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Autore: _wallflower13    24/08/2012    3 recensioni
Inutile dire che le somiglianze con il primo di Hunger Games sono moltissime, sia a volte per situazioni, dialoghi, ecc.
La protagonista è Eloise, distretto 12 , che si trova a dover partecipare alla quarta edizione della memoria, sono passati 100 anni dai primi giochi.
Possa la buona sorte essere sempre a vostro favore. O almeno si spera.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gale Hawthorne, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6

Esco dalla stanza con ancora gli occhi di Katniss addosso. Il vederla lì mi ha scosso, non ho mai sospettato che lei potesse essere viva, e invece due secondi prima ce l’avevo davanti.  Quando esco mi sembra di impazzire, sento di doverlo raccontare a qualcuno, ma chi? Peeta andrebbe fuori di testa se anche mi credesse, Portia lo stesso, magari Effie, anche se forse non mi crederebbe mai, mi resta solo Louis. Effie mi chiama mentre sono tornata in camera, mi cambio e vado nella saletta. Louis e Peeta sono sul divano, questa sera trasmetteranno i voti che gli strateghi ci hanno dato, sono da 0 a 12. Con quello che ho combinato prenderei un 4 per l’esecuzione e un 12 per la sfacciataggine. Mi siedo insieme agli altri silenziosa, sperando che nessuno mi faccia domande, che però arrivano puntuali.

-Cosa avete fatto davanti agli strateghi?- dice Peeta, sono certa che se glielo dirò mi ammazza, ma preferisco parlare alla fine, se proprio devo.

-Io ho costruito un rifugio e ho tirato con l’arco. – dice Louis, Peeta poi guarda me, si aspetta solo la mia risposta.

-Uhm io..beh. – comincio,  “stavolta mi ammazza” penso.-Beh, ho fatto qualcosa con una corda e l’arco. – resto sul vago sperando che Peeta non mi chieda altro.

-Cosa hai fatto con la corda?- mi chiede ancora insistente, come se sapesse che gli nascondo qualcosa.

-Ok Peeta, non mi ammazzare ti prego!- lo supplico-Ho riprodotto la ghiandaia imitatrice con corda e nodi e poi le ho dato fuoco!-dico tutto d’un fiato, Effie ammutolisce, Louis mi guarda con gli occhi spalancati e Peeta è impassibile. –E’..è tanto grave?- chiedo con un filo di voce

-Grave? Abbastanza.-dice lui, per un momento mi sento spacciata, ero così offuscata dall’aver visto Katniss che non ho pensato a quello che ho combinato davanti agli strateghi. Uccidermi non gli servirebbe, perché dovranno sostituirmi, ma che faranno? Mi daranno filo da torcere nell’arena di sicuro. La tv e l’inno di Capitol City interrompono i miei pensieri. Appare il sigillo e cominciano a comunicare i nostri voti, appare la foto, il distretto e il voto del tributo. I voti che prendono gli altri oscillano tra il 6 e il 10, nessuno più alto. Il ragazzo del distretto 10 che io e Louis abbiamo conosciuto al Centro d’Addestramento, Nate, prende un bel 9, sembra che nell’arena possa cavarsela molto bene. La ragazzina di 12 anni del distretto 6, Juliet, prende a sorpresa un 10. Poi veniamo io e Louis, lui prende un 7, poi appare la mia foto e il voto, un 11. Resto impietrita. Poi appare il sigillo e lo schermo si oscura.

-Ma..dev’esserci stato un errore..- dico io, possibile che mi abbiano dato un undici?

-No Eloise, loro non sbagliano mai.- dice Peeta, ma io non sto ad ascoltarlo, mi viene di nuovo in mente Katniss, sento ancora il bisogno di parlarne con qualcuno. Peeta ed Effie ci mandano nelle nostre camere. Salgo in ascensore da sola, Louis è già salito, non posso parlargliene in mezzo al corridoio o nella camere, sono certa che ci sono un sacco di telecamere. Esco dall’ascensore e vedo che Louis sta entrando in camera sua, vado verso di lui quando ce l’ho vicino gli copro la bocca con la mano prima che possa protestare e lo trascino nei bagni pubblici che sono al nostro piano, chiudo la porta a chiave e tolgo la mano dalla sua bocca.

-Se volevi sbaciucchiarmi senza farti vedere potevamo farlo in camera mia, sai?- dice lui sorridendo

-Sta zitto, è una cosa seria.- lo ammonisco io

-E quando mai..allora? Cos’è di così segreto?Sembra che tu abbia visto un fantasma.-

-Beh quasi, prometti di tenere la bocca chiusa e non prendermi per pazza?- dico, lui annuisce- Katniss Everdeen è viva.-

-Cosa? Ma stai scherzando vero?- accenna ad un sorriso

-Credi che ti avrei trascinato qui se fosse uno scherzo?- gli dico

-Perché non lo dici a Peeta?- mi chiede

-Quello andrebbe fuori di testa, hai visto come reagisce no? Sta ancora male, e lui ci serve sano di mente.- dico

-Già..ma come l’hai scoperto?- mi chiede ancora

- È una stratega.- rispondo

-Io..non l’ho vista..in realtà non li ho guardati proprio gli strateghi.-

-Dai, andiamo..prima che debba entrare qualcuno.- dico, riapro la porta e andiamo nelle nostre stanze.

Sul letto penso e ripenso a Katniss, poi mi appare davanti quell’undici. Ad un tratto qualcuno bussa alla porta. Vado ad aprire ed è Louis.

-Posso?- mi chiede

-Ma certo..- rispondo –Cosa ti porta qui?-

-Non riuscivo a dormire.- dice

-Nemmeno io..- dico, mi perdo di nuovo nei suoi occhi azzurri. Vengo distratta dalla porta, qualcun altro bussa. Vado ad aprire la porta, mi chiedo chi possa essere, solo una senza-voce. Apro e me la ritrovo davanti, come un flashback. Katniss. Senza parlare, la lascio entrare. Appena la vede Louis spalanca gli occhi e si alza dal letto, dove si era seduto poco prima.

-Vedo che già siete amici.- dice guardando la finestra-Tu sei la figlia di Gale..- si rivolge a me.

-Io..si.- rispondo

-Suppongo che ora tu voglia delle spiegazioni.- mi parla con un tono tranquillo, io annuisco-Vedi, quando ci hanno catturati, mi è sembrato che mi crollasse il mondo addosso, avevo paura per Peeta, paura che lo uccidessero. Così, loro sono stati rilasciati e il presidente Snow, mi ha detto che dovevo essere io, ad organizzare i giochi, da stratega, mi ha praticamente imprigionato qui.- racconta lei, non c’è una lacrima sul suo viso, solo un cenno di amarezza.

-Volevano che non solo ci vedessi morire..che anche organizzassi la nostra morte.- ragiono io ad alta voce

-Si.- conferma lei

-Hanno ragione sul fatto che vi somigliate molto.- interviene Louis, io e Katniss ci guardiamo e d’istinto l’abbraccio. Lei è la persona di cui mi hanno sempre parlato, sono cresciuta con la storia della sua vita, mi dicevano che era una ragazza meravigliosa, io l’ho sempre immaginata come un mostro, ora che la stringo a me non la sento così, ha tenuto duro per tutti questi anni, ha guardato un sacco di ragazzi morire, non lo voleva.

-Vorrei tanto tornare a casa.- mormora tra le lacrime, si è lasciata andare, così come lo sto facendo anch’io, delle lacrime salate mi rigano il volto.

-Ci riuscirai, senti, ma perché quell’undici?- dico facendo riferimento ai voti di prima

-Ho fatto leva sugli altri strateghi, mi è piaciuto quello che hai fatto, dimostra anche abilità.- mi risponde lei sorridendo. –Ora devo andare, non dovrei e non potrei essere qui, non vedo mai nessuno, volevo almeno vedere te,  vi prego, non dite niente in giro, mi ucciderebbero davvero questa volta.- ci dice lei, ci salutiamo un’ultima volta e poi lei va via. Scoppio a piangere, non so perché, sento che ci tengo molto a lei, eppure è la prima volta in vita mia che le parlo, ma mi sembra di conoscerla da sempre. Louis mi abbraccia.

-Va tutto bene.- mi sussurra

-Resteresti con me stanotte?- gli chiedo e lui accetta. Mi butto tra le sue braccia e dormo con la testa sul suo petto. Mi sento al sicuro. Quando Katniss è uscita da quella porta mi ha lasciato un enorme vuoto che Louis riesce a colmare.

-Non lasciarmi..- mormoro affondata nella sua maglia

-Non lo farò, non stanotte.- dice lui, baciandomi, un bacio dolce,sincero, in tutta la mia vita ho baciato solo un ragazzo, perché delle mie amiche mi avevano costretto. Sogno casa mia, mia madre che prepara il pranzo, papà che ride, e poi entrano Katniss e Peeta che si tengono per mano, e infine entriamo io e Louis, anche noi con le mani intrecciate. Mia madre dice che ci somigliamo tutti e quattro. Chiamano me e Louis con il soprannome di Innamorati Sventurati. Ma come? Se siamo tutti felici a casa? Ma improvvisamente io e Louis ci ritroviamo catapultati nell’arena. Io ho un arco puntato su di lui. Mi sveglio. Louis è appena uscito dal bagno, mi saluta e va in camera sua. Non è un risveglio dolce come speravo e avrei voluto, continuo ad avere in mente il sogno. Effie e Peeta ci dicono che oggi sarà una grande giornata e dovremo prepararci per l’intervista.

Passo diverse ore con Effie per imparare a parlare, camminare. Effie dice che sorrido molto e alla gente piacerà, mi fa portare poi delle scarpe altissime, alla fine per imparo a camminare molto bene ed elegantemente con quel tacco alto. Effie inoltre mi aiuta a migliorare la postura, infatti quando parlo tendo a inclinare il busto in avanti. 

Con Peeta invece, il lavoro è diverso, lui deve impostare il mio modo di parlare. All’inizio sembro non avere speranze, Peeta non trova nulla nel mio carattere che possa aiutarmi a far colpo nell’intervista. Il tempo a nostra disposizione termina.

-Allora, puntala sul divertente ok? Sdrammatizza.- mi consiglia

-Sono così terribile?- gli chiedo

-No, vedi hai uno sguardo molto ammaliante, possiamo giocarcela su questo, sul tuo lato sensuale.-

-Lato sensuale?- dico a bocca aperta

-Non pensare male dolcezza, devi solo cercare di far colpo, e se sai lavorarteli per bene, magari attiri più sponsor, sii attraente.-accenna ad un sorriso malizioso, la fa facile lui. L’ora seguente Portia mi chiama, devono ristrutturarmi per l’ultima volta, perché il giorno dopo l’intervista ci lanceranno nell’arena. Venia e Octavia si occupano dei miei capelli e del mio trucco. Non mi truccano in modo troppo eccessivo, fanno solo in modo che i miei occhi risaltino. Usano delle tonalità di rosso per gli ombretti e le labbra. I miei capelli vengono arricciati e alzati in una mezza coda, fatta con cura. Al cenno di Portia, Venia e Octavia si dissolvono e corrono via. Portia ha con se il mio vestito con le scarpe. Mi fa chiudere gli occhi e mi aiuta a indossare il vestito, sento la stoffa fresca incontrare il mio corpo, è una bella sensazione. Quando apro gli occhi mi ritrovo davanti una ragazza bionda, con un vestito rosso, la lunga gonna del vestito ha dei rigonfiamenti, tenuti insieme da delle piccole rose,  poi una fascia sale dalla vita per poi concludersi in una specie di spirale dietro la mia schiena, la parte superiore ha dei piccoli diamantini, così come le spalline, danno un tocco di luce alla mia immagine, le scarpe sono nere, non molto alte. Faccio un giro su me stessa per guardarmi meglio.

-Dire che sei bellissima è dire poco.- si lascia sfuggire Portia, è vero, lo sono.

Mi porta in un corridoio con delle sedie, Louis e Peeta sono già lì ad aspettarmi. Gli occhi di Louis si illuminano alla mai vista, lui ha un classico completo nero, è molto elegante.

-Sei..sei bellissima.- mi dice arrossendo, io lo ringrazio e intanto ci sediamo aspettando che ci chiamino per l’intervista, Caesar Flickerman

Guardo attentamente tutte le interviste, finchè non mi chiamano. Il cuore prende a battermi all’impazzata. Entro nello studio cercando di mascherare tutta la mia tensione. Caesar mi accoglie con un applauso coinvolgendo anche il pubblico. Sento i loro occhi che mi scrutano e giudicano.

-Sei a dir poco meravigliosa Eloise, con questo vestito.- mi incoraggia subito Caesar

-Merito della mia stilista, mi ha letteralmente riportato alla luce.- sorrido più che posso

-Allora, parlaci un po’ di te, abbiamo visto durante la mietitura che tuo fratello è stato estratto insieme a te, cosa hai pensato?- mi chiede, ha capito che sono tesa e va subito alle domande

-Beh, è stato un bel colpo, devo ringraziare l’altro tributo del mio distretto, per il suo gesto.-  rispondo

-Cosa avresti fatto, se non ci fosse stato il tuo compagno?- mi domanda

-Credo che avrei lottato per lui..- dico

-Hai qualche ammiratore nel tuo distretto? Una ragazza come te, deve averli per forza no?- mi chiede sorridendo lui

-A dire la verità non ne ho idea, ma penso che qualcuno ci sia, devi sapere che ultimamente mi hanno fatto molti complimenti!- dico con un sorriso malizioso

-Beh complimenti anche per il tuo 11 alle sessioni private! Hai sbalordito tutti quanti! Cosa hai fatto di così eclatante?-

-Devo ricordarti che è una cosa segreta? Diciamo solo che mi piace giocare con il fuoco.- accenno alla mia bravata di mandare a fuoco la ghiandaia imitatrice

-Parliamo d’altro, c’è qualcuno che vorresti qui con te? Del distretto 12? Una persona a cui tieni molto?- mi chiede e io annuisco

-Si, Katniss Everdeen.- dico. Il pubblico ammutolisce, anzi sento che tutta Panem è ammutolita davanti al televisore. Credo di aver appena rovinato tutto.

-Beh, sono certo che questa tua amica sarebbe molto lieta di esserti accanto.- dice Caesar, per fortuna suona il segnale che il tempo della mia intervista è finito. Saluto il pubblico e vado via. Non ho neanche pensato a quello che ho detto. E sono certa che ho rovinato l’immagine di me che avevo creato, ho risvegliato la mia anima ribelle. Maledico me stessa, non potevo liberarla nell’arena?

È il turno di Louis, lui sembra ironizzare su ogni cosa, poi Caesar gli chiede di me.

-Cosa ne pensi della tua compagna? Di Eloise?- gli chiede

-Oh, è una ragazza fantastica, non le si può dire nulla, insomma, è così hot!- gli risponde Louis, io resto un po’ perplessa, poi Caesar gli fa altre domande su di lui e lo show finisce. Parlo con Peeta.

-Perché l’hai nominata?- mi chiede, scuoto la testa ma non rispondo-Beh, in ogni caso Louis ti ha aiutato, ti ha fatto sembrare un ragazza attraente, tu ci hai aggiunto un tocco di ribellione, vedremo come reagiranno gli sponsor, speriamo bene.- dice lui e poi va via. Non so cosa mi abbia spinto a dire il nome di Katniss, forse quello che ho detto lo pensavo davvero, non ho idea.

Prima di andare a dormire cerco Louis, dobbiamo chiarire alcune cose, in primo quello che è successo la sera prima. Lo trovo sulla porta di camera sua.

-Dobbiamo chiarire una cosa..- inizio io-Facciamo finta che non è successo niente l’altra sera, dopotutto stiamo andando a farci la guerra lì dentro.- continuo lui annuisce.

-Si, forse hai ragione, buonanotte Eloise.- sussurra e con lo sguardo afflitto entra in camera sua e chiude la porta. Credo di averlo appena ferito.

Torno anche io in camera, penso e ripenso all’intervista, a quello che ho detto a Louis, a Katniss, penso all’arena. Quanto resisterò? Vincerò? Mi addormento, senza trovare risposta.

 

 

Ed ecco spiegato perchè la nostra Katniss fa quello 

che fa:)

Ecco qui il vestito che Eloise indossa all'intervista

Io lo trovo meraviglioso*-* 

Hope u like it:)

xx -g

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