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Autore: Rouge_san    23/08/2012    6 recensioni
Lei: bella ragazza, brava a scuola (la migliore del suo corso), fortunata dal giorno della sua nascita.
Lui: Bellissimo ragazzo, apprezzato da tutte le ragazze, ma la sfiga non lo molla. Eccezzionale pianista (il suo strumento preferito), ma anche ottimo chitarrista.
I due frequentano la stessa scuola e nonostante ciò, si odiano a morte. Si incontrano un giorno, ad una festa in maschera, i due non si riconoscono e si scambieranno un bacio, "avelenato", per così dire.
Possono due labbra toccarsi e rovesciare la situazione, rovinandotela in un solo istante? Possono due anime sentirsi vicine,senza mai essersi conosciute davvero?
Il fato gioca brutti scherzi, facendoti rimpiangere di aver baciato la persona sbagliata,ma... era davvero quella sbagliata?
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Death the Kid, Liz Thompson, Patty Thompson, Tsubaki | Coppie: Black*Star/Tsubaki, Soul/Maka
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

 
La ragazza mascherata  si era staccata da me dopo qualche lungo istante.
 «Sc-scusa! Non è da me!» disse Maka, tutto d’un fiato.
  «No, perdonami tu, solitamente neanche io azzardo tanto» dissi io grattandomi la testa. Ero del colore dei miei occhi, fortuna che avevo la maschera e non si vedeva.
«Sei un ballerino? hai lo smoking come il loro» con tutta la musica ad alto volume, avevo annuito, ma la verità era che non avevo capito un accidente di quello che mi aveva chiesto.
 «Mi dici il tuo nom …» non aveva avuto il tempo  di finire la frase che Kid ,ubriaco, mi era venuto addosso.
  «Ehi amico, ma dico che ci fai  tu qua?» urlò lui, con lo sguardo perso nel vuoto.
«Sei sbronzo, non è così?»
«No! Sono solo in cerca della bella fighetta che ho sbaciucchiato prima…»
 «Ehm io sarei in compagnia..» gli feci notare io, indicando la ragazza del bacio.
Ma Kid non mi ascoltò mi prese per il braccio ed io avevo avuto solo il tempo di salutare la bella mascherata, che mi aveva appena accennato un saluto con la mano.
 «Kid, che ti prende, forse questa è la volta buona che mi trovo la ragazza!» dissi io con un tono piuttosto irritato. Kid scoppiò in una sonora  risata.
  «Si, se tu ti trovi la ragazza quella deve avere la tua stessa sfiga!» disse lui bevendo un altro bicchiere, probabilmente un drink alcolico. Tutt’un tratto arrivò anche Star, che  mise il suo poderoso braccio sulla mia spalla e disse stritolando, me e Kid: «Lei non mi ha riconosciuto … che fortuna!» disse riferito a Tsubaki.
Anche Patty, ancor più ubriaca di Kid, si era unita al gruppo, facendo l’enorme sforzo di allontanarsi dal bancone del bar.
 «Scapete che alla fescta  sc’è  un importante discografico?...Potrebbe lansciarci sul mercato muscicale!» disse tra i singhiozzi e le risate senza motivo. Tutti i componenti del gruppo erano tornati un attimo alla realtà, Kid compreso, e tutti erano voltati verso di me…e mi fissavano. Non mi piacevano neanche un po’ quegli sguardi melensi e allo stesso tempo determinati, la dicevano lunga.
 «Soul, in quanto capo della band deve cercare il grande big musicale, il più grande dopo di me ovviamente!» esclamò Star.
«Eh no, scusa! La cantina delle prove è tua e tu lo vai a cecare!» dissi io furibondo
  «Ma io mi devo lavorare Tsubaki!» possibile che abbia sempre una scusa pronta questo demonio?
«Anche io mi stavo lavorando una bella ragazza per cui cerca di non venirla a raccontare a me!» ora ero fuori dallo status-quo.
 Lo Stavo per malmenare, quando Patty si interpose tra di noi.
«Ragasci riscolviamo tutto alla veschia maniera…carta, forbisce e sasco!» disse lei, anche se era ubriaca marcia alcuni lampi di genio li aveva ancora, contando che è svampita di natura…
 Avevano lanciato tutti forbice, ma io avevo lanciato carta…era un’abitudine.
«Soul non cambierai mai, metti sempre carta dall’inizio dei tempi!» disse Star ridendo, che poi era l’unico sobrio, oltre a me… doveva farsi credere un bravo ragazzo…non so se ci stava riuscendo meno, ma per lo meno non si era sborniato.
Mentre uscivo dal locale, un signore vestito con uno smoking bianco, stava per essere investito, ma io lo avevo spinto appena in tempo dall’altro lato, solo che…l’auto aveva investito me… ma per pura fortuna, il che è strano detto da me, ne ero uscito, stranamente, illeso.
 Mi ero rialzato di scatto e mi ero pulito il mio smoking ed ero accorso dall’uomo che avevo salvato, lo avevo già visto, aveva un volto familiare. Era un omone scuro di pelle, che non so dove ne quando lo avevo conosciuto, se lo avevo conosciuto...un déjà-vu.
 «Sta bene, signore?» chiesi io allarmato, nel contempo, dietro di me tutti continuavano a chiedermi se stavo bene e se avevo bisogno di un ambulanza, ma non risposi a nessuno di loro.
 «Si, si…mi hai salvato la vita… hai salvato il grande Andrew McChonen!» 
Ecco chi era e dove l’avevo visto! Lui era il discografico di cui parlava Patty, lo avevamo visto su una rivista tempo fa, ma non avevamo idea che fosse venuto pure lui alla festa.
 «Come posso sdebitarmi? Ci sarà pur qualcosa!» continuò lui.
«Una cosa ci sarebbe…»
 
Una ventina di minuti prima…
 
Dopo che il bel giovine mi aveva scaricata, dopo quel bacio, Liz era corsa da me alla velocità della luce.
 «Chi era? Lo conoscevi? Era carino.. e perché vi stavate baciando? Racconta!»
«Liz, potrei farti le stesse identiche domande»
 «Oh su quel tipo da urlo? Ma chissenefrega, tanto non lo rivedrò mai più!...già, appunto…ma dimmi, il tuo tipo di ha detto almeno il nome?»
 «No»
«E-E.. il numero di telefono?»
 «No»
«No?! L’e-mail?»
 «No»
«Ma in che razza di mondo vive questo tizio?! Sbaciucchia una ragazza e non si degna neanche di dirle il suo nome!» fece una breve pausa. In quel attimo di silenzio ero tentata di dirle: “ Stai zitta e pensa per te, anche se ti voglio un mare di bene, non sei la persona più adatta per parlarne!”, ma sono stata zitta. Poi continuò…
«Almeno ti ha detto qualcosa di lui?»
 «Mi ha detto che lavora come ballerino alla “Disco notte”» il suo smoking era praticamente identico, probabilmente si era preso una pausa, e poi… è successo quel che è successo.
«E’ molto vaga come cosa, lo sai anche tu, vero?»
 «Si lo so, ma come tu stessa hai detto, non lo rivedrò mai più…ora cerchiamo Tsubaki e prendiamo la prima metro che troviamo per la periferia» dissi mentre mi avviavo all’uscita, dove Tsubaki, ci attendeva ansiosa. Mentre salivamo la scalinata che portava all’uscita, io ( stranamente, perché non è da me), inciampo e mi rompo un tacco… e non solo, mi si era perfino scucito il fondo dell’abito! Che cosa stava succedendo?  Liz e Tsubaki mi avevano accompagnata al mio appartamento, dove io vivevo da sola, per vari e vari motivi. Le avevo costrette a  salire per un te, ma arrivate di fronte alla porta del mio appartamento, c’erano disinfestatori ovunque!
 «Che diavolo è successo qui?!» dico io, fuori di me.
  «Ah! E’ casa sua?»
«Si, o almeno lo era»
  «L’appartamento è allagato e muffa di quarto grado… impossibile viverci»
Mi  volto verso le mie amiche con gli occhi sgranati, e noto, che anche loro hanno le mie stesse facce. Mi rivolgo in tono supplichevole a Tsubaki.
«Ti prego, ti scongiuro… un tetto sopra la testa, almeno finché non mi risistemeranno la casa… per favore»
 «Oh, non ce la faremo mai a rimettergliela in sesto… è andata» si intromise un lavoratore.
«Finché non me ne comprerò un’altra…»
 «Va bene» disse lei
«Posso entrare a prendermi i vestiti, almeno?»
 «Sono tutti marci, non le è rimasto nulla di decente da mettere… ha chiaro il concetto di muffa di quarto grado?»
«V-Va bene…»
 E quella sera io e Tsubaki tornammo con le bocche spalancate, non potevamo credere che la mia buona stella si fosse spenta così di botto. La gatta di Tsubaki, Maggie, mi era subito venuta a fare le fusa, amavo quel gatto…un secondo!
«Tsubaki, non mi ero mai accorta che la tua gatta fosse nera»
 «Si è sempre stata nera, ricordi? Io e te l’avevamo raccolta dalla strada…da quando sei superstiziosa?»
«Dopo che ad una festa, io sono inciampata rompendomi tacco e vestito e quando ho trovato il mio appartamento allagato e con la muffa!»
 «Maka è solo una giornata storta, è normale che possa accadere, ma secondo me non dovresti darci troppo peso» disse lei con il suo bellissimo e sincero sorriso.
 «Sai che ti dico hai ragione! Ora mi faccio un bel bagno caldo per rilassarmi, la jella non esiste!» esclamo io contenta.
 «Ecco vai, è così che mi piaci, Maka»
Il mio bagno me l’ero fatto tranquilla, ma quando Maggie era entrata in bagno allora, si scatenò l’inferno: il phon aveva risucchiato i miei capelli, io lo avevo buttato nella vasca (ormai asciutta e vuota), ma la perdita della doccia, aveva fatto esplodere e aveva provocato il black-out di tutto il quartiere.
 «Maka, cos’è successo?! Stai bene?!» disse Tsubaki allarmata.
«Scusa... mi sa che la fortuna mi ha abbandonata»
  «Sono assolutamente d’accordo!»
Mentre mi rigiravo nel letto, pensavo a chi mi avesse parlato di sfortuna…la veggente! Il giorno dopo avevo fatto qualche ricerca su dove potesse trovarsi quell’indovina e avevo scoperto che abitava non lontano dalla casa di Tsubaki.
 La sera mi ero recata a farle visita, ma sulla porta c’era scritto chiuso. Però, la luce era ancora accesa nel locale, quindi avevo incominciato a bussare e sbraitando di aprimi. Una voce da dietro era giunta alle mie orecchie.
«Ma si può sapere che combini? Mi spacchi il vetro così!»
 «Scusi…è lei l’indovina della festa di ieri alla disco notte?»
«Si»
 «Senta, io… sono diventata sfortunata tutt’un tratto e voglio ritornare alla mia vecchia vita, ma solo lei può dirmi come»
« Io avevo provato ad avvertirti, ma non mi hai creduta»
«Senti, fammi la tua magia voodoo e fammi ritornare alla mia vita precedente!»
 «Ok, va bene…aspetta un attimo» era scesa in uno sgabuzzino buio e lugubre, per qualche secondo, poi era uscita con un mazzo di fiori. «Alakazam!» disse lei sbattendomi in testa i fiori.
«Su non scherziamo, io voglio la mia vita precedente!»
 «Ma io non posso farti tornare normale!»
«M-ma c-ci deve pur essere un modo!»
 «Allora, ti è capitato qualcosa di strano ieri?»
 «Se per strano è valido, trovare il proprio appartamento allagato e mandare un quartiere in black-out fino a stamattina…per il resto no, nulla di strano»
«Porca vacca, peggio di quanto immaginassi!»
«Come scusi?»
 «Non hai fatto nulla alla festa che possa essere stato, strano?»
«Oltre aver baciato un bel tipo…»
non finì la frase che l’indovina mi guardava come per dire: “ E allora?..” ripresi il mio discorso «.. è possibile che io abbia passato la mia fortuna al tipo che ho baciato ieri sera?»
 «E’ possibile…»
«Quindi devo solo baciarlo e tutto tornerà alla normalità!...Grazie!» dissi io per poi correre via.
Avrei riavuto la mia fortuna, anche a costo di baciare mezza Death City.
 
Spazio autrice:
 
Concluso anche questo capitolo, spero sia piaciuto credo anche che sia un po’ meno vago degli altri due. Beh, concludo qui il mio spazietto, non ho altro da dire…see you soon!
 

 
  
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