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Autore: Mariilyn    23/08/2012    1 recensioni
E quando vorrei che la realtà fosse solo un incubo, mi accorgo di quanto sia diventata un vortice la mia vita.
Ma cosa succede quado il vero incubo, è proprio la realtà?
Sono Alice, Lic, come mi chiamano tutti, e la mia vita è un vero splendore, o almeno lo era prima che qualcuno mi rapisse...
Avete presente quando prima di uscire con gli amici la mamma vi fa le solite raccomandazioni? Non allontanarti, non bere, NON DARE CONFIDENZA AGLI SCONOSCIUTI (?) Bhè, per una volta che andavo in discoteca, cosa sarebbe mai potuto accadere?
Ma forse, quella sera, sarebbe stato meglio darle ascolto o meglio, rimanere a casa..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Socchiusi gli occhi immergendomi nel buio che mi circondava, girandomi col volto verso la parete e solo allora notai uno spiraglio di luce accecante.
Proprio lì, coperto dal mio letto, c'era un pezzo di legno mancante, della grandezza di un pugno. Separai di qualche centimetro il letto dal muro giusto il poco che bastava per osservare meglio. Sul margine del foro, un liquido che sembrava ormai assorbito dal legno che sporcava. Rosso, rosso vivo, illuminato a malapena dalla luce fioca di quella mattinata uggiosa. Quelle quattro pareti legnose, avevano fatto da scenario a rapimenti e tentate fughe precedenti (?) Fatto sta, che rimanevano le uniche custodi di tante verità. 
Non ero abituata a stare sola e non mi piaceva esserlo, soprattutto in quelle circostanze. Cominciavo a sentire il peso di tutto ciò che mi stava accadendo, ma non mi turbavo più di tanto. Se stare rinchiusa lì dentro, era il prezzo da pagare per ammirare il suo sorriso, ci sarei rimasta ancora un po'...
Bastò il rumore di una chiave inserita nella serratura a farmi sussultare e la visione di una chioma bionda che veniva verso di me, a farmi battere il cuore a mille. Mi alzai di scatto, sedendomi davanti alla crepa nel muro, e coprendone tutta la luce che lasciava fuoriuscire.
A: Ehi.. E' ora di cibarti. Ti ho preparato qualcosa di caldo, per rimetterti in forze. -portando stretto in mano un bicchiere fumante, e nell'altra un piatto con qualcosa di simile ad una minestra, prese posto accanto a me.
L: Oh.. Grazie mille! Sarà perfetto. -Dissi accennando un flebile sorriso.
A: Ovvio, tutto ciò che faccio io è perfetto-Stringendo gli occhi in un occhiolino o, per meglio dire, riducendoli entrambi a due fessure. 
L: Era un occhiolino o cosa? -Trattenevo a stento le risate
A: Non è che non sappia fare un occhiolino.. -Diedi sfogo alle risate che soffocavano in gola, facendolo imbarazzare. Alex imbarazzato. Così apparentemente forte, perfetto, insensibile, che si imbarazzava per una mia osservazione?
L: Non ti sei appena autosgamato? -Mostrandogli un vero occhiolino.
A: Ehm.. Diciamo che non è mai stato il mio forte. Non da quando.. -Aveva tutta l'aria di chi vuole liberarsi da un peso più grande di lui, ma non può.
L: Da quando?
A: ..Buona la minestra? Mangia tutto, ora vado. - con fare evasivo, mi liquidò.
L: Aspetta. Cos'ha fatto questo buco? O meglio, CHI l'ha fatto?- Mi scostai lievemente, mostrando la crepa nel legno. 
A: Un sasso.
L: Un sasso?! Credevo ci fosse del sangue attorno.. I sassi non sanguinano.
A: Un animale allora, un uccello. - Uscì, socchiudendo la porta, lasciandomi nelle tenebre, di nuovo..
Sentivo di conoscerlo da una vita, eppure tutta la confidenza messa su in quei pochi minuti era crollata. Mi era crollata addosso, lasciandomi ancora più scossa di quanto non lo fossi già.
Ormai il mal tempo aveva neutralizzato anche il piccolo spiraglio di luce che trapelava dalla crepa accanto al mio letto.
L'atmosfera mutò prima che potessi rendermene conto. In un attimo scoppiò un temporale. Il mio umore coincideva a pieno!
Volevo fuggire da Alex, da David, e da quella stupida baracca piena di crepe. Era l'unica cosa che sapevo.
Misi da parte la minestra. Cibarmi era l'ultimo dei miei pensieri in quel momento. 
Mi sedetti accanto alla porta, nell'attesa che qualcuno tornasse. Per qualcuno, ovviamente, intendevo Alex.
Non si era mai presentato a me, qualcosa del tipo "piacere, Alexander, ma tu puoi chiamami Alex." Nulla del genere uscì dalle sue labbra. David, fu David a dirmi il suo nome, credo. Il sonnifero non mi faceva un bell'effetto, su questo aveva ragione.
Smisi di pensare quando una goccia fredda e pesante d'acqua mi bagnò la testa.
Magari l'uccello che aveva bucato la parete dietro il mio letto, questa volta aveva deciso di tuffarsi nel soffitto, o magari non l'aveva visto, e aveva creato un altra crepa. Il solo pensare all'incredulità della risposta di Aleex mi fece sorridere, in qualche modo.
Strinsi le ginocchia al petto, aspettando che quel brutto tempo cessasse, fuori e dentro me. Le gocce continuavano a bagnarmi il volto, portandomi ad esplorare a tentomi ciò che mi circostava. Cominciai dalla porta. Smisi dopo un attimo, non appena mi accorsi che le mani mi si bagnavano a contatto essa.
Era quella la causa delle gocce che mi invadevano ormai il volto. La porta, lievemente socchiusa.
Alex l'aveva lasciata socchiusa nel tentare di evadere il più velocemente possibile dalla piega che stava prendendo quella conversazione. Era la mia occasione, sarei fuggita di lì, tornata a casa nel mio letto che profumava di marsiglia, e nella mia stanza. Avrei rivisto la mia famiglia, Chris, Ellie, e avrei spiegato loro che era tutto finito, rassicurandomi con pacche affettuose sulle spalle.
Sentivo già il profumo della minestra che la mamma preparava nelle serate tempestose.
Nulla a che vedere con quella di Alex.
Uscii di scatto, socchiudendo nuovamente la porta alle mie spalle. Diluviava, ma in quel momento non mi importava. Continuai ad espolorare carponi, vinta dal vento che mi indeboliva. Feci il giro del giardino più volte, non concludendo nulla, dopodichè, sopraffatta dal gelo, gattonai fino alla porta di legno. La spinsi con le poche forze che mi rimanevano ma non cedette alla mia spinta.
La porta era chiusa, ed io ero fuori, immersa nel gelo di un temporale estivo.
  
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