“Fu un momento
di sofferenza per tutti. A pensarci ora mi vengono ancora i
brividi…
Madoka, la mia
bella Madoka alla fine aveva ceduto, e stava per andare in America. Sembrava una
fuga, agli occhi di tutti. Ricordo che il Master era molto preoccupato, ed era a
un passo dal chiudere l’Abcb, perché credeva di essere la causa della
sospensione di Madoka. Ma non esisteva nessuna sospensione. No, lei era
semplicemente distrutta, annientata dalla fatica di trattenere costantemente i
suoi sentimenti. Perché, anche se Dio in persona fosse venuto a risolvere la
situazione…anche in quel caso, la matematica non mentiva: uno più uno non
sarebbe mai stato uguale a tre…
Aveva ormai
diciotto anni. La sua scelta non poteva certo essere ostacolata, e in più la sua
ostinazione era ormai nota ai più. Lo stesso Master non poté nulla. Hun…ricordo
ancora le sue parole: ‘le persone qui attorno stanno facendo un gran
trambusto…lei ha diciotto anni ormai, spero che la lascino in pace. Ma
Kyosuke…Ayukawa…la affido alle tue cure’
Aveva una gran
premura. Ed era una bravissima persona…
La trovai lì,
dove non avrei mai pensato di trovarla. In una discoteca. Non so se fu sorpresa
di vedermi. Mi disse che non avrei dovuto dire nulla…perché lei sarebbe andata
via.
Il mio cuore si
fermò. Ricordo ancora la sensazione. Ricordo ancora il vuoto che mi pervase,
come una voragine nel mio petto. Ricordo che non riuscii neppure a piangere, ma
sentivo gli occhi umidi, e non riuscivo a parlare in nessun modo. Ma, sai,
quando non hai più nulla da perdere…quando non rimane che il tuo unico
desiderio, lontano da tutti e sai che probabilmente non avrai una seconda
occasione per realizzarlo…quando devi confessare qualcosa che cambia tutto e
quel tutto sta già cambiando…è proprio allora che una persona non obbedirà più,
e non sarà più controllabile. In quel momento le dissi quelle due parole. Quelle
due semplici parole che sono le più belle e le più difficili da pronunciare. In
quel momento le dissi ‘ti amo’!
Credimi: è la
sensazione più dolce del mondo. Nella tua testa rimbomba l’eco di ciò che hai
appena detto e non puoi sentire né vedere altro che la persona che hai di
fronte. Sei attento ad ogni suo cenno, ad ogni sua reazione, ad ogni suo
sussulto. Il tempo si dilata, e ogni cosa perde il suo significato. Rimani tu e
le tue parole che ormai sono volate nell’aria, e non torneranno indietro. E
allora ti aspetti di tutto, sei pronto ad ogni cosa, ogni singolo muscolo del
tuo corpo è in tensione, aspetti la sua risposta e quella sarà la cosa più
preziosa, che andrà al di là di ogni regalo possibile. Non esiste una risposta
intermedia, il tuo mondo è finito nel momento stesso in cui hai deciso di
confessare quei sentimenti, e di fronte a te si prospetta l’immenso dolore di un
rifiuto o il paradisiaco sorriso che accompagnerà gran parte dei tuoi giorni a
venire.”
La ragazza
deglutì a fatica ascoltando quella descrizione. Non credeva potesse essere così
affascinante.
“…e lei ti ha
risposto?!”
A questo punto
Kyosuke portò una mano alla testa e distolse lo sguardo.
“Beh…no…non
subito. Di solito ero io il ragazzo indeciso e insicuro, ma quella volta fu lei
ad esitare. Mi assicurò che sarebbe tornata quando sarebbe stata in grado di
esprimere i suoi sentimenti. Ed io allora aspettai. Quanto aspettai…furono i
mesi più lunghi della mia vita. E un giorno la trovai li, sulla scalinata, dove
ci incontrammo per la prima volta, con il suo cappello rosso in testa. Era come
se non fosse mai andata via. ‘Amicizia o amore?’ le
chiesi.
L’angelo
rispose, e fu il paradiso: ‘che differenza fa? Mi piaci anche perche sono
innamorata!’”
Kyosuke si fermò
qualche secondo. Sorrideva vistosamente, forse anche un po’ tristemente al
pensiero che poteva solo ricordare quel momento e non riviverlo con tutta
quell’intensità. Ma anche solo dalle sue parole giungeva l’eco di una passione
incrollabile, di un amore veramente solido. Quando riabbassò la testa incrociò
gli occhi lucidi del suo interlocutore. Sorrise di nuovo.
“…ecco come ci
dicemmo ‘ti amo’. Perciò, se posso darti un consiglio, non buttare via queste
due parole, perché dette al momento e alla persona giusta, ti faranno provare
l’emozione più grande della tua vita.”
La ragazza
sembrava essersi appassionata al racconto, e ne voleva ascoltare il lieto fine.
Difatti chiese: “e poi? Vi siete baciati?”
Anche a questa
domanda Kyosuke sembrò piuttosto imbarazzato.
“Si, ci siamo
baciati…anche se…”
Prese un po’ di
coraggio prima di continuare.
“…beh, il nostro
primo bacio coincise con una rivelazione un po’
particolare...”
Tornò con la
mente di nuovo a quel momento. Quando i due ragazzi unirono le loro labbra e i
loro cuori.
“Ricordo che la
guardai imbarazzato; e quasi volevo desistere, ma anche per quello non potevo
più aspettare! Così le confessai…
“Credo che adesso possa bastare, è ora di
andare a letto!”
La voce
femminile li raggiunse mentre l’uomo ancora stava
parlando.
“Beh, Kiyoko,
penso che immagini come sia andata a finire in fondo”
La ragazza era
visibilmente contrariata. “Ma io voglio sapere!”
“Già anche
noi?”
Kyosuke si
guardò alle spalle. Senza accorgersi di niente anche i due gemelli si erano
avvicinati, interessati al racconto, e ora lo guardavano appoggiando i menti ai
braccioli delle poltrone con due occhi che sembravano dei
cerbiatti.
Ripresosi dalla
sorpresa, diede un leggero colpo di tosse, e senza avere il coraggio di guardare
nessuno di loro, disse con voce chiara: “Avete sentito la mamma?! Tutti a letto,
coraggio!”
I ragazzi
sbuffarono, ma Kiyoko sorrise. Ascoltare quella storia le aveva fatto bene. Così
schioccò un bacio sulla guancia dell’uomo e rivolse un sorriso verso la madre
che era rimasta a guardare sullo stipite della porta.
“buonanotte
papà, buonanotte mamma!” disse avviandosi verso il piano superiore, seguita dai
due bambini che invece avevano mantenuto un’espressione triste e imbronciata, e
salivano le scale tenendo le teste basse e rassegnate.
Kyosuke si voltò
verso Madoka che lo guardava con un sopracciglio alzato…
“Allora
Kyosuke…ti ricordi come andò a finire?!”
L’uomo
sorrise.
“Come potrei
dimenticarlo…”
“Sai…Ayukawa…non
essere sorpresa di quello che sto per dirti, ochei? A dire la verità io sono…un
esper!”
Ayukawa
spalancò gli occhi per un attimo. Non sapeva assolutamente che dire. Poi prese a
ridere leggermente. “ah si?! E quali sono i tuoi poteri? Sposti gli oggetti? O
puoi volare?”
Proprio
in quel momento sentì qualcosa appoggiarsi sulla sua testa…sollevò gli occhi.
Vide di nuovo la visiera rossa del cappello di paglia…quello che era caduto a
terra proprio qualche momento prima, quando la bella si avviò con decisione
verso il viso del suo amato, facendolo volare via…
Riabbassò
lo sguardo a incrociare gli occhi azzurri di Kyosuke. Lo osservò stupita per
qualche interminabile secondo. Poi digrignò i denti e voltò la testa per
allontanarsi…
Il
ragazzo corse per raggiungerla, chiamandola insistentemente. “Andiamo, cerca di
capire! Non potevo confessartelo prima. Ci siamo dovuti trasferire parecchie
volte, ogni volta che siamo stati scoperti! Ayukawa!
Ayukawa!”
La
ragazza si fermò. Esitava a parlare.
“Sei
davvero imperdonabile…”
Kyosuke
deglutì a fatica. “A-Ayukawa” per un momento sembrò tutto finito. Poi lei si
voltò.
“Possibile
che ancora non capisci che non mi devi più chiamare
Ayukawa?!”
Il
ragazzo rimase perplesso. Tanto che non riuscì a dire una parola per qualche
momento.
“A-Ayu…”
Lei
si avvicinò di scatto, e, con il suo viso imbronciato, lo interruppe. “Ma-do-ka!
Adesso puoi chiamarmi Madoka!”
Poi
sul suo volto si stagliò un sorriso che illuminò il suo
viso.
“Ma…h-hai
capito cosa…”
“Si”
disse lei allontanandosi di nuovo. Si avvicinò alla ringhiera della lunga
scalinata guardando verso l’orizzonte. Kyosuke non le staccava gli occhi di
dosso un momento. Poi lei continuò: “Il ragazzo…il ragazzo che amo possiede per
caso dei poteri speciali, tutto qua.”
Il
ragazzo a queste parole sorrise. Non poteva vedere il suo viso, mentre arrossiva
vistosamente guardando un punto indefinito.
“Kyosuke…”
Sembrava
un sogno. Lei, il suo angelo, Madoka Ayukawa lo stava chiamando per nome. In
quel momento sentiva che avrebbe poteto fare qualsiasi cosa per lei. Anche
raggiungere la luna…
Ma
la capricciosa Ayukawa aveva qualcos’altro in mente. Si voltò sorridendo.
“…spero che tu possieda un qualche potere che possa farmi arrivare a casa senza
troppa fatica.” Guardò il borsone che era rimasto a terra per tutto il tempo.
“Sai, sono un po’ stanca del lungo viaggio”
Kyosuke
rimase di sasso, e cominciò a guardarsi attorno spaesato. Ma la ragazza non gli
diede il tempo di rispondere. Si avvicinò cingendogli le braccia al
collo.
“In
più…” aggiunse la bella Madoka. “Mi piacerebbe che tu ti fermassi un po’ da
me"
Gli
diede un bacio. Poi lo guardò di nuovo con aria maliziosa. “Voglio vedere con i
miei occhi questi tuoi poteri!”
Tornò
a baciarlo, e, in un istante, sparirono entrambi…
Madoka guardò
sorridente il marito che con calma si alzava dalla poltrona per avvicinarsi a
lei. Raccolse il suo viso con una carezza e lentamente si avvicinò, e i due si
scambiarono un lungo bacio. Quando si staccarono le loro labbra erano arrossite
ed entrambi sorridevano. Poi Madoka chiuse gli occhi. “Ora che mi ci fai
pensare…”
Si voltò di
scatto e cominciò ad avviarsi verso le scale. “…mi pare di averti detto che non
ti perdonerò mai per non essermi venuta a trovare in America con tutti i poteri
che ti ritrovi, vero?!”
Kyosuke la
guardò imbronciato. “Non è giusto! Ti ho chiesto scusa migliaia di volte ormai”
e cominciò ad inseguirla mentre lei prese a correre su per le scale
ridendo.