Avevo una
paura pazzesca di tornare a casa. Avevo paura che Santana e Brittany mi
avessero preparato un altro dei loro scherzi. Però, dovevo
ammettere che, un
po’, erano divertenti. Cioè, quando mi avevano
rincorso per l’intera casa,
cercando di saltarmi addosso, era stato divertente. Avevo riso come un
matto,
anch’io.
Fortunatamente,
quando rientrai, non c’era nessuno scherzo preparato. Le due
ragazze erano
accoccolate sul divano a guardare “Winter il
delfino”. E solo il titolo
spiegava il perché stessero guardando quel film. Anche se,
mi sembrava tutto
troppo tranquillo. Le ragazze mi avevano salutato gentilmente e quando
gli
avevo detto che sarai andato a farmi una doccia, loro mi avevano detto
che mi avrebbero
aspettato per cenare.
Peccato,
però, che appena entrai in bagno, mi cascò un
secchio d’acqua gelata addosso,
mentre le due ragazze scoppiavano a ridere sul divano e si scambiarono
il
cinque. Che me ne facevo di una doccia? Quella bastava per tre docce.
- Scusa,
non l’abbiamo fatto apposta. –
si giustificò Santana, con aria da finta innocente e poi
scoppiando a ridere.
Era stata colpa mia. Non dovevo abbassare la guardia e, invece, lo
avevo fatto.
Stupido, Blaine!
- Ti
aspettiamo per cenare, stavolta per
davvero. – mi disse, sorridendo malignamente,
Brittany.
- Ah,
e daresti una ripulita? Lo
apprezzeremo*. – continuò Santana,
ridendo di nuovo e ridando il cinque
alla bionda.
Ma cosa
avevo fatto di così perfido, per meritarmi questo?
****
Finalmente,
andai a dormire dopo quella giornata stancante. Non vedevo
l’ora di gettarmi
nel letto. Dovevo ammettere, che la giornata di lavoro era stata
più leggera
delle ore passate con quelle ragazze.
Gli scherzi
non erano mica finiti al secchio d’acqua in testa (che avevo
dovuto perfino
asciugare). Mi avevano fatto trovare un ragno finto nel piatto. Ma
quella sera
si erano sbizzarrite con i ragni. Mi avevano fatto precipitare sulla
testa un
ragno finto di venti centimetri**.
Sperai,
solo, di andare a letto senza trovarmi un ragno. Perché
quello mi avrebbe fatto
spaventare di brutto. Beh, il ragno di venti centimetri sulla testa mi
aveva
fatto rischiare un infarto.
Peccato,
però, che appena m’infilai nel letto, sentii una
porta scricchiolare. Non
sapete quanto io sia superstizioso. Iniziai a spaventarmi di brutto.
Anche se,
la porta che scricchiolava non era quella della stanza, come avevo
pensato io,
ma era l’anta dell’armadio. Sì,
perché a un tratto, vidi Santana spuntare
dall’armadio. E davvero, fu un miracolo che riuscii a
sopravvivere, mentre le
due ragazze se la spassavano alla grande.
- Volevamo
augurarti buona notte. – disse
Santana, tra le risate. Che buona notte! Io ero rimasto pietrificato
dalla
paura.
- Ah,
che peccato che domani parta. Ti va di accompagnarmi
hobbit? – stava dicendo a me? Oddio, non ragionavo
più e la mia espressione
non smetteva di far ridere le due ragazze.
- Cosa?
Ah. Vorrei, ma non posso. Sam mi
aspetta al bar.
- L’ho
già chiamato io Sam. Sei giustificato,
quindi sei obbligati a venire. A domani, nano. –
mi disse la ragazza,
uscendo dalla stanza, mentre Brittany mi fece un cenno con la mano e
seguì la
mora. Mi chiesi se, ora che Santana se ne fosse andata, Brittany mi
avesse
fatto altri scherzi.
****
Come la
mattina precedente, Brittany mi stava saltando addosso, cercando di
svegliarmi.
Stavolta, però, Santana se la rideva. Era incredibile, come
Santana fosse
cambiata da santa a Satana. Solo quando gli diedi il buongiorno, la
ragazza mi
scese di dosso.
Facemmo
colazione tutti insieme e, per fortuna, non ci fu nessun ragno nel
caffè, né
nessun secchio d’acqua addosso. Questo non vuol dire che gli
scherzi fossero
finiti. Infatti, io uscii per primo. Volevo andare da Sam, per
assicurarmi che
sapesse davvero dove andavo. Appena mi avvicinai alla porta, finii
catapultato
a terra.
- Buon
scherzo! Ti abbiamo imburrato il
pavimento.*** - mi disse Santana, scambiandosi un altro
cinque con la
bionda, che poi mi aiutò a rialzarmi.
Io cercai di
scoccare un’occhiata criminale a Santana, ma i miei occhi
sono capaci solo di
produrre occhi da cucciolo abbandonato, che non fecero altro che
aiutare la
mora a ridere. Davvero, cos’ho fatto per meritarmi questo?
****
Finalmente,
eravamo all’aeroporto di New York. Brittany sembrava essere
diventata triste
tutto a un tratto. Per tutto il tempo in taxi, le due ragazze si erano
tenute
per mano. La bionda era davvero triste e se avessi detto che la capivo,
avrei
mentito. Non sapevo come ci si sentiva, quando una persona importante
va
lontano da te.
Brittany si
era fatta scappare qualche lacrima, che Santana aveva catturato in un
bacio e
l’aveva abbracciata. Mi facevano davvero tenerezza.
La cosa che
più non mi aspettavo e che Santana abbracciasse anche me. A
primo impatto, mi
stupii, ma poi ricambiai la stretta. Ero nella loro casa da solo due
giorni e
mi aveva fatto già migliaia di scherzi, ma mi sarebbe
mancato. Mi guardò negli
occhi.
- Mi
mancherai, nano da giardino. – mi
disse con un sorriso malinconico. Gli risposi un “anche a
me” di rimando. Diede
un altro bacio a Brittany, sussurrandole “ci vediamo tra due
settimane”.
Ci
salutò in
lontananza e la salutammo anche a noi, mentre la bionda piangeva. La
abbracciai
dolcemente e, dopo un po’, guardammo l’aereo di
Santana volare via dalla pista.
Già mi mancavano i suoi scherzi.
****
Brittany non
volle tornare a casa, così decisi di portarla al bar con me.
Io mi occupai dei
clienti, mentre Sam cercava di consolare la ragazza. Ci sapeva fare il
ragazzo.
Gli raccontò delle storie su degli unicorni, che vivevano in
un mondo fatto di
amore e arcobaleni. Era incredibile, come Brittany pendesse dalle sue
labbra.
Sam si
rinchiuse di nuovo nella stanza lì vicino. A fine giornata,
mi raccontò che
aveva fatto vedere dei film alla ragazza, per fargli dimenticare la
partenza di
Santana e mi raccomandò di starle vicino. Io annuii, anche
se lo avrei fatto
comunque. Non avrei sopportato di vedere Brittany soffrire.
Durante il
pomeriggio, decisi di dare una ripulita allo scaffale dei drink. Era
pieno di
polvere. Da quanto Sam non lo ripuliva? Senza accorgermene, avevo
iniziato a canticchiare.
Era da parecchio che non cantavo. E a un tratto capii che mi mancava la
Dalton.
Mi mancavano i Warblers, David, Wes, Jeff, Nick e tutti gli altri. Un
po’ mi
mancava anche Sebastian****. Come cercava in tutti i modi di farmi
andare a
letto con lui. Di tutte le sue stupide battute. Mi mancavano i miei
amici.
Perso nei
miei pensieri, non mi accorsi che Kurt entrò nel bar. Mi
stava osservando.
- Ciao!
– esordì e mi fece sobbalzare. Mi
girai e vidi il suo sorriso luminoso come sempre. Mi misi la mano sul
petto e
sentii il mio cuore battere all’impazzata. Non sapevo se era
perché avevo
rischiato un infarto o perché avevo visto Kurt. Pensai fosse
più la prima.
- Che
piacere vederti. – lo salutai
ironico. Lui rise e ordinò il suo solito latte macchiato
scremato. Le mie mani
iniziarono a sudare di nuovo. Mi succedeva ogni volta che arrivava
Kurt. Forse,
era la maledizione che mi aveva mandato con quelle sue occhiate.
- Sam
è di nuovo su internet? – mi
chiese. Io diedi un’occhiata alla porta chiusa della stanza
e, poi, rivolsi lo
sguardo di nuovo a Kurt.
- Sta
consolando Brittany. Stamattina Santana
è partita e mi è sembrata molto triste. –
risposi e lui assunse di nuovo
quell’espressione che mi spaventava tanto. Scappa, Blaine!
Muoviti!
- Santana
è partita?! – mi chiese,
urlandomi in faccia. Io annuii spaventato e lo vidi precipitarsi fuori
dal
locale. Intanto, il suo ordine era rimasto sul bancone. Sarebbe
diventato
freddo.
****
Ritornai
alla mia pulizia degli scaffali. Kurt ritornò dopo un
po’. Aveva in mano il
cellulare. Forse, aveva chiamato Santana. Il suo ordine era diventato
freddo e
si era fatto anche abbastanza tardi. Forse, sarebbe dovuto andare a
lavoro.
- Scusa.
L’ho chiamata. Non mi aveva detto
che sarebbe partita oggi. – mi disse, facendo un
sorso del latte. A quanto
sembrava, era freddo. Fece una smorfia strana e ci mancò
poco che non gli
ridessi in faccia.
- Sembra
del formaggio andato a male. Mi sa
che dovrai farmene un‘altro. – mi disse.
Io gli sorrisi e mi rimisi
all’opera. Guardai l’orologio. A
quell’ora, il giorno prima, era andato via per
il lavoro. Forse, quella giornata aveva una pausa più lunga.
- Non
dovresti andare a lavoro? – gli
chiesi. Lui guardò l’orologio e sgranò
gli occhi.
- Oddio,
devo andare. Fa niente, oggi niente
caffè. Ciao. – mi disse, alzandosi e
dirigendosi verso la porta. Io gli
fece un cenno con la mano e lui mi sorrise.
- Ah,
dimenticavo. – mi disse, voltandosi
– Sei bravo a cantare. Potresti far
strada. – ed io arrossii di colpo.
*: ricordate
quando la Sylvester lo disse a Will, nella 2x06? Sparò i
coriandoli e poi disse
questa frase a Schuster.
**: questo
scherzo l’ho visto in Pranked, su MTV. Mi fece morire dal
ridere.
***:
ricordate lo scherzo che i nostri ragazzi hanno cercato di fare alla
Holiday,
nella 2x07? Quando Rachel e Kurt caddero, scoppiai dalle risate.
****: nella
storia, Blaine non si è trasferito al McKinley, quindi
è rimasto alla Dalton e
ha incontrato Sebastian all’ultimo anno.
Note
dell’autrice
Salve! Eccomi
ritornato con un nuovo capitolo di The Course of
Destiny. Vi è piaciuto? Purtroppo, la mia cara San
è partita e non potrà fare
più scherzi al nostro caro Blainey. Che peccato.
Vi anticipo che
da questo complimento di Kurt, s’inizierà il
cammino verso l’appartamento Klaine. Eh, sì.
Immaginate il perché.
Scervellatevi, amici!
Anche se non
v’importa un fico secco, sono un po’ guarita
dalla mia depressione. Grazie a tutti voi, alla mia amica Fiorenza e la
mia
cuginetta Marianna, grazie ai nuovi spoilerini e grazie anche a dello
shopping-terapy che non fa mai male. Vi ringrazio tutti.
Beh, fatemi
sapere cose ne pensate sul capitolo con una
recensioncina piccola piccola oppure, questo è il mio
profilo Facebook, dove
potete dirmi qualsiasi cosa: http://www.facebook.com/francesca.volpe2. Se
volete anche il mio account Twitter, basta che me lo chiedete e per me
sarà un
piacere darvelo.
Ah, quasi
dimenticavo. Volevo dedicare questo capitolo alla
mia bellissima futura mogliettina, GretaSallingGleek,che
mi ha fatto un regalo nella sua ff, Unexpected love. Non
sarà mai un regalo
come il tuo, ma sappi che comunque ti voglio bene. Anche se
è previsto l’arrivo
di Puck a New York. Chissà, magari un flirt Pucklberry ci
potrà essere.
Bene, ora mi
eclisso dopo aver fatto una scoperta sensazionale
su un mio professore, tutta da ridere con la mia cara Fiorenza e con la
mia
best friend Nunzia. Sì, lo so che non ve ne frega una mazza.
Scusate.
Gay Bye.
Cioè, volevo dire Bye Bye.