For every laugh, there should
be a tear ~
#02
Pinocchio, 1940
# Desolation
Davanti ai suoi occhi dipinti
d’azzurro, la stanza fredda si animò delle luci del ricordo: il burattino
avanzava e attorno a lui gli orologi si coloravano di vita e i cucù cinguettavano e i
carillon trillavano e il fuoco scoppiettava di nuovo allegro nel camino; c’era una
boccia per i pesci sulla mensola e lì accanto un gattino nero dall’aria troppo
felice per pensare di papparsi la sua preda, e là, naturalmente, là, seduto sull’unica sedia della
stanza, a braccia aperte, c’era il babbo. Pinocchio avrebbe voluto soltanto corrergli in
braccio e stringerlo forte e non lasciarlo andare mai più, ma non appena mosse
un passo verso di lui, ecco che le luci si spensero, tutti i colori tornarono
grigi, gli orologi e i giocattoli tacquero, il fuoco morì, gatto e pesce
svanirono e lui non c’era più, non c’era
più, non c’era più.
Gli restavano solo una stanza fredda, una sedia vuota, il silenzio di un grillo parlante,
le lacrime che gli pasticciavano i colori del viso e il suo piccolo cuore di
bambino mai nato che si spezzava e si frantumava in mille trucioli di legno e
polvere.
[ 190 parole ]
Spazio dell’autrice
In primis lasciatevi dire che siete
meravigliosi ;///; Non mi sarei mai aspettata tanto entusiasmo per questa
iniziativa. Grazie di cuore!
Per quanto riguarda Pinocchio, ho voluto rappresentare il
momento in cui il burattino torna a casa e scopre che Geppetto è partito – e ho
immaginato il suo senso di colpa nel ritrovarsi solo in quell’unica stanza che
adesso non risuona più di musica e risate. Pinocchio non è esattamente uno dei
miei protagonisti Disney preferiti, ma Geppetto indubbiamente sì, e quella casa
non è casa senza di lui ♥
Spero di poter essere ancora così
regolare con i prossimi aggiornamenti ;D
Aya ~