Il vento attorno a loro stava aumentando e girava vorticosamente intorno ad Elena.

-         Elena…devi calmarti!

-         Non mi dire di calmarmi!- rispose lei e il vento aumentò di intensità.

“Questa non ci voleva…”- pensò Zick guardandosi intorno.

Il vento era così forte, che rischiava di essere trascinato da quel vortice che si stava creando intorno ad Elena. Doveva afferrarsi a qualcosa.

Vide un albero robusto e ci si aggrappò.

E ora doveva pensare a una soluzione. Elena sembrava non accorgersi di quello che stava accadendo.

-         Zick!- sentì la voce di Teddy e vide il gruppetto di domatori avvicinarsi a loro- Che sta succedendo?

-         Fermatevi! Non avvicinatevi!- gli gridò lui.

Ma ormai era troppo tardi. Il vento li stava ora risucchiando.

-         Aggrappatevi a qualcosa!- gli disse Zick.

I ragazzi a stento, riuscirono ad aggrapparsi a qualcosa, prima che l’aria si facesse più pesante.

-         Ahhh! Sto volando via!- disse il fratello piccolo.

-         Ti tengo io- il fratello maggiore lo afferrò per il braccio.

-         Da dove arriva questo vento?- chiese Teddy.

-         Zick…ma è Elena l’artefice di tutto questo?- chiese Lay.

-         Sì, purtroppo- disse Zick- E non so come calmarla.

-         Vuoi dire…che davvero quel braccialetto ha dei poteri?- disse sorpreso Teddy- Allora fai fermare Elena.

-         Fosse così semplice…non mi vuole ascoltare. E’ arrabbiata con me.

-         E con questo?

-         Se non si tranquillizza, il potere non cesserà.

-         Tu ed Elena litigate in continuazione…come fate per far pace?- chiese Lay.

-         Non so…- Zick guardò l’amica- A volte bastava chiedere scusa, ma adesso…

Pensavo che eravamo amici.

Se erano in quella situazione, era dovuta alla sua bugia. L’aveva mentita e ora lei si sentiva risentita dal suo comportamento. Cosa poteva fare? Se solo ci fosse stato lì Timothy. Però non poteva sempre contare su di lui. Doveva dimostrare di essere cresciuto abbastanza per cavarsela senza un tutore.

-         Zick, il vento sta aumentando!- disse Lay.

-         Guardate!- indicò Paul il fratello più piccolo.

Un gruppo di spettri neri si stavano avvicinando in volo.

-         Se ci attaccassero adesso, saremmo spacciati- disse Teddy.

-         Aspettate, non vengono per noi- disse l’altro fratello- Gli spettri sembrano essere richiamati dal vortice.

-         Hai ragione- disse Lay- E’ come se il potere di Elena li stesse attirando.

-         E una volta qui, che faranno?

I ragazzini guardarono uno dei spettri che arrivò per prima. Non fece in tempo ad avvicinarsi ad Elena che appena sfiorò la barriera di vento, scomparve nel nulla.

-         A- avete visto?- chiese incredulo Raul.

-         Gli spettri scompaiono se si avvicinano- disse Zick.

-         Grande, così si elimineranno da soli- disse Teddy.

-         Forse non è negativo tutto questo.

-         Però…- Zick guardò l’amica. Si trovava sempre lì ferma in piedi, con il volto verso il basso, quasi non si accorgesse di cosa succedeva intorno a lei- Non posso lasciarla così.

-         Aspetta, chi ci assicura che non farai la stessa fine degli spettri, una volta che ti avvicinerai?- disse Teddy.

-         Ha ragione lui- disse Lay- Non puoi rischiare.

-         Elena non sembra cosciente di quello che fa- disse Zick- Potrebbe essere pericoloso anche per lei.

-         Zick non andare!- gli disse Lay, ma ormai lui aveva deciso.

Si staccò dall’albero a cui si stava tenendo e si fece trasportare dal vento. In pochi istanti, si ritrovò a qualche metro da terra e continuava a girare in tondo, trascinato dal vortice.

-         Sembra che stia bene- disse Teddy.

-         Ma dove guardi, Teddy!- disse Lay- Non vedi che sta facendo fatica a respirare? E gli è anche impossibile muoversi come vuole.

-         Però sembra che ci stia riuscendo- disse Paul- Pare quasi che stia nuotando nell’aria.

-         Che intenzioni avrà?- disse Teddy.

-         Ho capito…si sta avvicinando al centro del vortice- disse Raul- Si sa che al centro di un vortice, è tutto tranquillo.

-         Certo, è per questo che Elena riesce a stare ferma lì.

-         Zick ha intenzione di raggiungerla- disse Lay.

Il ragazzino dai capelli blu provò di nuovo a muovere le braccia e lottare contro quell’aria forte. Ancora poco e c’è l’avrebbe fatta.

-         Elena!- gridò, ma la ragazzina sembrò non sentirla.

Fece un ultimo sforzo e finalmente riuscì ad uscire dalle correnti d’aria e cadere al centro del vortice. Lì era tutto tranquillo. Prese fiato e afferrò Elena per le spalle scotendola.

-         Elena, mi ascolti! Devi svegliarti!

La ragazzina sembrò essere in uno stato di coma.

-         …a…aiuta…mi…- riuscì a dire sussurrando.

Zick non sapeva cosa fare. Come poteva aiutarla, se neanche i suoi poteri potevano far niente in quella situazione?

Non poteva aiutarla…

Strinse i pugni, si sentiva impotente.

Guardò il braccialetto.

La colpa di tutto era quello. Cercò di afferrarlo, ma di tutta risposta ricevette una scossa.

Era impossibile sfilarglielo.

C’era solo una cosa che poteva fare…anche se non era convinto che sarebbe bastato.

-         Allora, allora, vedi qualcosa?- chiese il fratello piccolo al grande.

-         No…non si vede bene…

-         Ehi, il vento sta calando- disse Teddy.

-         Sì, ora si riesce a vedere qualcosa…sono loro, Zick ed Elena.

Il vento cessò di soffiare forte e i ragazzi poterono staccarsi dai loro appigli.

Il gruppetto dei domatori  guardò i due che se ne stavano fermi lì, mentre tutto tornava alla normalità.

Zick stringeva tra le sue braccia l’amica Elena, che sembrava essersi addormentata.

Da lontano i ragazzi sentirono le voci degli altri domatori che venivano verso di loro. Avevano notato quel grande vortice che aveva attirato una gran quantità di spettri.

C’erano molte cose da spiegare, ma al momento nessuno dei presenti se la sentiva di aprire bocca e rovinare quell’atmosfera.

 

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-         Si è addormentata- disse Greta, la madre di Zick.

-         Bene, adesso noi due dobbiamo fare un discorsetto- il padre Zob guardò con aria severa Zick.

-        

-         Per prima cosa…cosa ci facevate lì? Vi rendete conto che pericolo avete passato?

-         Mh, sì…

-         Senza contare che ti avevo dato il compito di controllare Elena. Invece hai fatto di testa tua ed Elena ha finito per utilizzare il suo potere.

Zick aveva lo sguardo triste.

-         Io penso che Zick si sia già reso conto dello sbaglio- intervenne Greta.

-         Però…

-         Sono sicura che Zick non l’ha fatto apposta. E’ pentito e questo basta, per il momento.

-         Sei troppo buona Greta. Poteva finire che lui o Elena si facessero male.

-         Ora Zick, sei cosciente di quello che può provocare il braccialetto e starai più attento- disse Greta.

-         Mh…sì.

-         Giusto del braccialetto…- disse Timothy, che era rimasto ad assistere alla scena- …devi sapere che in braccialetto è un contenitore.

-         Contenitore?- Zick lo guardò sorpreso.

-         Sì, contiene un Geko.

-         Un Geko…mi sembra di averlo sentito- disse Zob.

-         Sì, certo…non era quel mostro molto pericoloso, che era stato eliminato ormai da anni dai domatori?- disse Greta- Non si sono presentati altri simili finora.

-         Proprio quel Geko che è stato eliminato anni fa…in realtà non è stato sconfitto definitivamente dai domatori, ma dato il suo grande potere, c’era solo una soluzione…rinchiuderlo da qualche parte- disse Timothy- All’epoca i barattoli dombox non erano così affidabili come adesso. Così che si è pensato ad una soluzione alternativa.

-         Il bracciale- disse Zick.

-         Esatto. Con un opportuno sigillo, il mostro non sarebbe riuscito ad uscire. E così è stato per tutti questi anni.

-         Ma allora come mai…?

-         Anche se il mostro non può uscire, ha sempre i suoi poteri e chi indossa il braccialetto, ne viene automaticamente in possesso. E così è stato per anni. Ma gli unici che potevano, erano solo chi aveva un temperamento agitato, come per l’appunto Elena.

-         Però come si fa a toglierlo?

-         E’ questo il punto…una volta che il braccialetto trova il padrone ideale, non si toglie più.

-         Cosa!- Zick si alzò in piedi.

-         Si viene lentamente assuefatti dai suoi poteri e si rischia di perderne il controllo. Come nel caso di Elena, la ragazzina non era in grado di controllarne gli effetti, quasi non fosse lei a manovrare il potere.

-         Quindi, questo Geko riuscirebbe a prenderebbe il controllo del corpo di Elena, è questo quello che intendi?- disse Zob.

-         Esatto.

-         N- non c’è davvero nessuna soluzione?- Zick guardò preoccupato il gatto.

-         Al momento no.

Zick rimase in silenzio. Non c’era nessuno modo per aiutare la sua amica? Perché, perché era dovuto succedere proprio a lei?

-         Zick, tesoro, stai bene?- chiese Greta avvicinandosi al figlio- Sei pallido…

-         Ah…io…no, sto bene.

-         Sta tranquillo Zick, troverò comunque una soluzione. Tu devi solo aspettare e presto si risolverà tutto- disse Timothy.

-         Mh…- disse poco convinto.

-         Perché non vai adesso a vedere se Elena si è svegliata?

-         …d’accordo- ed uscì dalla sala.

-         Perché non hai detto niente a Zick?- disse Zob alla moglie- Se non impara subito la lezione, ripeterà lo stesso errore un’altra volta.

-         Non credo, Zob- disse Greta- Zick è un bambino sensibile e credo che il pericolo corso a Elena, lo faccia sentire già in colpa. Sarà questa la sua lezione, convivere con il rimorso di averla messa in pericolo.

-         Mh, capisco…- si girò e guardò il gatto- Timothy, davvero non conosci un metodo per togliere quel braccialetto?

Il gatto scese dal divano.

-         In realtà sì…

-         Davvero?- dissero stupiti Zob e Greta.

-         Non ne volevo parlare con Zick vicino.

-         Perché, è doloroso?

-         Vedete…tempo fa si è verificato un caso simile. La persona aveva indossato il braccialetto ed essendo idoneo, non riusciva a sfilarlo. Così che in breve tempo il potere di Geko ebbe il controllo su di lui.

-         Ed è riuscito a trovare una soluzione?

-         In un certo senso, sì…il braccialetto ha bisogno di un corpo vivo e per il mostro basta poco per sbarazzarsi della personalità della persona, per infine riuscire a lasciare il braccialetto, entrando nel corpo di un altro. Così che, quella persona pur di non cedere il suo corpo a Geko, lui…- prese una pausa- beh, si uccise.

-         Come?- dissero all’unisono i genitori.

-         Era l’unico rimedio…una volta che il corpo muore, il bracciale si stacca dal polso e torna ad essere innocuo.

-         E’ per questo che hai evitato di parlarne a Zick.

-         Sì, non voglio che si agiti ulteriormente.

-         Però se davvero Geko vuole ottenere un corpo…farà la stessa con Elena?

-         Mh- fece cenno di sì.

-         E’…è terribile- disse Greta tappandosi la bocca- Povera Elena. Bisogna impedirlo.

-         Non sarà facile…- disse Zob.

-         Proverò a cercare di nuovo…- disse Timothy.

 

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Zick si sedette su una sedia e rimase ad aspettare che Elena si svegliasse. Non voleva svegliarla e non se la sentiva di parlarle.

Si sentiva così sciocco per essere andato lì con gli altri e si sentiva sciocco per averle mentito su delle sciocchezze.

Se fosse stato sincero con lei dall’inizio…anzi, se si fosse presentato all’appuntamento, ora lei non sarebbe in quel pasticcio.

-         Uff…- sospirò triste.

-         Zick triste?- intervenne Bombo che stava affianco a lui- Preoccupato per Elena? Elena ammalata?

-         No Bombo, sta solo dormendo.

-         Ohh…e allora perché quel muso? Tu stai male?

Non gli pareva il caso di coinvolgere gli altri nei suoi pensieri. In fondo, era un problema che riguardava solo lui.

-         Non è niente Bombo- tentò di sorridere.

In quel momento Elena aprì gli occhi.

-         Elena, ti sei svegliata- disse felice Zick- Come ti senti?

-         Uhh…un po’ frastornata- disse lei toccandosi la testa. Aveva ancora molti ricordi confusi- Perché sono nel tuo letto?

-         Ti ci abbiamo portato noi, dopo che eri svenuta.

-         Ah, già…- guardò il braccialetto- C’è l’ho ancora al polso.

-         Eh…- Zick tentò di sembrare sereno- Sai Elena, Timothy presto riuscirà a toglierti il braccialetto. E’ solo questione di tempo.

-         Sì…- si sforzò di sorridere.

Si creò un silenzio imbarazzante tra i due. Bombo diede un occhiata a Zick ed Elena senza capire.

-         Erg…ora che ci penso, domani abbiamo un compito in classe…tu hai già studiato?

-         Sì, Zick. Abbiamo studiato insieme, non ricordi?

-         Oh, già- Zick si alzò in piedi in cerca di qualche argomento che sembrasse meno stupido- Tu non hai fame?

-         Sì! Bombo tanta fame!- disse felice Bombo, mentre si leccava la bocca.

-         No Bombo, non stavo chiedendo a te.

-         Ti ringrazio, in effetti ho un po’ di fame...

-         Aspetta, dovrei avere qualcosa che ho messo da parte, in modo che Bombo non tentasse di prenderlo- e guardò il mostro rosso.

-         Io? Noo, io non lo faccio.

-         Ah no? E cosa mi dici di quel lampadario che hai in pancia?

-         Lampadario? No, no- scosse la testa fingendosi innocente.

Zick guardò il mostro che purtroppo per lui, un lampadario di quelle dimensioni, si vedeva anche troppo chiaramente dentro la sua pancia.

-         La mamma si arrabbierà molto quando lo scoprirà.

-         Ohimè- disse preoccupato Bombo.

-         Eh, eh- ridacchiò Elena- Non cambi mai Bombo.

-         Uhm, dove avrò messo via i biscotti?- Zick si guardò intorno.

-         Senti Zick…

-         Dimmi.

-         Mi spiace per i guai che ho causato.

Zick si girò per guardare l’amica.

-         Non ricordo bene cos’è successo…però so di aver combinato un gran casino. Non so che mi abbia preso- sospirò- Forse è come dite voi…non so controllare la mia rabbia.

-         Non ti preoccupare. Non è successo nulla- prese una scatola- Oh, trovati!

-         Però mi sento comunque in colpa per i guai che ho combinato.

-         Non pensarci più Elena- si sedette sulla sedia e le offrì i biscotti- E’ acqua passata.

-         …va bene- mangiò il suo biscotto in silenzio.

 

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Bene bene bene…e così, eccomi al terzo capitolo. Ehm, non so come stia venendo fuori, essendo la prima volta che scrivo una fan fiction su Monster Allergy, però spero che sia almeno gradevole.

Nella speranza che Monster Allergy diventi più famoso e conosciuto, mi preparo con il prossimo capitolo. Perciò, alla prossima!

By Ya-chan

 

   
 
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