Il norvegese fissava irritato Søren scolarsi l’ennesima birra, con una certa nonchalance.
“Suvvia Olav! Non essere così cupo, divertiti ogni tanto!”
Urlò l’altro gioioso porgendogli un boccale traboccante di ottima birra belga.
“Sono le 4 del pomeriggio.”
Replicò l’altro secco.
L’altro sembrò non dare attenzione a quelle parole, bevendo il liquido ambrato che poco prima aveva offerto all’amico.
Beh, in fondo erano a Leuven, la cosiddetta “capitale della birra”.
Anche se ovviamente non avrebbe mai battuto quella danese, certo.
Inoltre quell’ubriacarsi a un tale orario non era dovuto esclusivamente al luogo in cui si trovavano.
Ed era questo che dava veramente sui nervi a Olav.
“Insomma, Søren!”
Sbottò l’altro, anche se già sapeva che probabilmente i suoi rimproveri sarebbero caduti nell’oblio.
“Ti pare il modo di comportarti per una donna?!”
Quasi come se l’avesse chiamata, una bella ragazza bionda, dagli occhi smeraldini e il sorriso felino, si avvicinò al tavolo.
Aveva la divisa del locale e in mano teneva un piccolo block notes e una penna a sfera.
“Ordinate qualcos’altro?”
Chiese cordialmente, senza badare ai vari boccali e bottiglie che si affollavano sul tavolo.
Søren stava per dire qualcosa, ma fu prontamente preceduto dall’amico.
“No grazie, ci porti il conto.”
“Olav! Ma cosa sta…AHI!”
In norvegese tirò all’altro un calcio da sotto il tavolo.
“Perfetto! Aspettate solo un secondo.”
Squittì la belga, allontanandosi un’attimo.
Il danese guardò l’amico con odio.
“Si può sapere che hai in testa?!”
Quello lo squadrò scocciato per poi sbottare:
“Se ti piace quella cameriera dovresti chiederle di uscire, anziché costringermi a guardarti ubriacare. Col cazzo che poi ti riporto a casa.”
Søren lo fissò per qualche secondo, poi assunse il suo solito, stupido, bonario sorriso.
“Oh, hai proprio ragione, non ci avevo pensato!”
Affermò tutto contento, mentre il desiderio di ucciderlo dell’altro aumentava pericolosamente.
Proprio in quel momento la ragazza tornò, sfoggiando come sempre quel sorriso che il danese trovava adorabile.
“Ok, ecco il conto.”
Disse allegramente poggiando un foglietto sul tavolo. A quel punto Søren afferrò prontamente la mano di lei, bloccandola sulla superficie legnosa.
Questa sembrò molto sorpresa, tanto da far quasi cadere il block notes.
“Signorina, mi potrebbe cortesemente dire il suo nome?”
“Manon…”
Rispose lei un po’ titubante.
Il ragazzo sorrise cordiale.
“Bene, Manon… Ti andrebbe di andare da qualche parte stasera?”
La belga sorrise lusingata, ma prima che potesse rispondere qualunque cose, fu interrotta da Olav.
“Ehm… Scusate, non vorrei interrompere questa scena romantica, ma… Qualcuno vi sta osservando…”
Søren alzò lo sguardo verso il bancone per poter vedere il una sottospecie di armadio con una sciarpa fissarli con uno sguardo agghiacciante.
Manon sorrise imbarazzata, sollevando leggermente la mano libera in segno di saluto.
“C-ciao fratellone…”
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Ok, eccomi qua con il nuovo capitolo. Mi convince? Assolutamente no.
Ma pazienza, è stato il meglio che sono riuscita ascrivere... Mi sa che è colpa della coppia... Boh, pensavo che scrivendo mi sarebbe piaciuta, come le altre, ma... Uhm... Proprio no...
Comunque sia, come potete notare è un AU, altra prova che è stato difficile scriverci, e sebene abbiate capito chi è chi, ecco qua i nomi abbinati alle varie nazioni:
Danimrca: Søren.
Belgio: Manon.
Norvegia: Olav.
Beh... Non ho altro da aggiungere... Solo che questa, purtroppo è il penultimo capitolo che scrivo per questa raccolta. Il prossimo che scriverò sarà l'ultimo, e la cosa mi intristisce molto...
Quindi, ci si vede tra un paio di mesetti, e vi posso già anticipare che si tratterà (Finalmente (?)) di uno shonen-ai!
Alla prossima, ringrazio chi segue ancora queste pazzoidi!^^
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