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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    23/08/2012    1 recensioni
[KamenRiderCrossovers][FluffShonenAiYaoi]
Alcuni snippet coccolosi su vari pairing e pg provenienti da alcune serie Heisei dei Rider.
Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Toei Animation e Shotaro Ishinomori, che ne detengono tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro ed è dedicata al “Maritoh” Ankh, visto che non sono capace di parlare chiaramente, sono costretta a ricorrere all'unica arma in mio possesso. La scrittura.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Tales From Tokusatsu Worlds'
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Fandom: Kamen Rider/Crossover
Rating: Per tutti
Personaggi/Pairing: Philip, Shotarou, Ankh, Eiji, Kengo, Gentarou, vari comprimari delle varie serie.
Tipologia: OneShot
Avvertimenti: Fluff
Genere: Sentimentale, Malinconico
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono ma sono di proprietà di Toei Animation e Shotaro Ishinomori, che ne detengono tutti i diritti. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro ed è dedicata al “Maritoh” Ankh, visto che non sono capace di parlare chiaramente, sono costretta a ricorrere all'unica arma in mio possesso. La scrittura.

GLIMPSES OF LOVE FROM ALL OVER THE TOKU WORLDS

Fuuto, 30 Agosto 2010

Shotarou, mi accompagneresti in un posto?”

Non c'era neppure stato bisogno, per il detective, di rispondere.

Quando, il giorno seguente al ritorno di Philip - dopo la notte trascorsa assieme, abbracciati con l'intenzione quasi di non lasciarsi più andare - il più giovane era sceso in agenzia con l'intento di trascorrere la sua prima, vera giornata con un corpo umano e pulsante alla ricerca di cagnetti scomparsi e alle prese con vecchine sospettose dei propri vicini ma assieme a Shotarou, Aki-chan e magari anche Terui, aveva trovato il partner seduto alla sua scrivania.

Era stato accolto da un vago sorriso e dalla voce di Hidari che gli chiedeva se avesse dormito bene.

Lui aveva annuito ed era andato al fornello per scaldarsi un po' d'acqua per il tea prima che una mano ferma e calda, afferrandogli il polso, non lo bloccò.

Voltatosi, i suoi occhi avevano incrociato quelli dell'altro, che lo guardava con un misto di preoccupazione e affetto: “Oggi l'Agenzia è chiusa, anche Akiko e Terui non ci sono. Quest'oggi, siamo solo io e te.”

Aveva tante implicazioni quella semplice affermazione, prima fra tutte il bisogno, per la parte sinistra di W, di non allontanarsi troppo dalla sua parte destra, di tenerlo sott'occhio per paura che sparisse nuovamente.

Sorridendo, consapevole di tale turbine di sentimenti, Philip annuì, rimettendo a posto la tazza rossa e il bollitore mentre afferrava il proprio spolverino dall'attaccapanni e se lo drappeggiava addosso: “Shotarou, mi accompagneresti in un posto?”.

E così fu.

In sella alla moto, non si erano neppure parlati eppure Hidari sapeva perfettamente dove andare, avevano raggiunto sgommando, evitando il traffico di prima mattina per un pelo, il cimitero cittadino.

Lì, il maggiore aveva acquistato un bellissimo mazzo di gigli bianchi presso un piccolo carretto che sostava nei pressi e aveva anche preso un certo numero di rametti di incenso.

In silenzio, fianco a fianco, con la mano di Philip che sfiorava delicata e fredda quella di Shotarou, i due partner camminarono tranquilli tra i viali ghiaiosi e puliti, deserti a quell'ora, fino a fermarsi davanti a una piccola lapide, pulitissima e ben curata.

Come se fossero movimenti ormai consolidati, Hidari si levò il fedora, che appese al solito gancio sulla tasca posteriore dei pantaloni, e cominciò a sistemare i fiori, ad accendere il rametto di incenso per poi concludere, in ginocchio, con una preghiera sussurrata a mezza voce.

Philip lo osservò stupefatto, stretto nel suo completino verde pastello.

In questo anno...?”

Joker si lasciò scappare un sorriso malinconico: “Hai detto di avermi tenuto d'occhio, ma questo deve esserti sfuggito, aibou... Si, da quando ho scoperto che era stata eretta una lapide per lei sono sempre venuto qui a occuparmene. In fondo, Daido Katsumi era il suo unico figlio e lei lo rivedeva in te...” meccanicamente, la sua mano andò a sfiorare la pietra levigata che recava il nome di Maria S. Cranberry e due piccoli kanji, tra parentesi, che indicavano il suo cognome originario.

Daido.

Ma non solo...” sussurrò appena Shotarou, attirandolo verso di sé e abbracciandolo: “Ho portato spesso Mikku a visitare la tomba di famiglia dei Sonozaki e...” non riusciva a dirlo, Hidari, non riusciva a dire che c'era andato per sentirsi un po' più vicino al suo indimenticato partner, non riusciva ad ammetterlo neppure allo stesso, palesemente davanti a lui in carne ed ossa.

Con un bacio appena sfiorato sulla guancia dell'altro, Philip si accoccolò contro di lui, chiudendo gli occhi e ringraziando mentalmente la sorella per avergli restituito la sua vita.

 

Leisureland, 15 Maggio 2011

La prima cosa che Eiji percepì, al proprio risveglio, fu la totale immobilità del proprio corpo, paralizzato, e le voci attutite che gli ronzavano attorno.

Sentiva la voce di Goto-san e Date-san da qualche parte, molto fievoli, attorno a sè ma non aveva la forza di aprire gli occhi. Poteva solo ascoltare.

E sentì Hina preoccuparsi per lui e passargli un fazzoletto umido sul volto, sentì i due Birth cercare di tirarla su di morale e rassicurarla, ma soprattutto sentì una presa d'acciaio sulla propria spalla e un respiro quasi affannoso nelle orecchie, unito a un basso ringhio di frustrazione molto familiare.

Anko, sta calando il buio e forse è meglio se torniamo verso i bungalow del parco.”

La voce di Date gli fece capire che, forse, era proprio il corpo di Ankh quello su cui era disteso, e la cosa lo imbarazzò non poco.

Taci. Finchè quest'idiota non si sveglia, da qui non ci muoviamo.”

Che caratterino.”

Non aveva la minima idea sul come interpretare quel sentimento che gli sgorgava dal cuore ma, dal momento che era lì, piacevole e caldo, perchè porsi domande?

 

Tokyo, 20 Gennaio 2029

Ryotaro Nogami, ormai adulto, sapeva, sentiva nel profondo del cuore, che non avrebbe mai potuto dimenticare i giorni in cui, quando era poco più che un ragazzo, aveva viaggiato come in un sogno attraverso le epoche, gli anni, a bordo di quel treno misterioso, quel treno che gli aveva permesso di vivere, e anche di trovare quell'amore e quell'affetto che, la morte troppo repentina dei genitori, gli aveva quasi impedito di avere.

Aveva trovato una famiglia negli Imagin, aveva trovato altre due sorelle in Hana-san e Naomi, oltre che in Airi, e quasi un padre nell'Owner.

Aveva trovato la profondità di un legame in Yuuto, un legame che, nel corso degli anni, aveva riconosciuto come quel qualcosa che doveva aver legato anche i suoi genitori e che, malgrado l'affetto, non aveva trovato nella donna che era diventata sua moglie e che gli aveva dato dei figli.

Cinque, nati ciascuno a poca distanza dall'altro.

E mentre stringeva tra le braccia l'ultimo nato, e i piccoli si assiepavano attorno a lui per vedere il fratellino, Ryotaro sorrise tra le lacrime, mentre osservava i quattro maggiori contendersi lo spazio attorno a lui e sentì il cuore stringersi nel vedere che stavano assumendo i comportamenti delle loro controparti Imagin.

Momotaro, Urataro, Kintaro e Ryotaro, non fate troppo rumore, o sveglierete il piccolo Yuu.”

 

Rabbit Hutch, 22 Aprile 2012

Nel momento in cui i loro compagni se ne andarono, uno strano silenzio cadde tra i due ragazzi, che li metteva a disagio, in un certo senso: Kengo non voleva pensare a quello che era accaduto prima e Gentarou ...

Si sentiva imbarazzato di fronte Kengo, sapendo che era lui quello che aveva fatto piangere Utahoshi, l'aveva realizzato istantaneamente quando ne aveva visto gli occhi al risveglio.

Poi, Utahoshi improvvisamente si alzò e si avvicinò a Gentarou, abbracciandolo stretto e seppellendo il proprio volto nell'incavo del collo del moro.

In un primo momento, Kisaragi rimase sbalordito: l'altro non era il tipo da tenerezze o coccole, quasi non si tenevano per mano, anche se qualcuno avrebbe potuto obiettare che fossero più simili ad amanti che a semplici amici!

Ma un attimo dopo, Gentarou avvolse le braccia intorno alla vita del compagno, sorridendo.

"Sei proprio un idiota ..." mormorò Utahoshi: "Pagherai per questo …"

"Scusa, scusa, non avevo intenzione di farti preoccupare, e neppure ho intenzione di morire troppo presto..." replicò cautamente Gentarou.

"Ma è successo. Ed è stata tutta colpa di Sakuta.”

Ryuusei mi ha mostrato il suo vero cuore, e per la prima volta. Non vedevo l'ora di vedere il vero Ryuusei e adesso, siamo amici!”

Quel suo entusiasmo infantile era tipico...

Poi, Gentarou lo sollevò e fece in modo che le loro labbra si incontrassero: erano quasi della stessa altezza, ma il ragazzo dai capelli corvini era decisamente più forte di Kengo, che si trovò ad avvolgere le proprie braccia attorno al suo collo, premendo le labbra su quelle di Kisaragi.

Dio, era una sensazione meravigliosa...

Quella notte sarebbe stata solo loro.

   
 
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